Incentivi auto: i fondi messi a disposizione dal governo si sono esauriti in poche ore. Chi non è riuscito a collegarsi o è arrivato tardi all’appuntamento con il click day, deve rassegnarsi oppure potrebbe avere una seconda chance? La risposta esatta è la seconda, ma dovrà aspettare ancora un mese. Vediamo perché.
Incentivi auto, game over. Il bilancio ufficiale non c’è ancora. Ma questa nuova campagna per la rottamazione di un vecchio modello a motore endotermico, con ecobonus per l’acquisto di un’ auto a batteria è stata tutta così. Poche comunicazioni, talvolta confuse. In ogni caso, i quasi 60o milioni di fondi previsti dal decreto sono stati tutti assegnati. La conferma da una nota di Sogei (Società generale di informatica), l’azienda pubblica controllata dal ministero dell’Economia che ha gestito la piattaforma per le prenotazioni.
Sogei ha indicato in cinque ore il tempo trascorso per terminare i fondi disponibili per i cittadini, a partire dalle 12 di martedì 22 ottobre. Ora c’è da capire soltanto quanti voucher da 9mila e quanti da 11mila sono stati assegnati. Così come sarà interessante l’analisi sui modelli acquistati presso i concessionari. Stiamo parlando di circa 40mila vetture.
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Ma la corsa agli incentivi potrebbe non essere terminata, nonostante l’esaurimento dei fondi. Questo perché da ieri è scattato il conto alla rovescia che finirà esattamente un mese dopo. E’ il periodo di tempo previsto dal decreto per finalizzare l’acquisto della vettura. Perché in caso contrario, la somma non potrà essere utilizzata e tornerà a disposizione del ministero dell’Ambiente.
Ma cosa potrebbe accadere perché non si concretizzi l’acquisto e quindi l’utilizzo del voucher? I motivi possono essere molteplici. Il più banale di tutti: il titolare dell’ecobonus potrebbe cambiare idea. Dopo aver visitato più di un concessionario, potrebbe non trovare l’auto che lo soddisfa. Oppure potrebbe non raggiungere l’accordo con il venditore. Per esempio, sul metodo di finanziamento a lungo termine.
Nell’attesa di capire quanti soldi eventualmente saranno nuovamente disponibili, è tempo dei primi bilanci. Il presidente di Motus-e Fabio Pressi è tornato a criticare le modalità dell’Ecobonus: “Guardando al futuro, sarà importante capitalizzare questa esperienza e guardare alle migliori pratiche internazionali, dove incentivi anche più contenuti, ma stabili e programmati nel tempo, hanno garantito continuità al mercato fino sostanzialmente a non essere più necessari“.
Il pasticcio delle targhe non riconosciute per gli incentivi
Alcuni dei commenti ricevuti dalla redazione di Vaielettrico mettono in evidenza lacune delle regole per l’accesso ai fondi. Per esempio, più di un automobilista ha segnalato come, pur avendo tutti i requisiti, non ha ottenuto il via libera al voucher perché risultava in possesso del veicolo da meno di sei mesi (uno dei requisiti necessari). In realtà, il sistema non ha previsto la possibilità di un “cambio targa”. Oppure, la mancanza di procedure di controllo per chi ha fatto acquistare l’auto da un parente e rivenderà la macchina fra due anni.



“Bene, ci siamo così tolti dalle b4lle anche ‘sta rottura degli incentivi e senza tirare fuori neanche un soldo grazie alla manna del PNRR.
Davvero geniale l’idea di assegnare a [OMISSIS] quel bando PNRR per alcune migliaia di colonnine e poi fargli rinunciare al bando, così da mettere i bastoni tra le ruote allo sviluppo della rete di ricarica e dirottare i fondi sulla solita lotteria degli incentivi, che tanto, anche se la gente si incazza per il meccanismo altrettanto geniale che abbiamo inventato, chissenefrega, tanto con due frignate che ce l’hanno tutti con noi e che la sinistra ci odia ci rivotano lo stesso!
Quindi:
— compitino verso l’EU fatto;
— sviluppo rete di ricarica rallentato – che due b4lle anche tutte ‘ste colonnine!;
— mercato delle auto elettriche tenuto bello depresso sia prima – con la promessa degli incentivi – che dopo – a incentivi esauriti;
— aiutino alle case automobilistiche e ai petrolieri servito come d’accordo, dato che adesso chi voleva cambiare auto ed è rimasto fregato (ben gli sta per avere pensato a un’elettrica!) ne riacquisterà una termica, magari usata che le concessionarie non sanno più dove metterle e per le case automobilistiche tanto c’è la cassa integrazione.
Bene, complimenti a tutti per l’ottimo lavoro, e sempre avanti così!”
(da una velina interministeriale in fase di ultimazione)
Tanti soldi a pochi, io francamente avrei messo soglie ISEE molto più basse per queste cifre…
L’unica cosa che mi auguro è che siano davvero andati a chi ne aveva bisogno, e non commento oltre visto che si è già detto tutto e di tutto.
Se consideri che in Italia artigiani e commercianti dichiarano la metà dei loro dipendenti credo che molti siano andati nelle tasche sbagliate. Ma il governo vuole proprio questo perché hanno dichiarato esplicitamente che fare pagare le tasse a queste categorie è un abominio.
… E a proposito di una eventuale riapertura del cosiddetto Click Day, innanzitutto basta coi click day, certe cose andrebbero fatte come tutte le domande che si facevano in passato, ovvero fare la domanda con largo margine di tempo e poi stilare una graduatoria, e poi, io l’auto l’ho acquistata e non posso permettermi di mantenere quella che avrei voluto rottamare, perciò o la rottamo o la vendo, anzi la dovrei scendere, e se poi riaprono le domande o se dovessero allargare le FUA? Doppia fregatura, potrei rientrare negli incentivi magari per un familiare ma non avrei più l’auto da rottamare, ma che andassero dove devono andare.
L’incentivo più pasticciato ingiusto e disastroso della storia d’Italia, spero che si ritrovino affogati da una valanga di ricorsi, ignoranti presuntuosi incapaci, facile prendere decisioni coi soldi altrui, avrei voluto vedere se Pichetto &Co avessero dovuto versare di tasca propria. Intanto quelli ingiustamente esclusi come me dovranno pagarsi l’auto senza incentivi con enormi sacrifici e le tasse per farli prendere agli altri.
Capitalizzare questa esperienza… Come se non ci fossero già stati bonus simili “senza criteri sensati” tipici del nostro paese, esperienza insegna che non si impara mai dagli errori del passato…