Con Katr il robot agricolo diventa off road e pronto per sostenere l’azienda agricola anche in terreni ardui per la meccanizzazione. Il progetto, ancora non sul mercato, è di un gigante come Kubota che da tempo guarda alla guida autonoma e all’elettrificazione sia per l’agricoltura sia per l’edilizia (leggi).
Katr, una soluzione nata per il Giappone
Nelle campagne ci sono sempre meno agricoltori, a partire dal Giappone, la patria di Kubota, dove il dato demografico determina la ricerca di soluzioni robotiche. Per presentare Katr, infatti, l’azienda parte dai numeri della manodopera agricola. «In tutto il mondo, il numero di lavoratori agricoli sta diminuendo e la popolazione sta invecchiando. L’impatto di questa tendenza è particolarmente sentito in Giappone. Il numero di frutticoltori è diminuito da circa 330.000 nel 2000 a circa 170.000 nel 2020». In vent’anni si è dimezzato il numero.

Molti di questi agricoltori lavorano in zone collinari e montuose e rappresenta il 38% della superficie totale coltivata in Giappone, circa il 45% del totale degli agricoltori e circa il 40% della produzione agricola. Significa che la gran parte del terreno è in pendenza o irregolare, rendendo difficile la meccanizzazione. Serve manodopera e per questo si sta investendo sui robot. Molto originale il prototipo di Kubota per questo premiato con il Best of Innovation ai CES Innovation Awards 2025, per funzionalità, design e innovazione.
Un robot che trasporta fino a 240 chili e altamente flessibile
Yukifumi Yamanaka lavora al progetto dal 2021 e spiega le particolarità del prototipo. «Credo che Kubota disponga delle migliori tecnologie al mondo per le risaie. Ma le risaie sono pianeggianti. Volevo creare un prodotto che potesse attrarre maggiormente gli agricoltori delle zone collinari e montuose, che rappresentano circa il 40% della superficie coltivata del Giappone, quindi abbiamo deciso di svilupparne uno».

Il sistema è modulare. KATR è infatti composto da più moduli o blocchi che possono essere facilmente riorganizzati per adattarsi all’applicazione. Una piattaforma aperta con un’interfaccia controllata da remoto e una struttura che consente una facile connessione di moduli esterni, consentendo una varietà di attività come un trattore. Ma soprattutto, anche in Italia c’è tanta agricoltura eroica in contesti ardui, il robot controlla il suo baricentro estendendo e contraendo idraulicamente le quattro gambe. Inoltre la capacità di effettuare svolte a snodo gli consente di lavorare in spazi ristretti, inaccessibili ad attrezzature più grandi. C’è una versione termica, ma si al lavoro per il modello elettrico. C’è quindi di aspettare sulle specifiche di motore e batteria.
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grazie articoli molto belli anche questi sui macchinari da agricoltura, anche se li commentiamo meno perchè non abbiamo familiarità come con le auto
ho dei cugini con le vigne, alcune in aree molto scoscese al limite di uso del trattorino e carrello, che già come diavolerie moderne usano la vendemmiatrice autolivellante, e me li sono immaginati a usare questo macchinario, tra l’altro se elettrico nel silenzio e senza fumo di scarico
ancora qualche anno ? per averli in commercio e a prezzi papabili