Incentivi, la Germania rilancia la mobilità elettrica con un nuovo pacchetto fiscale destinato alle flotte aziendali. La proposta del governo guidato da Friedrich Merz, prevede un super ammortamento per chi acquista veicoli elettrici. Una mossa che potrebbe imprimere un’accelerazione decisiva al mercato EV tedesco, in ripresa dopo il crollo del 2024.
Mentre gli automobilisti aspettano di capire se verrà confermato il provvedimento annunciato dal governo meloni, la Germania corre verso l’auto elettrica. E perché la Germania – a differenza dell’Italia – preferisce favorire le aziende e non il singolo automobilista? Il motivo principale è presto detto: ormai, oltre il 50% delle nuove immatricolazioni sono destinate alle flotte aziendali. Il che non vuole dire soltanto veicoli di servizio o destinati come benefit ai dirigenti. Ma stiamo parlando anche degli autonoleggi, delle società di car-sharing e, soprattutto, delle società che propongono noleggi a lungo termine.
In altri termini, si passa dalle flotte aziendali per una questione di grandi numeri. E perché, in molti casi, sono autovetture che arrivano poi al singolo cittadino, per l’uso che gli è necessario. Inoltre, le auto delle flotte aziendali, arrivano anche in tempi brevi sul mercato dell’usato.
Incentivi, la Germania favorisce il passaggio all’auto elettrica concedendo vantaggi fiscali per le flotte aziendali
Se questa è la “ratio, vediamo i dettagli tecnici della misura varata dal governo tedesco, molto lontana dal provvedimento che dovrebbe riguardare l’Italia. La nuova misura fiscale permetterà alle imprese di ammortizzare il 75% del costo di un veicolo elettrico nel primo anno. Con quote decrescenti nei successivi: 10% il secondo anno, 5% il terzo e quarto, e 2% il quinto. “Un vantaggio fiscale sostanzioso, pensato per rilanciare le flotte aziendali, che in Germania rappresentano una componente fondamentale delle nuove immatricolazioni”, come ha scritto in un report The Investment Institute by Unicredit.
I benefici fiscali saranno percepiti direttamente dalle aziende e dalle società di leasing. Tuttavia, Unicredit ritiene che questi vantaggi si tradurranno in condizioni più favorevoli anche per le imprese locatarie, incentivando così ulteriormente il passaggio alla mobilità elettrica.
Il piano Merz punta dunque a rilanciare la domanda senza ricorrere a sussidi diretti, ritenuti meno efficienti in termini di bilancio pubblico. Una strategia che guarda alla sostenibilità economica oltre che ambientale.
Germania, gli incentivi non riguardano le ibride
Dopo la fine degli incentivi diretti nel 2023, le immatricolazioni di EV avevano subito un forte rallentamento. Ora, però, la curva sta risalendo. Nei 12 mesi più recenti, le vendite di auto elettriche in Germania hanno raggiunto quota 400.000 unità, eguagliando quelle delle vetture diesel. Le ibride rimangono le più diffuse con 1 milione di immatricolazioni, ma sono escluse dal nuovo schema fiscale. Le benzina seguono con circa 900.000 unità.
Le case automobilistiche tedesche sono ben posizionate per beneficiare di questo nuovo impulso. Secondo Unicredit, ci sono tre fattori chiave. Il primo riguarda il dominio del mercato interno: i produttori tedeschi detengono il 50-60% delle nuove immatricolazioni EV in Germania. I marchi cinesi, nonostante la crescita, si fermano al 5%, mentre Tesla ha registrato un calo
del 3,5% nelle vendite recenti.
Poi ci sono le previsioni che premiano la clientela business: il 60-70% delle nuove immatricolazioni riguarda imprese, proprio il target delle nuove agevolazioni. Infine, secondo il governo Merz, il tempismo è favorevole: gli incentivi arrivano mentre il mercato mostra già segni di ripresa, come dimostrano gli ultimi dati.
Inoltre, il provvedimento si integra con altre misure pro-investimento già introdotte dal governo Merz, come l’ammortamento degressivo al 30% per macchinari. Una strategia fiscale complessiva che guarda al rilancio dell’economia attraverso il sostegno all’industria e all’innovazione.
Incentivi, che fine ha fatto il piano del governo Meloni?
Mentre la Germania accelera il piano per il riammodernamento del parco auto, in chiave totalmente elettrica, gli automobilisti italiani aspettano ancora di capire come e se potranno rottamare la propria auto a motore endotermico. Dopo gli annunci e le anticipazioni, il provvedimento è fermo al ministero dello Sviluppo economico.
Ma, salvo ripensamenti, la strada scelta dal governo Meloni è un’altra rispetto al piano tedesco. I bonus non saranno per tutti. Il contributo sarà riservato a chi rottamerà un veicolo endotermico per acquistare un’auto elettrica nuova di categoria M1 (fino a 8 posti) oppure, per le microimprese, un mezzo commer
ciale elettrico delle categorie N1 e N2.
Per le persone fisiche, il bonus sarà vincolato al reddito: 11.000 euro per chi ha un ISEE fino a 30.000 euro e 9.000 euro per chi rientra tra i 30.000 e i 40.000 euro. Le microimprese potranno ottenere un incentivo pari al 30% del valore del veicolo, fino a un massimo di 20.000 euro.
I fondi per gli incentivi, tra l’altro, dovrebbero aggirarsi attorno ai 600 milioni. Soldi, tra l’altro presi dai fondi del Pnrr inizialmente destinati per la realizzazione di colonnine elettriche di ricarica. Ogni commento sarebbe superfluo.
Ricapitolando, l’AD di Stellantis si è dimesso, l’AD di Renault si è dimesso, ma il problema è l’Italia.
L’italia dorme perché lo vuole. Lo vuole il governo, lo vogliono i cittadini. Andate in strada e chiedete a caso alle persone che incontrate se ritengono il cambiamento climatico una menzogna (e se si informano su facebook)…. È probabile che la maggior parte vi risponderà di si. Mettete insieme le cose ed ecco che la frttata è fatta.
Come già evidenziato nell’ articolo…la Germania punta a rilasciare l’ industria automotive nazionale (da cui dipende una grande % PIL e famiglie! ) e lo fa in un momento opportuno: le BEV nazionali stanno occupando i vertici delle vendite (con Tesla di giga-Berlin un po’ in ritardo…ma spero nella nuova M.Y); stanno poi arrivando le nuove piattaforme BEV (800V e nuovi motori & batterie! ) e le aspettative sono sicuramente buone…spero ottime (visto che siamo tra i principali fornitori di componentistica 😁).
Il governo italiano non è in ritardo “colpevole” (solo i guasti precedenti e qualche attuale esternazione di una compagine di governo); in realtà sta attendendo le autorizzazioni a convertire fondi PNRR da altri progetti a quello di incentivare nuovamente vendite BEV…
Ma ci può stare ..visto che Stellantis è in ritardo sulla disponibilità di NUOVE BEV ,tra cui alcune prodotte direttamente in Italia…
Se nel 3 e 4º trimestre avremo coincidenza tra nuovi incentivi (scalati opportunamente) ed arrivo dei nuovi modelli…allora avremo un vero rilancio delle vendite, della produzione nazionale e dei redditi dei lavoratori coinvolti direttamente e indirettamente.
Facciamo un po’ di tifo anche per la “nazionale” dell’ auto (che , gusti e polemiche a parte, serve veramente a tutti noi)…
Non vedo l’ora di vedere le presentazioni delle nuove auto (BEV o eREV, plug-in o fullhybrid…)😁
Si hai ragione alla fine ognuno fa quel che può fare, j redeschi hanno un vasso debito contro il nostro mistruoso e dirottare un po dj soldj (oltre che sulle armi) anche su jnfrastrutture e aziende nazionali non glj fa solo che bene, noj che jndustria nazionale dovremmo Incentivare… la FIAT o il gruppo stellantus in generale in modo che possa aprire altri siti dj produzione extraeuropei? Oppure VW è soci in modo da aiutare la Gernania o magari Tesla che in Italia ha alla data ben 150 dipendenti circa? O magari BYD o chi per lej in modo da aiutare l’Ungheria con qualche altro sito produttivo?
E tutto questo prendendo soldi dal PNRR ka cuj gran parte non sono soldi regalati ma a debito .. debito italiano mica tedesco, francese o ungherese, così fra non molto l’olandese di turno ci dirà che dovremo rifare i “compiti a casa”?
Il problema @antonio è sempre fare Nuovo Debito per finanziare provvedimenti “tampone” che ben poco influiscono sullo sviluppo futuro: finanziare la vendita di qualche migliaio di BEV in più (ad appannaggio di pochi fortunati che riusciranno ad ottenerli) servirà sul momento…ma forse era meglio avere una crescita della rete ricarica omogenea su tutto il territorio nazionale, che avrebbe supportato molto meglio e molto più a lungo le vendite di auto che , necessariamente, hanno autonomie più limitate (ed è bene che restino così finché non raddoppia la densità energetica! ).
Pagheremo tutti noi (che paghiamo le tasse) i prossimi cambi-auto agevolatissimi… Ma avrei finanziato molto più volentieri SmartGrid+BESS per poi abbattere i costi energetici (che poi ci farebbero risparmiare su 1000 altre spese 🙄)
Ma infatti Damiano, le colonnine (AC) servono e servono molto, molto più che un bonus spot, poi resta il problema dei salari_pensioni ma per risolvere quello altro che PNRR
Servirebbe una combinazione di provvedimenti legislativi di diverso ordine dalla lotta ad evasione ed elusione, alla gestione delle rinnovabili per il costo dell’ energia, senza però dimenticare una legislazione che tuteli anche il lavoratore che al momento è visto spesso come uno schiavo, aumentare il numero di laureati ma anche far si che trovino lavoro e non vengano sotto mansionato, aumentare la produttività che in Europa siamo tra quelli che lavorano si più e producono di meno e ciò causa sia stipendi bassi che stress che a sua volta è un costo per la società. Andrebbe ripensato una buona parte del tessuto industriale che al momento è composto al 95% da PMI sotto i 10 dipendenti ma in generale troppe aziende anche più grosse non fanno r&d da una vita e tirano avanti come se il mondo fosse negli anni 60/70. Quindi andrebbero fatte anche leggi che spronino ciò che la mentalità media non porterebbe mai a fare, solo che è complicato fare una cosa del genere sia per le difficoltà dirette che più indirettamente perché in qualche modo farebbero cadere il governo (ed in parte abbiamo assistito a ciò)
In Italia, con i tempi burocratici che ci sono, gli incentivi prima del 2026 non li vedremo.
Per dire, il bonus elettrodomestici doveva essere attivato entro fine Febbraio, ma siamo a meta Giugno senza sapere nulla…
il bonus elettrodomestici è abbastanza limitato nell’ importo (anche se non in %) ma non sposta granché le vendite .. se non l’ effetto annuncio anticipato…
Per le vetture, specie se made in Italy, ancora devono iniziare la “salita produttiva” quindi a parte le basse vendite di questa estate (in cui comunque gli italiani dovranno pensare ai rincari delle ferie); se ne riparla tra la presentazione e l’ arrivo in concessionaria (e ci vogliono sempre 2 o 3 mesi…salvoe pochissime in pronta consegna).