Incredibile VW: attacca Angela Merkel di essere stato troppo timida nel facilitare il cambiamento, con una tassazione troppo generosa sul diesel.
Incredibile VW, all’attacco di Angela Merkel
È stato il n.1 del colosso tedesco, Herbert Diess, ad attaccare la Cancelliera uscente, in occasione dell’apertura del Salone di Monaco. Diess ha escluso che la trasformazione elettrica della Volkswagen possa avvenire più velocemente, incolpando anche la scarsa determinazione del governo. “Noi siamo stati molto veloce nel cambiare e puntiamo a diventare un leader globale nei veicoli alimentati a batteria“, ha detto. “Possiamo farlo più velocemente? Impossibile. Questa transizione è complicata, richiede grandi investimenti e sviluppo di capacità produttiva, a partire dalle celle per batterie“. Ma la politica, secondo Diess, non fa abbastanza: la Merkel poteva fare di più, sia come incentivi all’elettrico, sia come inasprimento della tassazione sul gasolio. “La decarbonizzazione renderà molte cose più accessibili, non più costose. Si stima che nel mondo i sussidi per le tecnologie fossili siano ancora superiori di quelli in energie rinnovabili. I sussidi al carbone, la tassazione ridotta per il diesel, l’esenzione fiscale del cherosene e l’Iva ridotta sui viaggi aerei rallentano la transizione“, ha detto in un intervento pubblicato anche sul suo profilo Linkedin.
“L’idrogeno un’alternativa? No, c’è solo l’elettrico”
Parole che hanno fatto scalpore. In fin dei conti sono passati solo sei anni dall’esplodere del Dieselgate, lo scandalo che costrinse la Volkswagen a cambiamenti epocali. Un’altra cosa ha irritato non poco Diess. Ovvero il fatto che il candidato più accreditato alla successione alla Merkel, Armin Laschet, in un incontro con il n.1 Tesla, Elon Musk, abbia chiesto se può essere l’idrogeno il futuro dell’auto. “L’elettrico è la strada maestra, non c’è alternativa“, ha tagliato corto. Come ogni Salone dell’Auto degli ultimi anni, anche Monaco si apre tra veementi proteste degli ecologisti, che chiedono alle Case scelte più rapide e virtuose. “Qualcuno può essere più veloce di noi nel cambiamento? Ne dubito“, ha risposto Diess, citando il fatto che la stessa Tesla ha impiegato un decennio per diventare un produttore di massa. Aggiungendo che le vendite di auto elettriche VW in Germania e nei Paesi del Nord sono già soddisfacenti. “Mi preoccupano di più l’Europa orientale e meridionale, dove c’è una lunga strada da percorrere“. Il riferimento è soprattutto all’Italia, dove l’elettrico continua a stentare.
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Eppoi sarebbe ora che chi ha installato un impanto fotovoltaico nella bolletta non paghi più le tasse per le energie rinnovabili perchè la propria parte l’ha fatta anche facendo dei sacrifici che molti, pur avendo la disponibilità economica, non fanno perchè alla fine non “si guadagna abbastanza”. Riconosciamo finalmente alle famiglie che hanno dato più importanza all’ambiente anche a scapito di sacrifici qualcosa di più del rimborso del GSE per l’energia immessa in rete.
“L’idrogeno un’alternativa? No, c’è solo l’elettrico”
Questo lo dovrebbero leggere un po’ tutti coloro che commentano senza senso ovunque…. anche toyoda dovrebbe essere onesto e dire lo stesso!
Vero. Però dobbiamo anche dare atto a Toyota che, come ha segnalato qui un altro lettore, ha già di fatto abbandonato il diesel, cosa che la Volkswagen E gli altri grandi costruttori europei si guardano bene dal fare.
Herbert Diess perché non segue l’esempio di Toyota che il diesel lo ha già dismesso in Europa? probabilmente anche nel 2022 sarà la motorizzazione che farà più bene ai bilanci del gruppo? non c’è coerenza, solo marketing e enormi interessi commerciali in gioco.
Il diesel non è solo CO2, quando non sono perfettamente a punto diventano vere bombe ecologiche. Sia chiaro ho una vettura del gruppo, nessun pregiudizio, costruiscono veramente ottime auto, la mia in media oltre 25 Km con 1 €, ma è a metano… il miglior carburante di transizione, con buone performance in tutte le situazioni, finché i costi non permetteranno il passaggio all’elettrico. Sui tempi vedremo!
Sgombrerei ogni dubbio sull’esistenza dei carburanti di transizione. Il metano è meno impattante dei combustibili derivati dal petrolio, ma resta l’enorme impatto sul clima (sia perché dalla sua combustione si genera CO2, sia perché esso stesso è un potente gas serra, e ogni volta che per qualunque ragione lo si disperde -durante l’estrazione ma anche nel trasporto e immagazzinamento- produce effetti maggiori della CO2). Inoltre ogni volta che si brucia qualcosa si producono ossidi di azoto, e più la.combustione è ad alta temperatura più se ne generano.
La verità è che in passato ha fatto molto comodo dipingere il metano come un combustibile verde, pur non essendolo.
Perché abbiamo un governo di pulcinella, diamo incentivi alle auto che inquinano e non alle elettriche, e alle infrastrutture, Eni vende e produce anche energia elettrica, quindi spostare gli introiti da en prodotto al altro poco ci vuole anche perché io carburanti ci guadagna solo lo stato visto che le accise tasse e iva coprono il 90% del costo, mentre no nel elettricità.
Speriamo che la nostra politica non si perde ancora per strada e che si dia veramente una mossa.
Non è solo quello, le rinnovabili tipo solare e eolico disturbano perchè sono energie distribuite, che ognuno può prodursi e su cui è difficile far pagare le tasse e di cui è difficile avere il controllo
La Germania non ha una ENI in casa che comanda e detta legge ai governi e ai tribunali, per quello in Italia l’elettrico, non solo quello della mobilità, non decolla.