La start-up texana Janta Power ha raccolto 5,5 milioni di dollari per sviluppare le sue torri solari 3D. Un sistema fotovoltaico verticale capace di produrre fino al 50% di energia in più rispetto ai pannelli piani tradizionali.
Il progetto promette di rivoluzionare il modo in cui si cattura la luce solare, massimizzando la resa in spazi ridotti.
Le torri fotovoltaiche tridimensionali di Janta Power adottano un concetto semplice ma innovativo: disporre i moduli in verticale, come fossero le pareti di un grattacielo, anziché stenderli al suolo. Un approccio che consente di moltiplicare la superficie attiva in un’area contenuta e di sfruttare la luce solare da più angolazioni, anche durante le prime ore del mattino e il tardo pomeriggio, quando i pannelli tradizionali raccolgono meno energia.

Fino al 50% di energia in più, con meno spazio
Le torri 3D sono dotate di un sistema di inseguimento solare intelligente che permette loro di ruotare e inclinarsi per catturare al meglio i raggi solari durante tutta la giornata. Secondo l’azienda, questo consente di ottenere fino al 50% di energia in più rispetto ai sistemi planari, utilizzando solo un terzo della superficie.
Ma il vantaggio non si ferma all’efficienza spaziale. Le torri raggiungono un fattore di capacità del 32%, contro il 22% tipico dei pannelli convenzionali, e riescono a produrre energia a un costo medio di 0,05 dollari per kWh, molto inferiore alla media globale di 0,15 dollari. Inoltre, sono progettate per resistere a venti fino a 270 km/h, rendendole adatte anche a contesti climaticamente difficili.
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Dagli aeroporti ai data center per i primi progetti pilota
Janta Power ha già avviato progetti-pilota in luoghi strategici come gli aeroporti di Monaco di Baviera e Dallas-Fort Worth, dove lo spazio disponibile è limitato e la continuità di produzione è fondamentale. La nuova iniezione di capitale servirà a espandere la produzione e installazione delle torri solari soprattutto in centri dati, hub di ricarica per veicoli elettrici, università e siti industriali.
Ma è una tecnologia ancora in fase sperimentale
Secondo l’azienda, il design verticale consente anche di ridurre l’impatto ambientale rispetto ai grandi parchi solari a terra, che richiedono vaste superfici e spesso sottraggono spazio all’agricoltura. Le torri, invece, possono essere integrate in aree urbane o infrastrutture esistenti, contribuendo alla decarbonizzazione distribuita.
Al momento, le torri 3D restano in fase sperimentale, ma se i risultati promessi verranno confermati, potrebbero aprire una nuova via per il fotovoltaico ad alta efficienza. Un’alternativa concreta, particolarmente interessante, in primis per aziende, università e poli tecnologici impegnati nella transizione energetica. E perchè no anche per il mondo agricolo.
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Resistenza maggiore anche alla grandine vista l’inclinazione.