«Se lo chiamiamo “indovinometro” è perché ci siamo accorti tutti che, alla fin fine, non è che sia una meraviglia di perfezione». E’ l’incipit del secondo articolo di un lettore molto speciale: Ivano Monici. Utilizza da 27 mesi una Skoda Octavia iV Plug-in Hybrid e giorno per giorno registra tutti i dati di percorrenza, consumo, ricarica. Con la sua esperienza di analista industriale li inserisce nel computer e ne ricava preziose statistiche, che ama condividere con tutti noi. In questo caso su un argomento lungamente dibattuto: l’affidabilità dell’indovinometro di bordo.
di Ivano Monici
Se lo chiamiamo “indovinometro” è perché ci siamo accorti tutti che, alla fin fine, non è che sia una meraviglia di perfezione. Ha tutte le ragioni, ovviamente: si basa sugli ultimi Km che abbiamo fatto, su come abbiamo guidato, con quale consumo. Sa quanta energia (di qualunque tipo) abbiamo “a bordo”, e fa la sua stima in base a come lo hanno programmato “in fabbrica”. E non conosce il futuro, nonostante cerchi di “indovinarlo”!
L’indovinometro non conosce il futuro
Chi, come me, è noiosamente ripetitivo ed attento, non noterà enormi scostamenti tra reale e stimato sul “lungo termine”. Chi è un po’ meno ripetitivo nelle modalità e situazioni di guida, per traffico e per “piede”, dirà che è uno strumento totalmente impreciso.
Per tutti, dopo un singolo viaggio, beh… è un po’ come giocare a dadi. Del resto, come può sapere come guideremo il giorno dopo e quello dopo ancora?
Non so per gli altri che precisione abbia, ma vorrei far vedere, per me, quanto sia impreciso in realtà. Ovviamente, parlo dell’indovinometro “lato elettrico”. Quello “lato benzina” non è utile “attenzionarlo”, ma le logiche sottese sono le medesime.
Con la densità energetica bassa delle attuali batterie, l’aspetto autonomia richiede, invece, una certa attenzione. Per le BEV in situazioni particolari o in viaggi lunghi, per le PHEV praticamente sempre (se si vuole inquinare il meno possibile).
L’analisi che segue evidenzia, per la mia Skoda Octavia Combi iV Plug-in Hybrid, quale sia stato lo scostamento tra autonomia indicata dal Computer di bordo (se preferite, dall’indovinometro) al termine di ogni carica e la distanza effettivamente
percorsa con quella carica. Non ha senso monitorare le indicazioni intermedie tra due cariche, vista la grande volatilità dei dati.
Ventisette mesi di indovinometro in un grafico
Si tratta di un grafico “lineare” (in ascisse le date di ricarica ed in ordinate i Km di autonomia) con molte “oscillazioni” (soprattutto all’inizio, quando ancora non avevo idea di come utilizzare bene l’auto), ma vi suggerisco di notare inizialmente le due polinomiali risultanti.
Altre informazioni utili per la “lettura” del grafico: l’autonomia elettrica reale indicata è quella ottenuta sia in viaggi totalmente in elettrico (E-Mode), sia in viaggi in ibrido. Per capire la differenza, ultimamente in E-Mode faccio con buona frequenza autonomie tra 66 e 76 Km, con “punte” migliori e peggiori. Invece, nel mio viaggio più lungo in ibrido, l’elettrico ha “spinto” l’auto da solo per 120 Km grazie alle rigenerazioni. Quindi, non considerate le autonomie molto elevate senza “etichetta: sono “spinte” dal termico. Le autonomie molto basse, invece, sono relative a cariche parziali, fatte per errore (inizialmente) o per necessità (fretta).
Ecco il grafico:
I punti rossi (e la polinomiale rossa) rappresentano le indicazioni del Computer di bordo al termine di ciascuna delle 416 cariche fatte ad oggi. I punti blu (e la polinomiale blu) mostrano i Km effettivamente percorsi/percorribili con quella carica. Ovviamente le serie sono sfasate, e c’è un dato finale in più per l’indovinometro: con l’ultima carica sto ancora viaggiando e non ho ancora il dato reale di autonomia, di cui disporrò solo al momento della successiva carica.
Autonomia reale & autonomia stimata
Evidenzio subito che, vita auto, come si vede in alto a destra del grafico, la differenza tra stima e reale, ad oggi, non è stratosferica: l’autonomia media reale è di 62,35 Km, mentre l’autonomia stimata dall’indovinometro è di 61,56 Km. Non un abisso, quindi, anche se si sta “allargando” il divario (per inciso, l’autonomia media vita auto delle sole cariche al 100% è di 69,32 Km, nonostante gli errori iniziali, a dimostrazione di quanto sia importante caricare totalmente la batteria in una PHEV).
Però, la prima cosa che si evince dall’osservazione delle polinomiali è che se si usa (molto) male l’auto, l’indovinometro tenderà ad essere “più ottimista del vero”. Eliminando gli errori, invece, non c’è una grande differenza tra stima e dato reale.
La seconda evidenza è che se si migliora drasticamente la gestione (come mostrato nel precedente articolo sull’autonomia invernale), l’indovinometro “entra un po’ in crisi”. Come se “si stupisse” di trovare autonomie ben al di sopra del dato di omologazione. Si adegua, dando anche valori oltre l’omologazione, ma non riesce ad adattarsi completamente. E lo fa con ritardo, tranne che in risultati molto evidenti (in meglio ed in peggio).
Per vedere meglio come funziona, di seguito inserisco uno “zoom” della parte finale del grafico, con due zone evidenziate.
La prima evidenziazione (freccia 1) mostra cos’è accaduto dopo il record attuale di autonomia, ottenuto a fine agosto del 2022: mentre nella carica precedente la differenza tra dato reale (71 Km) e dato stimato alla fine della carica (68 Km) era di soli 3 Km (il risultato reale era successivo a risultati ancora migliori, quindi l’OBC aveva avuto modo di “avvicinarsi”), con il balzo al record (86 Km) la stima si adegua (73 Km), ma non sufficientemente, visto che la differenza aumenta fino a 13 Km.
Invece, come mostra la seconda evidenziazione (cerchio 2), l’indovinometro, se i dati reali precedenti sono migliori degli attuali, tarda ad adeguarsi, e dopo un dato reale di 77 Km, a cui fatica adeguarsi restando a 12 Km di differenza, pur con risultati reali successivi peggiori (64 e 59 Km) resta stabile come stime, ripetendo per tre cariche successive il valore stimato di 64 Km. Inizia scendere (fino a 61 Km) solo dopo alcuni risultati reali variabili, l’ultimo dei quali di 64 Km. La successiva serie di dati migliorativi (iniziata la pre-climatizzazione) produce una risposta dell’OBC più adeguata, sebbene “da distante”.
Non prendiamolo troppo sul serio, ma…
In conclusione, si può dire che, almeno il mio indovinometro, pur non essendo sbagliatissimo, non bisogna prenderlo troppo sul serio, nel bene e nel male. Questo è così vero che io, per stimare più attendibilmente quanti Km farò con una carica ed in
attesa di disporre del dato di autonomia reale, che conoscerò solo al momento della carica successiva, calcolo due valori ad ogni viaggio: autonomia potenziale (autonomia massima al consumo in corso) ed autonomia calcolata (autonomia minima sulla base dei chilometri e della batteria residui).
Anche i miei calcoli non conoscono il futuro, ma almeno si basano sul consumo attuale e non anche sui dati precedenti (anche molto precedenti) e mi “offrono” un “range” entro in quale si collocherà l’autonomia reale, consentendomi di valutare al meglio quando dovrò ricaricare. Ciò però non vale se si usa molto male l’auto, visto che l’autonomia potenziale (massima) da consumo sarà molto bassa, e la reale sarà anche peggiore.
Un lavoro veramente impressionante. Grazie Ivano!
Prego! Grazie a te.
Alla fine è come per le termiche, con la differenza del consumo superiore in inverno, ovviamente il CDB non è un veggente e solo poche BEV fanno la stima sul percorso GPS… se lo imposti.
…ora che ci penso non ho controllato se la mia fa il conto impostando il GPS, chissà.
Buona sera Simone.
Sulla mia, impostando il viaggio sul navigatore, si razionalizza l’utilizzo della batteria e delle rigenerazioni. Cambiano i consumi.
Riguardo all’autonomia, in elettrico cambia poco o nulla, e non è facilmente riscontrabile, in ibrido non cambia ma “rallenta”. Nel senso che in un viaggio lungo l’elettrico da solo arriva a spingere l’auto anche fino a 120 Km, ma è ovviamente un dato… come dire… falso, perché non sono stati utilizzati solo i 10,4 kWh della batteria netta caricati prima di partire, ma anche quelli delle rigenerazioni. Ho calcolato che nel mio viaggio più lungo, di 600 Km circa, per fare 120 Km da solo, in effetti, il motore elettrico ha consumato circa 17/18 kWh. Ovviamente l’autonomia reale in elettrico non è quella, visto che te la danno per 65 Km medi (poi tu, a secondo di come la utilizzi, farai di meno o di più).
Sarebbe interessante sapere che succede sulla B250e!
Un plauso al signore e ai dati. Solo due cose: la base è una ibrida plug in con batteria relativamente capiente dove le variazioni sono molto significative. Su mg4 da 64 non ho situazioni qui descritte e anche per il discorso overperformanxe non fa una piega. Sono in media sui 560 570 km di autonomia da indicatore quando il wltp è 435. Ho notato che il calcolo lo fa sui 64 e non sui 61.8 ma effettivamente è corretto. La media è comunque profonda perché valuta non gli ultimi km ma almeno una 15 20. Infatti si abbassa lentamente e si alza lentamente.
Sono contrario a chiamarlo indovinometro perché invece è molto preciso (almeno su mg). Siamo noi umani che siamo limitati ma l’auto i calcoli li fa corretti. Se poi da un secondo all’altro passiamo dal guidare come nonni a schumacher è la nostra intelligenza che dovrebbe farci svegliare. Ed è corretto che la variazione dei km sia graduale.
Buongiorno Riccardo, grazie.
Lei ha mai avuto occasione di portare la batteria al 100% e di scaricarla fino a… poca percentuale? (so che nelle BEV non è salutare farlo).
Perché l’autonomia reale è quella che fa realmente dal 100% allo 0% della batteria, raramente è quella indicata in un certo momento dallo strumento. O comunque, se non lo zero, almeno fino a che il residuo in Km non sia troppo inficiato dalla stima dell’OBC. In una PHEV, potendo caricare/usare solo l’80% del lordo, possiamo fare senza danni lo 0-100% indicato. Solo così si sa quanto fa realmente l’auto con una carica. Perché, altrimenti, se mi dice 570 Km, ne faccio 200 e ricarico, non saprò mai se i 370 Km indicati come rimanenti siano reali o… indovinati.
Poi io non ho una BEV e magari è tutto precisissimo, ma io mi regolavo così anche con le termiche: mai fatto il pieno se l’auto non era in riserva (da annoverare nel computo delle mie “follie”). Perché anche la capienza di un serbatoio mica è detto che sia quella indicata. Né, tantomeno, sai con precisione quanta benzina fai se arrivi allo scatto: le “pistole erogatrici” scattano in base alla pressione del momento e, per di più, non sono tarate tutte nello stesso modo.
Con le termiche era la prima cosa che facevo: capire con precisione quanti litri tiene il serbatoio (altrimenti non fai statistiche, fai un vaticinio, simile a quello dell’OBC).
E ci sono spesso innumerevoli sorprese.
Fermo restando che se fai da 300 Km in su, non è che sia fondamentale tutta ‘sta precisione. Ma in una PHEV, non volendo inquinare, è estremamente importante saperlo.
Scusate…ma ci è mai posto lo stesso problema per le stime che danno tutti i computer di bordo delle consuete endotermiche? Perché enfatizzare così tanto uno strumento che deve dare solo una stima? E tutti sanno che si tratta di un valore ottimistico e basato sulla guida pregressa fino al successivo reset? A me sembra solo una caccia alle streghe
Non è ottimista o pessimista. Si basa sul consumo tuo precedente di alcuni km a seconda dell’auto. Quindi è reale salvo nostre variazioni significative
Si esatto, il succo del discorso è: perchè enfatizzare questi “studi” sul funzionamento di qualcosa che serve solo come previsionale e che da anni si trova anche sulle endotermiche ma nessuno si è mai preoccupato del loro valore da indovino? Per la serie: troviamo il male a tutti i costi nelle auto elettriche (…e anche il titolo scusate è un pò gratuito)
Non “studio” il funzionamento dell’OBC.
Fa solo parte degli innumerevoli dati che raccolgo.
Io ho una endotermica elettrificata, non c’è una riga sulle BEV.
Il titolo… licenza poetica! La mia auto, ora che l’hanno richiamata quattro volte negli ultimi sei mesi per sostituire varie schede (e sto aspettando che mi cambino il “gruppo” del volante per falsi contatti del travel assist) la chiamo “rottamino”. Posso?
Le voglio “bene”, la curo con “amore” e non si offende…
E mi piacciono le favole…
La Skoda Octavia ha la stessa meccanica, elettronica, trasmissiome e motore della Seat Leon giusto? Anche io in 90m km con auto di Ottobre 2021 ho avuto solo (piccoli) problemi di elettronica e schede. Il che è un peccato perché per il resto va benissimo e ha consumi irrisori.
Si Michele, stesso gruppo VAG, stesse cose, stessi problemi elettronici e di SW.
Anomalo per le mie abitudini con la marca.
In oltre 20 anni di Skoda Octavia, questa è la prima che abbia strani problemi, seppure ininfluenti.
Nelle Octavia precedenti ho cambiato solo un lampadina. Mai un problema. Con la precedente 1.6 TDI mi hanno chiamato dopo quattro anni dall’acquisto per aggiornare il SW. In realtà hanno modificato i consumi perché pare che non fossero sufficienti né la carica della batteria né le rigenerazioni del filtro anti-particolato. Consumi aumentati e, quindi, maggiori emissioni, il motivo per cui sono passato a questa in versione Plug-in, alla luce del mio utilizzo (ma volevo una BEV, solo che non ce n’erano Station Wagon e nemmeno c’erano prezzi “umani”).
Sembra che in VAG abbiano un po’ di problemi con le nuove tecnologie ed il software che le gestisce.
Peccato, perché è una gran macchina.
Spero migliorino!
Buongiorno Mauro.
Non dipende da lui. Dipende da noi. Come ha visto nella mia analisi, vita auto la differenza tra reale e stimata dall’OBC è meno di un Km. Mica una follia. Certo è che, siccome non conosce il futuro, deve per forza basarsi su come abbiamo guidato (e dove e con che traffico) in precedenza.
Non è “giusto” o “sbagliato”: è un calcolo sul precedente con una logica previsionale impostata in fabbrica.
Se mi dice, guidandola in città, che ho ancora 200 Km disponibili ed il giorno dopo vado in cima al Monte Grappa, è estremamente probabile che la stima fatta la sera prima fosse “sbagliata”!
Grazie della risposta Ivano e mi trovo pienamente d’accordo con l’analisi fatta in quest’ultimo commento.
Grande Ivano, stasera leggo meglio i dati che son rari da trovare così specifici (meglio il grafico che i copiaincolla dei dati grezzi che fai ogni tanto ma limite mio che non ho sbatta di capirli.
Una curiosità, ma rispetto ai computer di bordo che avevi sulle termiche precedenti, il comportamento o la previsione che dir si voglia, è molto diversa? Mi son sempre aspettato che su elettrico i dati rilevati del consumo e livello carica siano molto molto molto più precisi rispetto a una termica col galleggiante che subisce anche l’effetto della gravità (salita e discesa), è così a livello sperimentale?
Buongiorno Xardus. Grazie!
L’elettrico (il mio, “piccolino”, per le BEV non lo so), è molto “suscettibile” alle situazioni, generalmente più che con una termica. Però, a conti fatti, la logica operativa dei computer di bordo sulle elettrificate è simile, se non identica, a quella delle termiche.
Ad esempio, la scorsa settimana ho portato l’auto in officina per un richiamo della Skoda. Quando me l’hanno ridata ho visto che avevano fatto 4 o 5 Km, in ibrido, tempo di viaggio di 45 minuti (non per fare i 5 Km ma, immagino, facendola “girare” da ferma al banco), consumo indicato da reattore Mig al massimo della spinta per una intercettazione del nemico e l’autonomia, che era di 200 Km con i circa 9 litri che ho a bordo, me la sono trovata a 150.
Dipende da che ci fai…
Voglio ricordare a tutti che sulle auto a pistoni NON esiste un indovinometro in km ma un indicatore di carburante con scala di Riserva , 1/4 , 2/4 , 3/4 e 4/4.
La funzione del computer di bordo che india l’autonomia residua non è utilizzata praticamente da nessuno guidatore
Buongiorno Paolo.
Sob! Io ho sempre tenuto sotto controllo l’autonomia, sia con le termiche, sia con la mia attuale PHEV.
Sono proprio “anomalo”!
Quanto al fatto che non esista un indovinometro sulle termiche, ho dato qualche indicazione in merito nelle risposte a Xardus e Riccardo.
C’è, eccome se c’è, e l’indicatore del pieno è tutto fuorché preciso. Basta parcheggiare in salita, o considerare quale sia la vera capienza del serbatoio e della riserva, che raramente sono quelle indicate. Ho avuto auto con differenze anche di 4 litri di capacità tra reale e dichiarata.
Certo che se puoi fare 1000 km, la differenza non è poi così importante.
Ma è sempre lo stesso tratto di strada, oppure percorsi differenti, con sali e scendi curve e quant’altro?
Magari quando hai avuto la massima autonomia avevi il vento a favore, eri in pendenza o altro?? 😉😉😉
Salutoni
Buongiorno Vash.
Beh! Sono ripetitivo nei miei percorsi, ma sempre lo stesso tratto… pure per me sarebbe strano.
Curve si, sali-scendi pochi. In poco meno di 18.000 km i tratti di collina/montagna non superano i 500 Km.
Nella fattispecie (il record):
carica iniziale il 20 agosto 2022, carica finale il 24 agosto 2022, 8 viaggi, percorsi effettivamente 76 Km, residuo indicato dall’OBC 10 Km. 76+10=86. 76 certi, 10… da indovinometro, ma quando “manca poco”, non è mai granché sbagliato.
Pre-climatizzazione ad ogni viaggio, in tre viaggi no climatizzatore perché non faceva caldo (sera), per lo più spese in città e due viaggi per andare a camminare in un bosco vicino (16 Km, tutta pianura), sole (tranne i viaggi serali) e due giorni molto caldi (35-38°C). Velocità media da 24 a 45 Km/h. Io rispetto i limiti!
Mi spiace: dai miei dati, niente vento!
Io fossi in te inserirei questo articolo nel curriculum e poi lo spedirei alla Corte dei Conti. Metti che sei fortunato e stanno cercando qualcuno che ci sappia fare coi numeri, potrebbe essere la tua occasione per mettere a posto il bilancio italiano …
Comunque per completare il cerchio potresti dare quei numeri in pasto a chat-gpt e farti tirare fuori la funzione o meglio un algoritmo “plausibile” in base al quale funziona il tuo indovinometro così fai reverse engineering, poi applichi un paio di patch correttive e lo spedisci a VW affinché lo implementino nel prossimo aggiornamento OTA (peccato che gli aggiornamenti OTA di VW li fanno le marmotte che preparano la cioccolata).
“La seconda evidenza è che se si migliora drasticamente la gestione (come mostrato nel precedente articolo sull’autonomia invernale), l’indovinometro “entra un po’ in crisi”. Come se “si stupisse” di trovare autonomie ben al di sopra del dato di omologazione.”
Questo non mi sorprende, da informatico (abbiamo tutti le stesse tare?) anche io farei così, ovvero se il dato supera quello di omologazione WLTP, penserei a un caso “fortuito” e quindi prudenzialmente non mi spingerei troppo in là nell’adeguamento della stima rispetto al dato WLTP (che poi infatti è quello che succede perché i “record” non riesci a replicarli nel viaggio successivo)
È molto probabile che NON vogliano gente che sa fare i conti 😂
Ivano è bravo, ce lo teniamo stretti noi che così ci aiuta a fare i conti che qui il livello è moooolto basso
Buona sera Enzo!
Sai che curriculum:
pensionato rincoglionito al quale Vaielettrico ha avuto la bontà di pubblicare questo articolo che relaziona ricariche ed autonomia su un’auto Plug-in.
Vedo già la fila alla porta di pretendenti “alla mia mano” (lavorativa).
Quanto all’algoritmo del mio OBC, ecco… se lo facessi fare, mia moglie, che già dubita che sia un po’ fuori di testa, chiama l’assistente sociale per farmi mettere in un ricovero per anziani.
Per i risultati dell’indovinometro, anche io li trovo sensati: fosse meno “lento” nell’adeguarsi, sarebbe probabilmente anche meno preciso. Come giustamente hai fatto notare, mica è sempre domenica: sopra gli ottanta Km in elettrico ci sono andato 3 volte in 28 mesi. E, del resto, se te la danno per 65 Km medi, immagino che l’abbiano programmato per starsene lì attorno. E lasciamo stare gli aggiornamenti OTA: è sempre collegata, ma si vede davvero poco. Inezie! La “roba grossa” si fa tutta in officina. Per ore! Talvolta giorni!
Come ho già detto in occasione del precedente articolo, non posso che fare un applauso al Sig. Monici. Dati davvero interessantissimi!
Anch’io mi ripeto! Grazie!!! 🙂
Grazie!