Gruppo Iren e European Energy hanno inaugurato a Tscania (VT) un maxi parco fotovoltaico. Ha una potenza complessiva di 38,5 MWp e può soddisfare il fabbisogno elettrico di 17 mila famiglie.
Energia pulita per 17 mila famiglie
Il parco è composto da due impianti rispettivamente da 17,28 MWp e 21,21 MWp di potenza. Produrrà energia 100% green, riducendo le emissioni di CO2 per oltre 42.000 tonnellate all’anno.
Occupa oltre 54 ettari di terreno nella località Poggio della Ginestra. I pannelli installati sono 71.400 pannelli e 9 sono inverter che li gestiscono. Iren Green Generation possiede il 51% del parco fotovoltaico e European Energy il restante 49%. L’investimento complessivo è stato di 33 milioni di euro. European Energy è una multinazionale danese specializzata in investimenti e sviluppo nel settore delle energie rinnovabili.
Iren, obiettivo 2 GW verdi entro il 2030
Con questo investimento il Gruppo Iren porta a 210 MWp la potenza elettrica da impianti fotovoltaici installata. Prevede di raggiungere 2 GW di potenza installata entro il 2030, investendo il 70% di un budget di 8,2 miliardi di euro. Insieme agli altri impianti di produzione da fonti rinnovabili già oggi il Gruppo copre il 50% dell’intera produzione di energia elettrica.
All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco di Tuscania, Fabio Bartolacci, l’Amministratore Delegato di Iren Energia, Giuseppe Bergesio, e Knud Erik Andersen, CEO e co-fondatore di European.



Lei merita solo di finire nel cestino. Addio.
“Il 24 febbraio AssoTuscania insieme ai Biodistretti Lago di Bolsena, Maremma Etrusca e Monti della Tolfa, della Via Amerina e delle Forre e alle altre associazioni impegnate nella tutela e valorizzazione dei beni comuni e del paesaggio si sono unite insieme per dire un netto e argomentato NO al progetto di un impianto fotovoltaico (cosiddetto Agrivoltaico), questa volta da ubicarsi nella zona di Montebello – località Casalino, in un’area peraltro già dichiarata NON idonea dalle delibere del consiglio comunale del 2014 e del 2021.
Un progetto non soltanto in spregio alle delibere del consiglio comunale di Tuscania, ma che calpesta la stessa ultima delibera della Giunta regionale del 2023, la n. 171, con la quale la stessa Regione Lazio ha messo nero su bianco come la Tuscia sia satura di impianti per la produzione di energia elettrica anche attraverso impianti fotovoltaici. Il viterbese ospita quasi l’80% di tutti gli impianti FER dell’intera Regione ed ha ampiamente raggiunto e superato gli obietti 2030!”
Devo continuare o vi basta?
Come vede, Degli Esposti, c’è ben poco da applaudire.
E, cortesemente, non la butti in caciara come al solito con storie vaghe tipo quella dei tombaroli.
Perde di credibilità.
Lei parla d’altro. Resti al tema dell’impianto Iren, regolarmente autorizzato e senza alcun spregio per le prese di posizione di tante associazioni che meritano udienza, ma alla fine devono sottostare alle leggi. Leggi per le quali, ad esempio, l’agrivoltaico non affatto “cosiddetto”: è una tipologia di impianto compatibile con l’attività agricola e consentito sui terreni classificati come agricoli.
I tombaroli non li ho inventi io: mi risulta che in tutta la Tuscia non resti più una tomba inviolata.
Scusi ma lei copia e butta dentro. L’agrivoltaico in particolare avanzato migliora il prodotto, attraversomombreggiamento, riduce il consumo idrico e la chimica. Inoltre protegge le colture dagli eventi estremi. L’altro giorno il presidente di Apo Conerpo – quasi 800 milioni di fatturato – davanti ai dati 2023: – 68% pere, -meno 60% ciliegie, meno 60% cipolle, meno 50% pesche nettarine albicocche – mi ha detto chi ha investito nel coprire il frutteto ha salvato gran parte della produzione. Ma se non ci sono finanziamenti l’intervento costa fino a 60/70mila euro con agrivoltaico si recuperano parte dei costi. Questo dicono gli agricoltori veri, quelli che producono. Poi ci sono associazioni con sfaticati, ben nutriti e con il c… sulla poltrona che discettano alla c… poi tante brave persone, purtroppo molti miei amici, che ci cascano.
Va anche detto che i cambiamenti climatici stanno modificando profondamente le possibili coltivazioni in molte zone d’Italia…al nord e pianura padana vanno sempre più protetti da danni per alluvioni e grandine.
Al centro sud Italia occorre cominciare ad attrezzarsi di desalinizzatori costieri per potabilizzate acque sempre più scarse..come fanno in molte parti del mondo (specie isole) che si affidano a pale eoliche per alimentare la potabilizzazione di acqua.
Qualunque invaso ad uso irriguo o idroelettrico potrebbe essere integrato da FV galleggiante ad uso diretto in struttura e fornito in zona a aziende e privati cittadini …poi..se si riuscirà a far capire al ministro che perderemo la sovranità di tante mostre pregiate ed esclusive produzioni agricole.. quando magari sarà passata la sbronza da biocarburanti. Forse.
“associazione” minucola di un paio di albergatori e un architetto che fa ristrutturazioni della zona e un informatico che ha fatto lapagina web
guarda un po’ benestanti, che temono gli danneggi il bisness immobiliare, e anagraficamente grandicelli, che credono che la vista di questi parchi agrivolatici sia “brutta”, quando le loro stesse foto mostrano che sono piuttosto belli anche nel paesaggio leggermente collinare laziale
tutte te le scovi queste notizie “non notizie”
Meno male che c’è chi lo fa che di sti tempi basta na moratoria per restare attaccati al gasse.
Fin tanto che arriva.
Bene, diamogli giù a 8/10GWp-anno così al 20230 il gas lo vendiamo ai partner europeo invece di bruciarlo qui.
“Viene a poco a poco distrutto un territorio agricolo (50 ettari di terreno agricolo pregiato, di paesaggio della maremma viterbese, di ambiente naturale intatto) dove imprenditori innovativi e coraggiosi investono sul biologico, dove ci sono riserve naturali e ambienti fondamentali per la biodiversità, con paesaggio pregiato e beni culturali importanti, dagli etruschi al rinascimento passando per il medioevo, patrimonio di tutto il nostro Paese e che ospita diversi siti UNESCO e altri hanno chiesto o stanno chiedendo il riconoscimento”.
E voi lì ad applaudire.
VERGOGNA!
Vengono occupati 50 ettari di terreno incolto (perchè di nessun pregio), fuori da ogni riserva naturale, con grandi patrimoni archeologici già ampiamente saccheggiati dai tombaroli locali. E noi, pensi un po’, applaudiamo alle 17 mila famiglie alimentate da energia pulita, inesauribile e a buon mercato e alle 42.000 tonnellate di CO2 risparmiate al Pianeta.
Abiti troppo lontano da centralinbturbogas o raffinerie o porti con metaniere per scrivere cose realistiche …
Coprire un campo di pannelli non è molto più impattante che impiantare un vigneto considerando il lavoro di preparazione del terreno… Sotto la terra rimane “incolta” e a disposizione della Natura…o coltivabile se i supporti sono alti…quindi Senza richiedere ulteriore uso umano di suolo (che vuol dire sfrattare altri esseri viventi..dai microorganismi alle piante -per noi infestanti – agli animali selvatici).
Kendrick
Facci sapere cosa pensi comporterà l’ uso dei suoli “agricoli” per coltivare semi oleosi o altro da usare per biocarburanti (ossia dare “cibo” a motori anziché esseri viventi)…come nei piani del governo…che evidentemente approvi ed appoggi..
Temo che il nostro commentatore “odiatore”, sia uno di quelli, pochi, che siano andati a votare. Io odio il cambiamento, perché sono ignorante, perché non mi sforzo di capire. Però almeno lui , che vive in un mondo rappresentato da una fredda e buia caverna, almeno ha fatto la sua scelta. Tutti gli altri che invece sono appesi alle loro tastiere cosa hanno fatto fattivamente per arginare tutto questo? Per non lasciare che siano solo loro a farsi sentire e dare l’impressione (falsa) che questo rappresenti il pensiero medio italiano?