Anna Giorgi ovvero, scooterista elettrica per caso, proprio mentre la sua città , Milano, è l’epicentro dell’uragano Coronavirus. Epidemia, Milano, scooter elettrici sono tre parole che in questi giorni risuonano spesso, come legate a doppio filo. Neanche a farlo apposta proprio oggi il Corriere della Sera scrive che la micromobilità elettrica in sharing sarà una delle chiavi di volta per la “Fase 2” del capoluogo Lombardo.
Il Corriere: sharing elettrico per la “Fase 2” di Milano
Come scrivemmo noi, infatti, solo scooter, e-bike e monopattini elettrici potranno garantire gli spostamenti casa lavoro in una metropoli con un milione e mezzo di pendolari, quando il problema numero uno sarà non affollare metro, autobus e collegamenti ferroviari. L’azienda di trasporto pubblico (Atm), scrive Sara Bettoni sul Corriere, contingenterà gli ingressi in metro, bloccando i tornelli una volta raggiunto un numero di passeggeri proporzionato alle necessità di distanziamento. Salirà forse un quarto o un quinto della normale capienza. Altrettanto accadrà sugli autobus e sui treni pendolari della Trenord. E gli altri? Tutti in macchina? Una follia. Così si parla di un tavolo fra il Comune e le società di sharing (scooter, monopattini ed e-bike) per studiare un big-bang pianificato e incentivato della mobilità elettrica leggera condivisa.
Anna che ha scelto l’elettrico prima della tempesta
Di tutto questo Anna Giorgi nulla sapeva. Anzi nemmeno poteva immaginarlo quando a fine febbraio ha comprato il suo NIU. Allora il coronavirus era ancora alle porte della città , nel lodigiano, e sembrava fermarsi lì. Lei, semplicemente, doveva rimpiazzare il vecchio catorcio a due tempi con cui per sette anni ha fatto la spola fra Nolo, il quartiere “trendy” a Nord di Milano dove abita, e la zona fra Porta Venezia e Piazza Cinque Giornate dove lavora. Motorino col bel tempo, metro e tram col brutto. Di e-scooter ignorava perfino l’esistenza. Eppure… Ecco come si è ritrovata elettrica per caso.

di Anna Giorgi
Vorrei raccontarvi  la mia esperienza con le due ruote elettriche nei confronti delle quali, fino a qualche mese fa, avevo sempre nutrito una totale «indifferenza». Sì, certo ero consapevole che l’aria,  in una città  come Milano,  stava diventando ogni giorno di più irrespirabile. Ed ero quindi convinta  che, nel mio piccolo, anche io avrei dovuto fare qualcosa  per  limitare lo smog che rendeva ogni mio viaggio in scooter un tormento. Come? Non ne avevo idea. Ultimamente mi spostavo spesso a piedi. Ma sai quanta aria inquinata si respira “passeggiando” ogni mattina per 30-40 minuti? Poi il lavoro mi costringe a continui spostamenti nel centro di Milano e devo muovermi velocemente. Insomma, di uno scooter non posso fare a meno. Â
Lo scooter elettrico questo sconosciuto
Faccio una premessa: non capisco niente di motori e non mi appassionano. Sono sempre stata la tipica fruitrice distratta. Bastava che il motorino si accendesse e di tutto il resto non mi importava niente. Così per vent’anni  anni ho guidato «Cinquantini»  semidisfatti che mi portavano ovunque  e che io lasciavo parcheggiati sotto casa o sotto il lavoro  senza nemmeno legarli, sapendo che non avrebbero fatto gola a nessuno. L’ultimo  Liberty  50 l’ho acquistato rigorosamente usato sette anni fa. Ma a fine febbraio mi ha lasciato a piedi, proprio nel mezzo di una giornata talmente fitta di impegni che avrei potuto onorare solo spostandomi nel traffico milanese sulle due ruote. L’idea, anzi l’assoluta necessità , è stata quindi entrare dal primo rivenditore di scooter e chiedere se avevano  il solito Cinquantino usato  a  cinquecento euro.

Quel giorno il Covid  non era  ancora esploso e nel negozio  c’era la fila. Così, aspettando il mio turno, ho cominciato a gironzolare fra gli scooter ammassati in vetrina. Tra questi uno bianco, piccolino ed elegante mi ha colpito, soprattutto per il cartello «pronta consegna». Che fosse elettrico, per l’esattezza un NIU MQi + Lite, l’ho appreso solo dopo, quando ho chiesto informazioni alla proprietaria. Mi sono stupita, ma ho pensato: perché no? Ho fatto subito un giretto di prova; era piccolo, agile,  silenziosissimo, leggero, (finalmente uno scooter che si può mettere sul cavalletto con un braccio solo). Ma soprattutto nessuna puzza dallo scarico, terribile  da respirare e inquinate. Quel giorno stesso l’ho acquistato. Mai scelta fu più azzeccata.
Il mio NIU? Visto e comprato
Con la rottamazione del Liberty, mi hanno scontato sul prezzo finale circa 500 euro. In tutto  mi è costato 1760 euro, compresi gli accessori, cioè il bauletto più grande di quello  di serie, il supporto rinforzato e il parabrezza.Â
Non è poco, ma ho scoperto altri vantaggi:  intanto, come dicevo,  viaggiare  silenziosi e  senza  gas di scarico sotto il naso mi ha cambiato la vita. Ho ritrovato il gusto di spostarmi. Poi non c’è più la schiavitù del rifornimento di benzina e olio. Arrivo in ufficio e ricarico la batteria estraibile (pesa circa 7 chili e riesco a trasportarla facilmente) mentre lavoro; oppure a casa di notte. Va bene qualsiasi presa, anche quella della scrivania. Rimanere a piedi perché  il serbatoio è vuoto? Un imprevisto che non (mi)  capiterà più. E ancora: non pago il bollo, e l’assicurazione ha un importo decisamente inferiore. Lo scooter  ha il Gps e con una app leggo sullo smartphone se la batteria è in carica e quanta autonomia mi rimane. Ma quello non è un problema: con i miei 10-15 km al giorno potrei ricaricarla una o due volte alla settimana.Â
Che sorpresa l’aria pulita, resti così anche dopo
 Proprio in questi giorni ripenso spesso alla scelta  felice  che ho fatto. Finito il lock down  ci sarà una “fase 2” piuttosto complicata in una città come Milano. Gli ingressi  in  metro e su tutti i mezzi pubblici saranno  contingentati per molto tempo. Conoscendo bene la frenesia  di Milano, temo che molti  torneranno ad usare l’auto con conseguenze terribili per l’ambiente  e lo smog. Io sono diventata una motociclista elettrica per caso, ma credo che tutti dovrebbero diventarlo per scelta. L’aria leggera che si respira  in questi giorni è l’unica  cosa che rimpiangerò di questo incubo che è stato il COVID-19 e il lock down. Una cosa a tutti vorrei consigliarla: l’alternativa all’auto c’è e forse  questo  potrebbe essere il momento della  svolta.Â
Marco
Brava Anna, spero che altri seguano presto il tuo esempio.
In questi momenti difficili dobbiamo fare qualcosa per l’ambiente .
Io sono appassionato di veicoli elettrici e guido dal 2010 uno scooter Lukas Two (sembra una
Vespa Primavera)e un quadriciclo elettrico di piccole dimensioni Start Lab Open .
“Suvvia guidiamo elettrico”! (°)
Marco Castagnone
(°) : e’ il nome della ns.Associazione fondata con amici fidati nel 2012 a Genova
e perché non condividi la tua esperienza con il Lukas Two su Vaielettrico.it, Marco? A chi sta pensando oggi allo scooter elettrico interesserebbe sapere che me pensa chi ne guida uno da dieci anni…
Pur non sapendo come fare il suo piccolo per fortuna ha fatto qualcosa!
Molto brava, e dire quanto ancora che non solo non fanno ma nemmeno hanno percezione della cosa!