La Francia aggiunge altre 1.000 euro di bonus agli incentivi già stanziati per chi rottama la sua auto a combustione per un modello green. Essenziale che l’auto acquistata sia assemblea in Europa con una batteria Europa. In Italia, il governo rinvia di almeno un mese il via libera definitivo agli incentivi già previsti dal decreto. Occorre dare tempo all’Istat di ridefinire i comuni che fanno parte delle “aree urbane funzionali”
Si potrebbe anche fare della facile ironia sulle scelte del governo. Hanno voluto dividere in due l’Italia, tra chi potrà accedere agli incentivi e chi ne verrà escluso: saranno destinati solo a chi risiede nelle “aree urbane funzionali. Ne fanno parte le grandi città e quei comuni che ne sono attratti per ragioni economiche, di lavoro o di attrazione “culturale”. In pratica, buona parte delle piccole cittadine e dei piccoli comuni della provincia italiana ne sono escluse.
Ma quando hanno approvato il decreto sugli incentivi assegnati per il passaggio all’elettrico, non avevano ancora a disposizione l’elenco completo ed aggiornato dei comuni che fanno parte di queste zone geografiche “funzionale”. Ragione per cui – come ha spiegato un paio di giorni fa il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto – è stato chiesto all’Istat in base ai dati più aggiornati di provvedere. Il che fa slittare di almeno un mese il via libera alle prenotazioni degli incentivi, quando sarà a disposizione il portale dedicato.

Incentivi auto rinviati a ottobre: l’Istat deve aggiornare la mappa dei comuni che sono “funzionali” alle aree metropolitane
Un “paletto” che taglia fuori tutti gli automobilisti che abitano in comuni che non gravitano sulle grandi città e che sono stati esclusi dalla misura. Una scelta che ha già sollevato polemiche ma che l’esecutivo – al momento – non sembra voglia rivedere.
Del resto, il tema degli incentivi rimane al centro del dibattito sul futuro dell’automotive in Europa. Il governo francese, nonostante le difficoltà di finanza pubblica, ha deciso di aggiungere altri 1.000 euro al bonus già stanziato. Verrà assegnato a chi acquisterà auto assemblate nella Ue e dotate di una batteria costruita sempre in Europa. Il nuovo incentivo va a integrare il bonus ecologico, finanziato da certificati di risparmio energetico, che può arrivare fino a 4.200 euro.
La “ratio” del provvedimento è abbastanza evidente. Cercare di contrastare in qualche modo la prossima invasione delle auto prodotte dalle case di Pechino o dotate di tecnologia cinese. E la Francia, assieme alla Germania e alla Spagna, ha la maggiore quota di auto prodotto nel Vecchio continente.
Esclusi dagli ecoincentivi auto: il Sud alza la voce (e non ha torto)
Ma su questo tema, le case cinesi non stanno di certo a guardare. Il numero uno del settore Byd sta promuovendo una sua campagna. Per tutto il mese di settembre che prevede un contributo fino a 10mila euro per chi rottama la sua auto (fino alla categoria euro 5) acquistando un nuovo modello. Una campagna che non prevede paletti del tipo area di residenza o limite Isee.
Una mossa di posizionamento di mercato, per quanto la casa cinese sia convinta che con gli incentivi non si vada lontano. Lo ha spiegato ieri Alfredo Altavilla, special advisor di Byd in Europa: “Se davvero vogliamo svecchiare un parco auto pre-Euro6 di 24,5 milioni di automobili in Italia dobbiamo avere un programma fatto dall’Europa pluriennale“. Gli incentivi “per poche migliaia di macchine mi sembrano destinate a svuotare l’oceano con un cucchiaino. La commissione Ue – ha concluso – è stata molto veloce a mettere la tagliola del 2035 sui motori termici, molto meno chiara e trasparente su come ci si arriva“.



Oltre a Tesla quali solo i modelli di bev prodotte in europa con batterie europee?
Marca Modello BEV Produzione auto Produzione batterie Note
Volkswagen ID.3, ID.4, ID. Buzz Germania Salzgitter (Germania) Gigafactory PowerCo in espansione
Renault Mégane E-Tech, R5 E-Tech Francia Douai & Flins (Francia) Batterie da Envision AESC
BMW iX1, i4, iX3 Germania Cellule da Northvolt (Svezia) Partnership con CATL per fabbrica in Erfurt
Stellantis Fiat 500e, Peugeot e-208 Italia, Francia ACC (Francia, Germania, Italia) Joint venture con TotalEnergies e Mercedes
Volvo EX30, XC40 Recharge Belgio, Svezia Northvolt (Svezia) Produzione sostenibile e locale
Tesla Model Y Germania (Giga Berlin) Celle da CATL e Panasonic (non UE) Batterie non ancora europee, ma produzione locale
Batterie europee: dove si producono?
Northvolt (Svezia): fornisce BMW, Volvo, e altri
ACC (Automotive Cells Company): joint venture Stellantis, TotalEnergies, Mercedes
Volkswagen PowerCo: fabbrica a Salzgitter, espansione in Spagna e Canada
Envision AESC: fornisce Renault dalla fabbrica in Francia
La stessa Northvolt appena fallita?
ACC quella che nel suo sito ha la cronologia ferma all’inaugurazione del 2023?
Envision AESC quella inaugurata 2 mesi fa?
Provo a riformulare la domanda. Quante bev potranno usufruire di questi incentivi in Francia questo anno? 10? 100? 1000? 10000?
fallire non è scomparire , informarsi prima…
https://www.autotecnica.org/lyten-salva-northvolt-e-ricarica-il-futuro-elettrico-europeo/
Informarsi si ma non solo dai titoli.
Riporto quanto scritto nell’articolo che lei cita:
!Un futuro elettrico europeo
Da gigafactory fallimentare a potenziale nuova batteria pulsante d’Europa.
La storia di Northvolt e Lyten potrebbe diventare il racconto di una sconfitta trasformata in speranza.
Se l’ombra del passato è ancora presente, ora si può tornare a sperare in una rinascita, con impianti pronti a riprendere le produzione, tecnologie all’avanguardia e l’energia giusta per alimentare un futuro elettrico davvero europeo.”
Quindi mettendo per adesso da parte la speranza nel futuro, ad oggi quante sono le bev che possono usufruire di questi incentivi per auto che montano batterie europee?
su suolo europeo oramai siamo ben forniti di fabbriche di celle batterie, questa è una mappa degli impianti già attivi e di quelli in costruzione:
https://battery-news.de/wp-content/uploads/2024/12/241212_EU_BP.png
infine ci sono poi anche le fabbriche che assemblano le celle in pacchi batteria
Ha ragione lo special advisor di Byd manca una programmazione pluriennale, ma non in Europa bensì in Italia. Si fino adesso è progredita la rete di ricarica lo si deve alle politiche comununitarie non nazionali. Personalmente che in Italia la mobilità elettrica potrà diffondersi solo quando si permetterà a tutti di caricare a casa o vicino casa. Per i condomini facilitare l’installazione di wallbox anche lungo i marciapiede delle strade adiacenti, mentre per chi ha un posto auto facilitare l’installazione di un secondo contatore senza i grossi costi di adesso. In Norvegia l’auto elettrica si è diffusa attraverso un programma politico pluriennale a 360 gradi. Per chi vive in appartamento nelle città sono nati parcheggi sotterranei per la ricarica. Ricarcando a casa si assapora la comodità a pieno dell’elettrico e sparisce l’ansia da ricarica.
Questa “lode” alla Francia, alla luce degli ultimi eventi politici interni alla nazione transalpina, mi pare quanto meno improvvida.
Pur di dimostrare (come al solito!) la presunta inettitudine dei nostri governanti, non si esita a gettare fumo negli occhi all’ignaro lettore del blog, incensando un paese dilaniato da opposti estremismi politici, retto da un Presidente palesemente inadeguato e sfiduciato dal popolo, che cambia primi ministri alla stregua di calzini e che ha portato le finanze della Francia sull’orlo della bancarotta.
Il povero Bayrou ci ha rimesso le penne nel tentativo di raddrizzare la barca che affonda sotto il peso di 44 miliardi di euro di deficit……e il nostro Redattore sta qui ad incensare manovre (peraltro inutili) che contribuiscono ad affossare ulteriormente la Francia.
SVEGLIA!
La Francia ha un difetto, dei cittadini degni di questo nome, che quando è ora lottano per i propri diritti.
Legare questo agli incentivi green mi pare un tipo salto carpiato, leggendo varie fonti (non i social) la crisi proviene dalle stesse cause Italiane, cioè una mal distribuzione del reddito.