Komatsu, noto produttore giapponese di macchine e attrezzature pesanti, ha presentato al CES di Las Vegas il primo prototipo di bulldozer subacqueo elettrico e autonomo.
Un “bestione” marino, capace di scendere in profondità a raschiare i fondali. In più elettrico e dalla guida completamente autonoma. Non è fantascienza ma l’ultima frontiera green raggiunta dai giapponesi di Komatsu, noto costruttore di macchine pesanti da lavoro, che al recente Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas ha messo in mostra un avveniristico prototipo di bulldozer sottomarino elettrico.
Fino a 50 metri sott’acqua. E senza pilota
Anche se fa strano solo immaginarselo all’opera, questo bulldozer sottomarino elettrico secondo gli ingegneri di Komatsu può in realtà essere molto utile in tutte quelle attività edili legate a progetti costieri. Può servire, ad esempio, per “mitigare” i danni provocati dalle mareggiate, per ripristinare/mantenere argini costieri o per il dragaggio dei fiumi in modo da supportare la navigazione portuale e dell’acqua. Quindi ridurre al minimo le inondazioni. Inoltre potrebbe fornire assistenza negli sforzi di ripristino dell’ecosistema.
A livello di specifiche il futuristico bulldozer ha una batteria da 450 kWh, per un tempo di ricarica completa di circa quattro ore. La capacità può però essere aumentata fino a 500 kWh, il che garantirebbe al veicolo elettrico subacqueo un’autonomia dichiarata fino a sei ore.
Il prototipo mostrato al CES può raggiungere una profondità di immersione di 7 metri – cifra non elevata a causa delle limitazioni del GPS – tuttavia Komatsu ha già affermato che presto aumenterà la profondità operativa fino a 50 metri.
Cosa non banale, essendo il bulldozer azionato a distanza, non richiede la “presenza umana” per guidarlo, quindi nessuna formazione specializzata per operatori-subacquei e molti meno rischi.
Komatsu, il pioniere del settore che punta sull’elettrico
Se qualcuno pensa che il concetto di bulldozer anfibio sia una totale novità si sbaglia di grosso. La stessa Komatsu già nel 1971 sperimentò e produsse in serie – prima al mondo – un escavatore sottomarino (D155W) radiocomandato e ovviamente a propulsione diesel, utilizzato poi in migliaia di siti in tutto il Giappone. Un mezzo che ha continuato ad avere successo fino ai giorni nostri.
Quindi questa nuova versione elettrica appare come un classico esempio di adattamento ai tempi che cambiano. Anche perchè il colosso giapponese non ha fatto segreto di puntare deciso sulla progressiva elettrificazione dei propri mezzi. Su terra… come sotto il mare.
In Italia abbiamo 8000km di costa soggetta ad erosione… Aree portuali con poca manutenzione e frequenti insabbiamenti dei canali di uscita a mare, piccoli fiumi e torrenti stagionali che tendono a riempirsi di detriti (specie con l’ alternanza di periodi siccitosi piuttosto lunghi)..
Credo che avremo bisogno di questi escavatori sommergibili..da fare operare in sicurezza Senza pilota a bordo.
A maggior ragione avremo bisogno delle prossime versioni da alte profondità..se mai decideremo di investire sull eolico off-shore.
volere è potere caro amico..
Il grosso del mantenimento delle coste e torrenti italiani lo si potrebbe fare anche con mezzi standard. semmai manca la volontà ed i finanziamenti per farlo.
certo questi mezzi sarebbero un utile plus laddove i mezzi standard non arrivano..
Se veramente volessero dragare e ripulire 8000 km di coste prenderebbero mezzi ben più grandi, idonei alle dimensioni del progetto (vedi le draghe utilizzate per costruire le isole a dubai x esempio) o nella più famigliare costa romagnola di cui il link in calce.
https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/geologia/divulgazione/video/filmati-drone-area-intervento-4-progetto-ripascimento-costa-emilia-romagna