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La bufala: serviranno centinaia di ricariche in ogni stazione…

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La nuova stazione di ricarica aperta da Free to X a Brughiera Est, sulla A8 in direzione Varese.

La bufala questa volta compare su un giornale serio come Avvenire. Firmata da un collega che immagina scenari apocalittici sulla ricarica in autostrada.

Webinar Vaielettrico
la bufala
Il titolo dell’articolo uscito on-line su Avvenire.

La bufala: bivacchi in attesa che le colonnine si liberino, “rischio colera”

Non sfugge nulla ai nostri lettori. In questo caso è Alberto, che ringraziamo, a segnalarci uno spassoso articolo firmato da Mariano Da Ronch. Già il titolo fa capire quale terribile futuro ci aspetti: “In autostrada. Quell’incubo elettrico in coda: ma come faremo domani?“. Ecco dunque l’apocalisse immaginata da Avvenire: “Quante colonnine si dovranno mettere a disposizione in ogni area di servizio negli week-end tra giugno e settembre sulle principali direttrici delle vacanze?“. I punti critici censiti da De Ronch sono tanti. Ovvero: Adriatica, Milano-Genova e diramazioni Levante e Ponente, AutoSole, Salerno-Reggio, AutoBrennero, Serenissima e Venezia-Trieste “e tutte le altre”. Basteranno le installazioni attuali? Certo che no, sentenzia Da Ronch: “Le due o tre striminzite da 20 kiloWatt che spesso non funzionano? Macché: almeno un centinaio per area. E tutte fast, se non vogliamo che questi luoghi si trasformino in bivacchi e accampamenti fuori controllo, dove scoppierebbe, con il caldo, anche il colera“.

la bufala
Credit foto: Free to X.

Un quadro apocalittico: mancherà anche l’energia…

Ma non è solo una questione di disponibilità delle colonnine. È che mancherà proprio l’energia per alimentarle, dice Da Ronch: “A parte il costo e il tempo di impianto, l’energia necessaria da mettere a disposizione delle calate degli unni, da dove la prendiamo? Centrali a carbone? Non se ne parla; a gas? Facciamo finta di non aver capito. Nucleare: mi ripete la domanda? Rinnovabili? Sarebbe bello, ma dovremmo tappezzare le campagne nei dintorni delle stazioni di servizio di pannelli fotovoltaici, evitando se possibile i forconi dei contadini“. Tutti sanno, ma non De Ronch, che non è vero che in autostrada ci sono solo colonnine AC. Ce ne sono ben più potenti sull’AutoBrennero, sulla rete servita da Aspi, con le Free to X addirittura da 300 kW, e sui tratti degli altri concessionari. Ed è notorio che l’autonomia delle auto aumenta anno dopo anno come la velocità di ricarica, e presto non serviranno tutte queste fermate. Ma pur di dare addosso all’auto elettrica se ne inventano di ogni. Il colera, poi…

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74 COMMENTI

  1. È proprio il caso di dirlo… “Da Mariano a Mariano” 😁 perdonate la battuta. Confido nel fatto che le elettriche del futuro avranno tutte più autonomia, pertanto il problema delle code non dovrebbe sussistere

  2. Ho un’auto elettrica e sono convinto che l’elettrico così com’è concepito oggi è sicuramente una transizione verso qualcos’altro che sia ricarica ad induzione o idrogeno con motore elettrico non lo so, ma sicuramente il futuro non è l’elettrico di oggi.

    • Beh, mi passi la battuta, per definizione una cosa di domani non è quella di oggi 🙂

      E per fortuna direi, altrimenti addio progresso.

  3. Al netto dell’articolo, chw non mi interessa, è l’nfrastruttura che invece dev’essere protagonista della discussione. Da stra felice posessore di un auto elettrica posso dire che le colonnine nell’autostrada del Brennero sono insuficienti e non ci si può fare affidamento. E non credo che il motivo sia che sono gratuite. Quindi 100 no ma 25/30 in stile tesla sì. E faccio il tifo per la ricarica a induzione perché così potremo avere batterie più piccole, mezzi più leggeri e anche i camion passerranno alla mobilità e elttrica.

  4. Ho letto l’articolo incriminato e qui citato….ma una sana ironia niente da fare da voi non può essere presa in considerazione! Ragazzi l’articolo era tra l’ironico ed il faceto e se lo si legge bene non racconta nulla di nuovo sul fronte occidentale e cioè il ritardo della copertura di ricarica per le più disparate necessità. Invece di scrivere da talebani avreste potuto sfruttare la sponda datavi dal vostro collega ed invece con questo articolo siete a deludere ogni attendo lettore.

  5. Io per stare sul sicuro mi sa che andrò a sostituire la mia Zoe con una classica ibrida, sono arrivato ormai a 50nt’anni in salute e beccarmi il colera per fare il pieno di elettroni mi spaventa.

  6. quindi abbiamo, da una parte il “solito” articolo bufale!! fake!! ecc, con attacco delle truppe cammellate al nemico indicato,
    dall’altra articolo proposto da un lettore che evidenzia che in effetti lo scritto di avvenire non è poi così peregrino..

    interessante..

  7. Finalmente un pò di conti cominciamo a farli .
    Sicuramente ci saranno aggiornamenti tecnici col passare del tempo che ci permetteranno di avere non motori elettrici più efficienti ma batterie più performanti sotto 3 aspetti : rafforto peso/energia , costo e velocità di ricarica.
    Come è stato detto in altri commenti , dobbiamo pensare ad un parco circolante , in Italia , di almeno 40 milioni di autoveicoli , cioè 0,67 auto/abitante , che a meno di eventi particolari non diminuisce .
    Vero che non tutte ricaricheranno contemporaneamente , è congruo che sia l’1% delle auto che lo facciano .
    Secondo me , ci devono essere piani di riassetto della rete elettrica chiari . Io non ne vedo .
    Ma voglio sempre ricordare che l’Italia ( e non solo ) sui carburanti fossili ci ricava un oceano di soldi .
    Rimango inoltre convinto che non ci si debba concentrare su un solo tipo di mobilità , quella elettrica , ma trovare anche altri metodi .
    Il paradosso sarebbe di arrivare ad una mobilità centrata su un solo vettore energetico che a meno di scoperte eccezzionali ( tipo fusione nucleare a costi vantaggiosi e senza scorie ) ci vedrà sempre in balia dei maggiori produttori di energia ( esempio la crisi Ucraina che ha fatto lievitare i prezzi dell’elettricità e non di poco ).

    • La soluzione è fotovoltaico sul tetto obbligatorio e batterie di accumulo.

      Così l’unico modo che avrebbe un altro stato (o qualche cordata di potere) di metterci i bastoni fra le ruote sarebbe di bombardaci (tutti).

    • Il fatto è che, almeno in autostrada, le auto che dovranno ricaricare saranno molto più del 1%, ovviamente c’è una grossa fetta di chi entra in autostrada per far 20km ed uscire, ma tutti quelli che fanno una tratta tra due capoluoghi, date le dimensioni delle batterie delle auto sotto i 20/25k, che come numeri saranno la maggioranza su strada nel futuro, una o due ricariche a tratta le faranno, immagina le vacanze estive con le transumanze da nord a sud.. Tot milioni ti veicoli che devono fermarsi dalle 2 alle 5 volte per arrivare a destinazione, oggi col termico ti fermi a fare le pause, ma non ti metti in coda al benzinaio per forza, anzi su due o tre pause di un viaggio lungo pieno di code al massimo ti ci fermi una volta, se si pensa che un autogrill medio ha 8/12 pompe e che ora negli orari di punta riescono a gestire la coda malapena… Non si può pensare di avere lo stesso numero di colonnine quando i tempi sono 4 volte tanto a cui aggiungere i ritardi nel liberare la colonnina, al benzinaio appena finito paghi e liberi, anche 10 minuti sacrosanti rallentano in modo assurdo il ricambio figuriamoci i cafoni che la lasciano mezz’ora o un ora oltre.
      Centinaia di colonnine? Beh quantomeno l’obiettivo dovrebbe essere quello di averne una a ogni stallo e tutte da minimo 150kw, e una piccola parte più costosa da 4/600kw per far la sosta rapida solo rifornimento e caffè per le future batterie più rapide.

      L’altra soluzione è muovere le chiappe sulla guida autonoma, creare un ambiente adatto e l’auto appena arrivata alla carica che scegli (80 o 100 ad esempio) poi si sposta da sola mentre te sei ancora a lavarti le mani in bagno e devi passare dalla cassa (con la fila) per pagare la bottiglia d’acqua fresca da portarti dietro, ne serviranno molte molte più di ora, ma meno che a metterle a ogni stallo

  8. Sarà anche una bufala, ma con il crescere della mobilità elettrica i rifornimenti sulle autostrade diventeranno un serio problema. E non é detto che le colonnine siano la risposta, i recenti esperimenti di ricarica in movimento mi paiono una risposta sicuramente impegnativa ma più efficace delle colonnine.

    • Lei pensa che avremo rischi di epidemia di colera alle colonnine tra gli automobilisti in attesa? È questo che c’è scritto…

      • No, la storia delle epidemie é una sciocchezza, ma converrà con me che se sempre più auto elettriche faranno lunghe percorrenze in autostrada, serviranno infrastrutture molto potenti e flessibili, magari non solo colonnine ma ricariche in movimento. Per quanto rozzo sia l’articolo, il problema di fondo non è banale per nulla

    • “nei dintorni delle stazioni di servizio di pannelli fotovoltaici” … evidentemente il giornalista non sa quanta energia compriamo dalla Francia, che non è proprio “nei dintorni”
      …il colera….

      A parziale spiegazione, il sottotitolo è “Riflessioni semiserie…”
      Diciamo che ai bei tempi, se l’avesse scritto Luca Goldoni, mi sarei anche fatto due risate. Qui ci vedo l’intento denigratorio partigiano, è indifendibile e siccome non è satirico e basta, ottiene il duplice scopo di fare indignare sia gli uni che gli altri.

      • Che spasso questo articolo! Assomiglia ai tanti che si trovano in giro sulla pericolosità e il costo dell’Energia Nucleare e purtroppo chi lo difende è costretto a rispondere a questo tipo di giornalismo (indipendentemente che abbia conflitti di interesse o meno) che abbiamo da diversi anni su molti argomenti scientifici che impattano sulla società e che devono fare i conti con i numeri e i dati reali… vi sono solidale…

  9. L’Avvenire?
    Ogni area di servizio dovrà avere una chiesa.
    Le colonnine devono essere in numero della capienza della chiesa diviso 2.
    Solo i fedeli potranno fare rifornimento.
    Mentre fai il pieno di elettroni ti segui anche la messa così non perdi tempo.
    Direi che è semplice.

    • Magari ci fosse una chiesa ad ogni stazione di ricarica.

      Non confondiamo l’Altissimo, le chiese ecc., con gli uomini (che anche se fanno parte /lavorano per Chiesa non vuol dire che siano seri ed esenti dal peccato).

      Del rapporto tra Chiesa e compagnie petrolifere pure in “Don Camillo monsignore ma non troppo” c’è un accenno (Giovannino Guareschi era un grande e non faceva sconti a nessuno).

      • Preferirei non ci fossero chiese nelle stazioni di ricarica grazie.. visto che dell’altissimo vostro (e pure quello degli altri) non me ne puo’ fregare di meno e gia’ ne abbiamo in abbondanza di luoghi dove andare a credere in quello che volete.

  10. L’italia è il paese delle bufale:

    – tra 10 anni avremo auto a idrogeno e fusione nucleare;
    – in questo momento non conviene comperare Tesla;
    – gli incendi di quest’estate sono colpa dell’uomo (peccato che se l’erba era verde nulla si incendiava);
    – vogliamo salvare i posti di lavoro dell’indotto del motore termico (invece di incentivarlo al nuovo………arroccandosi sul vecchio le aziende resteranno indietro rispetto al resto del mondo ed alla fine chiuderanno);

    e poi ci sono quelle relativa alle stragi di poveri innocenti, due su tutte:

    – il DC 9 dell’Itavia in precedenza portava pesce, il pesce arriva dal mare e quindi c’è molto sale ed il sale ha corroso l’aereo;
    – il disastro Moby Prince è accaduto per colpa di un insolita nebbia improvvisa;

    Sono anni che ci fanno fessi, e non perdono occasione per farlo.

  11. Ma l’Avvenire è un quotidiano di ispirazione cattolica. Bisogna capirlo. Il suo è un punto di vista religioso. La nuova tecnologia è evidente che è ispirata da Satana e con questa cosa dell’ecologia magari è anche “comunista”. Il popolo osservante, giustamente, la osteggia per motivi confessionali ed etici esaltando la spiritualità del termico… Gli elettrici incalliti verranno processati e puniti secondo le regole di Santa Romana Chiesa e con le famose “piaghe”. Saranno destinati all’estinzione per mano di Dio…

  12. Ho letto l’articolo, De Ronch non considera che, con auto elettrica, per fare 120 km nessuno con un po’ di senno, ha bisogno di ricaricare in autostrada. Non considera anche che l’auto elettrica in colonna, consuma molto meno che se andasse a 130 km/h. Da mia esperienza personale, a 120..130 km/h siamo suo 18 kWh per 100 km in colonna siamo a meno di 9 kWh per 100km, A differenza delle endotermiche da ferma l’auto elettrica consuma 0, o al massimo 1 kWh con condizionatore acceso.
    Riccardo

    • Mi spiace ma l’auto elettrica in colonna a 40 gradi sotto il sol leone secondo me consuma più della mia X3 .

      • 1 kW per ora di funzionamento del condizionatore.. La sua X3 per fare la stessa cosa ha utilizzato 0,8 litri di carburante.. aka 8 kW in un ora di cui 7 circa hanno prodotto ulteriore calore e uno ha attivato il compressore del climatizzatore.

  13. E’ affascinante anche il passaggio “dovremmo tappezzare le campagne nei dintorni delle stazioni di servizio di pannelli fotovoltaici, evitando se possibile i forconi dei contadini“.
    Qualcuno spieghi a questi geni che la corrente è DC solo dalla colonnina all’auto, prima ci arriva in AC dalle linee elettriche, che possono farla viaggiare anche per centinaia di km, non serve che la produzione stia a pochi km, i tempi delle centrali locali di Edison sono finiti e per fortuna hanno vinto questa battaglia Westinghouse e Tesla.

  14. Articolo completamente sconclusionato, tra colera e colonnina 20 kW. Però un fondicino di verità c’è: se oggi che le BEV costituiscono lo 0,3% del parco circolante già ci sono ricariche da “coltello tra i denti”, quando arriveremo al 100% e quando ad acquistare le elettriche non saranno più coloro che la usano come citycar ma coloro che la usano come auto principale, come si farà?

    In Norvegia circolano 584 auto ogni 1000 persone e loro sono poco più di 5 milioni. Da noi circolano 679 auto ogni 1000 abitanti e siamo quasi 12 volte di più. Vero che la tecnologia farà passi da gigante ma in effetti un problema di dimensionamento dell’infrastruttura di ricarica e precoce obsolescenza esiste …

    • Questa la situazione in Norvegia la scorsa estate, sperando che questa sia migliore [ https://wataha.no/en/2021/06/21/Despite-the-record-breaking-development%2C-half-of-electric-car-drivers-are-experiencing-queues-for-quick-chargers/ ]: “Despite record growth, half of all electric car drivers experience queues for quick chargers […] Most of the queues for charging occur on weekends and holidays. 86 percent electrician drivers say they use fast charging, and almost half (48%) say they experience queues from time to time or more frequently. Eight percent said their longest queue was over an hour, and 13 percent said it was 40 to 60 minutes. The survey shows that weekends and the so-called departure days is the typical time with loading queues. […] Charging topics, however, are the most common disadvantage of electric cars, according to electric drivers.”

      • Io direi non male, vuol dire che nel periodo “peggiore” dell’anno, il 48% ha incontrato code di tanto in tano, le code superiori ai 40 minuti sono state invece circa il 20% del totale (il 13% ha fatto coda tra i 40 e i 60 minuti e l’8% più di un’ora di coda).

      • Ma non eri tu che dicevi che la Norvegia non va presa ad esempio perché è piena di punti di ricarica ad alta potenza? Ora che scopri che la situazione territoriale non è poi così “semplice”, ne fai un cavallo di battaglia per “faremo le code per giorni… non funzionerà mai!”?
        A parte che le statistiche vanno sapute anche leggere, sarei curioso di vedere quelle in Italia nei giorni di “esodo”.
        Frase interessante l’ultima dove dice che la stragrande maggioranza ripartire be in vacanza comunque con la BEV.
        Che strana gente fanatica!
        Fattene una ragione: i Norvegesi (gli altri seguono…) hanno svoltato e non c’è niente che tu possa fare per cambiare il corso degli eventi: alla fine di quest’anno di ICE se ne venderanno qualche centinaia… con 2 anni di anticipo! 🤷🏽‍♂️

    • -un problema di dimensionamento dell’infrastruttura di ricarica e precoce obsolescenza esiste …-

      Chiaro che l’articolo de l’Avvenire è bonariamente indifendibile. Cioè, è indifendibile anche facendo “la tara” con l’eventuale affetto/simpatia nei confronti di Nostro Signore.

      Però quello che dici e che ho isolato mi vede piuttosto concorde. Uno studio che avevo letto, e di cui ohimè da dove sono non riesco a ritrovare il link, diceva che in Europa imtesa ckme UE a regime serviranno circa 60 milioni di punti di ricarica. Tre quarti dei quali privati, il restante quarto pubblici. Quindi fuor di metafora 15 milioni di colonnine di varia potenza. Per un paese di dimesioni e abitanti come l’Italia, se non ricorso male si ipotizzavano tra i 2 milioni e i 2 milioni e mezzo di colonnine. Facendo due conti al volo non mi sembra irrealistico. Ripeto: a regime.

      • In Italia sono circa 21.000 i distributori di carburante. 2 milioni sono 100 volte tanto, come se una BEV, senza mai caricare a casa, ci mettesse 100 volte in più di una termica a caricarsi. Direi che è un po’ azzardato dire ciò.
        I 10 minuti di un rifornimento diventerebbero 1.000 minuti, 16 ore???
        Gli elettroni li andiamo a raccogliere con la rete per le farfalle?
        Anche considerando un fattore di pome/distributori da…4? Il rapporto colonnine pubbliche/distributori mi sembra esagerato. Io girando faccio fatica a vedere anche solo 2 auto ai distributori. Mahh…

        • Ma che vuol dire? Ne vedi 2 perché in 2 minuti fanno un pieno, se ci mettessero 15 minuti vedresti la fila, non credi?

          • Era per giustificare un rapporto pompe/distributori del valore 4.
            I 2 minuti per un pieno lo puoi proporre a chi non ha mai avuto una auto termica, non credi?

        • Infatti i 21.000 distributori di benzina che ci sono oggi in Italia sono già troppi. Tant’è che oggi la sola vendita dei carburanti non è per niente redditizia e i distributori sostanzialmente stanno in piedi con la vendita di altri servizi tipo bar tabacchi eccetera. I numeri che riportavano me ne sono inventati io ma li ho letti su una ricerca. Quindi come si suol dire relata refero e ambasciator non porta pena. Quello che però mi sono premurato di specificare un paio di volte e che la cosa è stata proposta a regime, e cioè ipotizzando che tutto o quantomeno una buona parte del parco circolante sia elettrico. A quel punto è tutto sommato i conti tornano, visto che nessuno ha mai parlato di 2 milioni di colonnine Fast o ultra Fast, bensì di due milioni di punti di ricarica pubblici. Quindi includendo anche le più tranquille colonnine da 22 kW. Quindi ipotizzanti 2 milioni di cui sopra più comodamente 5 o 6 milioni di punti di ricarica privati, possiamo ipotizzare che tutto ciò potrebbe essere anche tranquillamente sufficiente a far funzionare addirittura 15 milioni di veicoli. Se non di più. In ogni caso ripeto sono tutte supposizioni. Ma questo per dire cosa? Ma non certo che la cosa tecnicamente non sia fattibile. Lungi da me!😂 anzi, ti assicuro che se dovessi fiutare il business in tempo zero metto in piedi la squadra per installare colonnine per conto dell’Enel😂😂😂😂.

          • Cominciamo con le cose piccole. Da qui al 2025 l’obiettivo è predisporre quantomeno la possibilità per una settantina abbondante di posti auto privati. Il resto vien da sè. 😉 di imprese sottomano ne ho almeno un paio. Se fosse, una bella scatola cinese di srl a far da paravento e via che si cabla come il vento. 😂 (facile a dirsi, meno a farsi)

        • Quindi si parte dall’assunto che tutti hanno la possibilità di collegare la macchina a casa… quindi le decine di migliaia di auto parcheggiate nelle strade sono lì per la svogliatezza dei proprietari che non vogliono portarla nel box?
          Così come il solare su tutti i tetti, certo non male, ma in un condominio di 8 piani, quanto serve al lato pratico… tutti con la villetta?

          • Il 68% delle abitazioni italiane è dotata di posto auto di pertinenza (dati Istat, censimento 2001). Quindi si parte dall’assunto che non tutti, ma tanti. Idem per il fotovoltaico.

          • @Daniele: infatti ho scritto: “… come se una BEV, senza mai caricare a casa, ci mettesse 100 volte in più …” senza mai caricare a casa! ovvero, come se nessuno caricasse a casa, ovvero, solo caricando a colonnine pubbliche, ovvero, nessuno col garage.
            Se ci mettessimo dentro il 68% che carica a casa (il 32% no) il 100 volte diventerebbe 312,5 volte (100/0,32).
            Direi che 2 milioni e mezzo di colonnine pubbliche mi sembra ancor più azzardato.

  15. Il problema è che c’è gente che legge e poi crede a queste stupidaggini. Gli stessi che poi vengono a dirci che abbiamo tempo da perdere noi ad aspettare ore che la nostra auto elettrica si ricarichi

    • La comicità lascia spazio all’imbarazzo… Nelle redazioni non leggono più gli articoli dei “giornalisti” prima di pubblicarli? Sarebbe il caso di avvisare il Direttore…

  16. Ovviamente a Da Ronch è “sfuggito” l’anello sperimentale della BreBeMi per la ricarica a induzione che ha dato ottimi risultati.
    Ma che strano che ogni volta dimenticano solo gli aspetti positivi…..

    • La BreBeMi essendo in perenne perdita cerca di sfruttare l’innovazione ma sempre in perdita e rischio fallimento resta! Se non capite neanche un articolo ironico siamo messi male!.

  17. In oltre 2 anni k guido auto elettriche di ogni marca,e da essere osservatore,noto e documento fatti! Qualunque marchio sia,qui a Milano,Monza,Brescia,e interland si ci sono di tutte le Marche e tipo,ma che caso gli “abusi”documentati e segnalati”riguardano per 80%Tesla,poi,Renault,e 500,arrivano si attaccano e via o monopattino o con auto coniuge,collega o amico.Se pago giusto k mi carico in base a mia necessità,se usufruisco di 1 servizio ai clienti con avviso e.massimo 2 ore (e 80%, x rispetto),nn torni dopo 5 ore e hai applicazione che ti dice tutto(e sentinella k vede che ci sono in attesa altri e hai superato 3 ore)!

  18. Secondo me le autostrade , potrebbero alimentare con rinnovabili
    tutti i viaggiatori elettrici che ci passeranno sopra , almeno nelle ore diurne e avanzerebbe pure energia per il resto della rete

    come ?
    tutte le piazzole di sosta/ricarica coperte da pensiline fotovoltaiche
    campi fotovoltaici “lineari” (stretti e lunghi) per chillometri lungo le carreggiate esterne

    il solito video Coreano che non mi stancherò mai di postare , che è comunque migliorabile

    https://www.youtube.com/watch?v=LuYsYLqjUtU

    per chi non lo capisse , la tettoia della pista ciclabile al centro della tangenziale ..
    è fatta con pannelli fotovoltaici !

    my 2 cent di superfice per nulla impattante per il fotovoltaico

  19. Avvenire è appunto un giornale serio, devono aver pubblicato l’articolo nella sezione umoristica.
    Il direttore Tarquinio è meglio aumenti la vigilanza.

    • Sapete che potrebbe avere ragione, visto che il recupero energia serviva soprattutto con 22/24 kWh per raggiungere autonomia base sufficiente, con guida attentissima. Con i pacchi batteria giganti il recupero energia e’ problematico per via del maggior peso e complessità, oltre che costi e durata accumulatore.

      • Confesso di non avere capito a cosa si riferisce: recupero energia delle macchine?
        Se intendeva quello, è l’esatto contrario, più la batteria è grande e maggiore sarà il recupero energia. Le batterie normalmente possono essere caricate senza degrado con potenza pari a 5C (5 volte la capacità), cioè una batteria da 50kWh non può digerire più di 50×5 = 250kW senza rovinarsi. Quelle in uso nelle ibride si spingono a 10C.
        Se avessi una batteria da 1kWh come hanno molte ibride, in frenata posso accettare 10kW, che si superano abbondantemente con una normalissima decelerazione in città tra un semaforo e l’altro, tutto il resto va necessariamente sprecato in calore e devo usare i freni idraulici. E c’è il problema del surriscaldamento, non sono condizionate, spesso, quelle piccole. Nell’uso in montagna si riempiono subito e dopo non recuperano più nulla, buttando via preziosa energia potenziale.
        Occorre trovare un equilibrio tra le due cose, non ha senso la batteria troppo piccola ma non avrebbe nemmeno senso avere 100kWh se non su una macchina da segmento D in su.

  20. Facciamo due conti della serva: se per rifornire un’auto a benzina/gasolio servono 5 minuti (rifornimento + pagamento) ogni pompa può rifornire al massimo 60/5=12 auto ogni ora.
    Se vogliamo caricare 50 kWh in una batteria a 75 kW impieghiamo circa 40 minuti, a 150 kW servono circa 20 minuti.
    Certo è un ragionamento molto semplicistico, però prendi il numero delle pompe che ci sono nell’area di servizio e lo moltiplichi per 8 (40/5) se le ricariche sono a 75 kW, per 4 (20/5) se le ricariche sono a 150 kW, per 2 se le ricariche sono a 300 kW.
    Ok, le cose sono un pelino più complicate di così perché ci sono altre cose da considerare, ma la cosa non è affatto drammatica come la si vuole dipingere anche perché abbiamo ancora parecchi anni davanti, specialmente nell’arretrata Italia. Restiamo conservativi e diciamo 8 stalli per pompa di benzina? Facciamo trivellazioni a km di profondità sotto il mare per far andare avanti le auto ICE sprecone, figuriamoci se sarà un problema fare l’infrastruttura per le ben più efficienti BEV!

    E poi chissà come stanno facendo i norvegesi che in più hanno anche il problema del freddo!?!?!?

    • @Leonardo, l’unico difetto che ho trovato nel tuo ragionamento è che una ICE ha un’autonomia che mediamente è 2-3 volte quella di una BEV, di conseguenza queste ultime si dovrebbero rifornire molto più spesso di una ICE con la necessità di avere a disposizione più colonnine di ricarica rispetto alla tua ipotesi.
      Anche io ho fatto due conti della serva per quanto riguarda l’energia, un’area di rifornimento presa a caso (AdS San Zenone Ovest) ha una superficie adibita a parcheggi di circa 30000 mq (trentamila) dove si potrebbero piazzare pannelli fotovoltaici per 900 kWp, con una produzione annua di 1200000 kWh (un milione e 200 mila). Una colonnina da 150 kW potrebbe erogare, se utilizzata 24 ore consecutive per 365 giorni, 1314000 kWh. Ecco quindi trovata l’energia per percorrere almeno 6000000 di km (6 milioni). Sono pochi? Certamente, ma sicuramente meglio di niente, per un fattore di contemporaneità che non è sicuramente uguale ad uno, ovviamente le colonnine potrebbero essere molte di più della singola ipotizzata, perché per erogare 1,2 MWh è sicuramente preferibile avere 4 colonnine che funzionano al 25% del tempo che una al 100%.

      • Avranno autonomia 2-3 volte inferiore, però la prima carica usualmente la fai a casa o comunque nei pressi di casa prima di partire (e dunque fuori dall’autostrada), quindi un rifornimento tipicamente te lo risparmi.

        Poi non è affatto detto che si debba fare il pieno ad ogni sosta. Bisognerebbe fare un calcolo basato sui chilometri guadagnati per unità di tempo.

      • Grazie Marco, è corretto ciò che dici riguardo l’autonomia delle BEV che non ho considerato di proposito per non appesantire ulteriormente i conti.
        In ogni caso con 50 kWh di ricarica possiamo stimare almeno 250 km di autonomia, questo significa che tutti i viaggi al di sotto dei 500 km richiederanno, normalmente, una sola ricarica durante il viaggio e solamente per i viaggi più lunghi saranno necessarie più ricariche. In quest’ultimo caso ricadrà quindi soltanto una frazione delle auto in circolazione. Possiamo ulteriormente peggiorare il fattore e arrivare a 10 colonnine per ogni pompa di benzina/gasolio ma come ho scritto sopra già il fattore 8 non considera che le auto elettriche in vendita da qui al 2035 avranno man mano velocità di carica e capacità delle batterie sempre maggiori e il calcolo sulla fotografia attuale tende a sovrastimare la necessità.di colonnine.

        Per quanto riguarda la produzione da fotovoltaico sono d’accordo anche se non c’è ragione di doverla concentrare per forza dove sono le colonnine, investirei comunque sulla rete di trasmissione per intercettare anche l’energia prodotta con altre fonti.

    • Io ho fatto quest’altro conto, una pompa di benzina mi sembra eroghi 40l/minuto e 1 l di benzina sono circa 10 kWh di energia termica, quindi in un ora eroga 24.000kWh di energia termica. L’ energia termica non è come l’energia elettrica, vale meno perché il motore termico fa un efficienza di circa il 30%, mentre l’elettrico in prima approssimazione del 100%.
      Quindi una pompa di benzina sarebbe equivalente ad una colonnina da 24.000*0,3= 7200kW, se pensiamo ad una colonnina media da 75 kW, corrisponde a 100 colonnine per sostituire una pompa di benzina
      Però per me anche meno di 100 perché ci si rifornisce anche casa e nei luoghi di destinazione a bassa velocità sfruttando quando l’auto è comunque ferma, ciò che le macchine termiche non possono fare.
      Si in effetti bisognerebbe sfruttare tutte le piazzole di sosta delle AdS per metterci una colonnina, ogni piazzola in pratica dovrà avere la sua colonnina

      • Calcolando così però consideri che una pompa eroghi continuamente benzina. In realtà ogni auto rifornisce tra i 30 e i 55 litri di benzina in 1 o 2 minuti, poi ci sono i tempi morti in particolare almeno 2-3 minuti per il pagamento che dipende da come è organizzata l’area di servizio. Preferisco fare il conto sulla capacità di rifornimento (auto/ora) che è più consistente.

        • Si parli del tasso di utilizzo della postazione, ma l’ho considerato uguale tra pompa di benzina e colonnina pari al 100%, situazione di affollamento in corrispondenza degli esodi, sarà da rivedere anche questo modo di fare vacanza.

          • No amico Bernardo i “tempi morti” impattano in percentuale alla pomoa enormemente in più che alle colonnine perchè se perdi 2 o 3 minuti (fra arrivo e collegamento alla pompa e pagamento succesivo) in un tempo tecnico di rifornimento di 2 minuti al massimo hai un tasso di inattività oltre il 50%…
            Se invece perdi i sempre quei 2 minuti (ma in realtà se be possono perdere molti di meno perchè alle colonnine il pagamento è automatizzato e non devi andare ad una cassa…. ai supercharger Tesla per esempio il tempo morto è esclusivamente l tempo di infilare la presa e poi toglierla….) in un rifornimebto di 15-20 minuti hai una percentuale di inattività al massimo del 10%….
            Non mi sembra che sia proprio la stessa cosa….

    • Lascia stare Leonardo. Ad alcuni piace citare la Norvegia “a convenienza”… battaglia persa.
      Io che ci vivo però ti posso dire che i norvegesi che non sono ancora “passati” stanno pensando solo al “quando”, specialmente con la benzina che è salita ad oltre 2.7 (con punte di 2.9} al litro.
      Dal 2019 ad oggi non ho mai fatto nemmeno 30 secondi di fila per ricaricare (nemmeno attraversando l’Europa la settimana scorsa per arrivare in Sardegna, se è per questo), eppure qualche BEV in circolazione l’abbiamo…

      • Grazie per la testimonianza Sandro.
        Sono qui che mi domando quanto passerà prima che anche da noi si arrivi a prezzi di 2,7/2,9€ al litro.
        La mia idea è che probabilmente succederà tra due a quattro anni: vedrai che risolviamo in fretta l’enigma sulla convenienza dei pannelli fotovoltaici. Almeno in Italia siamo fortunati e abbiamo un bel po’ di sole, soprattutto in estate!

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