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Incentivi per l’auto elettrica: una scommessa (quasi) vinta

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incentivi auto elettrica

Il boom di vendite nell’ultimo mese dell’anno scorso ha portato l’auto elettrica  alla ribalta del mercato italiano, con una quota mensile che ha raggiunto il 6%. Nel 2020 sono state immatricolate 32.538 EV, record assoluto e il triplo dell’anno precedente. E gli incentivi? Quasi tutti “bruciati”: ne sono rimasti inutilizzati meno di 50 milioni di euro. Questa l’analisi del professor Alessandro Abbotto.

La scommessa: 18 mila auto in dicembre

di Alessandro Abbotto∗

incentivi auto elettrica
Alessandro Abbotto

Ad inizio dicembre abbiamo fatto il punto sugli incentivi rimasti a disposizione per l’auto elettrica (leggi). Nel corso del 2020 tra fondo ecobonus istituito per la prima volta dalla legge di bilancio 2019, Decreto Legge Rilancio del luglio 2020 e il Decreto Legge di metà agosto, il governo nazionale ha messo in campo 312 milioni di euro dedicati alle autovetture con emissioni di CO2 minori di 60 g/km. 

A questi si sono aggiunti 50 milioni di euro dal Decreto Rilancio che tuttavia, intempestivamente allargato a tutte le vetture nella fascia 0-110, si è volatilizzato nel giro di pochi giorni quasi esclusivamente per le immatricolazioni dei modelli più inquinanti. Al 6 dicembre rimanevano ancora a disposizione della fascia di emissioni 0-60 g/km ancora 87 milioni di euro.

Avevamo quindi fatto una scommessa, che era più un auspicio. Saremmo stati in grado di consumarli tutti entro fine anno? La stima era di riuscire ad immatricolare a dicembre circa 5.000 autovetture elettriche e plug-in per esaurire i 50 milioni del Decreto agosto e più di 15.000 per esaurire i 262 milioni dell’ecobonus. Un traguardo che era stato ritenuto alla portata del nostro paese tenendo conto che, in altri paesi come il Regno Unito nel mese di novembre erano state immatricolate 18.000 vetture alla spina.

Il Ministero aveva visto giusto

Eco-bonus Lombardia

Come è andata? Scommessa vinta o persa? Quasi vinta! I 50 milioni del Decreto agosto si sono completamente esauriti anche per la fascia 0-60 e il traguardo dei 5000 autoveicoli è stato abbondantemente superato. È un gran risultato perché, quando furono riservati lo scorso agosto a questa fascia (oltre ai 150 milioni per la fascia 61-90 e 100 milioni per la fascia 91-110), molti soggetti, tra cui importanti associazioni di categoria, protestarono affermando che sarebbe stato meglio mantenere i contenitori collegati con possibilità di riversamento. 

Così si fece infatti per la prima tranche di agosto, destinata alla fascia allargata 0-110 e poi consumata quasi esclusivamente dalla frazione più inquinante). Con buona pace di chi avrebbe voluto acquistare un’auto elettrica e avrebbe visto il portafoglio incentivi svuotarsi velocemente, ben prima della scadenza naturale.  Quindi una bella soddisfazione.

Gli italiani hanno risposto bene e, bisogna dirlo, il Ministero dello Sviluppo Economico ha visto giusto prevedendo i contenitori separati.

Se avessimo avuto mezzo mese in più…

In maniera più che soddisfacente (ma poteva andare meglio) è andato il contenitore dell’Ecobonus. Dei 262 milioni stanziati ne sono rimasti a fine anno poco meno di 50 milioni. In tutto il mese di dicembre sono state immatricolate circa 13.500 autovetture tra elettriche (BEV) e plug-in (PHEV). Mancano all’appello più o meno le 8.000 autovetture che ci separano ancora da altri paesi a noi simili come Regno Unito o Francia e che avrebbero esaurito completamente il fondo (diciamo che sarebbe servito ancora un mesetto scarso).

Quindi traguardo mancato ma, tutto sommato, non di molto. Il 2020 rimane, per le auto elettriche, un anno di svolta: oltre 30.000 autovetture vendute BEV (a cui si aggiungono quasi altrettante plug-in PHEV), con un aumento del 350% rispetto al 2019 ed oltre 260 milioni di euro di incentivi utilizzati per la fascia 0-60 g/km. Una bella risposta a chi pensava che fossero inutilmente eccessivi e un bel messaggio per capire dove devono andare gli incentivi 2021.

∗Direttore del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano – Bicocca

 

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19 COMMENTI

  1. Non so se scrivo nel posto corretto, cmq ho una domanda. C’è un ipotesi credibile su quando si potrà sfruttare l’incentivo rottamazione sulle euro 5? Mi sembra che purtroppo neanche motus-e lo abbia preso in considerazione. Io ad esempio ho una micra 2011 euro 5 molto sfruttata per chilometraggio e messa male con la vernice che non vale più neanche il costo per riverniciarla. La rottamerei volentieri per prendere una elettrica se potessi, ma mi sembra che a nessuno per ora interessi incentivare queste situazioni, che credo non siano poi così rare e quindi potrebbero favorire l’accesso alla mobilità elettrica a molti, con benefici per l’ambiente e l’economia. La stiamo usando poco perché é una seconda auto, ma soprattutto perché con la pandemia abbiamo dimezzato le uscite per lavoro. Per assurdo, sostituita con una elettrica (ad es. Corsa-e o 500e), diventerebbe l’auto più usata dalla famiglia liberando un decoroso, comodo e inquinante 2.0 diesel (sempre euro 5 ma diesel-gate!) dall’utilizzo quotidiano e lasciandogli, per ora, i compiti per le uscite a medio-lungo raggio di weekend e vacanze.

  2. Adesso incentivano tutto, tempo fa era aiuto di stato, vietato dall’unione europea, ma dove troveranno tutti i soldi? E le accise dei carburanti come verranno sostituite? La gente ha paura nel futuro e i soldi sono sempre meno, gli stipendi bassi e l’economia non gira. Le auto elettriche sono molto costose, senza incentivi sarebbe un tracollo di immatricolazioni.

    • Sono vietati i sussidi alle aziende, non gli incentivi ai clienti. Gli incentivi alle auto elettriche ci sono o ci sono stati in gran parte dei Paesi d’Europa.

  3. Il metano da indubbi vantaggi economici ma non lo stesso piacere di guida di un’elettrica. Io prima di scegliere l’elettrico avevo valutato anche il metano, seppure abbia il distributore più vicino a 13km da casa, ma dopo che ho provato la punto 1.4 90cv a metano ho cambiato idea. Non va niente. Abito in collina e per fare la salita al 4% che porta in paese ho dovuto scalare fino alla 2a.

    • Beh, certo, anche lei ha preso l’auto più moderna di tutte. La vecchia Punto col vecchio 1300 a 8 valvole da 77 cv (non 90). Non saprei, una Leon 1.500 da 130cv è lenta uguale? Ho qualche dubbio al riguardo, avendola guidata, affronta le salite in Val D’Aosta in sesta in autostrada accelerando … (ho provato la versione precedente, la 1.400 con 110 cv). Costo al km, senza lesinare: 4 centesimi (urbano, extraurbano, autostrada a 130km/h, inverno, estate, parcheggiata al coperto o in cima ad una montagna, lasciata parcheggiata fuori per una settimana o usata tutti i giorni), anche meno se si ricarica da casa (usando il gas domestico) e si usano i pannellini elettrici per alimentare il compressore domestico (il “wallbox” del metano).

  4. Con incentivi pazzeschi, pari a 10000 euro (per alcuni modelli pari quasi a metà prezzo) a cui talvolta si sommano incentivi regionali e comunali le elettriche in Italia si attestano a Dicembre intorno al 6% (il dato annuale è più basso ma prima mancava la droga degli incentivi). Nel mese di Dicembre, senza alcun incentivo nazionale, finanche le auto a gpl hanno venduto un po’ di più (e questo nonostante sempre meno produttori le sponsorizzano o producono). Non si può dire che c’è esattamente una corsa all’elettrico, con questi incentivi l’elettrico dovrebbe essere intorno al 30% del mercato, inoltre in altri paesi europei le percentuali sono almeno il doppio. Forse all’estero quelli che hanno il garage sono di più …

    • il GPL è ancora portato avanti dalle case. Al massimo stanno dismettendo il metano. Le elettriche per la prima volta hanno superato le auto a metano come vendite (925 vetture in più). Visto che ste auto a metano sono tanto convenienti, efficienti, pulite e comunque, seppur in maniera minore incentivate (e costano meno delle elettriche) perchè hanno subito il sorpasso ? Semplicemente perchè nessuno spende 20000 euro, anche per un’auto scontata di 10-15000 euro, se sa che è una schifezza. Gli incentivi aiutano chi sa già qual’è la soluzione migliore ma semplicemente non può permettersela a certi prezzi.
      La corsa all’elettrico c’è eccome. In Norvegia gli incentivi stanno calando e questo già aveva fatto gridare alla fine dell’epopea elettrica in Scandinavia. peccato però che ad oggi ogni mese più della metà di auto vendute in Norvegia sono elettriche. Ma immagino che li siano tutti stupidi..giusto ?

      • Non direi che le auto a metano sono una schifezza. Io ne ho posseduta una per anni e in viaggio mi trovavo benissimo. Il vero problema è il rifornimento. Io che abito a Bologna (l’Emilia-Romagna è la regione con più stazioni), ero costretto, per un pieno, a sorbirmi un viaggetto verso la periferia di 5 o sei km (nel traffico urbano significano almeno 15 minuti all’andata e altrettanti al ritorno). E spesso trovavo una fila di una decina di minuti. Per fortuna i tre impianti bolognesi sono aperti 24 ore su 24. Ma in tutta Milano, per esempio, dove ce ne saranno al massimo cinque e tutti all’estrema periferia, dopo le 18 e nei giorni festivi “ti attacchi”. Nella tratta Bologna-Milano una sola autostazione ha il metano: è dietro alle pompe di benzina, al buio, e il benzinaio manco ti vede se non lo prendi per la giacchetta. Non ti dico dalle Marche in giù. In conclusione, mi capitava spessissimo di finire il carburante e dover andare a benzina. E allora? E’ curioso che i metanisti non si rendano conto che, con tutti i suoi limiti, la ricarica di un’auto elettrica è molto più comoda, e, se ben organizzata, ti fa anche sprecare meno tempo.

        • Il mondo è cambiato, da qualche mese a questa parte il metano lo ricarichi in modalità self service h24 pure in Italia (nel resto del mondo da una vita). A Milano il self service a metano esiste ancora da più tempo. Da casa mia al luogo di lavoro (25 km circa) ci sono 7 impianti a metano, non c’è fila.

          • Io avevo un’auto a metano nel 2007-2008. Parlo della situazione di Milano di allora. A Bologna non è cambiato nulla, e mi sembrerebbe strano che lo fosse visto che le vendite sono sempre marginali.

        • ha frainteso. Ho detto che nessuno comprerebbe una schifezza anche se incentivata,volendo dire che le elettriche non sono affatto un bluff.

      • Anche il GPL è sempre più raro. Ad esempio sulla 500X, sulla Tipo, sulla Giulietta non è più proposto. Ma anche macchine come Mokka GPL non sono più in vendita. Senza considerare che ci sono brand che auto gpl non le hanno mai vendute.

        Ma c’è di più. Gli italiani preferiscono di gran lunga le ibride alle elettriche nonostante incentivi minori. Certo, i dati in futuro cambieranno, ma c’è una resistenza nel cambiamento su cui occorrerebbe riflettere.

          • Le elettriche più vendute sono oggi quelle con autonomia maggiore, ovvero quelle che inquinano di più. Se si esclude l’anomalia italiana (dove con pochi soldi latitano sia le vendite delle elettriche in generale sia quelle delle più performanti), chi può sceglie elettriche con grande autonomia (dalla Zoe in su per capirci). E questo riduce notevolmente il vantaggio delle auto elettriche in termini di risparmio di CO2 …

          • Nel 2020, l’anno migliore in assoluto per le elettriche in Italia, la Panda ibrida, da sola, ha venduto il 24% in più di tutte le 10 migliori elettriche italiane. Ovvero: se prendi le 10 elettriche più vendute in Italia, di ognuna di loro prendi il totale di vendite nell’anno, sommi tra loro tutti questi totali (parliamo dei 10 modelli più venduti), aggiungi a questo totale il 24% e a questo punto ottieni come risultato il totale delle vendite di un unico modello, la Panda hybrid (che a FCA è costato pochissimo come sviluppo). E questo nonostante l’elettrico sia molto più incentivato. E ti ho parlato della Panda hybrid, non della Panda normale (per la quale non c’è partita affatto). Capisci che l’hype sull’elettrico a livello mediatico è stellare rispetto ai numeri reali …

  5. Purtroppo però i nuovi incentivi 2021 sono stati destinati maggiormente alle auto termiche, 250 milioni, contro 120 per le elettriche e altri 120 per le plug in hybrid. Oltretutto non mi spiego come si possano incentivare auto con emissioni fino a 135g di CO2 per 100km quando l’Europa ha fissato per il 2021 un limite di 95g di emissione media del nuovo parco auto venduto. Un po’ come se il medico ti dicesse di bere poco e ti regalasse un buono per comprare lo spumante! Non mi trovo concorde nemmeno sull’incentivare la rottamazione con un contributo economico, va da sé che se viene sostituita un’auto molto vecchia grazie agli incentivi questa verrà rottamata perché non più commerciale, ma se viene sostituita un’auto di 10 anni ancora in buone condizioni, perché incentivarne la rottamazione quando potrebbe essere immessa nel mercato dell’usato per sostituire magari una di 20? Ho letto un’intervista al presidente ACI che contesta gli incentivi (con un’inclinazione alle termiche che non condivido) ma solleva un punto interessante sull’esenzione del bollo per auto di 25 anni che non sono d’interesse storico ma solo vecchie. Insomma l’argomento è ampio e con molte sfaccettature.

    • Io faccio parte di quelli che non possono permettersi un auto nuova. E ogni volta che vengono rottamate auto di pochi anni, specie a metano, è una difficoltà in più per reperire il prossimo mezzo.

      Io spero sempre un giorno di poter entrare nell BEV anche io ma per ora non riesco proprio. Rottamate selvaggiamente danneggia la parte debole della popolazione e non è necessario ai fini di incoraggiare il passaggio alla elettrico.

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