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Italia contro l’elettrico? “Andranno tutti in Croazia…”

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Una VW ID.3 in ricarica in autostrada nelle Marche: i turisti stranieri trovano una rete adeguata?

Italia contro l’elettrico in un’Europa che invece ha ormai scelto le auto a batterie? Alessandro non vede problemi solo per la nostra industria…Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

Italia controItalia contro? Pericoli anche per il turismo

“Se l’Europa cambia e noi NO che cosa succede ? Immaginiamo ?un’Europa elettrificata e un’Italia ferma al palo con elettrificazione. Mi porgo una domanda e la giro anche a Voi. E  il turismo straniero come farà a ricaricare le proprie auto? Non c’è solo l’indotto delle aziende meccaniche a rischio, ma anche quello del turismo. Se non abbiamo possibilità di offrire ricariche alle auto straniere… andranno tutti in Croazia!!! Sono favorevole all’elettrico, ma non disdegno il GPL. GrazieAlessandro Pisoni

Le ricariche ci sono, è il resto che manca…

Risposta. Per fortuna la rete di ricarica si sta facendo, a prescindere  dalla scarsa simpatia dei nostri governi per le auto elettriche. Come dimostrano i rilevamenti di Motus-e, riassunti nella cartina a fianco. Volenti o (spesso) nolenti, in Europa ci stiamo e i grandi network internazionali ragionano ormai in un’ottica continentale. Anche grazie ad alleanze, come quella tra Enel e Volkswagen che ha dato luce alla rete ad alta potenza di Ewiva. Il problema, secondo noi, è più legato agli insediamenti produttivi, che stanno andando ovunque in Europa tranne che qui. Del resto quale investitore punterebbe su un Paese apertamente diffidente nei confronti dell’elettrico?’ La stessa Stellantis entro l’anno attiverà in Francia a Douvrin la sua prima gigafactory europea per la produzione di batterie. Un impianto analogo è in programma anche nell’ex Fiat di Termoli, ma con tempi al momento imprevedibili. L’Italia è fatta così: si arrocca sull’esistente e si rifiuta di scommettere sul futuro. I nostri vicini, francesi e tedeschi in primis, lo fanno e ne raccolgono i frutti.

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14 COMMENTI

  1. Se nessun italiano acquista auto elettriche tutti gli europei verranno a passare le vacanze. Perché tutte le colonnine già installate e quelle future saranno sempre certamente libere e a loro disposizione. Diventeremo famosi nel mondo. Invece col 100% del parco circolante elettrica la vedo durissima a trovare una colonnina libera, ne servirebbero milioni…

    Nota: la serietà della risposta è proporzionale alla serietà della preoccupazione esposta 🌈✌️🙌

    • Prima di avere un parco elettrico al 100% passeranno circa 25 anni, perché il provvedimento serve ad accelerare, non solo l’acquisto di macchine elettriche , ma anche nel stimolare l’industria nella ricerca di nuove fonti di alimentazione dell’elettrico. La trazione elettrica è scontata, indifferente quale sarà l’alimentazione, non è fantascienza ma una sorta di fusione nucleare che non sia un prodotto radioattivo. Quindi la sfida sta nella fonte di alimentazione, nell’autonomia, e nei centri di ricarica fastidio ad induzione.

  2. Qui nel finalese (Liguria) facciamo 350.000 presenze annue legate al turismo outdoor (mtb ed arrampicata) che rappresenta la maggioranza dei numeri in ballo visto che il flusso copre 10 mesi all’anno contro i 2 del classico turismo estivo. Ebbene questo tipo di turista nella stragrande maggioranza dei casi si muove in van/camper/fuoristrada (non suv!) categorie nelle quali per ora la presenza di modelli elettrici è pressoché nulla direi e non mi pare di aver visto altro che concept per il futuro prossimo. Eppure la diffusione di questa tipologia di mezzi “ricreativi” è aumentata esponenzialmente in Italia e anche in Europa dopo l’effetto covid. Io questa estate in giro per le alpi tra Francia e Nordovest non ho trovato nessun cambiamento nella presenza di colonnine rispetto al passato al di fuori dai contesti urbani, ne tantomeno nei campeggi, eppure queste rotte (strade non statali che collegano i piccoli paesi, passi di montagna, strade panoramiche, ex strade militari ripristinate), sono frequentatissime da un sempre maggiore numero di turisti europei che viaggia ancora gasolio, quindi, in sintesi questo grosso problema della migrazione verso altri lidi dei turisti causa mancanza di infrastrutture elettriche non lo vedo poi così imminente. Senza alzare il coperchio del vaso di pandora sul fatto che a prescindere qui in Liguria i parcheggi normali fisicamente non esistono e non c’è spazio per farli né nelle “città”, né tantomeno nei centri più piccoli, figuriamoci le colonnine! non invidio proprio chi si dovrà mettere a buttare giù un piano sulle infrastrutture future.

    • Esatto, chi non viene in Italia per la mancanza delle colonnine elettriche ancora deve nascere. Ho dato un’occhiata alla mappa dell’Italia con la presenza dei punti di ricarica e in Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna non penso che per il periodo estivo si potranno mai lamentare. Mentre per il nord Italia non ci sono eccessivi disagi in tutto l’anno per la presenza più capillare. Siamo noi italiani, aggiungo giustamente, che ci lamentiamo dell’insufficiente numero di colonnine ora che siamo all’inizio della transizione elettrica, speriamo nel futuro, perché l’elettrificazione dell’Italia avverrà quando tutti ricaricheranno senza problemi ovunque il loro veicolo che costerà meno della versione termica. Ci arriveremo un giorno e lo spauracchio della perdita di lavoro non è dovuto alla Cina o America che ci sottraggono quote di mercato quanto al fatto che già oggi abbiamo problemi per la produzione industriale di veicoli termici, e mentre l’indotto procederà ad adeguarsi al cambiamento senza grossi problemi sono i grandi oligopoli dei costruttori auto che continueranno, con una scusa o l’altra, a tenersi lontani dall’Italia. Il problema non è l’elettrico ma la situazione in Italia, e già Stellantis i suoi interessi li cura altrove relegando la produzione italiana in secondo piano con il termico, figuriamoci con il mercato elettrico.

  3. Titolo fuorviante.
    “Italia contro l’elettrico” ? … corretto sarebbe scrivere ” Italia contro l’imposizione forzata dell’elettrico”.
    Non sono un anti elettrico, solo credo che le imposizioni le facciano le dittature. Spero che si riesca a diminuire il peso delle batterie, ad aumentare autonomia e velocità di ricarica e a diminuire il costo delle vetture. Se l’elettrico diventasse comodo ed economico il passaggio dal termico avverrebbe in modo automatico. Vi leggo e vedo che il “cliente tipo” dell’elettrico non fa molti km al giorno, vive in case non condominiali ove ha comode possibilità di ricarica ed è mediamente benestante.

    • Bè si, faccio minimo 56 Km al giorno, vivo in condominio e sono mediamente benestante (impiegato).
      Come milioni e milioni di italiani.

  4. La situazione sull’alto Lago di Garda è imbarazzante.
    Da Riva del Garda fino a Garda pochissime ricariche e tanti turisti con auto elettriche.

  5. Confermo i timori dell’articolo. Qui nel nordest la diffusione di punti di ricarica stenta a decollare e soprattutto i comuni turistici si trovano in situazioni imbarazzanti a causa della convinzione che si tratti di spazi e soldi buttati al vento. Soprattutto le località balneari dell’alto adriatico devono gran parte della loro ricchezza ai turisti d’oltralpe, Austria e Germania in primis, nazioni nelle quali la diffusione della mobilità elettrica è importante. Località balneari che toccano le 500 mila presenze in estate che contano 2 o 4 colonnine in AC in qualche sperduto parcheggio… è davvero seria la cosa.
    Servirebbe una normativa nazionale invece è tutto ancora demandato alle amministrazioni locali che spesso sono totalmente impreparate sul tema

    • Forse dovrebbero cominciare a svegliarsi gli imprenditori, di tutti i settori, se i turisti se ne vanno i primi a piangere saranno loro e se, finalmente, si riuniscono e vanno tutti dal sindaco per protestare contro il menefreghismo e l’impreparazione del comune anche il più stolto dei politici capirà che se non si sveglia alle prossime elezioni lo defenestrano … Finiamola di pensare che i politici pensino al nostro benessere, chi fa da se fa per tre non è solo un proverbio azzeccato. Purtroppo in Italia però anche gli imprenditori più “pesanti” sembrano decisi a fermare il mare con le mani visto che il direttore del loro giornale di rappresentanza continua a portare avanti la posizione dei frignoni che vogliono mantenere lo status quo

  6. MI PERMETTO DI DISSENTIRE SULLE RICARICHE
    il mio Comune non ha una straccia di colonnina ma fece ben 2 impianti fotovoltaici anni fa.
    I Comuni limitrofi? anche peggio. Uno ha proprio staccato la colonnina e gli altri neanche ci pensano ad installarla. Dunque dove vogliamo andare? Spacciano miliardi di euro per ricostruire canali in cemento fatti male qualche decennio fa e fa veramente ridere guardando ai canali scavati 100 anni fa e ancora perfetti.
    Dovrebbero metterci pannelli fotovoltaici e idrolizzatori con i fondi del PNRR e invece fanno mera manutenzione.
    A 15 km da me con i fondi restaurano una villa in centro. A questo serve il PNRR?
    Non credo proprio.
    Allora i ministeri per i beni culturali cosa fanno con le nostre imposte???
    Tornando alle piccole cose….
    Una colonnina ha un costo pazzesco di 1000 o 2000 euro eppure i comuni si sentono in pericolo con la corte dei conti che non giustifica le ricariche gratuite o a prezzo politico.
    Questa è l’Italia.
    Un paese ormai in fallimento… che però non lo vuole ammettere.

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