Kamala, come farà a sostenere lo shale gas e anche le rinnovabili?

La posizione di Kamala Harris per l’estrazione dello shale gas sarà fondamentale per vincere in stati chiave come la Pennsylvania. Harris si era detta contraria al fracking. Ma ora la sua posizione cambierà: il Gnl è necessario per aiutare momentaneamente l’Europa. Ma allo stesso tempo, Harris confermerà gli obiettivi del New green deal di Biden

Non a caso si chiama “transizione” energetica. E come tutte le fasi di passaggio è ricca di contraddizioni. Lo dimostra il “travaglio” di Kamala Harris sulle questioni ambientali. Da un lato deve prestare attenzione alla fortissima industria dei fossili negli Stati Uniti, ma dall’altra deve guardare al voto giovane, ambientalista e progressista.

combustibili fossili
Il petrolio in mare

Kamala si è espressa contro lo shale gas e da procuratrice ha fatto causa a Big Oil

Ma soprattutto deve guardare con attenzione alle ricadute delle sue posizioni negli Stati chiave per la corsa alla Casa Bianca. Uno di questi è la Pennsylvania: Kamala Harris ha ben presente che ha trovato un nuovo “Eldorado” nei giacimenti di shale gas e una parte della popolazione non accetterà di rinunciare alla nuova ricchezza. Nonostante  i danni ambientali che provoca il fracking.

Nella campagna elettorale del 2020, Harris si schierò contro questa tecnologia che usa acidi e getti d’acqua potentissimi per frantumare gli stati rocciosi. Promettendo che l’avrebbe vietata. Ma ora non deve battere un sostenitore totale dei fossili come Trump.

Come può fare per superare la contraddizione? Non è difficile capire da che parte sta sulla transizione: oltre all’ostilità al fracking come procuratore generale della California, Harris ha avviato un’indagine su ExxonMobil e ha intentato cause contro compagnie petrolifere tra cui Chevron e ConocoPhillips.

Una risposta è arrivata nelle colonne del Financial Times dalla voce di Mona Dajani, co-presidente globale della divisione energia dello studio legale Baker Botts: a suo dire, la presidenza Harris sarà probabilmente più progressista di quella di Biden“.

Nave per il trasporto di Gnl (dal sito Eni)

Gli Usa sostengono l’export di Gnl per aiutare la Ue che ha tagliato l’import dalla Russia

Ma alla presidenza deve arrivarci. E dovrà tenere conto di tre elementi: alimentare l’export di gas per consentire alla Ue di fare a meno della Russia, produrre più greggio per contrastare la politica Opec+ sui prezzi e sostenere la politica di decarbonizzazione di Biden, ma senza lasciare troppo spazio ai prodotti made in China.

Harris dalla sua ha la maggior parte degli americani: nei sondaggi si dicono in maggioranza favorevoli ai provvedimenti contro il climate change. Harris dovrà così dimostrarsi una brava equilibrista, ma tutto fa pensare che sosterrà il New green Deal fino in fondo. Magari, in maniera più dichiarata una volta alla Casa Bianca.

In ogni caso, da presidente potrà esercitare i suoi poteri solo per bloccare l’uso del fracking su terreni statali, ma non su quelli privati. In quel caso dovrebbe avere il via libera dal Congresso.

Visualizza commenti (9)
  1. La politica è fatta di compromessi, se sì svolge in una democrazia: altrimenti si chiamerebbe dittatura.
    Gli elettori coscienti (gli economisti e la finanza in generale) sanno benissimo quali sono le posizioni che ha un politico e sanno che la politica di quella persona va in quella direzione, ma ovviamente sanno che i tempi della democrazia non sono immediati come quelli di una dittatura: a tutti (quelli che hanno un minimo di comprendonio) è lasciato il tempo di adeguarsi.
    Questo tempo può essere più o meno dilatato e su questo si gioca la partita.

  2. Nello Roscini

    per fortuna gli USA sono uno stato federale ,
    secondo certi canoni la California dovrebbe essere fallita
    per aver perseverato con le rinnovabili ..
    e non ritrovarsi a essere faro guida per l’intero globo

    sarebbe bello remare tutti nella stessa direzione
    ma succede raramente perfino in famiglia

    speriamo che certi argomenti ,sconosciuti ancora a troppi ..
    diventino bananali routine quotidiane
    e non eccezioni di minoranze guardate con sufficenza

    my 2 cent di normale progresso per tutti

  3. Insomma: un colpo al cerchio, un colpo alla botte per essere eletti e poi fare sempre quel che chiedono quelli che hanno il gruzzolo in mano e lo aumentano sempre più. Ma la chiamano democrazia, decide il popolo che però non è informato se non da pacchi di balle,vanzi di fake, altrimenti è troppo chiaro.

    1. Daniele Pozzoni

      L’alternativa è la dittatura, io tengo la democrazia grazie, perfettibile ma il modello migliore ad oggi.

  4. In Europa abbiamo appena visto che combattere contro demagogia e populismo non è facile perché gli allocchi che ci cascano sono sempre di più. Tuttavia abbiamo anche visto che sconfiggerli non è impossibile. Forza Harris.

    1. antonio gobbo

      occhio a gridare vittoria troppo presto per l’Europa, Ursula è si stata nominata coi voti dei verdi ma il grosso della sua maggioranza è il PPE che non è poi così “progressista” e green, in Germania nel 2026 ci saranno le elezioni e Sholtz è messo malissimo con l’economia in crisi soprattutto per l’altissimo costo engetico a seguito dell’interruzione del gas russo a fronte del costosissimo gas liquefatto americano (insieme all’Italia e l’Irlanda è il paese con l’elettricità più cara in Europa)….io con queste premesse non sarei proprio così ottimista sul futuro europeo!

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