La Ami in mostra alla Milano Design Week dal 3 al 10 ottobre. Sarà un primo assaggio della piccolissima Citroen, ormai in arrivo, con il pubblico italiano.
La Ami è così piccola che si guida a 14 anni
La macchinetta della casa francese, che si può guidare già a 14 anni con patente AM, sarà protagonista di un concept-space presso lo Spazio Quattrocento di via Tortona 31. ‘Time to be my Amy’ è il titolo dell’allestimento, progettato come “un percorso immersivo all’interno del mondo di Ami – 100% ëlectric“. Il motore della Ami assicura un’autonomia a zero emissioni di 70 km, con una velocità massima di 45 km/h.
La batteria da 5,5 kWh può essere ricaricata facilmente da una normale presa domestica da 220 V in sole 3 ore con il cavo elettrico previsto a bordo. Le dimensioni sono ultra-compatte, per occupare poco spazio nelle strade cittadine e agevolare la possibilità di trovare un parcheggio. Con 2,41 metri di lunghezza e 1,39 di larghezza, Ami permette a due persone, sedute una accanto all’altra, di spostarsi comodamente. In un ambiente che la Citroen definisce “confortevole, inondato di luce grazie anche al tetto panoramico di serie, e dove ogni spazio è sfruttato sapientemente al meglio“.
Non la compri, la noleggi. E la parcheggi ovunque

Il piccolo macinino Citroen non sarà neppure venduto nelle forme tradizionali (guarda l’articolo) . Si potrà solo affittare, con la formula del noleggio a lungo termine (in Francia a 19,99 euro al mese, per 48 mesi e con un anticipo di 2.644 euro, in Italia i prezzi saranno simili). Oppure usare con il car sharing, un sistema sempre più utilizzato nelle grandi città (il 20% dei parigini, per esempio, ne fa uso abituale). I finestrini laterali della sono basculanti e si aprono manualmente verso l’alto, come sulla storica 2 Cv. La Citroen Ami era stata introdotta come concept-car al Salone di Ginevra 2019 e rappresenta un tentativo coraggioso di uscire dai soliti schemi. Perché usare auto ingombranti quando si normalmente si devono fare solo pochi km in città?
Sono mesi che leggo “ora arriva”, “eccola”, “ormai in arrivo”. Da maggio, per essere precisi. Perché tutto questo ritardo?
Non riescono a stare dietro agli ordini.
Questi i primi rilievi di vendita:
Il 62% delle vendite è realizzato direttamente sul sito Citroën, il resto è condiviso tramite Fnac e Darty.
Il 75% degli ordini sono acquisti mentre le formule di noleggio sono molto interessanti.
Il 56% degli ordini riguarda modelli My AMI personalizzati (blu, grigio, arancione, kaki).
L’80% degli acquirenti proviene da famiglie con più di 2 bambini.
Il 19% degli ordini viene effettuato da acquirenti che già possiedono un veicolo elettrico.
Gli stock sono finalizzati alle città europee per irrompere nel mercato ideale.
In Francia i quattordicenni stanno rompendo i porcellini per arrivare ai 2.644 euro e far firmare il contratto ai genitori, il resto, i 19,99 euro al mese è la paghetta dei nonni.
Hanno dovuto aprire altri negozi nei centri commerciali FNAC/Darty arrivando a 39 punti vendita della catena, invece dei 30 inizialmente previsti.
Il primo feedback di attrazione vede protagonisti i nativi digitali dai 14 ai 18 anni, che vedono l’Ami come un’alternativa più pratica allo scooter e le persone dai 50 ai 70 anni che la considerano una vettura per fare shopping in città senza il fastidio di dover usare un mezzo troppo grande, difficile da parcheggiare. L’emerito SUV che oggi dilaga di cui l’Ami è 8l pratico tender.
Nel negozio Darty di Nizza, uno dei primi ad avere avuto la Citroën AMI hanno bruciato tutte quelle che dovevano vendere in meno di una settimana.
AMI conquista i non clienti che non erano venuti per lei in negozio e che vedendola non resistono all’acquisto d’impulso, conquistati dal prezzo e dalle possibilità offerte da AMI.
I nonni sono i clienti bis, vanno a vederla al centro commerciale per regalarla ai nipoti e conquistati ne acquistano 2.
Clément Yern, il direttore del negozio Darty Notre-Dame di Nizza, ricorda un aneddoto che mostra il potere di attrazione dell’AMI: “Clienti come questo nonno che pensava ai suoi nipoti e aveva un fulmini per questo Amico, di cui ha ordinato una copia da regalare per il loro compleanno “.
Gli store FNAC/Darty ovviamente hanno la prelazione di vendita, prima di averne una in Italia, se non si abita a Milano, Roma, Torino o Napoli bisognerà aspettare che producano almeno la prima milionata.
Se il Bernardo Caprotti fosse ancora tra noi, la troveremmo all’Esselunga e nel catalogo a punti della raccolta.
Mi vien da piangere, l’Ami riprende il Metrocubo di Pininfarina e la Biga di Giugiaro. Potevamo farla noi, in Italia per tutt’Europa.
https://www.youtube.com/watch?v=q1pQd7o41XM
Questa vettura è la risposta che a molti aspettavano o non sapevano di aspettare.
Tuttavia, direte Voi, l’Ami ha un vizio d’origine: è un quadriciclo e come tale è omologato in ottemperanza al Regolamento (UE) n. 168/2013 per rendere portabile ed accessibile a tutti l’Ami.
Peso piuma di 485 kg. con batteria da 5,5 kWh, motore elettrico da 6 kW (8 CV) con impianto a 48 Volt, 70 km di autonomia e velocità limitata a 45 km/h, praticamente tutto quanto serve per muoversi in città ma non in tangenziale, in autostrada e vi fare suonare dietro lungo le Strade Statali con il limite a 60 km/h.
Detto questo vengo alla critica, non rivolta a Citroën che ha centrato l’obiettivo metropolitano e adolescenziale con l’Ami, ma a mamma Fiat.
Fiat era avanti, troppo avanti quando nel 1993 al salone dell’automobile di Torino presentò la geniale e dirompente Downtown. A mio avviso l’emblema del Disruptive Design italiano, si perché l’idea si deve a Chris Bangle langarolo d’adozione e al nostro geniale Roberto Giolito, quello che prima della 500 e del Qubo Vi stravolse con la Multipla da 6 posti in meno di 4 metri.
Perché Downtown è l’emblema del Disruptive Design italiano?
Semplice: in due metri e mezzo per un metro e mezzo troviamo tre posti, guida centrale avanzata come la McLaren F1 di Gordon Murray, bagagliai, sicurezza e una vera vettura citycar da 130 km/h da impiegare anche in tangenziale ed autostrada.
Ma oggi abbiamo la Smart direte Voi, ma ha due posti secchi e null’altro e non è certo per tutte le tasche. Ancor meno la 500 Elettra da 35.000 euro definita citycar à la page anche se fuori misura per le dimensioni e per i portafogli.
Allora, cara Fiat andiamo sotto di gamma e creiamo quella base per tutti, rispolveriamo la geniale Downtown con i motori elettrici “in whell” nelle generose ruote posteriori, installate gli airbag esterni laterali e frontali e inseritela a cuneo tra l’Ami di Citroën e la Smart.
Scommettiamo che scardinerebbe entrambe?
https://www.youtube.com/watch?v=BRyNcx5oQeM
https://www.vaielettrico.it/fiat-centoventi-e-le-sue-sette-sorelle-una-storia-elettrica-iniziata-nel-1972/