L’inquinamento acustico è un problema grave per le persone, con conseguenze anche neurologiche, ma provoca conseguenze anche sott’acqua. I motori marini, in particolare quelli termici, sono tra i colpevoli. Abbiamo scritto dello studio nell’area marina protetta di Miramare a Trieste (leggi), ma è ricca la bibliografia sul tema. L’ultimo contributo è di Temo France, produttore di fuoribordo elettrici, in collaborazione con Ensata Bretagne (École Nationale Supérieure des Techniques Avancées Bretagne) sul Lac de Guerlédan in Francia.
I motori termici cinque volte più rumorosi di quelli elettrici
I test sono stati effettuati nel giugno 2024 sul Lac de Guerlédan provando il Temo 450, il Temo 1000 e due motori fuoribordo da 3 e 5 CV. I ricercatori hanno registrato le emissioni acustiche dei motori analizzando poi i segnali su un’ampia banda di frequenza. In questo modo è stato possibile il confronto. In un ambiente come quello sottomarino dove, in assenza di luce, l’acustica è uno strumento di comunicazione vitale.

I risultati dello studio «confermano una chiara tendenza: i motori a combustione emettono un livello sonoro generalmente più forte e più uniforme in tutto lo spettro. In media, la differenza è di 10 decibel SPL, ovvero circa cinque volte più potente di un motore elettrico. Questa differenza è particolarmente marcata nelle basse frequenze, che si propagano maggiormente sott’acqua. Queste sono anche le frequenze utilizzate da molte specie per comunicare o orientarsi, il che aumenta il rischio di “mascheramento acustico“, il principale impatto della navigazione da diporto sulla fauna selvatica.
L’elettrico riduce il danno dell’effetto mascheramento
Cos’è il mascheramento? «Corrisponde all’interferenza” da parte del rumore antropico delle frequenze utilizzate dalle specie per comunicare o localizzarsi. I suoni coperti non sono più percepibili dalle specie. Questo il significato del mascheramento». Le conseguenze? «Può indurre disturbi comportamentali di natura vitale, in particolare il successo riproduttivo e la coesione sociale, che possono danneggiare la salute di una popolazione, attraverso un calo demografico».

I motori elettrici sono caratterizzati da emissioni occasionali in determinate gamme di frequenza. I picchi al di sotto dei 2 kHz sono attribuiti all’elica, mentre le linee spettrali ad alta frequenza provengono dall’elettronica di potenza. Secondo lo studio sebbene queste emissioni specifiche meritino di essere studiate in dettaglio, la loro propagazione rimane limitata: a 30 metri, il segnale dei motori elettrici si fonde quasi con il rumore ambientale, a differenza dei motori a combustione, che sono ancora udibili a questa distanza.
Le conseguenze e le difformità di effetti tra le due motorizzazioni «non sembrano causare danni fisiologici alla fauna selvatica. L’impatto è principalmente comportamentale, in quanto altera i segnali utilizzati per la riproduzione, l’alimentazione o la coesione di gruppo. Studi etologici dimostrano che un mascheramento prolungato può influire sul successo riproduttivo o sulla sopravvivenza degli individui giovani».
Due studi pubblicati nel 2024 confermano queste tendenze. Le differenze osservate tra motori elettrici e a combustione interna variano da 5 a 15 dB SPL, a seconda della potenza e della velocità di funzionamento. Lo studio italiano di Gaggero illustra anche la differenza nel perimetro dell’impatto acustico, che è minore per le imbarcazioni elettriche, in particolare per i pesci e i delfini. Soprattutto in zone marine o nelle acque interne sovraffollate, dove in spazi ristretti si ritrovano centinaia di barche, oltre le emissioni nocive è importante prendere in considerazi0ne questo fenomeno. Sottostimato anche nei nostri centri urbani. Clicca qui per una sintesi dettagliata dello studio.


