In due mesi abbiamo visto arrivare molti nuovi modelli di trattori elettrici, alcuni prototipi ma anche pre-serie, e stanno partendo le linee di produzione. Si annunciano fino a 4mila unità l’anno. E’ l’Italia è in prima fila mondiale. Nel Pnrr sono previsti finanziamenti per il loro acquisto, ma il ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida rema contro.

Il ministro di Fdi usa queste parole sull’impianto del Pnrr: “Meno bene altri capitoli condizionati da impostazioni ideologiche, come gli incentivi ai trattori elettrici o altri che si sono scontrati con l’aumento dei costi delle materie prime“.
I trattori elettrici sono ideologia e non salute?
Ecco le parole dedicate ai trattori elettrici in un’intervista di Lollobrigida al Sole24Ore: “L’esempio eclatante è quello delle macchine elettriche o a biometano cui sono riservati fondi Pnrr e che sul mercato non sono disponibili nelle dimensioni e caratteristiche che ne permettano un utilizzo in agricoltura. I dati dicono che nel 2021 a fronte di 5mila trattori venduti sa quanti sono stati quelli elettrici? Dodici“.

Con i fondi del Pnrr potrebbero moltiplicare le vendite ma il ministro proprio non ne vuole sentire. Ecco cosa vuole fare, anzi non far fare: “Se l’obiettivo è ridurre le emissioni di CO2, va incentivato un sistema di rottamazione dei trattori di vecchia generazione e inquinanti, con macchine agricole “Stage V” con emissioni inferiori di quasi il 100%. Se così fosse, sarebbe possibile raggiungere in una prima fase 10mila beneficiari e in una seconda 15mila“.
Al ministro: tutti i motori termici inquinano
Dalle parole di Lollobrigida sembra che le più recenti propulsioni termiche non siano inquinanti. Chiaro che rispetto a macchine con decenni di vita ci sono stati significativi miglioramenti, ma le emissioni restano. Altro che “riduzione di quasi il 100%”. Per di più tutti i motori termici emettono sostanze inquinanti che i guidatori respirano per ore.

Al ministro sono arrivati in soccorso i rappresentanti di Federacma, la federazione nazionale dei commercianti macchine agricole, che in un comunicato plaudono a Lollobrigida: “Il ministro ha ragione sui trattori elettrici nel Pnrr“.
Come giustificano questa posizione? “Ipotizzare che si possano raggiungere 10.000 beneficiari entro fine 2024, abbattendo le emissioni del 95% sostituendo le macchine agricole solamente con quelle a trazione elettrica o a biometano è oggi praticamente impensabile“.
Una sfida ma bisogna iniziare
La sfida non è semplice, sappiamo bene che la produzione di trattori elettrici sta prendendo il via in questi mesi ma la posizione del ministro e dei commercianti sembra ideologica. Una parte dei trattori potrebbe essere elettrica.

Se esiste un problema di quantità questo non significa che l’elettrico non abbia i suoi vantaggi e benefici non solo in termini ambientali generali ma anche sulla salute dei lavoratori: “Ciò non risponderebbe neppure a quelli che sono gli obiettivi concreti che il nostro Paese può raggiungere in termini di impatto ambientale, sicurezza sul lavoro e riduzione del consumo di carburanti con il Pnrr. Raccogliamo, pertanto, con grande apprezzamento le parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha ricordato l’assurdità dell’attuale impostazione della misura“. Queste le parole di Andrea Borio, presidente di Federacma.

Il rappresentante dei commercianti sottolinea: “È quantomai necessario calibrare nel modo più efficiente e utile il bando relativo alla meccanizzazione agraria che, stando alle tempistiche previste, sarà emanato nel primo trimestre 2023 con uno stanziamento di ben 400 milioni di euro, con contributi in conto capitale al 40% e sino al 50% per i giovani – aggiunge Borio – In Italia si contano 1 milione e 800mila trattrici, la maggior parte immatricolate prima del 2000. Di queste, i dati Inail ci dicono che 560mila sono totalmente sprovviste di qualunque tipo di protezione“.
Sarebbe interessante sapere anche cosa ne pensa l’Inail di macchine che possono provocare malattie professionali.
Giuste le considerazioni sulle protezione ma anche i polmoni sono colpiti pesantemente dai gas di scarico. Per questo sarebbe meglio non minimizzare il sistema di propulsione come si legge nel comunicato: “Se il nostro Paese vuole avere un beneficio reale dall’utilizzo dei fondi del Pnrr, migliorando l’impatto ambientale e la vita di chi lavora nelle campagne, piuttosto che concentrarsi sulla tipologia di trazione, se elettrica o a biometano sarà determinante destinare i fondi per i mezzi con potenza massima 120 CV, andando così a sostituire in via prioritaria i trattori vetusti ante 1996 ed escludendo magari coloro che hanno già potuto beneficiare di altri incentivi. Solo così toglieremo dalle strade mezzi inefficienti, inquinanti e poco sicuri per la vita di chi lavora”.
Insomma, la solita argomentazione, già proposta dalla parte più retriva dei costruttori di auto contro il blocco dei motori termici dal 2035.
Gli agricoltori, da sempre, sono una delle componenti più tradizionaliste e conservatrici della società. All’alba della mia carriera lavorativa ho fatto anche il rappresentante di mangimi e ho fatto una certa esperienza diretta su quello che affermo. Senza considerare che ora vivo in montagna e parlo quasi quotidianamente con gli agricoltori.
È ovvio che l’elettrificazione dei mezzi pone nuove sfide e problemi da risolvere. E questo lo possiamo appurare anche per le comuni automobili elettriche. Per i mezzi operativi, da lavoro agricolo, la potenza, il peso del mezzo e la durata dell’autonomia pongono delle problematiche nel lavoro quotidiano che sono diverse a seconda dell’impiego desiderato. Ad es. un lavoro in un vigneto collinare, in un frutteto di pianura e in una grande estensione coltivata a cereali, hanno caratteristiche molto diverse. Quindi normalmente si utilizzano trattori diversi per diverse lavorazioni. Se in questo momento, allo stato dell’arte, risulta difficile usare un grosso trattore elettrico per effettuare un’aratura profonda per 6 ore continuative, significa che solo in questo caso si utilizzerà un diesel, ma per tanti altri impieghi sarà possibile una transizione verso l’elettrico.
Per riprendere il discorso così come l’ho iniziato, se da un lato abbiamo dei soggetti poco disposti al cambiamento e dall’altro abbiamo responsabili politici, tecnici e commerciali che, per svariate ragioni remano contro, ovviamente non si va da nessuna parte!
Il discorso sulla prevenzione delle malattie professionali ha sempre trovato, nella categoria in questione, delle grosse resistenze. Spesso gli agricoltori sono abbastanza insensibili a questi discorsi e non usano con riluttanza i mezzi di protezione sia per le vie respiratorie che per la protezione da ribaltamento, ecc. Per assurdo forse sarebbe più efficace spingere maggiormente sul rispetto per l’ambiente che sull’argomento della salute degli addetti.
Comunque nel settore agricolo saranno estremamente più sensibili alla transizione energetica i giovani agricoltori singoli o associati in cooperative (più vicini alle nuove tecnologie utilizzano già il gps con la guida autonoma sui loro mezzi), mentre “i vecchi contadini” andranno avanti come han sempre fatto.
Errata corrige: ….questi discorsi e usano con riluttanza… (Togliere il “non”)
Giusto una cosa è arare e svolgere operazioni che richiedono potenza, ma sono tante le operazioni che si possono svolgere a basso consumo come ho visto per la semina, il diserbo ma ora anche la raccolta con i robot
Il problema è che una certa fazione politica fa di tutto per non togliere soldi alla raffinazione, e se ne frega della salute delle persone e del pianeta.
Leggendo quel che spara il Lollobrigida e il controcanto del Borio, mi sono veramente girate le scatole. Come si fa da parte di politici che dovrebbero innovare col pnrr a fare certi discorsi puramente ideologici? o decisamente di parte? Come fa un commerciante a fare discorsi alla Borio? Vendere macchine a climalteranti o elettriche è pur sempre vendere.
Meno male l’ironia dei tre commenti che ho trovato mi ha un po’ rallegrato.
A dir la verità vendere trattrici elettrici dovrebbe essere più vantaggioso per i commercianti visto il costo maggiore a parità di percentuali di provvigione.
no no, nessuna ideologia.. 🤣🤣
il ministro (di fdi, ricordiamolo😱) cita un dato: 12 su 5000.
sarà perché l’agricoltura non è solo frutteto, ma in maggioranza “a campo aperto”, dove non esistono mezzi elettrici adatti? mah..
sicuramente è lollobrigida (fdi 💩, sappiatelo) a remare contro macchinari (al momento) inesistenti.. 🤦♂️
con un articolo così, poi arrivano commenti come i 2 sotto il mio (forse) a elargire la sapienza di chi non sa di cosa parla..
PS: ma tra i 12 quanti comuni ci saranno?
In Cina esistono solo trattori elettrici, uno di questi monta addirittura un powertrain lucid air, più potente e grosso del cherosene più potente…!
Mai come in questo caso (sia del ministro che dei soliti difensori di posizioni acquisite di tutte queste associazioni di categoria) si può dire braccia rubate all’agricoltura.
Piaccia o meno, Lollobrigida su questo ha ragione, poco da fare, la sua affermazione “L’esempio eclatante è quello delle macchine elettriche o a biometano cui sono riservati fondi Pnrr e che sul mercato non sono disponibili nelle dimensioni e caratteristiche che ne permettano un utilizzo in agricoltura. ” non è contestabile se non per limitate e specifiche applicazioni pratiche.
Ricordiamoci che l’agricoltore è un lavoratore, ergo sceglie i suoi strumenti in base a come gli consentiranno di svolgere il suo lavoro: basta farsi un giro all’EIMA venendo dai campi per rendersi conto che il dato di 12 trattori elettrici contro 5000 è addirittura lusinghiero.
Il mondo sta cambiando e deve cambiare per evidenti problemi ambientali. Personalmente parlo con tanti produttori e tutti confermano i gravi danni creati dai cambiamenti climatici. Serve una svolta. Il ministro non ha fatto esercizio di realismo ma ha perso un’occasione buona per dire che è necessaria una svolta e che i produttori italiani sono ai vertici mondiali su questa tecnologia. Non buttiamo al vento anche questa occasione.
Belle parole ma che evidentemente non vengono pronunciate da chi lavora nei campi. Di fatto la svolta che sta auspicando significherebbe spingere gli agricoltori ad acquistare strumenti che 1) gli complicano la vita 2) non forniscono all’agricoltore le soluzioni che cerca. Se a me pasticcere serve un frullatore, non ci si lamenti se non vado a comprare un trapano: il problema qui non è la politica o Lollobrigida, è la tecnica che non fornisce lo strumento adatto alla richiesta.
Insomma Carraro investe 80 milioni e Cnh 40 così per sport. Questi sono soldi veri non chiacchere
Mio padre ha appena comprato una motofalciatrice BCS, motore Honda a benzina: quando BCS farà una motofalciatrice elettrica, dello stesso peso e con la stessa operatività di quella a benzina (e già mi vien da ridere..), allora prenderà in considerazione di sostituire l’attuale con quella ad elettroni, fino ad allora sarà l’ipotesi di farlo ad essere una chiacchiera perchè non si falcia con i soldi ma con l’attrezzo apposito. Quando ci saranno i prodotti e soprattutto se saranno validi (cosa tutta da verificare perchè qui si da un pò troppo per scontato che l’elettrico possa sostituire tutto ciò che va a petrolio…) allora verranno acquistati in proporzioni diverse da quelle attuali citate dal ministro.
Ha ragione Lollobrigida: stare 8 ore su un trattore diesel con quel suo rumore costante nelle orecchie tutto il giorno è quello che dà senso alla giornata di un coltivatore. Con i trattori elettrici si sentirebbero soli e dovrebbero andare dallo psicologo.
Senza alcun dubbio…
Senza contare che con un trattore Diesel, nelle pause, si può anche fare una bella suonatina. 🙂
https://youtu.be/jbN-jO11vKg
Ma dove le trovi ‘ste cose????
Carino eh? 😇
eccome