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La batteria della YoYo è scarica? All’Eni te la cambiano

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La YoYo, progettata a Torino, costruita in Cina: si guida con patente da 16 anni.

La batteria della YoYo è scarica? All’Eni te la sostituiscono, grazie a un accordo tra la XEV, società torinese (con capitali cinesi) e l’azienda del cane a sei zampe.

la batteria della YoYo
La YoYo entra nel car-sharing Enjoy di Eni.

La batteria della YoYo sostituita nei distributori

La YOYO è una macchinetta elettrica lanciata a maggio 2021 e che si guida già a 16 anni con la patente B1. È stata studiata per essere venduta ai privati, ma soprattutto per essere utilizzata nei car-sharing cittadini, viste le dimensioni e i costi di esercizio contenuti. L’accordo con l’Eni prevede un innovativo servizio di “battery swapping“, Battery Xchange, che prevede appunto lasostituzione di batterie scariche con batterie cariche. Il tutto presso un numero selezionato di stazioni di servizio Eni. Sarà così possibile evitare lunghe attese per ricaricare la batteria. Dal 2022, poi, le city car XEV YOYO entreranno a far parte della flotta di Enjoy, il car sharing di Eni, che finora aveva in flotta soprattutto Fiat 500 a benzina. La YoYo ha un pacco batterie da 9,2 kWh. La velocità massima è di 70 km/h, con un motore da 10 Cv di potenza massima.

la batteria della YoYo
L’interno della YoYo, con il display centrale.

Le macchinette della XEV entrano nel car sharing Enjoy

Le YOYO e il servizio di “battery swapping” saranno presentati dalla XEV in occasione del Salone dell’auto di Monaco (7-12 settembre). I visitatori che si iscriveranno al test drive potranno sperimentare il sistema di sostituzione presso la stazione di servizio Eni di Innsbrucker Ring. Il distributore sarà temporaneamente allestito per la dimostrazione del servizio durante la fiera. Luo Tik, CEO di XEV (qui il sito), spiega: “Riteniamo che questo innovativo modello di business eliminerà le difficoltà e le limitazioni che i nostri consumatori devono affrontare per ricaricare le auto elettriche“. Aggiunge  Giovanni Maffei, di Eni: “Con XEV siamo i primi in Europa a fornire il servizio di sostituzione della batteria presso le nostre stazioni di servizio. E  saremo i primi a metterle a disposizione degli utenti del nostro servizio di car sharing Enjoy, per ampliare il più possibile l’offerta di servizi e prodotti sostenibili“.

la batteria della YoYoSECONDO NOI. Dopo avere  a lungo guardato all’elettrico con una certa diffidenza, l’Eni sembra avere voltato pagina con decisione. Prima l’accordo con Ionity per le stazioni HPC nelle aree di servizio, poi il salto di qualità con l’acquisto della seconda rete di ricarica italiana dopo Enel X, Be Charge. Altre big del petrolio, come Total e Shell, si erano mosse prima, ma ora il Cane a sei zampe sembra alla ricerca del tempo perduto. Bene.

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6 COMMENTI

  1. Samuele, anche stabilendo uno o piú standard per le batterie, non credo che sarebbe cosí facile creare strutture per sostituire quelle di auto e furgoni per il semplice fatto che pesano quintali.. Nel caso di modelli come la YoYo ci sono meno problemi perché si tratta di quadricicli con batterie che pesano poche decine di kg

  2. Non voglio essere polemico,,,,
    MA
    fino ad ora non ho ancora ho visto solo annunci pubblicitari: ottima attività di marketing.
    1)Sarebbe bello vedere la mappa delle prossime attivazione (con le relative date) delle stazioni di ricarica lungo le autostrade.
    2)Una simile mappa potrebbe utilissima per le migliaia di stazioni che BeCharge di essere in costruzione.
    speriamo bene 🙂

  3. Ma ben venga uno standard per tutte le batterie che se vuoi le sostituisci nelle zone attrezzate che con calma le ricaricano anche nelle ore notturne. Il tutto evita la rincorsa a potenze di carica esagerate che comportano spese di allaccio alla rete elettrica (con il rischio di metterla in difficoltà) nelle hpc. Se poi ci mettiamo che nelle stazioni di swapping/ricarica si può fare assist alla rete con una sorta di V2G ecco che si vede come questa sia la scelta più logica. Bisogna che qualcuno si accorga che siamo partiti con il piede sbagliato costruendo bev la cui batteria è secondo standard proprietari di ogni singola casa….ci vuole assolutamente un cambiamento di rotta!

  4. Sicuramente una buona scelta, molto ponderata, ma dopotutto quanto spariranno il 90% del auto a combustione tutti i distributori con gli operatori mica possono essere dismessi, e convertire gli impianti già pronti è la cosa più logica e naturalmente, anche perché si può pianificare in un bel periodo di anni.

    Peccato per le colonnine potevano partire molti anni fa.

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