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Bitcoin, ora i “minatori” fanno i soldi vendendo energia ai data center

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Negli Stati Uniti è battaglia aperta per l’energia. Da una parte i colossi tecnologici dell’intelligenza artificiale, dall’altra il mondo dei bitcoin: due mercati energivori che si contendono le risorse in una lotta al maggior guadagno. Però sempre più impari.

Non si placa la sete di energia delle grandi aziende tecnologiche impegnate nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e cloud computing in rapida espansione. Una corsa ad accaparrarsi più risorse possibili da incanalare nei propri data center che negli Stati Uniti ha iniziato a coinvolgere da vicino un altro mercato energivoro importante, quello delle criptovalute. In particolare, l’attività portata avanti dai cosiddetti “minatori” (mining), fondamentale al funzionamento della rete dei bitcoin e ad alta intensità energetica, quindi in lotta anch’essa per le stesse risorse e contratti energetici.

Ne sta nascendo una sorta di battaglia tra colossi energivori, il cui perseguimento degli obiettivi energetici si sta rivelando un nodo centrale che scuote entrambi i settori. Con prospettive future che, secondo alcuni analisti, porteranno a risvolti molto interessanti, potenzialmente vantaggiosi per entrambi i mercati.

Il motivo? Perché molte aziende tecnologiche statunitensi, sempre più a caccia di energia, stanno perseguendo le risorse energetiche detenute proprio dai minatori di bitcoin.

Data center, una mano dai bitcoin

All’interno di questa corsa all’energia, infatti, sono già diversi i grandi “minatori” che hanno iniziato strategicamente a commercializzare le loro proprietà e servizi energetici alle attività di intelligenza artificiale e cloud computing. Realizzando così enormi profitti affittando o vendendo le proprie infrastrutture e i siti collegati all’elettricità alla tecnologia.

Se queste mosse strategiche diventassero una costante, gli analisti prevedono che il 20% della capacità energetica dei minatori di bitcoin passerà all’intelligenza artificiale entro la fine del 2027. I data center delle aziende tecnologiche potrebbero così utilizzare fino al 9% dell’elettricità totale generata negli Stati Uniti entro la fine del decennio, più che raddoppiando il loro consumo attuale.

Togliendo inoltre a molti altri minatori bitcoin le risorse energetiche per rimanere in attività.

Vantaggi per tutti

Con queste premesse la battaglia tra colossi per l’energia sembra quindi destinata a diventare del tutto impari, soprattutto se l’interesse di minatori e aziende dovesse crescere sull’onda di risultati a loro favorevoli.
Secondo uno studio effettuato da Morgan Stanley, infatti, pare che per i minatori di criptovalute con grandi risorse energetiche, riconvertire le operazioni per l’intelligenza artificiale possa rendere le loro strutture fino a cinque volte più preziose.

Allo stesso modo, per le aziende tecnologiche, acquistare o affittare spazio presso un minatore con almeno 100 MW di capacità può ridurre i tempi di attesa per il lancio di un data center di circa 3 anni, facendo risparmiare miliardi di dollari.

La transizione costa

Ovviamente non siamo di fronte a passaggi che avvengono dall’oggi al domani e in maniera così fluida. Le transazioni comportano dei costi e non tutti i minatori di bitcoin intendono abbandonare il mining di criptovalute come attività principale. I dubbi in parte permangono.
Come affermato alla Reuters da Zach Bradford, CEO di CleanSpark CEO, “la maggior parte dei minatori di bitcoin che dice che utilizzerà l’intelligenza artificiale non sa davvero in cosa si stanno cacciando. Circa il 90% delle miniere di bitcoin del Paese può essere costruito in 6-12 mesi, contro i 3 anni di un data center più sofisticato.

Tali miniere – ha aggiunto – dovrebbero essere di fatto ricostruite per incorporare strutture di raffreddamento specializzate e altre infrastrutture da utilizzare per l’intelligenza artificiale o il cloud computing. Gli alti costi di costruzione di data center AI rappresenterebbero quindi un ostacolo per molti minatori di criptovalute”.

Una battaglia impari?

Costi elevati a parte, per alcuni attori del bitcoin la lotta contro i grandi capitali delle aziende tecnologiche resta comunque impari, e di competizione per le risorse energetiche non bisognerebbe nemmeno parlarne. 

Sergii Gerasymovych, CEO di EZ Blockchain, che fornisce attrezzature e servizi per il mining di criptovalute, ha sottolineato sempre alla Reuters come la sua società abbia dovuto abbandonare un progetto da 10 MW con un’azienda di servizi di pubblica utilità nel momento in cui si è trovata a confrontarsi con una società hyperscaler di intelligenza artificiale capace di mettere sul piatto miliardi di dollari di capitale in più.
Per loro, si tratta di accelerare il mercato e stanno semplicemente buttando soldi in giro” – ha detto – “Cosa c’è con cui competere?”.

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2 COMMENTI

  1. L’intelligenza artificiale è alimentata dalla stupidità naturale umana quindi a livello energetico sarà al sicuro. Invece di ridurre i consumi e gestire l’energia con oculatezza mettiamo in piedi queste porcherie che servono più a creare danni che altro. Poi però mi dicono di mettere la ciabatta con interruttore alla TV perché altrimenti il led che assorbe pochi mA sta sempre acceso…

  2. Due scempiaggini tecnologiche con un solo tragico risultato…. far ulteriormente esplodere i consumi energetici e la crisi climatica planetaria (con le sue nefaste conseguenze su enormi gruppi umani delle zone più colpite dalle calamità “naturali”).

    Le criptovalute non hanno possibilità di essere usate come “moneta” di scambio legale in quanto il valore è troppo oscillante; viene però impiegata per gigantesche operazioni illegali …

    L’ “intelligenza artificiale” al momento è un gigantesco replicatore “stupido” di quanto vien fornito per addestrarla…. quindi capace di enormi “allucinazioni” (così vengono definite dagli esperti in materia) e persino di emulare i peggiori comportamenti dei “leoni da tastiera”.
    Quella messa a disposizione di gran parte degli utenti poi serve a limitare il proprio intelletto … per guadagnare minuti a Non leggere un testo per intero, a Non scrivere personalmente una mail di risposta…. Nel peggiore dei casi a creare dal nulla fake news ed altre fesserie come Papa Francesco col piumino da trapper.

    Tutto ciò mi fa pensare che è molto giusto che l’energia costi tanto… per non sprecarla in modi idioti che poi ci accelerano la distruzione degli spazi vitali su questo piccolo, UNICO pianeta abitabile… alla faccia dei sogni “marziani” di Musk….

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