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Italiani e auto elettrica: cosa sta accadendo?

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Le novità suscitano solitamente attrazione o repulsione. Quest’approccio bipolare coinvolge anche l’auto elettrica, catalizzatore di una profonda trasformazione tecnologica e culturale nei trasporti. Qual è dunque il rapporto tra gli Italiani e quest’innovazione? A That’s Mobility (leggi) le indagini di Fleet Magazine e Nuova Energia offrono una panoramica sui settori business e consumer di casa nostra.

La fiducia richiede tempo

L’auto elettrica ormai è diventata di moda, arrivando a catturare l’attenzione del grande pubblico. Nelle aziende però l’interesse verso questo prodotto esiste da anni, per ragioni strategiche ed economiche“, ha dichiarato Marco Castelli, caporedattore di Fleet Magazine. Attraverso il sondaggio “Mobilità alla Spina“, lanciato nel 2016, la testata ha creato un progetto per analizzare la situazione delle auto elettriche ed ibride nelle flotte aziendali italiane. Il rapporto ha coinvolto 100 imprese (differenti per dimensioni e settore merceologico), rappresentative di un campione pari a circa 85.000 autoveicoli. In tre anni la quota delle vetture elettriche è passata dallo 0,5% all’1,5% del totale, mostrandosi quindi come una categoria sperimentale e in fase d’esplorazione. La scarsa propensione degli autisti verso gli EV è dovuta al timore nei confronti dei limiti d’autonomia, della reperibilità delle infrastrutture e del cambio d’abitudine legati all’elettrificazione. Difatti i fleet manager intervistati ritengono che ci sia ancora una precaria conoscenza da parte dei driver di questa tecnologia.

Più accordi con i player del settore energetico

In realtà la situazione sta cambiando velocemente. Il potenziamento delle batterie e l’aumento dell’autonomia dei modelli più recenti hanno consentito di accrescere la quantità di EV assegnati in fringe benefit (cioè a uso promiscuo) dal 17% del 2018 al 27% di quest’anno. La maggior flessibilità d’uso dei mezzi elettrici ha comportato nello stesso periodo di tempo un maggior impiego degli stessi fuori città, passando dal 32% al 53%. Inoltre la fiducia nei confronti dell’elettrificazione da parte delle imprese è legata a vantaggi pratici e strategici. Per i fleet manager gli EV permettono di ridurre le emissioni dell’aziena, di accedere liberamente alle ZTL e di usufruire di altre agevolazioni nella circolazione. Tutto ciò aiuta la comunicazione dell’immagine aziendale, veicolando un messaggio di grande responsabilità sociale. Proprio per queste ragioni stanno aumentando gli accordi con le multiutility del settore energetico (+21% in 12 mesi), specialmente per installare presso le società le colonnine di ricarica.

L’automobile si usa soprattutto per la spesa

I cittadini fanno fatica ad accettare la mobilità elettrica come un elemento di rottura. Questa trasformazione nei trasporti s’immagina ancora come un semplice passaggio tecnologico. In realtà serve un cambio di mentalità“, ha affermato Davide Canevari, direttore responsabile di Nuova Energia. L’indagine “Start City!” prosegue il lavoro del periodico cominciato nel 2018, ampliando l’analisi sul modo di vivere la nuova mobilità in città da parte delle persone. Attraverso il sondaggio (a risposte multiple) sono stati interpellati 1.017 cittadini italiani, distribuiti secondo 5 livelli di centri urbani. Il quadro che emerge pone più di una riflessione. Soltanto il 2,8% degli intervistati usa raramente l’automobile (il 5% non ne possiede nessuna). Questi spostamenti avvengono però in oltre il 70% dei casi per svago, tempo libero o per fare la spesa. Interessante anche il dato sul car sharing. In caso di rottamazione della propria auto senza incentivi, appena il 5,2% del campione interrogato passerebbe alla mobilità in condivisione (l’11,5% nelle città con 100-250mila abitanti).

L’autonomia spaventa ancora

Ancora una volta i dubbi relativi all’elettrico riguardano l’autonomia limitata (61,2%), la paura di restare a secco di energia (58,1%) e la difficoltà a ricaricare (32,8%). Risulta quindi logico il desiderio di avere l’infrastruttura per eseguire il rifornimento a casa (46,4% delle preferenze) rispetto alla strada (25,9%). Inoltre l’elettrico viene percepito come una tecnologia che impone un cambio di mentalità nella gestione e nell’uso (35,7% degli intervistati). Insomma, il rapporto mostra che c’è ancora molto da fare per rimuovere le paure e i pregiudizi nei confronti dell’auto elettrica. Bisogna anche promuovere un cambio delle abitudini personali per migliorare complessivamente i trasporti. Al momento questo aspetto è percepito come un dovere soprattutto esterno. Secondo il 61,9% degli intervistati c’è bisogno d’incentivi per favorire l’acquisto dell’elettrico, mentre il 52,7% ritiene che si debbano potenziare i mezzi pubblici. La smart city deve ancora decollare.

– leggi anche: I parcheggi custoditi, ecco dove mettere le colonnine

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2 COMMENTI

  1. credo lo sarà sempre di più, come dimostrano i recenti “ritocchi” di gas ed energia elettrica. E non tanto per gli eventi estemporanei come l’attacco alla raffineria principale della Saudi Arabia, quanto per un vento anti-fossili che sta montando con i Fridays fo Future e che ci lascerà esposti ad oscillazioni sempre maggiori, data la nostra incapacità di programmare una “fossilexit” come si deve. Facciamoci del male

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