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Italia e Spagna fanalini di coda nell’elettrico

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Marco Saltalamacchia e Luigi Lucà di Toyota durante l'evento organizzato da BIP.

italia e Spagna fanalini di codaItalia e Spagna fanalini di coda nell’elettrico. In occasione di Automotive Towards 2035 (qui il video integrale), la società di consulenza BIP ha presentato dati e diagnosi sul mercato. Con sfide del settore dell’auto e della mobilità e stato delle infrastrutture di ricarica. Il ritmo di rinnovo del parco circolante in Italia è in costante rallentamento, con età media delle vetture di oltre 12 anni. Di qui la necessità di pianificare un ricambio sistematico, alla luce dell’impatto ambientale e dei target Zero Emission 2035

Italia e Spagna fanalini di coda
Fabrizio Arena, Partner di BIP Automotive & Mobility.

Italia e Spagna fanalini di coda, BIP: “Il consumatore resta indeciso e restio al cambiamento”

Tale rinnovo è destinato a rallentare ulteriormente in considerazione della contrazione delle vendite. Secondo i dati presentati da BIP, occorreranno almeno tre anni prima di tornare ai livelli pre-crisi del 2019. L’Italia possiede solo l’1% di parco circolante elettrico (BEV+PHEV) ed è insieme alla Spagna fanalino di coda in Europa. Registrando una quota di mercato delle full electric inferiori al 4% nel primo semestre 2023, lontana dalla media dei principali Paesi EU del (15%). “Se la mobilità del futuro sarà sempre più elettrica“, spiega Fabrizio Arena, Partner di BIP Automotive & Mobility, “in linea con la direzione intrapresa dalla Comunità Europea ed i piani industriali dei principali OEM, occorrerà lavorare per creare la condizioni per supportarne lo sviluppo. Le case costruttrici da un lato e le utilities dall’altro stanno facendo la loro parte con investimenti consistenti in tecnologia, prodotti e infrastrutture. Ma quello che ancora manca è proprio il mercato, con un consumatore ancora indeciso e restio al cambiamento Nonostante gli incentivi messi a disposizione dal governo e di fatto non utilizzati.”

Ingallinera: “Filiera da riconvertire, non si ferma il vento con le mani”

consumatori italiani lamentano le barriere all’acquisto causate dai prezzi delle vetture e dall’inadeguatezza (reale o percepita) dell’infrastruttura di ricarica. Quest’ultima, costituita da 45.000 punti di ricarica a giugno 2023, dovrebbe almeno triplicare nei prossimi 6-7 anni per supportare lo sviluppo dell’elettrico, secondo i target indicati anche dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima. La crescita dell’infrastruttura, tuttavia, procede speditamente e l’incremento dell’ultimo semestre fa ben sperare con quasi 8.500 punti di ricarica realizzati in Italia. Una progressione che, se confermata nei prossimi anni, porterebbe ad oltre 170.000 punti di ricarica rilasciati entro il 2030. “E poi c’è la filiera dell’auto che, secondo Anfia, genera in Italia un fatturato di oltre 90 miliardi di euro (oltre il 9% del fatturato della manifattura e il 5% del Pil italiano). Con un numero di imprese intorno alle 5.200, quasi 270 mila addetti coinvolti direttamente o indirettamente (il 7% degli occupati dell’intero settore manifatturiero italiano). Filiera certamente da tutelare”, secondo Andrea Ingallinera, Global Head della Divisione Automotive & Mobility di BIP,. “Ma anche da riconvertire e indirizzare per prevenire il disallineamento con l’evoluzione dell’industry. Non si ferma il vento con le mani”.

Italia e Spagna fanalini di coda L’evento Automotive Towards 2035 fa parte del programma diffuso de Il Verde e il BluFestival e si è tenuto nella sede di BIP, con diretta streaming. Ha visto la partecipazione di alcuni dei rappresentanti più autorevoli dell’automotive e delle utilities. Dopo l’introduzione del Capogruppo della Lega alla Camera, on. Riccardo Molinari, insieme ad Andrea Ingallinera e Fabrizio Arena sono intervenuti: Gerardo Altieri di DR Automobiles, Federico Caleno di Enel X Way, Andrea Cardinali di Unrae, Fabrizio Faltoni di Ford Italia, Luigi Lucà di Toyota Italia, Massimo Nordio di Motus-E, Fabio Pressi di A2A E-mobility, Marco Saltalamacchia di Koelliker e Federico Testa di ACEA.

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22 COMMENTI

  1. Io non penso che l’indecisione sia frutto di disinformazione, tutt’altro.
    È esattamente l’opposto.
    La gente, gli italiani, forse sono tra i più informati in assoluto, non solo dell’Europa ma di tutto il mondo.

    Probabilmente hanno capito più di tutti, che l’elettrico è il futuro e tutti lo vorrebbero comprare.
    Qui non si tratta di capacità di spesa, in Italia ne abbiamo a iosa…
    Qui si tratta che i ben informati, cioè la maggioranza, sanno perfettamente che le auto attualmente in vendita sono ancora una piccola parte di quelle che usciranno.

    E che questa piccola parte è progettata e costruita con criteri che verranno superati a breve, essendo il mondo dell’elettrico in rapida evoluzione.

    La parte che maggiormente subirà un radicale cambiamento è proprio quella che oggi rende la propulsione elettrica meno attraente. Cioè l’autonomia.

    Il pacco batterie sta subendo uno sviluppo importantissimo, le sperimentazioni in atto saranno pronte su scala industriale tra qualche anno.
    Lo sanno tutti coloro che sanno informarsi.

    Ora a meno di non avere una urgenza per esigenze proprie chi può rimandare il cambio dell’auto lo fa e basta.
    Aspettando prodotti migliori e sopratutto una scelta più ampia.

    Ad esempio chi ha una Scenic famigliare di 4.40cm, potrebbe comprarsi una Tesla M3, che però misura 4.75…non va bene.
    Oppure chi scrive qui consiglia una MG4, ma anche questa non va bene.

    E allora? Si aspetta la Scenic Elettrica, che uscirà nel 2025, però visto che si cerca un auto nuova la vogliono con le batterie di nuova generazione, che usciranno nel 2027…

    Insomma, almeno di urgenze o per chi ha soldi da buttare, l’auto elettrica va bene subito.

    Per tutti gli altri vige una vigile attesa, in modo da comprare un prodotto più valido, rispetto ai prototipi oggi in vendita.

    La Tesla Model 3,oggi é in super offerta, può essere un grande affare, ma con la consapevolezza che il suo prezzo è sceso perché le sue batterie sono in svendita da Musk, avendone prodotte tante e a buon prezzo, ma che ora stanno per essere sostituite da prodotti più avanzati.

    Elon Musk lo sa bene e cerca di dare via il vecchio prima possibile, cioè prima che nessuno lo vuole più…

    Quindi per favore basta a dire a tutti di comprarsi una Model 3, avete rotto.
    La gente non ha mica l’anello al naso…ragiona molto più di tanti incaponiti…dell’elettrico…

    • Quindi i disinformati siamo noi che guidiamo elettrico da anni e ci facciamo proprio tutto quello che per vent’anni abbiamo fatto con le termiche. Gli informati sono quelli che non l’hanno mai provata. Pensa un po’…

  2. La mia più recente è del 2005 , la più vecchia dell’89 girano tutte una meraviglia la più vecchia è stata iscritta ASI bollo ed assicurazione irrisoria , la seconda ci entrerà a breve in quanto ne esistono pochi modelli in vita ed immatricolati civili quindi via superbollo e si gira tutti i giorni . Nessun obbligo da rispettare

  3. Due dei paesi europei con più sole.
    Come spararsi nelle palle e… godere.
    Naturalmente il discorso è un po’ più complesso e verte sull’identificazione dei beneficiari dei vantaggi economici.
    Che non possono essere tout court gli italiani.

  4. fosse per me ,
    Obblgherei l’installiazione delle HPC , in tangenziali ,superstrade e autostrade ;
    ovunque ci siano decine di migliaia di mq di parcheggi
    l’installazione di centrali fotovoltaiche di parecchi megawatt

    due pannelli per carreggiata per 10 km , oggi equvalgono a un campo fotovoltaico di almeno 12 megawatt picco

      • non mi sono espresso bene
        obbligherei ,PER LEGGE ,l’abbinamento del campo fotovoltaico alle HPC,ovunque sia possibile;
        pensiline sopra alle colonnine e pannelli ai margini delle strade anche per decine di km , per decine di megawatt di potenza

        le colonnine HPC , devono diventare un “accessorio” dlella centrale fotovoltaica stradale
        secondo le attuali normative italiche, le compagnie che installano le colonnine acquistano dai gestori ,solo elettricità rinnovabile ,
        ma io sono co S.Tommaso ..
        voglio vedere FISICAMENTE i pannelli ,TANTI, intorno a queste stazioni di ricarica

        qualcuno obbietterà che i pannelli si sporcano di più con l’inqunamento dei gas di scarico stradali ..
        diamo tempo al tempo , nel giro di un paio di decenni,
        se tutto va come deve andare , l’inquinamento stradale , diminuirà di molto anche in Italia

        saluti
        i miei due centesimi di celle bifacciali alla perovskvite

  5. Sono tanti i fattori che hanno portato gli italiani ad un parco auto vecchio.
    Io più semplice è in queste domande:
    “perché devo cambiare auto con una ibrida che ha due motori che possono rompersi più facilmente? Passo all’elettrico direttamente. Ma perché farlo ora che la tecnologia è acerba con auto che costano caro e l’infrastruttura di ricarica non è così capillare? Io aspetto ancora qualche anno finché la mia auto del 2004 non si ferma.”
    Questo che ho scritto è la risposta che mi ha fatto un mio amico con una disponibilità economica più elevata della mia.
    In poche parole gli italiani stanno aspettando la seconda generazione delle auto elettriche e nel frattempo rimandano l’acquisto di un’auto nuova.
    Poi ci sono gli introducibili che cambiano auto ogni 3/4 anni e quelli prendono marchi premium termici. Anche qui conosco il tipo.

  6. “Il ritmo di rinnovo del parco circolante in Italia è in costante rallentamento, con età media delle vetture di oltre 12 anni.”
    E te credo, con quello che costano le macchine oggi uno se la deve tenere almeno 20 anni.

    • È solo una questione di soldi, gli italiani hanno stipendi ridicoli, tra i più bassi in Europa e fermi da vent’anni. Abbiamo poi un’inflazione altissima dovuta dal sistema feudale e corporativo che c’è in Italia, con aumenti dei prezzi del tutto ingiustificati. Metteteci poi che il risparmio in elettrico è inesistente, complicato ricaricare, tra tessere, prezzi diversi tra gestori etc etc… Ma chi la compra, tranne appassionati o chi vuol essere “moderno” ed ha i soldi per farlo.

      • Tutte le opinioni vanno rispettate così come la tua Marco, c’è un però.
        Ammetto che gli stipendi italiani sono cresciuti meno del costo della vita negli ultimi 20 anni, ma ad oggi conosco molte famiglie che in casa hanno più di un’auto (compresa la mia). Auto medio piccole (utilitarie del segmento A/B o medie del segmento C). Proprio in questo momento sto calcolando quanto è costato a km il pieno fatto alla Ford Fiesta 1.4 TDCi del 2007 di mia madre (quasi ottantenne), ebbene con una media di 19,59km/l il costo è di 0,083€/km. Con la mia vecchia Stilo JTD 2003 ho avuto una media di 20,7 km/l per un costo di 0,078€/km (solo perché ho avuto il piede molto leggero). Quest’anno ho acquistato una BEV (tanto tra un po’ queste auto le dovrò rottamare e per non restare appiedato ho anticipato senza usufruire degli incentivi). Ebbene fino a poco tempo fa con abbonamento enelxway il costo era di 0,069€/km ora caricando a casa senza fotovoltaico il costo è di 0,044€/km.
        Veniamo al punto, se una persona media come me, che annualmente percorre circa 7.000 km l’anno, acquistasse una MG4 al posto di un ‘equivalente categoria come la Fiat Tipo (a parità di costo d’acquisto se usufruisce degli eco-incentivi con rottamazione, in Lombardia gli costerebbe meno) avrebbe un risparmio di circa 300€/anno come carburante.
        Qualcuno mi dirà che viene tirata fuori sempre questa MG4, ma purtroppo o per fortuna almeno questa è in commercio e se vogliamo essere pragmatici tra risparmi e minore intossicazione da gas di scarico io la vedo un’opportunità per passare alla mobilità elettrica.
        Sì, serve un posto auto dove poter parcheggiare e ricaricare, ma per fortuna non tutti gli italiani ne è sprovvisto. Ecco questa fetta di italiani dovrebbe iniziare a farci un pensierino e se sono disposti a cambiare prospettiva sul come usare un’auto (d’altro canto è solo capire che l’auto va ricaricata quando la si parcheggia) il passaggio da termica ad elettrica “si può fare” (citazione)
        Buon fine settimana

        • Gentile sig. Bob, il problema , purtroppo, per molti restano i soldi. Per restare al suo esempio, il risparmio annuo di Euro 300 è ben poca cosa rispetto al maggior prezzo di acquisto del modello che lei cita rispetto, ad esempio ad una ZS della stessa marca. Oltre tutto, anche la fabbricazione di un BEV provoca emissioni: non ho trovato sul sito del TCS, nella parte dedicata a questo argomento, i dati relativi ad MG, ma le faccio un piccolo esempio: Renault Clio 90 TCE 8,4 Tonnellate di CO2 versus Renault Zoe 52 Kwh 16,9. Ora, per una percorrenza, da lei citata, di 7000 km/anno e considerando un’emissione media di CO2, per la prima, di 130 g/km (ho maggiorato del 15% circa il dato WLTP, per avvicinarmi al dato della guida di tutti i giorni) dovrebbe percorrere 50000 km prima di raggiungere il punto di pareggio. Ma nel suo esempio di 7000 km/anno, sarebbero necessari ben 7 anni e 2 mesi. Certo, per chi percorre pochi km ogni anno forse conviene, indipendentemente dal tipo di motorizzazione, tenere l’auto il più possibile, anche 20 e più anni: lunga vita alla Fiesta di sua mamma!

        • Ciao, il dato Co2 di Zoe è anomalo rispetto alle fonti di letteratura

          Ho guardato il calcolatore del Touring Club ( 8,9 Tonn.Co2 Clio vs 16,7 Zoe); si basa su un altro sito Svizzero, che attibuisce un contibuto aggiuntivo di +3 tonn.Co2 già a scocca+motore+cambio delle elettriche (poi c’è a parte altra Co2 per la battereia), secondo me c’è qualcosa che non torna nel modello, oppure il nucleo dell’algoritmo di calcolo risale a dati stimati molti anni fa e attribuisce un contributo esagerato al motore elettrico vs motore termico

          Prova a usare questo altro calcolatore (ce ne sono anche altri):
          https://www.greenncap.com/lca-tool/

          ha un algoritmo del 2020-21, anche questo sarebbe già superato ma è già più in accordo con i dati in letteratura recente

          Ho provato a confrontare insieme 3 auto compatte:
          A) Clio TCE90 – termica turbo-benzina
          B) Zoe 50.kwh – elettrica datata (consuma più di una grossa Tesla)
          C) Peugeot 208-e/Opel Corsa-e 50.kwh – elettrica più recente

          Mi ha dato queste emissioni per la costruzione dei veicoli
          (tra parentesi i dati compresi del recupero di Co2 con il riciclo finale):

          A) Clio ————- 7,9 Tonn Co2 ( 7.0 Tonn Co2 )
          B) Zoe 50kwh —- 13,3 Tonn Co2 ( 11.6 Tonn Co2 )
          C) Corsa-e 50kwh – 12,8 Tonn Co2 ( 11,2 Tonn Co2 )

          Qui il divario di Co2 tra terrmica ed elettriche è meno marcato

          PS: ho selezionato batteria prodotte in Cina (più Co2) e il mix energetico italia, ma il sito non permette di correggere i consumi dell’auto termica (come giustamente avevi fatto tu), si basa sui dati ( ottimistici ) dichiati dal costruttore, gli lascia un pizzico di vantaggio, e anche cosi trova:

          Clio Benzina vs Opel Corsa-e “punto di pareggio Co2″ a 37.000Km

          IMHO aggiornando i dati al 2023 (le batterie le producono ogni anno usando meno energia) il pareggio con una compatta elettrica potrebbe essere ormai anche a 25.000km

          questo contando una batteria 50.kwh NCM, che ha circa la stessa impronta carbonica di una batteria 75.kwh LPF; altrimenti se consideriamo una batteria 75.kwh NCM torniamo a punti di paregio sui 32.000-35.000km

          Altro particolare, quando hanno fatto questi calcolatori, le batterie LPF sullauto elettriche non c’erano ancora, LPF hanno una impronta carbonica più basse delle NCM, bisognerebbe aggiornare gli algoritmi

          Quindi abbiamo il ” punto di pareggio Co2 “, che su una utilitaria a benzina vs elettrica compatta ormai può essere già anche a 25.000km (e scende ogni anno); se uno fa 7000km annui varrebbe la pena cambiarla, mentre se sono 1000-3000km annui, bhe insomma anche no, o aspettare qualche altro anno

          Poi c’è il “punto di pareggio economico” , qui l’utiliatria termica usata, con la spesa di aquisto già ammortizzata, chiaramente vince sempre sulla elettrica nuova, a meno di fare moltissimi km annui e ricaricare a costo piuttosto basso; al limite potrebbe battagliare con l’aquisto di una elettrica usata 🙂

  7. Mi pare una questione di mentalità, un limite. Anche tanti che hanno maggiore disponibilità di soldi e possibilità di ricaricare eventualmente l’auto a casa e che non fanno spesso viaggi lunghissimi, l’auto elettrica non se la filano proprio. Peccato, per loro

    • Confermo. Conosco diverse famiglie proprietarie di casa singola con impianto fotovoltaico e parcheggio privato che non considerano minimamente la possibilità di acquistare un auto elettrica nonostante il budget importante speso per l’acquisto della termica

  8. Almeno la Spagna spinge sulle fondamenta dell’elettrificazione
    e sta gettando le basi ,
    costi elettrici bassi !

    copiando il vicino Portogallo che ha raggiunto il 51% di produzione elettrica da rinnovabili ..
    con poco vento

    aprile 2023 produzione elettrica da rinnovabili
    in Spagna ammontava al 46%
    Italia al 45,4 ..

    ma il boom degli investimenti in Eolico e Solare in Spagna
    la porteranno come i cugini Portoghesi a produrre più del 50% di energia elettrica ento la fine del 2023

    sorpassati !!

    • /// Almeno la Spagna spinge sulle fondamenta dell’elettrificazione
      e sta gettando le basi ,
      costi elettrici bassi ! \\\

      Beh il basso costo della corrente riflette il costo della vita in generale del Paese peró sono d’accordo sulla situazione dell’elettrico, direi niente male tenendo conto del livello dell’economia.. Fra l’altro il mercato delle due ruote mi sembra piú vivace di quello italiano con diversi “produttori” nazionali che come venduto fanno concorrenza a quelli stranieri, vedi ad esempio classifica parziale 2022 https://www.ruedoenelectrica.com/ranking-top-30/

  9. Personalmente trovo ci sia ancora poca scelta tra le varie case, con segmenti interamente scoperti di mercato. Il prezzo è sicuramente un fattore deterrente per l’acquisto, ma col tempo ci si arriverà, sicuramente gli italiano non sono pionieri del cambiamento, anzi, solitamente arriviamo sempre dopo gli altri paesi europei, la mobilità elettrica non farà eccezione.

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