Un nuovo incidente in monopattino, con un milanese 34enne gravemente ferito, ripropone il tema della sicirezza. Questo nel giorno della richiesta di rinvio a giudizio della società di sharing Bird per un incidente analogo avvenuto, sempre a Milano, nella primavera del 2019. E proprio in concomitanta con il lancio di una campagna-sicurezza promossa dalle sette sorelle dei monopattini in sharing in collaborazione con il Comune di Milano.
Investito da auto, grave un 34enne
L’ultimo incidente è avvenuto verso le 11 nel sottopasso Mortirolo.
Il 34enne, che viaggiava su un monooattino di sua propietà, ha perso il controllo del veicolo, sbandando e urtando una Vettura che lo stava sorpassando a sinistra.
Il parabrezza dell’auto protagonista dell’incidente di Milano (foto Ansa)Il giovane, che non indossava il casco, ha sbattuto violentemente contro il parabrezza dell’auto, finendo poi a terra. Gravemente ferito, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda. Ora gli inquirenti dovranno stabilire, asieme alla dinamica dell’incidente, se il monopattino viaggiasse in un’area consentita e quali siano state le cause della sbandata.
Accuse a Bird per l’incidente del 2019
E’ invece accusato per una serie di violazioni al codice della strada l’altro giovane, un 23 enne, che nel maggio del 2019, viaggiando contromano in una vi di Milano, aveva investito un’anziana procurandole la frattura del bacino. In quel caso il monopattino elettrico era stato noleggiato dalla compagnia di sharing Bird Riders Italy controllata dal colosso americano Bird. Ieri la Procura di Milano ha notificato al conducente e a Bird la chisura delle indagini, chiedendo per entrambi il rinvio a giudizio. Potrebbe aprirsi così un “processo pilota” per tutta la giurisprudenza relativa all’uso dei monopattini e allo sharing.
Sarebbe infatti il primo processo del genere in Italia. Il 23 enne è accusato di lesioni stradali gravi e violazione del Codice della Strada. Il manager di Bird, invece, per la Procura avrebbe causato «pericolo per gli utenti della strada, in specie
mettendo a disposizione monopattini elettrici in numero
imprecisato per il noleggio con modalità free floating ,
nonostante si trattasse di dispositivi di cui era vietata in
ogni caso la circolazione su carreggiata e in presenza di
esplicito divieto, da parte del Comune di Milano, ad
intraprendere l’attività in discorso, omettendo altresì di
fornire chiare indicazioni, agli utilizzatori sui divieti
esistenti per tale categoria di veicoli».
Ai tempi di “monopattino selvaggio”
L’incidente in monopattino era avvenuto il 22 maggio 2019 in via Olona, zona piazza sant’Ambrogio. In quel periodo non era ancora stata liberalizzata la circolazione dei monopattini elettrici (ora equiparati alle bicilette elettriche) e il Comune di Milano non aveva ancora bandito la gara per l’assegnazione dei permessi alle società di sharing di monopattini. Ma alcuna di esse, tra cui Bird, avevano già piazzato i veicoli in strada e avviato il servizio. Erano i mesi di “monopattino selvaggio”. Proprio quell’incidente in monopattino indusse l’Amministrazione milanese ad imporre lo stop al servizio e il ritiro di tutti i veicoli.

In autunno il servizio è ripreso, dopo la modifica del Codice della Strada e la conclusione della gara che ha assegnato sette licenze ad altrettante società di sharing. Da luglio ad oggi, informa il Comune, la Polizia locale ha elevato 353 multe a conducenti di monopattini .In gran parte per circolazione sul marciapiede, per trasporto di passeggero, per circolazione senza casco (obbligatorio per i minori di 14 anni). Il servizio ha avuto un notevole successo a Milano dopo che il coronavirus ha imposto il contingentamento dei posti su bus e Metro.
Granelli: “Monopattini utili se sicuri”
«Ogni giorno sulla pista ciclabile di corso Buenos Aires
circolano 7 mila tra ciclisti e monopattinisti» ha detto
l’assessore alla Mobilità del Comune, Marco Granelli. Numeri pari a un quarto dei veicoli totali in transito sull’arteria.

Le “sette sorelle” fanno educazione
Numerosi gli incidenti e le cadute, fortunatamente senza gravi sonseguenze. Tuttavia le “sette sorelle” milanesi dei monopattini in sharing (Helbiz, Bit, Bird, Lime, Wind, Voi, Dott) hanno pensato bene di promuovere un campagna di educazione alla guida sicura. Da venerdì scorso fino al 24 settembre sette “steward” con pettorina saranno nelle strade di Milano per informare i cittadini sul corretto utilizzo dei monopattini in sharing. Presentando lieri l’iniziativa Granelli ha detto che «il monopattino è utilissimo perché aiuta a ridurre il traffico e l’inquinamento, ma è un veicolo e quando si è in strada bisogna rispettare il Codice».

I sette steward controlleranno, ad esempio, che i monopattini non
vadano sui marciapiedi e che siano rispettate le limitazioni su
passeggeri. Se necessario gli operatori potranno disattivare temporaneamente gli account più indisciplinati o richiamare formalmente gli utenti anche con segnalazione alla Polizia Locale. Sono state 420 le segnalazioni fatte nei primi giorni di sperimentazione, tra l’11 e il 16 settembre. Martedì prossimo Bird distribuirà gratuitamente ai propri utenti un caschetto per girare in città in sicurezza. La campagna social ‘Helmet selfie’ servirà anche a sensibilizzare gli iscritti ad utilizzare i sistemi di sicurezza e rispettare le regole.
Entro fine anno, ha annunciato infine Granelli «avremo 50 km di nuove ciclabili».
i monopattini fanno schifo perche’ hanno le ruote troppo piccole e con una semplice buca si perde facilmente il controllo.
Trovo questa situazione sia paradossale… Se chi genio ha ritenuto che in generale bisognava elettrificare per abbassare i valori di emissioni di CO2 del nostro paese , senz’altro è stato una genialata da parte sua il ritenere di dover abbassare pure le emissioni di CO2 prodotte dall’uomo stesso e quindi ha pensato bene e con tanti ringraziamenti da parte del sistema sanitario nazionale di sostituire le sane camminate e le vere e dure pedalate con l’insano muoversi a star fermi e con le finte e leggere pedalate incentivando l’acquisto di monopattini elettrici ed è-bikes.
Ora finalmente capisco gli effetti della fuga dei cervelli all’estero e del perché non tutti poi hanno necessità di partire visto che riescono a dar libero sfogo alle loro capacità qui in Italia ….ad andare avanti così, fra poco e come già è successo nella stessa sequenza per i motorini, toccherà adottare caschi, specchietti e targhe con tanto di patente e di assicurazione obbligatoria…
Sorpasso in sottopasso?!
A parte la mancanza dell’obbligo del casco protettivo (comunque consigliato) da quando il sorpasso in sottopasso lo permette il Codice della Strada? (art.148)
Il sottopasso, luogo con scarsa visibilità, la corsia molto stretta, poi la mancanza di segnaletica orizzontale (come evidenza da foto) è vietato il sorpasso ai sensi dell’art.148 comma 10.
In verità Christian il sorpasso è sempre ammesso tranne che non ci sia esplicito divieto. Del tipo: non puoi superare una linea continua, non puoi superare se c’è un cartello che lo vieta, non puoi superare in prossimità degli incroci, puoi superare se l’altro veicolo ha messo la freccia a sinistra, etc. etc. In assenza dunque di questi ostacoli, se manca la linea di mezzeria (sempre che il sottopasso fosse a doppio senso, non lo so) non è “sottintesa” la linea continua bensì quella tratteggiata ovvero su una strada con 2 corsie, una per senso di marcia, se non c’è alcuna linea che le separa e non c’è nessuna altra ragione/divieto, il sorpasso è ammesso. In questo caso l’unica perplessità potrebbe essere sulla distanza dal monopattino, che deve essere “congrua” per evitare situazioni di pericolo (ma l’attuale CdS non specifica il cosiddetto spazio di caduta) o dalla “imperizia” del guidatore che non è stato “abile” nello scansare il “monopattino impazzito”.
I motivi addotti non sono contemplati dal codice della strada. Non esistono le strada “a scarsa visibilità” (il codice della strada prevede che in condizioni di scarsa visibilità vada adeguata la velocità ma non sono aboliti i sorpassi, anche in presenza di nebbia fitta) e poi comunque la strada era ben illuminata come si evince dalle foto delle luci del sottopasso, la corsia non è affatto stretta (potendosi invadere l’altra corsia), la mancanza di segnaletica orizzontale non osta la manovra di sorpasso (dopotutto se l’altra corsia non è occupata e non c’è nessuno che sopraggiunge perché non dovrei impegnarla per superare?). Tra l’altro dalla foto questa strada sembra enorme, ovvero con 2 enormi corsie per senso di marcia separate tra loro, se neanche qui si può superare …
Chiedo scusa, avevo dimenticato nella risposta di prima di citare una fonte : https://www.sicurauto.it/news/codice-della-strada/sorpasso-in-centro-abitato-si-puo-fare/
E’ incredibile come la discussione verta sempre sugli effetti finali ma non sulle cause. Mettere il casco è giustissimo, ma fino a che non ci sono piste ciclabili in modo da separare la mobilità automobilistica da quella dolce la discussione è sterile. La discussione sulle ciclabili sembra sempre concenttuale sull’essere green ma è molto pratico, ne va della salute delle persone.
Altra cosa è che la priorità è sempre data alle auto, se vogliamo fare il pelo allora andiamo a vedere se gli automobilisti rispettano il passaggio a 1.5mt dai ciclisti. Nessuno lo fa.
Si cominci a mettere le migliori condizioni per la sicurezza, poi si può parlare di responsabilità.
La prima regola di sicurezza sarebbe prevedere l’obbligo di casco protettivo per utilizzatori monopattini e ciclisti.
Ci sta, ma poi le regole andrebbero rispettate e fatte rispettare: per i monopattini elettrici devi avere almeno 14 anni e, fino a 18, il caschetto è obbligatorio. Mai visto un ragazzino col caschetto e mai visto un vigile fermarne uno e chiedere i documenti. E di monopattini quest’estate ne ho visti un bel po’…
https://www.youtube.com/watch?v=ISWJwuNXDIw
Il problema è urbanistico: la promiscuità stradale con le vetture e la differenza di velocità.