Incentivi auto, avanti piano: a partire da oggi, 23 settembre, è finalmente operativa la piattaforma dove registrarsi. Ma, per il momento, sarà accessibile esclusivamente alle concessionarie. Definite come “esercenti” nel decreto del governo. Le prenotazioni da parte dei privati, invece, saranno aperte soltanto a metà ottobre.
La corsa agli incentivi auto elettriche è ufficialmente iniziata, ma solo a metà. Dalle 12 di oggi, 23 settembre, la piattaforma online dedicata è accessibile esclusivamente alle concessionarie. che potranno registrarsi e caricare i modelli di auto elettriche e veicoli commerciali N1 e N2 ammessi al contributo. Per i cittadini e i titolari di microimprese, invece, l’attesa durerà ancora qualche settimana: l’apertura è prevista per la metà di ottobre, con data da definire. La piattaforma è gestita dalla società pubblica Sogei, per conto del ministero delle Imprese.
In sostanza, si procede a piccoli passi. Un parto complicato e con mille inconvenienti. Basti pensare che i fondi sono stati “recuperato”, sacrificando 597 milioni che il Pnrr metteva a disposizione per ampliare la rete di ricarica. In ogni caso, il decreto con le regole di base è stato approvato e non dovrebbe cambiare. Rimane l’incognita relativa alla composizione delle cosiddette “aree funzionale”, i cui residenti sono i soli che potranno accedere agli incentivi.
Come funzionano i nuovi incentivi
Con i fondi recuperati dal Pnrr, il governo punta a sostenere l’acquisto di circa 39.000 vetture elettriche. Per accedere al bonus occorrono però requisiti stringenti: è necessario avere la residenza o la sede legale in una “area urbana funzionale”, ovvero città con oltre 50mila abitanti e comuni collegati da flussi di pendolarismo. Inoltre, è obbligatorio rottamare un’auto benzina o diesel fino a Euro 5.
Il contributo varia in base al reddito: con un ISEE fino a 30mila euro si possono ottenere fino a 11.000 euro di sconto, che scendono a 9.000 tra 30mila e 40mila euro. Sopra questa soglia, niente bonus. Resta anche un tetto al prezzo: massimo 35.000 euro più IVA, pari a 42.700 euro. Per le microimprese, invece, sono previsti incentivi fino a 20.000 euro per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici.
Ho diritto agli incentivi, ma se li prenoto e i soldi finiscono…?
Aree “funzionali”: un sistema che divide in due l’Italia, tra città e una parte della provincia. Il governo cancella l’eco-score, su pressione delle lobby automotive
Il punto più controverso resta il vincolo geografico. Circa metà degli italiani sarà esclusa dagli incentivi, in particolare chi vive lontano dalle grandi città. Piccoli comuni e aree interne, che pure avrebbero bisogno di sostegno per accelerare la transizione energetica, restano fuori dal perimetro del decreto. La definizione delle aree funzionali, affidata all’Istat, ha già causato lo slittamento dell’avvio della misura, ed è probabile che continuerà a suscitare polemiche.
So non altro è stato chiarito un altro punto controverso: non sarà introdotto l’“eco-score”. Si tratta di un punteggio ambientale che valuterebbe l’impronta di carbonio dell’auto lungo l’intero ciclo di vita, dai materiali alla produzione, fino al trasporto. L’obiettivo dichiarato è rendere gli incentivi più equi e legati al reale impatto dei veicoli. Ma c’è chi sospetta che questo strumento possa aprire la strada a soluzioni ibride o persino endotermiche alimentate da biocarburanti, ampliando la platea dei modelli incentivabili.
Un passo avanti, ma non per tutti
Gli incentivi auto elettriche 2025 rappresentano senza dubbio una spinta importante alla mobilità sostenibile, anche se circoscritta. Restano da sciogliere i nodi legati alla loro reale efficacia: il rischio è che, tra vincoli geografici e limiti di reddito, il bonus resti un’opportunità per pochi. Intanto, i concessionari sono già al lavoro per aggiornare i listini, mentre i cittadini dovranno attendere fino a metà ottobre per sapere se potranno davvero accedere a questa nuova fase della transizione elettrica.


Stiamo parlando di una misura che utilizza fondi del pnrr che dovranno essere in parte restituiti, con le tasse di tutti. Mi pare una misura anticostituzionale perché non rispetta il principio dell’uguaglianza.
ma nessuna associazione utenti ha presentato una denuncia alla Procura contro questi incentivi?
Quell’elenco FUA non può essere preso in considerazione per determinare chi può accedere agli incenti. L’aver deciso questo evidenzia la totale interdizione mentale del ministro Fratin e di tutti quelli che gli stanno attorno.
All’imputato che si lamentava il giudice disse : la legge è uguale per tutti!
Rispose l’imputato, si, ma la scritta lei la ha dietro le spalle, la leggo solo io.
In Italia la legge è uguale per tutti ma per parafrasare Orwell per qualcuno è più uguale.
Siamo obiettivi: solo in Italia?
Non importa Antonio: qui siamo in Italia e io parlo delle leggi del mio paese, quello che fanno gli altri non è affar mio.