Le improbabili colonnine installate a Carpi, al Tecnopolo della Facoltà di Ingegneria di UniMore: incredibile ma vero, capitolo due. Portano il marchio Gewiss JoinOn ma sono state cedute a “terzi” che le hanno anche installate. Lo precisa una nota della società lombarda in riferimento all’articolo che abbiamo pubblicato qualche giorno fa.
Ne prendiamo atto, aspettando che si facciano vivi i “Terzi”. O che ci aggiorni sulla situazione Eugenio, il lettore che ce l’ ha segnalata. Ricordiamo che si tratta di quattro colonnine quick dotate di due punti di ricarica ciascuna, per un totale di otto punti di ricarica totali. Potenzialmente sarebbero in grado di rifornire fino a otto auto elettriche contemporaneamente.
Come andrebbero installate
…e come sono state installate a Carpi
Ma posizionate così, a coppie affiancate e con soli quattro stalli, non potranno mai collegarsi a più di quattro veicoli. In sostanza, chi ha progettato l’installazione ha sprecato metà del denaro investito.
Ecco il testo che ci ha inviato il portavoce di Gewiss
“L’offerta JOINON powered by GEWISS comprende sia l’infrastruttura tecnologica di prodotto che la sua totale gestione, inclusi installazione, assistenza tecnica e manutenzione. È infatti un sistema completo, che fa della sostenibilità ambientale un fattore competitivo di successo: dalle stazioni di ricarica all’App, fino alla gestione intelligente delle singole unità.
Differentemente dalla nostra proposta di soluzione completa, nel caso citato l’installazione delle unità di ricarica da noi vendute è stata commissionata dal cliente finale ad una società terza, non direttamente collegata a GEWISS.
Le stesse colonnine non risultano connesse alla nostra piattaforma di gestione, non è sottoscritto alcun contratto di servizio con la nostra azienda (assistenza, roaming, billing ecc.) e non compaiono sulla nostra App JOINON (né su quelle di altri operatori)„.
La nota conclude con un pizzico di legittima promozione. “Cogliamo l’occasione per presentarle la nostra nuova offerta JOINON presso il Gewiss Experience Center nel nostro headquarter di Cenate Sotto e sul nostro sito web„.
Vogliamo i nomi dei dirigenti dei lavori..
sono papabilissimi per diventare futuri ministri della repubblica delle banane ,
pardon dei cachi
scommettiamo ?
Anche le università hanno i loro pagliacci.
Certo che come installazione è un bella pubblicità per il “Tecnopolo”, un pò come dire venite a prendere la laurea qua e potrete anche voi fregiarvi di cotanto “ingegno”.
Avranno preso fondi pubblici come se sono stati installati 8 punti di ricarica.
Frutto di studi di progettazione oramai alla frutta abituati a copia e incolla .
I soliti “furbetti italioti” che si approfittano di istituzioni “ingenue”…
Mai che salti qualche “poltrona”… che venga perseguita qualche ditta truffaldina…
No vabbè, questo è un capolavoro! Colonnine magari installate con i fondi del pnnr o altri fondi europei, come in altri posti, installate in luoghi assurdi, isolatissimi o scomodi, per poi lamentarsi che non vengono usate.
Purtroppo paghiamo sempre noi cittadini lo spreco di denaro pubblico!
Non credo possibile che sbagli il
progettista,prosegua nello sbaglio la direzione cantiere ed infine nessuno controlla la fine lavori da parte del committente???
Solo io come privato controllo i lavori eseguiti a casa mia?Già dimenticavo che a casa mia pago in prima persona!
Mi aspetto una risposta da parte del polo universitario
Lavorando in una università, e avendo visto alcuni documenti e bandi interni non mi stupirebbe se fosse un lavoro finanziato dal pnrr per il tecnopolo.
Il personale e dirigenza prendono un bonus % sugli importi, extra stipendio, per cui non hanno interesse di risparmiare o fare lavori efficienti. L’importante è spendere, e più spende il pubblico più aumenta la quota che va nel fondo di ricompensa al personale tecnico.
Nella mia situazione, abbiamo avuto diversi investimenti, (non colonnine, ma sempre con fondi pubblici )che una volta inaugurati sono stati staccati e nessuno ha fatto nulla.
L’importante è spendere.
Questo lavoro merita una interrogazione al CDA di ateneo, e se confermato che è fatto e finanziato da loro, una segnalazione a chi si dovere per danno erariale.
Gian
Staranno cercando la app per fare esplodere i cellulari con le chat compromettenti.