Al webinar organizzato da Klima mobility Connects, in collaborazione con noi di VaiElettrico, su come cambierà il nostro modo di spostarci dopo la pandemia da Covid sono arrivate tante interessanti risposte, riflessioni ed analisi. Vediamo…

La conversione della nostra mobilità quotidiana, a monitorare le tendenze delle ultime settimane, sta accelerando in direzione sostenibile con la crescita degli acquisti dei veicoli elettrici e dei servizi di sharing a emissioni zero. Parlano i numeri consegnati dai tre relatori, moderati dal fondatore di Vaielettrico Mauro Tedeschini, in rappresentanza del settore mobilità elettrica: Francesco Fontana Giusti, direttore comunicazione Renault Italia; Salvatore Palella, ceo e fondatore di Helbiz; Fabio Giatti, amminisratore delegato della bolognese Five. Testimoni privilegiati con il polso della situazione che hanno arricchito l’evento di Klima mobility Connects introdotto da Thomas Mur, direttore della fiera di Bolzano, molto attento ai temi dello sviluppo sostenibile.
Il boom elettrico è solo un fuoco di paglia generato da incentivi e post-lockdown?
Questa la domanda posta da Mauro Tedeschini. Si parte con i numeri, quelli forniti da Fabio Giatti della Five: “Si tratta di percentuali esponenziali, un fenomeno mai visto in un mercato piccolo come il nostro dove si acquistano 180 mila e-bike l’anno mentre in Germania le vendite sono 6/7 volte maggiori. Sicuramente incide il bonus, la chiusura delle attività nei mesi di marzo/aprile che sono tradizionalmente favorevoli alle due ruote ma conta anche la ricerca di un nuovo stile di vita. Parliamo di un incremento di circa il 60% negli ultimi due mesi. Un dato rilevante e si è parlato tanto di questo prodotto“. Ma cosa comprano gli italiani? “Sono orientati verso i prodotti a minor valore aggiunto, l’incentivo è di 500 euro e il prezzo medio delle e-bike è di 1500 euro“.
Più monopattini in giro, si alza l’età media ma monta la percezione del pericolo

Anche se non fa piacere a personaggi come il giornalista Aldo Cazzullo, “sono l’ennesima piaga del nostro vivere sociale” (leggi qui), il monopattino sta cambiando il nostro paesaggio urbano. La fenomenologia antropologica del fenomeno è stata spiegata nel webinar da Salvatore Palella di Helbiz, in collegamento dal suo ufficio di New York: “Stiamo preparando l’apertura del servizio di sharing in Virginia, nella costa est degli Stati Uniti, e ci aspettiamo che i primi ad utilizzarsi siano i giovani. Ma come abbiamo visto in altre città dopo pochissimo tempo, qualche settimana, aumenta l’età anagrafica. Quella media prima è di 35 anni per poi superare i 45 e sono tanti gli iscritti over 50“.
E in Italia? Secondo l’indagine di Klima Moblity “viene considerato, al momento, difficile da utilizzare, ma abbiamo 750mila utenti. Negli USA gli utilizzatori sono più avanti con l’età“. A volte basta una foto per cambiare l’immaginario, la cita Palella: “L’assessore di Milano Marco Granelli ha pubblicato la foto dei vigili urbani in servizio con il monopattino (leggi qui Ndr), mostrare il buon uso e quello corretto dei nostri mezzi è molto importante. Soprattutto quando fino a poco tempo fa, quando il fenomeno non era regolamentato, i vigili erano coloro che sanzionavano“.
Il bonus statale non porta direttamente dei benefici all’operatore di sharing: “Noi allo Stato paghiamo le tasse di occupazione del suolo. Ci interessa per la misura di sostegno alla mobilità sostenibile nelle aziende che hanno il mobility manager, noi abbiamo confezionato un pacchetto da un euro al giorno per usare i nostri mezzi per 30 minuti quando di solito la percorrenza media è sui 15/20 minuti“.
Il post Covid porterà ad un boom dell’auto elettrica o con meno soldi in giro si punterà sull’usato?

Come ha sottolineato il moderatore Mauro Tedeschini c’è una scuola di pensiero che sottolinea l’avvento di un periodo di austerità sul fronte del mercato automobilistico, ma l’elettrico sembra immune. Almeno a vedere gli ultimi dati illustrati da Francesco Fontana Giusti, direttore comunicazione Renault Italia: “Nel mese di maggio l‘aumento è stato del 102% e la quota dell’elettrico è passata dallo 0,56, quindi quasi inesistente, allo 1,61. In altri termini il dato si è triplicato. Noi della Renault siamo leader con il 24% mentre la Zoe con il 23% è leader nel mercato dei privati e con la Kangoo Z.E. siamo primi nei commerciali“. Sembra molto di più di una follata momentanea.
Il sondaggio: l’autonomia genera meno ansia, sul freno all’acquisto incidono di più prezzo e ricarica
Il sondaggio del webinar di klima mobility ci ha consegnato questa fotografia: il maggior freno all’acquisto dell’auto elettrica è il prezzo e la carenza di infrastrutture di ricarica per il 43% del campione, mentre l’autonomia? “Solo per il 13% rappresenta un freno – spiega Tedeschini -. Vuol dire che non spaventa più, anche perché i viaggi quotidiani raramente vanno vanno oltre i 50 km, inoltre le auto elettriche si ricaricano quando sono ferme. La stessa logica del cellulare“.
Per Francesco Fontana Giusti della Renault sono quattro i freni all’acquisto citati a Klima Mobility: “Il prezzo è sempre stato un gap, ma abbiamo sempre sottolineato i benefici come l’accesso alle ZTL, alle corsie preferenziali, i parcheggi gratuiti e i minori costi di esercizio: bollo, il carburante. Infine il beneficio di prodotto con il silenzio del motore e l’accelerazione immediata. Non ci siamo riusciti noi, ma con gli incentivi si. E dal prossimo anno ci sarà la Dacia Spring con il prezzo di auto elettrica più economico d’Europa. Per l’autonomia ci siamo grazie ai 400 chilometri e si sono ridotti anche i tempi di ricarica: la Zoe con corrente continua recupera 150 km in 30 minuti. L’infrastruttura non dipende da noi, speriamo si realizzino le promesse di chi fornisce l’energia”. In ogni caso: “Vedo un futuro roseo per l’elettrico. Stiamo lavorando ad un progetto per ricariche da 100 a 150 kW, rendiamo elettrica anche la Twingo, poi per quanto riguarda gli obiettivi sulle emissioni stiamo lavorando sull’ibrido con E-TECH che su questo fronte ci porterà grandi risultati”.
L’evoluzione della pedalata assistita: nata per gli anziani ora è bike to work
Le bici elettriche esistono da tempo, ma con l’emergenza Covid sta cambiando il loro uso: più orientato verso il bike to work ovvero gli spostamenti per lavoro. Fabio Giatti di Five ritiene che il fenomeno sarà in crescita: “La bici elettrica è interessante perché smart, economica, ecologica e ci tiene in forma. Sarà una tendenza duratura“.
I cambiamenti? “C’è un evoluzione. La e-bike nasce 15 anni fa come un prodotto per anziani, poi è cambiata la percezione ed è diventato un mezzo di mobilità. Abbiamo visto crescere, partendo da zero, esponenzialmente il segmento sportivo“. I diversi usi si sono riflessi anche sul prodotto: “All’inizio non erano ricercate caratteristiche particolari, ora il posizionamento è cambiato e in Italia si è avvicinato al mercato tedesco e olandese con e-bike con sempre maggiori dotazioni e migliore qualità dei componenti“. Il catalogo è diventato più ricco con bici elettriche che superano i 10mila euro.
Lo sharing conquista le città con monopattino ed e-bike. Boom auto, Renault le vuole offrire in concessionaria
Le e-bike da tempo, il monopattino sta approdando anche nelle piccole città di provincia e il car-sharing fa boom e si allarga nei piccoli paesi. “Lo sharing è l’alternativa migliore al trasporto pubblico ed è volato del 50% in queste settimane – sottolinea il Francesco – Fontana Giusti -. Cambia anche la modalità con l’offerta per giorni e non ore e l’elettrico è migliore perché si può circolare nelle ZTL, nelle corsie preferenziali, risparmiare sui parcheggi. La Renault ha 8mila auto in sharing: sono 1000 Zoe a Parigi, 750 a Madrid e in Italia 1200 ovvero l’auto elettrica più richiesta. Interessante il free floating Zity (leggi qui, Ndr) con un algoritmo che vede dove c’è maggiore richiesta. Non si può non citare l’esperienza di Tper a Bologna che si occupa di treni, autobus, auto e bici. Il car-sharing elettrico vediamo che si riduce l’età media“.
Il futuro da Klima Mobility: elettrico e intermodale

C’è da legare, unire, collegare. Questo il messaggio che lega i protagonisti del webinar. Per esempio ci sono da fare le corsie per la micro mobilità. E su questo tema interviene Salvatore Palella: “Non capisco il grosso problema politico su questo argomento, veramente importante perché nelle città dove è difficile muoversi poi è difficile anche promuovere la mobilità elettrica. E’ necessaria l’intermodalità con una App che mette insieme diversi mezzi e servizi elettrici. Noi lo offriamo con Telepass“. Servono connessioni differenti come auspica il direttore della Fiera Thomas Mur: “Bisogna vedere come si muovono oggi i giovani, la loro piattaforma principale è il cellulare: vedo come arrivare da A a B e prendo il mezzo più vicino a me. Va costruita questa customer experience“.