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Energia e clima, l’urlo di Soldini: “Il tempo è finito, eolico anche in mare”

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Giovanni Soldini
Il navigatore e velista Giovanni Soldini Crediti JMitchell

Giovanni Soldini ha fatto più volte il giro del mondo a vela e partecipato da protagonista alle regate oceaniche più importanti sfruttando la forza del vento. Ha fondato anche l’azienda Solbian che sviluppa pannelli fotovoltaici. Ma non gli basta e da sempre cerca soluzioni alternative al consumo di combustibili fossili. A partire “dal risparmio energetico” come racconta a Vaielettrico in questa intervista dove dice una cosa importante: “La crisi climatica non ci da tempo, fare subito, anche l’eolico sul mare“. 

La sua passione per l’ambiente e le rinnovabili  viene da lontano?

Mi interesso da sempre a queste tematiche e oggi la mia barca Maserati Multi 70 è quasi autonoma dal punto di vista energetico. Utilizziamo 8 pannelli solari Solbian. Una barca che va lontano ha un problema energetico molto importante: se riesci a produrre l’energia con fonti rinnovabili la barca è anche più efficiente perché fai a meno del peso del gasolio.

Giovanni Soldini
Soldini in navigazione, sempre più sostenibile

Su Maserati l’impianto da 1,3 kW ci rende quasi autonomi quando ci sono buone condizioni di sole. Se piove per due o tre giorni, se fa grigio, allora abbiamo bisogno di energia extra. Stiamo cercando di implementare il sistema per riuscire a liberarci dagli idrocarburi.

“Il mondo della Nautica dica addio agli idrocaburi”

Il mondo della vela è pronto alla transizione ecologica?

E’ tutto il mondo della nautica che deve cambiare. Pensiamo a chi ha un grosso motoscafo che fa 50 mila litri di pieno… Naturalmente iniziamo tutti quasi da zero e tutti dobbiamo fare uno sforzo. Esiste però un grosso problema di autonomia: un motore che deve spingere una barca in mezzo al mare fa tanta fatica. 

Una barca a vela ha il grosso vantaggio che può andare con il vento soprattutto se è una barca  efficiente. Noi con Maserati abbiamo fatto due giri del mondo e abbiamo consumato duecento litri di gasolio.

Il limite è l’autonomia delle batterie. Puoi produrti l’energia con le fonti rinnovabili ma hai bisogno di tantissima superficie e non tutte le barche ne hanno a disposizione.  E più grande è la barca più questa ha necessità di energia. In futuro un grosso ruolo lo potrà avere l’idrogeno. Su Maserati siamo sempre alla ricerca di nuove soluzioni e ci stiamo guardando da vicino. Il nostro obiettivo è cercare di diventare completamente autonomi.

Abbiamo il solare e pensiamo di sviluppare l’eolico e l’idrico. Sono sistemi diversi e chissà, anche l’idrogeno che oggi ha qualche problema perché non ci sono strutture e poi bisogna capire come viene prodotto.

Nautica elettrica
Maserati, la barca quasi autonoma dal punto di vista energetico

La barca è un piccolo mondo e ha tutti i problemi del mondo, ma si presentano in uno spazio più piccolo e anche gestibile dove puoi prendere delle decisioni. Come li risolviamo i problemi? Con pannelli solari, l’eolico e sicuramente anche un idro generatore è una scelta intelligente. Ma la prima risorsa è l‘attenzione ai consumi, il risparmio.

LEGGI ANCHE: I velisti intervistati da Vaielettrico Vittorio Malingri, Gaetano Mura, Matteo Miceli

“Il primo passo è il risparmio energetico”

Solare, eolico, idrico ma grande attenzione alla riduzione dei consumi?

Mi è capitato di attraversare l’intero Oceano Pacifico con il motore rotto e abbiamo navigato con i pannelli solari. Ma rinunciando a certi consumi. L’energia la utilizziamo per igienizzare l’acqua e di quello non puoi fare a meno. Puoi rinunciare al computer acceso tutto il giorno, puoi spegnere un sacco di cose e non muori mica.  Così bisognerebbe fare nel mondo, a terra, nelle città.

C’è  una crisi energetica pazzesca e i prezzi del gas sono schizzati alle stelle. La prima cosa da fare è installare una valanga di pale eoliche perché in Italia abbiamo solo il 5% da questa energia ma potremo fare tranquillamente il 30%.

“Il mare ti insegna le priorità: sopravvivere”

Anche in mare?

Sulle montagne, ma certo anche in mezzo al mare, grazie alle soluzioni galleggianti si possono fare degli impianti marini. Lontani dalla costa non danno nessun fastidio. Poi, fastidio o non fastidio, siamo davanti a una svolta epocale, c’è una crisi climatica mai vista  davanti a noi.

A chi dice che gli impianti eolici sono brutti da vedere non so francamente cosa rispondere. Meglio andare a vivere sotto una bella centrale a carbone?

Nautica elettrica
Pannelli solari Solbian installati su una barca

A qualcosa bisogna rinunciare, bisogna sviluppare le energie alternative e bisogna lavorare tanto sui consumi. I nostri appartamenti sono super riscaldati, super illuminati, super tutto.  Possiamo rinunciare a 1,5 gradi di riscaldamento,  a un paio di gradi di raffrescamento d’estate, non si muore e  risolviamo un problema.

In mare bisogna fare i conti con la scarsità delle risorse?

Sei in mezzo al mare,  si rompe il motore, hai solo le energie rinnovabili e qual punto decidi tu quanto consumare per poter navigare. 

“Il nucleare? Se un pazzo ti bombarda…”

Con le energie alternative si possono fare tante cose e in modo più economico. E’ più economico un parco eolico di una centrale nucleare, senza dubbio e senza mettersi a discutere. E’ molto più sicuro e meno vulnerabile. Abbiamo visto in questi giorni cosa vuol dire avere una centrale nucleare vicino a una città. Se poi c’è il pazzo furioso che te la bombarda…

gas
Parco eolico offshore di Rampion in Regno Unito, ha una potenza installata di 400MW

E l’uranio non si trova facilmente, mentre il vento e il sole sono a disposizione di tutti. Noi in Italia siamo avvantaggiati. Si dovrebbero fare tanti impianti al sud, ma ci sono  iter autorizzativi  talmente complicati che anche i tanti imprenditori che sarebbero pronti a investire dopo un po’ gettano la spugna.

Anche sull’elettrico si potrebbero convertire tanti motori, i motorini vecchi che ci sono in giro, le vecchie auto, la Vespa 50 che usavamo da ragazzini. Se ce lo facessero fare, con dei kit…(ricordiamo il calvario del retrokit di Rimini).

Bisogna fare queste cose qui e farle subito. Il tempo che ci rimane è poco.

“In mare i segni della catastrofe, ma anche a Milano…”

Lei naviga e ha la possibilità di osservare tante situazioni ambientali a rischio.

Oggi tutti possono conoscere lo stato del Pianeta, basta  la foto del Po in secca pubblicata dai giornali. Poi, certo, in navigazione vedi che i ghiacci si sciolgono o che la corrente del Golfo è diminuita. Abbiamo sempre più eventi climatici estremi, ma se ne rende conto anche uno che vive a Milano dove non piove da tre mesi. E’ un problema.

In Austria e Germania ci sono dei limiti per le licenze delle barche nelle acque interne, con restrizioni per le termiche rispetto alle elettriche. Sei d’accordo con queste normative?

Queste norme possono essere anche utili. Ma io credo  che sia necessario agire piutosto per facilitare le persone a fare delle cose intelligenti. Se mi fai mettere un motore elettrico senza farmi diventare pazzo su una vecchia barca io sono spinto a farlo.  Le persone vogliono cambiare, non inquinare e bisogna metterle in condizioni di poterlo fare

barca a vela elettrica
I pannelli solari per la barca a vela Malizia della Solbian

Chi va in giro con un motoscafo che consuma 10mila litri ogni due ore  tra poco sarà considerato un troglodita. E a questi soggetti toglierei il gasolio agevolato; sono di solito barche registrate come commerciali ma in realtà sono barche che trasportano persone agiate. Almeno il gasolio lo paghino caro.

“Solbian è il mio orgoglio, ma che impresa…”

Lei è anche un imprenditore con la Solbian…

Un’esperienza bellissima. E’ nata nel 1997. Incontrai un fisico che si occupava di fotovoltaico e  avevo l’idea di fare una barca a vela completamente autonoma, piena di celle solari sul ponte. Insieme a lui abbiamo sviluppato l’idea di pannelli molto fini, che si incollano, diventano calpestabili e che possono essere anti sdrucciolo e possono essere piegati.

Una barca solare equipaggiata con i pannelli Solbian

Ho realizzato la barca e i miei concorrenti hanno iniziato a chiedermi i pannelli. Abbiamo capito che c’era uno spazio; trovati gli investitori siamo partiti. Sono stati anni molto difficili. Il mercato non era pronto e in Italia fare un’azienda è veramente arduo. Avevamo fatto tutto il business plan  considerando il conto energia, ottenuta la certificazione, ma poi lo hanno cancellato.  Abbiamo speso un sacco di soldi per niente.

Per fortuna l’azienda si è tenuta a galla; ci lavora tanta gente fantastica e oggi è una realtà leader nel mondo, vende in 50 paesi. Vado molto fiero  di questa impresa.

Solbian non si occupa  solo di nautica come dimostra il progetto sull’agricoltura con il politecnico di Torino presentato al convegno di  Vaielettrico a Fieragricola a Verona.

 

rover
Il robot agricolo del Politecnico di Torino alimentato da pannello fotovoltaico Solbian

Abbiamo fatto tante cose diverse: allestito ambulanze, macchine da corsa elettriche, auto. Siamo partiti dalla nautica  come core business ma non lo è più.  Il mercato è cambiato e la gente si è resa conto che ci sono tante opportunità e prodursi l’energia con un pannello solare è una cosa molto intelligente. I  nostri pannelli sono adattabili a mille situazioni.

Il tuo ultimo impegno ecologico è il contributo al programma di Ocean Literacy, promosso dall’Unesco tramite la Commissione Oceanografica Intergovernativa (COI) per aumentare consapevolezza e conoscenza sul mare. Ce ne puoi parlare?

Si tratta di analizzare la CO2 presente in superficie attraverso la raccolta di campioni di acqua. Si registrano i dati che poi vengono studiati dalla comunità scientifica per cercare di capire quello che sta succedendo. Un’azienda tedesca ha sviluppato il macchinario adatto ad essere montato su Maserati Multi 70. E stato il mio amico Boris Herrmann che mi ha introdotto in questa attività (leggi qui).

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9 COMMENTI

  1. In molti dimenticano che in Italia si può sfruttare anche il geotermico…
    Ringraziamo i nostri politicanti che fanno poco o nulla per dolo, incompetenza o… semplicemente per interessi trasversali.

  2. Il metanolo sarebbe cmq il combustibile perfetto per contesti marini che Soldini sembra cercare. Non solo è molto pulito come combustione, può essere prodotto accumulando “eccessi” di fonti rinnovabili (anche eolico), ma anche l’ enorme vantaggio in un contesto marino di essere perfettamente biodegradabile in acqua, per cui una perdita di combustibile non avrebbe alcun effetto sull’ ecosistema marino (a differenza di quanto avviene con il petrolio e derivati). Molto interessante, in Svezia e Scandinavia, hanno già avviati la conversione della loro flotta di traghetti in metanolo

    https://youtu.be/5lBIPjFbpYU

  3. Ma insomma, qualche esperto mi sa dire perchè con tutte le coste che abbiamo non si fanno i parchi eolici in mare?????

    • perchè l’italia vive di politic politicante

      Se qualcuno dice A ci sarà sempre qualche MACACO che dirà che è MEGLIO B !!

      e anche se la maggioranza vorrebbe A , avendo con un referendum che non vogliono B !!

      il MACACO insisterà su media per decenni che è meglio B ;
      perchè lui è …
      “Classe diriGGente !!”

      ogni riferimento al nucleare e agli idrocarburi fossi.. pardon B non è puramente casuale
      ogni riferimento negativo all’oligarch.. pardon alla “classe dirigente” italiano
      e sentitamente voluto

      hasta el Costa Rica siempre

    • Infatti, tra fotovoltaico ed eolico l’Italia potrebbe avere a disposizione energia da vendere. Altro che dipendenza dal gas russo!

    • Perché l’ Italia, con qualche portante eccezione, non è un Paese molto ventoso, per cui è normale che si favorisca il solare FV all’ eolico. Che per di più non ha occupazione di territorio (anche marino) e non ha costi di trasmissione di elettricità, che in particolare per siti lontani come eolico marino di decine di km dai punti di maggiore utilizzo sono molto rilevanti. Ad ogni modo anche l’ eolico marino ha una incentivazione molto generosa come le altre fonti rinnovabili

      • Mi sembra scorretto dire che il FV non ha occupazione di territorio: non ha mai visto i “campi” di pannelli fotovoltaici?

        • Certo, ha assolutamente ragione, ma il FV a differenza dell’ eolico può essere benissimo distribuito praticamente senza costi extra in superfici “vuote” che non comportano occupazione di territorio. Ovviamente il FV su campo aperto ha le stesse identiche contraddizioni dell’ eolico (a parte il fatto che in Italia, in media, a differenza del nord Europa, abbiamo molto più sole che vento – con poche importanti eccezioni)

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