Nonostante gli annunci, le società che producono gas e petrolio destinano solo una piccola quota dei loro bilanci negli investimenti per le rinnovabili, non più del 4%. La denuncia è dell’Agenzia internazionale per l’energia
Quando accusano Big Oil di “greenwashing“, le associazioni e i think tank ambientalisti non hanno tutti i torti. Nonostante le società che producono gas e petrolio sostengano di destinare ogni anno cifre sempre maggiori per le rinnovabili e le energie green, i numeri dicono esattamente il contrario.
Lo rivela il report annuale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea): gli investimenti in rinnovabili da parte delle società petrolifere e del gas hanno raggiunto i 30 miliardi di dollari nel 2023. Una cifra che rappresenta solo il 4% della spesa in conto capitale del settore.
Contemporaneamente, c’è stata una ripresa degli investimenti nella ricerca e sviluppo di giacimenti di petrolio e gas. Anche se, in verità, questo è da attribuire soprattutto dalle compagnie petrolifere nazionali in Medio Oriente e Asia.
Economie asiatiche leader in investimenti in rinnovabili. Ma anche in gas e petrolio
Il fatto che siano Cina e Asia a trainare gli investimenti in rinnovabili è una contraddizione apparente. Sono economie in continua espansione, dove è presente una forte urbanizzazione: due fenomeni che richiedono grandi quantità di energia che va recuperata con tutte le tecnologie possibili.
Ma la fase di transizione energetica globale ha preso una direzione molto precisa. Lo rivela sempre l’Iea. Gli investimenti globali nell’elettricità a basse emissioni nel 2024 saliranno a 10 volte di più rispetto all’energia fossile, in particolare per l’aumento della spesa per i progetti solari.
Gli investimenti in energia pulita hanno superato i combustibili fossili per la prima volta nel 2023
La cifra globale degli investimenti in energia pulita, ha superato quella nei combustibili fossili per la prima volta l’anno scorso- Sarà il doppio della previsione di 1 trilione di dollari per carbone, gas e petrolio nel 2024.
“Per ogni dollaro che oggi va ai combustibili fossili, quasi 2 dollari vengono investiti in energia pulita“, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol.
Il quale, però, ha lanciato un nuovo allarme per ricordare come la lotta al cambiamento climatico sia lontana dall’essere vinta. La spesa per petrolio e gas, infatti, è ancora troppo alta per raggiungere gli obiettivi climatici mondiali.
In sostanza, gli investimenti in rinnovabili non sono ancora sufficienti per ridurre le emissioni che causano l’aumento delle temperature.
Io a questo mondo posso dire che peggio dei petrolieri non ho visto nulla, ma non solo sul fronte inquinamento, mancanza di rispetto delle popolazioni, le guerre provocate ecc. ma anche come trattano i propri dipendenti:
– se un gestore di pompe di benzina seppur bravo a diventare riferimento ed amico dei clienti e con un fatturato di tutto rispetto ha la sfortuna di essere in un punto vendita che per qualche motivo deve essere chiuso, l’azienda petrolifera inizia a fargli la guerra: togliendogli le promozioni, alzandogli il prezzo dei combustibili, ecc. con un solo scopo farlo mollare per non riconoscergli indennizzi. Ed è a questo punto che il poveretto inizia a vedere i suoi margini ridursi sempre più fino a lavorare quasi gratis, una pena.
Spero che nessuno pensi che con le colonnine si stiano comportando diversamente!?
Dietro alla singola colonnina che viene smantellata non c’è un padre di famiglia legato solo a quella.