Jog E: lo scooter elettrico Yamaha che “prende in prestito” la batteria di Honda  

Yamaha Jog E debutta in Giappone con batteria Honda e abbonamento swap: basso costo e mobilità urbana, ma infrastrutture ancora al minimo

 

Lo scooter  elettrico Yamaha Jog E debutta in Giappone con un approccio insolito, ma non del tutto nuovo: telaio, ruote e carrozzeria vengono venduti separatamente dalla batteria, che è in realtà quella “swappabile” standard di Honda. Il risultato è un veicolo leggero, economico da acquistare e pensato per un uso “a batteria in abbonamento” tramite servizio swap.

È ovviamente destinato a chi affronta tragitti brevi e che quindi si accontenta di un motore elettrico da 1,7 kW e di un’autonomia altrettanto basica: poco più di 50 km. Anche il peso è abbastanza contenuto: 93 kg, con batteria inclusa.

 

Il prezzo è però il “numero” che sorprende di più: lo scooter viene offerto a circa 1.050 dollari. Non è compresa la batteria che viene fornita in abbonamento.

Una nuova modello commerciale

Non è la prima volta che un produttore separa costo del veicolo e abbonamento per la batteria. Il vero punto di svolta non è questo, ma piuttosto il modello industriale: Yamaha, invece di sviluppare una batteria proprietaria, adotta quella già definita da Honda come standard — la “Mobile Power Pack e:” — su cui si era accordato il consorzio delle principali case motociclistiche giapponesi (la cosiddetta “Big Four”) per adottare un sistema di batterie swappabili e interoperabili.

L’era della competizione su batterie finisce qui? Impossibile dirlo, ma almeno per la mobilità urbana, in questo caso è stata sostituita da una logica di condivisione, standardizzazione e servizio. Questo cambiamento può diventare cruciale per ridurre i costi, semplificare la manutenzione e aumentare la flessibilità per l’utente finale. Se diverse case investissero in modelli con batteria compatibile e swappabile, sicuramente questo modello potrebbe prendere piede con maggiore semplicità.

I limiti attuali: infrastrutture e vincoli

Ma il sistema ha punti deboli evidenti. Al momento, le stazioni di swap di Gachaco sono molto limitate: 42 a Tokyo, 7 a Osaka e solo 2 nella prefettura di Saitama. Un network troppo scarno per garantire convenienza al di fuori delle metropoli giapponesi più dense.

Questo spiega anche la scelta — almeno iniziale — di vendere il Jog E solo in alcune aree selezionate. Chi vive altrove rischia di trovarsi con un “corpo scooter” e nessuna possibilità concreta di rifornirsi.

Yamaha ha comunque promesso che dalla seconda metà del 2026 sarà possibile acquistare batterie e caricabatterie separati, rendendo così il Jog E un veicolo “a carica classica” oltre che “a swap”.

Cosa significa Joe E per un mercato come quello italiano

Il Jog E è davvero molto lontano da casa nostra. Ma il primo passo che questo modello rappresenta di fatto apre un sentiero probabilmente arriverà anche in occidente. È presto per parlare di futuro della mobilità, ma sicuramente è un modello che anche in Europa sta prendendo piede (con Silence in Spagna) e che presto potremmo vedere anche nelle nostre città.

Scrivi un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Robotaxi Uber alla conquista del Medio Oriente

Articolo Successivo

Model Y del 2024 con 38.500 km

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!