Isotta Fraschini viene da 120 anni di storia e punta sul futuro con gli investimenti sulle applicazioni marine dell’idrogeno. Un centro di innovazione e sviluppo nello stabilimento di Bari.

Questa una delle notizie emerse al convegno, condotto da Matteo Dusconi giornalista e già segretario generale Assonautica, su nautica ed idrogeno ospitato allo Snim, il Salone nautico di Puglia che si tiene nel porto turistico di Brindisi fino al 16 ottobre.
Motori all’idrogeno con l’assunzione di trenta ingegneri
Il progetto di Isotta Fraschini, prende il nome di IFuture, è stato presentato dal direttore operativo dell’azienda Giovanni Bruni e illustrato da Marco Martinelli che si occupa del centro di innovazione e sviluppo che si sta avviando nello stabilimento di Bari.

Un investimento frutto anche di un accordo con la Regione Puglia, all’incontro era presente l’assessore allo sviluppo economico Alessandro Delli Noci che ha sottolineato la volontà di investire su questo settore e ricordato il Puglia Green Hydrogen Valley dove Edison con Snam, Saipem e Alboran vogliono costruire tre stabilimenti di idrogeno verde a Brindisi, Taranto e Cerignola.
Il centro prevede l’assunzione di 32 professionisti, per la gran parte degli ingegneri, e Isotta Fraschini lo utilizzerà soprattutto per sviluppare tecnologie per applicazioni marine all’idrogeno. Verrà utilizzato anche dal gruppo Fincantieri (ha prodotto la prima nave ad idrogeno) di cui Isotta Fraschini fa parte e in futuro, ha sottolineato il direttore Bruni, anche da aziende terze.

La ricerca è un tassello fondamentale per lo sviluppo dell’idrogeno dove c’è ancora tantissimo da fare per renderlo disponibile agli utenti: dalla produzione, allo stoccaggio, ai contenitori, senza dimenticare la distribuzione.
Il piccolo grande mondo all’idrogeno
Bene aprire le porte del centro alle aziende esterne. Ma esistono? Al convegno di Brindisi abbiamo visto questo piccolo grande mondo, che già conoscevamo, riunito grazie anche alla determinazione dell’ingegnere Massimo Labruna, di As Labruna, che ha organizzato l’incontro e da tempo si occupa della decarbonizzazione della nautica. Con un approccio aperto dove si punta al mix tra elettrico, ha elettrificato il gozzo tradizionale di Monopoli, ed idrogeno.

Ha seguito questa filosofia l’intervento di Andrea Pagnini di Uniboat, la loro barca Futura è salita due volte sul podio del Monaco Boat Energy, che ha sottolineato sia i benefici dell’elettrico sia quelli dell’idrogeno: “Attraverso il loro mix è possibile avere il massimo di efficienza ed efficacia“.

Hanno presentato le evoluzioni del loro energy pack gli ingegneri di H2Boat di cui ci siamo occupati anche recentemente che puntano all’idrogeno anche per la “piccola nautica”. A iniziare dalle barche a vela, a questo proposito hanno allestito il prototipo Nikita. Puntano sugli idruri metallici dove è stoccato l’idrogeno: “Prodotto nella prima fase di funzionamento dell’EP, sono stati inseriti dentro il bulbo con l’obiettivo di verificare le funzionalità, l’efficienza e i vantaggi“.
In Puglia cresce l’indotto all’idrogeno
Una storia interessante di come l’idrogeno, con gli stessi risvolti la filiera elettrica, possa creare economia è data dalla Cetma di Brindisi, rappresentata da Alessandro Marseglia, che si occupa di ricerca sui nuovi materiali e che grazie ad un bando del ministero della transizione ecologica sta studiando come produrre i migliori “serbatoi” per l’idrogeno.

Molto interessante l’intervento di Simone Lenti, manager responsabile delle vendite per il Mediterraneo della multinazionale svedese PowerCell, che ha illustrato i molteplici campi di applicazione dell’idrogeno: dalla nautica fino all’aviazione. Il gruppo di recente, come ha ricordato Lenti, ha ricevuto un ordine di produzione in serie di Fuel Cell da parte di ZeroAvia, pari a circa 151 milioni di euro. “Questo step così importante, ci permetterà finalmente di essere incoronati come produttore leader di Fuel Cell nel mondo“.

Il country manager di Aqua Superpower Michele Bolpagni si occupa di stazioni di ricarica elettriche fast, collocate in alcuni importanti porti turistici del Mediterraneo, ma ha sottolineato come in alcuni casi sia possibile l’utilizzo dell’idrogeno.
Come Vaielettrico abbiamo ricordato il lavoro di documentazione sullo sviluppo scientifico e sulle aziende che in questo momento stanno investendo per l’applicazione dell’idrogeno alla nautica, anche ricordando gli interventi del professor Alessandro Abbotto per l’idrogeno senza paraocchi: quando serve e quando no.
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