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Indagine sulle ricariche Enel X-VW: non è un paese per l’elettrico

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La firma dell'accordo. Da sinistra: Elke Temme, Head of Charging, Volkswagen Group Components Francesco Venturini, CEO Enel X; Thomas Schmall, Board Member Technology, Volkswagen; Alberto Piglia, Head of e-Mobility, Enel X.

Indagine sulle ricariche Enel-VW: l’Antitrust indaga per verificare se l’accordo tra le due società per installare ricariche HPC viola norme sulla concorrenza.

indagine sulle colonnine
Il Bollettino dell’Antitrust che annuncia l’apertura dell’indagine.

Indagine sulle ricariche: violata la concorrenza?

Strano paese, l’Italia. Tutti gli analisti concordano nel ritenere, che rispetto al resto d’Europa, siamo fortemente in ritardo nelle ricariche ad alta potenza, da 50 kW in su per intenderci. E che fa l’Antitrust? Apre un’istruttoria sulla joint-venture creata da Enel X e Volkswagen per installare proprio una rete di stazioni di ricarica ultra-veloci. L’accordo era stato annunciato a luglio e riguarda la realizzazione di qui al 2025 di  una rete di punti di ricarica ad alta potenza (High Power Charging, HPC) in 700 località italiane. Si parla addirittura di una rete dotata di oltre 3mila stazioni, con potenze fino a 350 kW.  La rete della nuova joint venture, secondo quanto comunicato dalle parti, sarà aperta a condizioni non discriminatorie a tutti i potenziali utenti. Gli accordi prevedono, inoltre, un obbligo di non concorrenza in capo al Gruppo Enel e, sebbene con alcune eccezioni, anche in capo al Gruppo VW per un determinato periodo.

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Roberto Rustichelli, il magistrato che guida l’Antitrust.

Ricariche da 100 kW in su, un mercato a parte

Che cosa c’è che non va? L’Antitrust fa il suo mestiere e noi lo rispettiamo, ci mancherebbe. Spiegando che “non si può escludere allo stato che l’operazione, coinvolgendo due gruppi molto grandi entrambi presenti nel mercato dei servizi di EMP (E-Mobility service Provider ovvero la fornitura di di servizi per la mobilità elettrica ndr) in Italia, sia suscettibile di ostacolare in modo significativo la concorrenza effettiva nel mercato in questione“. E in 11 pagine del Bollettino del 4 novembre fa una fotografia del mercato italiano della ricarica, spiegando perché è necessario accendere un faro sull’operazione. Partendo da una premessa interessante. Ovvero che le ricariche ad alta potenza, da 100 kW in su, rappresentano un mercato completamente distinto da quello delle colonnine di potenza inferiore. Due mondi diversi, secondo l’Antitrust.

SECONDO NOI. Sarà interessante seguire gli sviluppi della controversia. Ma non si può fare a meno di notare tra quante difficoltà ci si muova in Italia per arrivare a una rete di ricarica decente. Non parliamo certo per Enel X e VW, parliamo per chi le auto le auto le deve ricaricare e ha bisogno di un’offerta più capillare. È un po’ lo stesso film che stiamo vedendo sulle rinnovabili: tutta l’Europa va avanti, noi siamo fermi, con mille progetti bloccati da una burocrazia tentacolare.

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13 COMMENTI

  1. Mah… Un tempo quando serviva portare le infrastrutture ovunque indipendentemente dal vantaggio economico dell’area da coprire, è sempre lo stato che ci ha pensato, elettricità, acquedotti, gasdotti etcetc solo successivamente una volta raggiunta la copertura ottimale privatizza per lasciare che sia la libera concorrenza a far scendere i costi di gestione e alzare la qualità nel tempo.
    Ci stan provando con la fibra ma si sono mossi troppo tardi quando oramai le città erano già totalmente cablate e han fatto un po un archibugio con open fiber..
    Sulle colonnine siamo ancora in tempo, se lasciato tutto in mano ai privati avremo le colonnine di buona potenza e soprattutto in quantità sufficiente solo nelle aree più dense, andando ancora di più a svuotare i piccoli centri che magari son scomodi perché ci son solo 800 persone e 400 auto.. Ne mettono una e solo tra anni e anni perché ora è inutile economicamente.. Ma se non la mettono nessuno la comprerà una elettrica, perché magari in una valle o un paesino in collina un attimo isolato non tutte le case han parcheggio in casa, ma saranno comunque soggetti all’obbligo di cambio mezzo nel giro di 10 anni al massimo, oltre che al progressivo sparire delle pompe di benzina quando inizieranno a calare le auto

  2. Non sarebbe sufficiente indire una gara aperta a tutti per l’installazione delle centraline nelle 700 località individuate dall’accordo, in maniera da rendere possibile la partecipazione ad altri concorrenti? Gli accordi tra ditte sono una cosa, le gare per gli appalti un’altra, o sbaglio?

    • Concordo. Una bella mappa di dove servono, quante ne servono, a che potenza, realizzata dallo stato. Il Mise per esempio, o dal gruppo di Cingolani.
      Appalto diviso in vari lotti, così da coprire nello stesso lotto sia le zone trafficate che quelle svantaggiose.
      Realizzazione da seguire in tempo reale e procedure semplificate da parte dei comuni, per arrivare velocemente al l’allaccio.
      Chissà se ci stanno già lavorando

  3. La questione posta non è futile. Non si combattono i monopoli dopo, a danno fatto, ma prima, in modo preventivo. Un accordo del genere potrebbe scoraggiare altri soggetti ad investire nel settore delle ricariche veloci. E’ corretta la posizione assunta dall’antitrust e merita almeno un approfondimento, ad esempio se sono presenti clausole di esclusività, se altri produttori possono accedere a parità di condizioni, se i produttori minori sono penalizzati o meno.

    Immaginiamo che io sia un produttore con poche risorse: avrei più difficoltà a vendere le mie auto se la concorrenza offre le ricariche fast a metà prezzo grazie all’accordo con chi installa colonnine. Di fatto sarei fuori dal mercato.

    In generale i mercati in cui si crea il monopolio sono quelli che garantiscono un ritorno dell’investimento in tempi molto lunghi: nessuno verrà a farti concorrenza investendo milioni in un settore dove le perdite le chiudi dopo 9 anni, soprattutto se tu la tua rete l’hai costruita in tempi di vacche grasse, con gli incentivi, e io devo costruirla dopo a mercato quasi saturo. In pratica rischiamo di avere Enel per diversi decenni: ed è chiaro che avere un accordo privilegiato di VW con Enel danneggerebbe la concorrenza. Un discorso già emerso nel suo piccolo su questo sito dove si è fatto notare, negli articoli e nei commenti, il vantaggio della scontistica sulle ricariche Ionity di cui godono alcuni produttori. E EnelX gestisce anche Ionity …

    Con la joint venture tra Ionity/EnelX in pratica si dà il gameover al resto dei competitor in Italia. Avremo in pratica come alternativa solo la rete di Tesla, troppo piccola per essere un vero competitor e questo mentre nel resto del mondo (USA, Cina, …) c’è vera concorrenza e stazioni di ricarica sempre più performanti e veloci (negli USA ormai sono tutte supercharger). Peggio mi sento se penso che EnelX ha una marea di problemi con la sua tecnologia che potrebbe decidere di non risolvere mai perché non ha alcun concorrente. Ma a noi italiani piace tanto Inc Cool8 …

      • oddio oddio mi fustigo e mi cospargo il capo di cenere … partnership, non joint venture, partnership, non joint venture … per punizione fino a sabato andrò a 30 km/h in città in sesta marcia per non inquinare …

        • Amico mio, sei proprio fuori strada. Enel X e Ionity hanno un accordo di interoperabilità. Cosa c’entra l’Antitrust?

          • VW è tra i soci di Ionity. EnelX e Ionity sono in teoria competitor, anche se sono in partnership. VW ha una joint-venture con EnelX per le colonnine fast, le stesse che VW, tramite Ionity, già costruisce. Non credo servano anni di esperienza in guardia di finanza per notare che c’è qualcosa che non torna: 2 società che in teoria dovrebbero farsi concorrenza sono entrambe fortemente condizionate da un unico soggetto che opera come socio su un tavolo e in joint-venture sull’altro. Non c’è una joint-venture diretta alla luce del sole tra EnelX e Ionity ma una indiretta in cui l’anello di congiunzione è VW. E questo rischia di avere 2 effetti distorsivi sul mercato: da un lato indebolisce la competizione tra EnelX e Ionity, dall’altro potrebbe precludere o rendere economicamente (e non solo) molto svantaggioso ad altri produttori di auto l’accesso ai servizi di queste società.

            Io più chiaro di così non so spiegarlo, poi possiamo tutti far finta di non vedere e non capire, dopotutto viviamo in un mondo in cui le mazzette si fatturano come consulenze o conferenze e tutto si sana.

            Che tutto questo piano di VW sia lecito o meno dal punto di vista di chi ha il compito di vigilare sui monopoli non lo decido io ma lui, a occhio non mi pare il miglior viatico per favorire la concorrenza sul mercato e sventare rischi su possibili cartelli …

          • Vw ha una quota minoritaria in Ionity (i soci sono una decina, tra i quali gran parte dei concorrenti di VW, cioè BMW,Mercedes, Hyundai e molti altri). Questo esclude a priori la possibilità di violazione delle norme antitrust. Poi è necessario vedere quanta quota di mercato eventualmente coprirebbero Ionity e Enel X messe insieme e vi dicendo. Monopili, cartelli, turbativa del mercato? lascia paerdere, per favore.

  4. Diciamo da un lato posso capire il monopolio lo ha solo lo stato, ma per garantire una equa concorrenza.
    Molto semplice una quota da parte di tutti noi (stato) su tutte le infrastrutture, così si può monitorare e eventualmente bloccare gli abusi.

  5. Sono d’accordo con l’antitrust.
    La maggioranza degli operatori si appoggia in buona parte su ENELX che fornisce un servizio pessimo. Colonnine antiquate (illegibili i display al quarzo delle 22 kW sotto il sole e sportellino spesso che non ruota) e a volte non operative o che interrompono la carica da sole (le EVA+). Inoltre il collegamento tra colonnina e centrale per sbloccare l’erogazione è da qualche mese soggetto a interruzioni continue impedendo la ricarica. Utilizzo oltre ai SuC Tesla anche colonnine di altri operatori. Mai un problema in 2 anni. Ogni volta che vado in roaming su EnelX faccio gli scongiuri: la colonnina sarà libera per davvero o perché non funziona ?

  6. Ma meravigliarsi di cosa??? Ok l’Italia è ancor più complicato ma bisogna ricordare che questa è una “rivoluzione” !!! Fino a qualche tempo fa le oil company erano ai vertici per capitalizzazione e valore societario quindi le resistenze sono fortissime non è che bisogna cadere sempre dalle nuvole…la direzione è ormai quella e nessuno lo mette in dubbio ma bisogna rallentare il più possibile per riconvertire e spostare il business altrove…va bene che Enelx voglia accaparrarsi tutto ma la realtà è ben diversa…!!

  7. bhe … “articolo inutile” … penso che tutti sanno di vivere in Italia e come stanno le cose … e come saranno sempre … poi vabbe nei decenni qualche miglioramento cambiamento per dare una mescolata alle acque la si dà … cosi per discutere per qualche anno di qualcosa

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