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La barca (elettrica) che fa riprodurre i pesci

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Flabellina, barca elettrica

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Una barca alimentata a idrocarburi oltre appestare l’aria di sostanze inquinanti, può sversare veleno in acqua e, fattore meno conosciuto, rallentare, anche con livelli drammatici, la riproduzione dei pesci. Lo ha confermato uno studio di esperti e ricercatori dell’Area marina protetta a Trieste.

Flabellina, la barca che non disturba i pesci

Si chiama Flabellina la barca elettrica, realizzata da Barchelettriche (leggi qui), che acquistata dall’ente pubblico a luglio 2022  oltre ad accompagnare centinaia di visitatori ha permesso di realizzare due studi interessanti: uno dedicato alla riduzione delle emissioni  climalteranti mentre l’altro ha permesso di misurare l’inquinamento acustico subacqueo e l’impatto sulla vita e la riproduzione della fauna ittica.

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La barca Flabellina nella Amp Miramare ospita ragazzi, ricercatori, turisti

Vaielettrico ha potuto consultare la relazione finale sullo studio condotto dalla ricercatrice Marta Picciulin, specializzata in bioacustica marina, da Carlo Franzosini dello staff AMP, Antonio Codarin e Carola Chicco di Arpa FVG e due esperti ricercatori acustici delle Università di Genova e Parma, Tomaso Gaggero ed Enrico Armelloni.

Le rilevazioni nel Golfo di Trieste durante gli ultimi anni hanno dimostrato che si tratti di “uno dei siti di monitoraggio più rumoroso dell’intero Mar Adriatico settentrionale“.  Le conseguenze per i pesci? “Il motore tradizionale causa una riduzione significativa dello spazio di comunicazione tra specie sensibili“. Spiega Carlo Franzosini a Vaielettrico.

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Sulla barca elettrica si anche monitoraggio su inquinamento acustico e sulle emissioni di CO2

Come nell’uomo pure nei pesci la comunicazione è fondamentale per la riproduzione. I ricercatori spiegano il caso della corvina: “Il cui successo riproduttivo è strettamente legato alla possibilità di sentire i propri conspecifici effettuare cori subacquei durante la fase di corteggiamento. Ma lo è, in realtà, per tutti le specie ittiche: anche se non tutti i pesci “parlano”, tutti “sentono” e l’assenza di rumore subacqueo migliora la loro percezione del paesaggio sonoro che li circonda e quindi il loro benessere e quello dell’intero ecosistema“.

Corteggiamento e riproduzione: il rumore fa male

Lo studio scientifico ha messo a  confronto le emissioni acustiche prodotte dal battello elettrico di Barchelettriche, finanziato dal ministero dell’ambiente,  con quelle di un’imbarcazione tradizionale dell’Amp, mentre navigavano ad una velocità di 6 nodi all’interno della riserva marina.

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Un motore fuoribordo Torqeedo per Best 6.0. Una delle barche di barchelettriche

il risultato? “Grazie a specifiche registrazioni fatte con idrofoni fissi e allo sviluppo di modelli acustici, è stato dimostrato che alle basse frequenze Flabellina è molto meno rumorosa della barca a motore caldo“. Ha un impatto molto minore su comunicazione, corteggiamento e dunque riproduzione della corvina.

Calano anche le emissioni

E’ stata portata a termine anche la comparazione sul livello delle emissioni nocive. “In un anno di attività, Flabellina ha accumulato circa 50 ore di navigazione, i suoi due motori elettrici Torqeedo da 10 kW, alimentati con l’elettricità prodotta da gas metano, hanno prodotto emissioni pari a circa 4 kg di CO2 all’ora”.

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A bordo della barca elettrica che riduce emissioni e inquinamento acustico

Ricordiamo che non si tratta di emissioni locali, presenti con il motore tradizionale, ma di C02  che si può ridurre quasi completamente utilizzando energia da fonti rinnovabili. Opzione non possibile nei motori termici.

La barca con motore fuoribordo tradizionale, da 40 cavalli, alimentato a benzina, aveva “un consumo di 18,8 litri all’ora e una produzione di 43,24 kg di CO2 all’ora. In poco più di un anno di attività la nuova barca ha consentito di ridurre le nostre emissioni di gas serra di circa 2 tonnellate (40 kg di CO2 in meno all’ora)“.

Un modello per il turismo didattico e scientifico

Michele Solari di Barchelettriche lavora da tempo nella nautica elettrica e ha fornito servizi a Amp e Comuni, ricordiamo per esempio  l’iniziativa a Verbania (leggi qui),  per la navigazione sostenibile nelle aree marine.

Ci offre qualche dato tecnico: “Si tratta di un Pontoon boat,  lungo 7,5 metri e largo 2,65 metri. Alimentata da due motori Torqeedo Cruise 10 con pacchi batteria da 40 kWh litio-ferro-fosfato. Ricarica da una colonnina  automotive in monofase e in  trifase  rispettivamente a  3,  7 e 22 kW.  Autonomia   a 5 nodi sono  circa 8 ore di autonomia, velocità  massima 8 nodi“.

Conferma  Carlo Franzosini: “In genere facciamo quattro giri da 1,30 ore e abbiamo ancora energia a disposizione. Inoltre prima si andava a fare benzina al distributore a terra con le taniche. Si è risolto questo problema“.

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3 COMMENTI

  1. Si, meglio che niente. Ma se si considera che, come noto, in Norvegia da diversi anni si usano decine e decine di grossi ferry completamente elettrici… Che oltre a tutti gli altri vantaggi di carattere ambientale, danno anche quello di 1) respirare aria pura durante la traversata e 2) ridurre di parecchio il rumore del motore.

    https://businessnorway.com/articles/norway-showcases-award-winning-electric-ferry-technology?gclid=CjwKCAiA3aeqBhBzEiwAxFiOBpsmmCdhTvBuyoyh1sWDnn72h105yZofxndDeqWvR_G9nwTdhAcyYxoCLZsQAvD_BwE

    • Un inizio. Abbiamo documentato i traghetti di Norvegia, Finlandia e altri paesi europei – anche la Germania – ma si muove qualcosa pure in Italia

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