Decisione storica della banca olandese Ing (famosa in Italia per il conto Arancio). La banca ha avvisato i propri clienti che limiterà o addirittura interromperà i finanziamenti alle aziende che non abbracceranno la transizione green. E valuteranno caso per caso il loro impegno nella lotta al cambiamento climatico
L’amministratore delegato della banca olandese ING, Steven van Rijswijk. è stato molto chiaro. Come riportato dal Financial Times, l’istituto di credito ha valutato 2mila dei suoi maggiori clienti in base ai loro piani rivolti alla transizione green: le aziende ora avranno tempo fino al 2026 per fare progressi sufficienti per evitare il taglio dei finanziamenti.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato il manager – è assicurarci che combattano il cambiamento climatico. Non si tratta di dire addio ai clienti, ma se non fossero disposti allora significherà che diremo loro addio“.
La banca olandese: “Vogliamo aiutare i clienti a rispettare l’Accordo di Parigi”
Ing ha fatto sapere che vuole muoversi in linea con gli accodi presi alla Cop 21 di Parigi e di condividere la lotta al cambiamento climatico per limitare l’aumento della temperatura globale sotto i due gradi centigradi. La Banca vuole così “aiutare i clienti a muoversi in questa direzione“.
In buona sostanza, la banca olandese Ing ha sollevato un caso molto interessante di greenhushing. Di cosa si tratta? In pratica, consiste nel non comunicare o comunicare poco le proprie iniziative e i propri obiettivi in materia di sostenibilità ambientale.
Dal greenwashing all’ hushwashing
Una partica che si può mettere in parallelo al greenwashing, che consiste nel presentare come sostenibili attività o prodotti che, in realtà, hanno un impatto negativo sull’ambiente o nel renderle esplicite per “ripulire” la reputazione del brand.
Non a caso questo avviene in Olanda, dove il tribunale dell’Aia ha condannato il colosso degli idrocarburi Shell perché rispetti gli accordi di Parigi, dopo un esposto presentato da un gruppo di cittadini.
Una sentenza che ha fatto il giro del mondo e ha gettato le basi per cause simili (tra cui una in Italia mossa contro il gruppo Eni): Shell è stata condannata a tagliare le emissioni del 40% entro il 2030.
Wow, ottima notizia: se iniziano a muoversi anche le banche – pur se “stimolate” da cause promosse da cittadini e sentenze di tribunali che danno loro ragione – forse lo transizione energetica verrà presa un po’ più seriamente dalle aziende.
Bella notizia. 👍
Senza imporre nulla…. si mettono però limiti alle emissioni tecnicamente raggiungibili; chi le supera paga multe salate, da reinvestire in miglioramenti ambientali; chi persevera (facendo solo greenwashing) perde la licenza d’esercizio o le concessioni.
Eppur si muove.
Indice ESG, chi era costui?
Piano piano, quatto quatto, la realtà del climate change arriva a tutti i livelli.
Ottima e straordinaria notizia.
Adesso aspettiamo che dicano che è greenwashing e la banca ama perdere clienti (ed è vero: quelli che nel lungo termine saranno insolventi…)