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Indagine sui carburanti: prezzi diversi dai dichiarati?

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Indagine sui carburanti: l’Autorità Antitrust avvia un’istruttoria sui prezzi, con ispezioni nei confronti di Eni, Esso, Ip, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil.

indagine sui carburantiIndagine sui carburanti: la GdF in 5 grandi società

Le irregolarità riscontrate, si legge in una nota dell’Antitrust, riguardano l’applicazione alla pompa di un prezzo diverso da quello pubblicizzato, Nonché l’omessa comunicazione dei prezzi dei carburanti. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’ausilio del Nucleo Speciale della Guardia di Finanza, ha svolto ispezioni nelle sedi delle 5 societa interessate. I procedimenti sono stati avviati anche sulla base della documentazione tempestivamente fornita dalle Fiamme Gialle. Il materiale riguarda le infrazioni accertate sui prezzi dei carburanti praticati da oltre mille pompe di benzina. Di questa 376 sono a marchio Eni, 40 a marchio Esso, 338 a marchio Ip, 175 a marchio Kuwait e 48 a marchio Tamoil. Gli impianti esaminati sono distribuiti su tutto il territorio nazionale.

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Roberto Rustichelli, magistrato, presidente dell’Antitrust dal 2019.

Tra le accuse l’omesso controllo sulla rete e scarsa trasparenza

La nota dell’Antitrust spiega perché è stato deciso di avviare le istruttorie. La documentazione e i dati trasmessi dalla Guardia di Finanza farebbero emergere da parte delle compagnie petrolifere condotte riconducibili alla omessa diligenza sui controlli rispetto alla rete dei distributori. Questo in violazione dell’articolo 20 del Codice del Consumo. In numerosi casi sarebbe risultata difformità tra il prezzo pubblicizzato e quello più alto in realtà applicato. In altri è stata riscontrata l’omessa esposizione del prezzo praticato, ovvero l’omessa comunicazione al portale ‘Osservaprezzi Carburanti‘. Un riferimento utile al consumatore per trovare la pompa con il prezzo più basso. Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum e Tamoil non avrebbero, inoltre, adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite a danno dei consumatori.

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4 COMMENTI

  1. C’è una cosa che nessuno calcola. I combustibili vengono importati per la quasi totalità dall’estero e non serve dire che l’energia sia la base di ogni cosa produttiva in Italia.

    Sarebbe bello trovarsi tra esperti e futuristi, nel calcolare l’alternativa a questo.
    Se invece di bruciare piante, isolassimo con loro le case, con pompa di calore dimezzi i consumi e porti il consumo per riscaldamento a prezzi minori.
    Avessimo solo auto elettriche alimentate da termovalorizzatori, rinnovabili e limitate altre fonti sarebbe tutt’altra storia.
    Il nucleare andava avviato anni fa, non porterebbe ormai benefici immediati, quei soldi spesi in termovalorizzatori, efficientamento, aiuti e rinnovabili, porterebbero molti più vantaggi.

    Riducendo la dipendenza estera, avendo un’economia più circolare nel nostro paese, avremmo decisamente una bassissima necessità delle accise, se non arrivare al punto che, sommando i punti precedenti e riducendo la spesa sanitaria, si possa addirittura aspettarsi energia ai limiti dall’essere gratuita.

    • Ok, ma lascia perdere i “termovalorizzatori”, che a casa mia altro non sono che bruciamonnezza appesta-aria. A bassissimo rendimento peraltro, visto che comunque la monnezza non brucia da sola ma solo grazie al metano con cui vengono alimentati. E la “valorizzazione” altro non e’ che il parziale recupero del calore sprigionato dalla combustione, che altrimenti verrebbe disperso. La monnezza meglio valorizzarla attraverso la raccolta differenziata, senza piu’ bruciare nulla!

      • 🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️

  2. Sarebbe interessante il punto di vista della “FEDERAZIONE AUTONOMA ITALIANA BENZINAI” visto il rilevante numero dei distributori trovati non in regola .

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