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Lars Carlstrom: “Draghi non potrà che essere d’aiuto a Italvolt”

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Silvio Pietro Angori (Pininfarina), a sinistra, con Lars Carlstrom, Ceo di Britishvolt
Training Academy Varta

Partirà a tappe forzate il cammico della gigafactory Italvolt di Scarmagno, nel Canavese: inizio dei lavori entro l’anno e produzione nel 2024. La più grande fabbrica di batterie d’Europa, e la prima in Italia, muove già i primi passi. Tanto che proprio oggi il promotore dell’iniziativa, l’imprenditore svedese Lars Carlstrom, presenterà il progetto alla stampa. Il luogo è “istituzionale”: il quartier generale di Confindustria Canavese. Vaielettrico l’ha contattato e lui ci ha prontamente risposto. Ecco cosa ci ha detto

Presidente Carlstrom, innanzitutto, sinceri complimenti per il vostro progetto che finalmente apre la strada ad una vera filiera italiana nel settore delle batterie. Quando avete deciso di lanciare Italvolt e sulla base di quali considerazioni?

Grazie! Italvolt nasce con l’obiettivo di costruire in Italia la più grande gigafactory in Europa, che sarà in grado di contribuire in modo significativo alla crescente richieste di batterie in Europa. L’idea nasce quindi dall’opportunità storica dell’industrializzazione verde che porterà i produttori di automobili a convertire la loro produzione in chiave elettrica entro il 2025-2030. A fronte di circa 18,5 milioni di veicoli prodotti in Europa nel 2019, stimando che l’intera produzione diventi di tipo elettrico, è facile comprendere come la domanda superi ampiamente l’offerta attuale di batterie, per la quale oggi l’Europa dipende quasi esclusivamente da fornitori asiatici. L’Italia ha tutte le carte in regola per dare un forte impulso allo sviluppo di un mercato europeo delle batterie elettrice, grazie alle competenze tecniche di cui dispone,soprattutto nel campo della ricerca tecnologica e dell’innovazione legata al settore automotive. Lavoriamo al progetto da circa un anno, la scelta del sito di Scarmagno è frutto di 8 mesi di proficua collaborazione con le istituzioni locali e le associazioni di categoria che operano sul territorio.

La tecnologia? produrremo su licenza

Come nasce il vostro progetto? Su quali esperienze precedenti, quali tecnologie? A quali mercati vi rivolgerete e con quali prodotti? 

Come dicevo, il progetto nasce in risposta all’esigenza di imporre una forte accelerazione al processo di decabornizzazione per centrare l’obiettivo della completa neutralità climatica entro il 2050 imposto dall’Europa. Ci rivolgiamo quindi a tutti i produttori di veicoli elettrici, ma non solo, nella nostra gigafactory produrremo anche batterie per l’accumulo di energia da fonti rinnovabili. Siamo ancora in fase di definizione della tecnologia, ci stiamo orientando verso l’acquisto di una licenza per realizzare batterie agli ioni di litio di terza generazione, con costi più bassi e migliori perfomance.

Sono uscito da Britishvolt, punto tutto su Italvolt

Che tipo di collegamento avranno Italvolt e Britishvolt?

In merito a Britishvolt, non esiste alcun legame con Italvolt, ho lasciato ogni incarico ricoperto in Britishvolt e dismetterò completamente la mia quota per reinvestire nel progetto italiano. L’esperienza di Britishvolt è stata molto importante e positiva, ho imparato molto e impiegherò al meglio l’expertise acquisita per la realizzazione del progetto di Italvolt. Potremmo dire che l’esperienza di Britishvolt ci permette di partire avvantaggiati in Italia.

A che punto è il progetto Britishvolt in Inghilterra?

Britishvolt dovrebbe partire con la produzione di batterie a partire dalla prossima estate

Ho investiro 5 milioni, ma arriveranno altri soci

 Può darci qualche notizia in più sulla compagine azionaria di controllo di Italvolt?

Attualmente Italvolt è controllata da me, ho investito personalmente 5 milioni di euro che stiamo impiegando per avviare il progetto e creare valore affinchè diventi interessante per altri investitori che hanno già manifestato un forte interesse per la nostra iniziativa, banche incluse.

italvolt gigaplant
Lars Calstrom

FCA Stellantis benvenuta, ma lavoreremo per tutti

Avete già idea di quali saranno i vostri clienti? La scelta del Piemonte e i nomi dei vostri partner, innanzitutto Comau, farebbero supporre accordi già conclusi con il gruppo FCA-Stellantis. È così?

FCA-Stellantis rappresenta senz’altro un potenziale cliente di Italvolt, ma non abbiamo ancora definito nessun accordo. Stiamo parlando con tutti i principali produttori, ma saremo in grado di stipulare accordi commerciali solo dopo aver messo a punto la nostra tecnologia.

Immagino che avrete già avuto contatti e accordi di massima con le autorità italiane. A che livello? Avete già discusso del vostro progetto con il governo italiano? Avete riscontrato un atteggiamento collaborativo?

Abbiamo dei contatti consolidati con le autorità locali in Piemonte, sia in regione che nei comuni interessati. In passato abbiamo presentato il piano al governo italiano.

 Che tipo di supporto vi aspettate dal Sistema Paese italiano?

Perché un progetto così importante si concretizzi, è importante che tutti gli stakeholder coinvolti, non solo a livello regionale ma anche su scala nazionale, abbiano la volontà di realizzarlo. Siamo fiduciosi che sia così, in Piemonte abbiamo già riscontrato un entusiasmo e un supporto che ha ampiamente superato ogni nostra aspettativa.

L’Italia? Competenze, logistica e transizione energetica

 Dando notizia dell’avvio ufficiale del progetto Italvolt in concomitanza con il debutto del nuovo esecutivo italiano, ho ipotizzato che abbia influito anche la reputazione internazionale del neo Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. C’è qualcosa di vero?

L’Italia per noi è interessante per ragioni che prescindono dal suo Governo, quali la sua leadership nel settore automotive a livello internazionale, oggi soprattutto in merito alla ricerca tecnologica. Inoltre, la sua posizione geografica la rende estremamente strategica per avviare una produzione di batterie nel Sud Europa, dove ad oggi non esiste nessun progetto simile al nostro. A questo si aggiunge che il Presidente Draghi ha indicato la transizione energetica tra gli obiettivi strategici del suo programma e questo non può che essere d’aiuto allo sviluppo del nostro progetto.

 Il Piemonte soffre da anni una crisi occupazionale dovuta alla deindustrializzazione e alla crisi del settore automotive. Quindi è molto forte l’attesa per un’iniziativa che può creare migliaia di nuovi posti di lavoro. Quando pensate di finalizzare l’operazione, iniziando la costruzione dell’impianto e il reclutamento del personale? A quali profili professionali vi rivolgerete?

Abbiamo avviato l’indagine ambientale sul terreno e a partire dal mese di marzo cominceremo con la fase di ingegnerizzazione che durerà circa 2-3 mesi per essere pronti con la richiesta dei permessi di costruzione. Salvo imprevisti, per la fine dell’anno inizieremo con la costruzione della fabbrica che sarà operativa entro 2 anni. Per il nostro progetto serviranno ingegneri, ma anche operai specializzati nelle linee di produzione e in grado di occuparsi di tutti gli aspetti meccanici.

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3 COMMENTI

  1. Questo vuol mettere su un’industria con soldi pubblici senza avere in mano nulla?
    Sono io che penso male o qualcosa veramente non quadra?
    Spero di sbagliarmi…

  2. “…A che punto è il progetto Britishvolt in Inghilterra?
    Britishvolt dovrebbe partire con la produzione di batterie a partire dalla prossima estate…”

    da un’altra parte leggo che …La società (Britishvolt”) ha comunicato che costruirà la fabbrica a Blyth, nel Northumberland. I lavori per la realizzazione del sito produttivo inizieranno nell’estate del 2021. Si stima che la produzione delle batterie dovrebbe incominciare verso la fine del 2023…”.

  3. “ …Siamo ancora in fase di definizione della tecnologia, ci stiamo orientando verso l’acquisto di una licenza per realizzare batterie agli ioni di litio di terza generazione, con costi più bassi e migliori perfomance….”

    eh, ma se poi la licenza non te la vendono, cosa succede?

    “…Attualmente Italvolt è controllata da me, ho investito personalmente 5 milioni di euro…”

    eh, ma 5 milioni di euro per un progetto di miliardi di euro mi sembra un po’ poco, chi ce li mette tutti gli altri soldi?

    …Speriamo in bene…

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