Non si placano le proteste dei lettori contro gli incentivi auto a “macchia di leopardo”. I più, esclusi a causa del comune di residenza non compreso tra le FUA, si limitano a giurare che continueranno a viaggiare con le loro vecchiette a benzina o diesel.Ma qualcuno suggerisce modifiche al decreto ministeriale. Per esempio, Fabio. Continuate a inviare domande e osservazioni a info@vaielettrico.it.
Via agli incentivi: solo nelle aree urbane funzionali e con rottamazione
Basterebbe certificare il pendolarismo
“Scrivo a voi così da essere magari in tanti e poter riuscire a cambiare alcune cose nel futuro provvedimento. Per ovviare in parte al discorso della residenza, basterebbe , secondo me, aggiungere una piccola postilla e cioè: chi non risiede in una area urbana funzionale, e nelle aree di pendolarismo, ma si sposta per motivi lavorativi in queste aree può usufruirne.
Faccio il mio esempio: io vivo in un piccolo comune tra Lombardia e Piemonte e regolarmente mi sposto a Milano per lavoro, e lavorando su turni, ho la necessità di utilizzare l’auto. Ho un ISEE sotto i 30000€ e una auto da rottamare Euro 3. Ma ad oggi non posso usufruire degli incentivi perché il mio comune non rientra in queste categorie.
Il tutto si potrebbe fare in modo molto semplice con una semplice autocertificazione dove si attesta il luogo di lavoro. Così facendo si aiutano quelle persone che pur non essendo residenti in queste aree, ma spostandosi in queste aree, purtroppo inquinano di più dei residenti. Grazie e spero che anche tramite il vostro supporto si possa fare sentire la voce del popolo„. Fabio Marziani
- Guarda anche il VIDEO di Filippo Pagliuca
Faccio 110 km al giorno per lavoro, ma senza incentivi…
“Vivo in provincia di Catanzaro, a Badolato 88060. Volevo finalmente cambiare la mia auto di 24 anni fa , ma se le cose stanno così dovrò riparare il possibile. Oltre che la mia sede di lavoro è appunto il capoluogo e faccio 110 km al giorno a/r. Grazie per l’occasione di esprimere il mio pensiero , credo che ne farete buon uso„ . Giuseppe Argiro
Fallimento pilotato per dire: gli italiani non vogliono l’auto elettrica
“Leggo con amara contentezza di non essere il solo a sentirmi “discriminato” da questa scelta sui criteri per l’accesso agli incentivi. Mi chiedo: è un modo affinchè la cifra messa a disposizione duri più delle 8 ore della volta precedente?
È un modo per pilotare un fallimento e strumentalizzare la situazione per dire: nonostante gli incentivi, gli italiani hanno fatto capire che non vogliono l’elettrico?
Trovo assurdo che a parità di tasse, diritti, cittadinanza, ci sia questa discriminazione geografica. Bisogna ridurre l’inquinamento o no? L’auto elettrica fa bene sempre, chiunque la acquisti. Inoltre permettere l’acquisto anche in zone più lontane dalle aree metropolitane, creerebbe le condizioni per cui ci sarebbe maggior richiesta di punti di ricarica laddove non ce ne sono, ed avremmo una rete molto più capillare di adesso. Avrei voluto cambiare la mia euro 4 o la mia Euro 5 ma credo che le riparerò e continuerò a camminare ed inquinare, ahimè„. Francesco Papa
Nel Lucchese incentivi ai termocamini, ma non all’auto elettrica
“Volevo aggiungermi alle numerose persone che stanno protestando per il paletto inerente la residenza. Vivo nella piana Lucchese che è interessata da una campagna della regione Toscana che permette di sostituire il caminetto aperto con un termocamino usufruendo di un incentivo a fondo perduto pari a 2000€ con lo scopo di abbassare gli inquinanti.
Però sia Lucca che Pistoia, province interessate dal bando, non sono presenti nel SITUAS dell’ ISTAT vanificando la rottamazione della mia euro 2. Spero vivamente che lo Stato dia l’opportunità a tutti i cittadini di poter usufruire di questa legge„. David Petri

Risposta- Gli incentivi “a pioggia”, senza alcun paletto che circoscriva la platea dei beneficiari, rischiano di premiare chi ne ha meno bisogno e risultare poco efficaci a raggiungere l’obiettivo. L’esempio del Superbonus 110% ce lo insegna: ne hanno fruito i benestanti e ha prodotto l’efficientamento di meno del 4% degli edifici, pur con enormi costi per le casse dello Stato.
Quindi non siamo contrari per principio ai limiti imposti dal decreto sugli incentivi auto elettriche: giusto incentivare le auto elettriche piccole e medie; giusto anche selezionare la platea in base al reddito, benchè stabilire quale sia il reddito effettivo, in un paese a forte evasione come l’Italia, sia quasi impossibile.

Ma la discriminazione territoriale introdotta con il criterio delle aree urbane funzionali (FUA) proprio non ci convince. Per due motivi.
Primo: proprio le FUA sono le aree meglio servite dai servizi pubblici, oltretutto già oggetto di grandi investimenti con gli stessi fondi del Pnrr. Dove i cittadini dispongono di valide alternative all’auto privata la mobilità privata andrebbe semplicemente disincentivata. Risolvendo così sia i problemi di inquinamento, sia quelli, altrettanto gravi, della congestione urbana. Viceversa l’auto privata, meglio se elettrica, è uno strumento di mobilità indispensabile per chi vive nei comuni periferici, quasi sempre “dimenticati” dal trasporto pubblico.
Secondo: le FUA sono state disegnate su dati obsoleti (2011) e parziali. Sono perciò uno strumento grezzo, che taglia con l’accetta una realtà molto più articolata e complessa. Prevedere una certa flessibilità, con deroghe per chi dimostra esigenze di pendolarismo come suggerisce Fabio, potrebbe essere una soluzione da tenere in considerazione.
- Guarda anche il VIDEO della rubrica “al Bar elettrico” dedicata agli incentivi
.
Forse qualcosa si sta muovendo. Invito tutti coloro che hanno la sede lavorativa in zone FUA a scrivere al ministro @GPichetto e al MASE https://www.facebook.com/MinisteroAmbienteSicurezzaEnergetica chiedendo di estendere nel decreto attuativo l’incentivo anche a coloro che hanno la sede di lavoro nelle zone FUA., anceh solo per il principio costituzionale di ragionevolezza. Mi raccomando cmq di tenere sempre toni consoni al tema.
Scusa ma dal link che hai postato come faccio a scrivere a chicchessia?
Sa se ci sono novità su un eventuale “certificato di pendolarismo” oppure petizioni in corso?
Leggo con molto piacere che non sono il solo perplesso dalla nuova proposta di incentivi auto solo per residenti in aree così dette FUA.
Io abito a 50 Km dal mio posto di lavoro situato pienamente in area FUA. Sono costretto ad usare la mia auto perchè la zona non è servita da mezzi pubblici (magari lo fosse!). E’ da tempo che vorrei cambiare la mia auto Euro 5 di 15 anni con una elettrica anche perchè ho colonnina e pannelli fotovoltaici in casa. Con questa assurda discriminazione però (avrei anche l’isee sotto i 30.000€), sarò solo incentivato a continuare a viaggiare con una vecchia macchina inquinante e circolare proprio al centro del mio capoluogo Cagliari.
La cosa che ancor più mi lascia perplesso è che ho un mio stretto parente che ha residenza in periferia della città e viaggia per lavoro in un paese non classificato FUA. Usufruirà dell’incentivo, ma non ha garage dove ricaricare o una minima colonnina di ricarica in tutta la sua zona.
Purtroppo l’Italia è un paese, per molti aspett,i povero, neppure lontanamente paragonabile a Francia o Germania. Data la scarsezza di risorse ed il nostro debito pubblico, sarebbe meglio usare per investimenti sulle rinnovabili quanto stanziato per gli incentivi, che inevitabilmente scontentano per i paletti posti, . Con questi soldi si potrebbe installate un discreto numero di pale eoliche
Salve, rimango sempre più stupito di quanto sia STUPIDO questo governo, soldi pubblici quindi di tutti però solo per alcuni, ma che razza di ragionamento è ?
Chi utilizza l’auto termica, sia in un piccolo paesino sperduto inquina quanto chi la utilizza in un grosso centro che rientra in questa assurda logica di potenziale usufruitore di incentivo.
Tutti abbiamo modo di rientrare in un incentivo statale dal momento che tutti siamo tassati alla stessa maniera..
Giusto dare l’incentivo solamente a chi rottama una vecchia auto, sarebbe più giusto abbassare il tetto di acquisto della.nuova auto ( chi vuole la più costosa paga di tasca propria la differenza, sarebbe ancora più giusto non far rientrare nelli’ ncentivo chi ci è rientrato lo scorso anno o anche in quelli precedenti come chi usufruisce dell’ iva al 4% per disabilità, ogni 4 anni !!
Il politico, non la.politica che di per sé sarebbe anche una bella cosa, è il vero cancro di questa nazione è non solo.
Volevo esprimere solidarietà alla Valle d’Aosta, dalla mappa direi che le tocca l’incentivo 0, già, ma lì non si inquina, hanno mezzi ecologici 4×4… i muli!
In val d’Aosta danno tanti di quegli incentivi per cambiare l’auto, vogliamo dare le auto gratis a ogni valdostano?
Io mi riferisco al corrente ecobonus, non ho idea di quali altri incentivi prendano i valdostani, ma se sono “locali” è una loro gestione. Preciso che non conosco nessun valdostano.
ari al 50% della spesa
sostenuta (IVA, IPT e messa su strada escluse), nella misura massima di 9.000 euro per persone con più di 35 anni e 12.700 euro per persone con meno di 35 anni. SENZA ROTTAMAZIONE, con rottamazione ulteriore 10% di contributo… se aggiungiamo i contributi statali oltre all’auto gli diamo anche qualche 1000-2000 euro per le piccole spesucce…
Io pendolare verso Milano da 11 anni in provincia di Varese, Sumirago, non rientro trai comuni della lista FUA. Nel frattempo i miei colleghi in smartworking avranno l’auto elettrica con gli incentivi dello Stato. Dal 2011 ad oggi é cambiato il Mondo! Continuerò ad inquinare con la mia Panda del 96 per andare in stazione…
C’è da dire che a botte di circa 6 km al giorno tra Sumirago e Solbiate Arno per prendere l’S5 e calcolando 200 giorni lavorativi l’anno lei dal ’96 a oggi con la sua Panda avrà fatto si e no 40.000 km.
Solo per quello intendo.
Oso dire che l’inquinamento della sua ottima Panda può essere considerato trascurabile.
La costruzione di un’auto eletrica nuova destinata ai suoi percorsi e ai suoi chilometraggi rischia di produrre lei da sola più CO2 di quella che compenserebbe andando a prendere il treno.
Nel senso: almeno le alleggerisco l’animo se continua ad usare la sua Panda, effettivamente rischia di “inquinare” di meno se il trend è quello. 🙂
Non vorrei sembrare pignolo ma si continua a confondere il reddito con l’ISEE. Non sono la stessa cosa! L’ISEE dipende solo in parte dal reddito. È un indice che quantifica la situazione patrimoniale complessiva, fatta anche di beni mobili e immobili e suddivisa per i componenti del nucleo familiare (tenendo conto inoltre di invalidità o impossibilità a produrre reddito).
Esempio banale: se sono un operaio con reddito di 28 mila euro ma ho casa di proprietà senza mutuo e casa dei genitori ereditata, il mio ISEE potrebbe superare tranquillamente i 40 mila euro. Se guadagno 60 mila euro di RAL ma ho famiglia, 2 figli, mutuo ipotecario o vivo in affitto, niente risparmi o beni ereditati, il mio ISEE potrebbe essere sotto i 30 mila euro.
Non confondiamo reddito con ISEE altrimenti qualcuno potrebbe richiedere il contributo rottamazione per poi scoprire tardi di non averne diritto
-Non vorrei sembrare pignolo ma si continua a confondere il reddito con l’ISEE.-
(modalità scoramento= ON)
Se in un articolo della sezione “economia” del Corriere della Sera ci si può permettere di confondere come nulla fosse più volte nel testo il reddito col patrimonio, non vedo perchè noi non si possa confondere allegramente il reddito con l’ISEE perbacco.
(modalità scoramento= OFF)
È tutto volutamente sbagliato..
Cifre minori e per tutti aiuterebbero, forse, di più.
Poi, il benestante che rottama l’euro 0-1-2-3-4 e forse anche 5 voglio proprio vederlo.
In genere, o ha lauto aziendale, o, almeno, l’euro 6, altro che ISEE
…
Governum deficitae…..
Gli utenti che hanno scritto rappresentano semplicemente la miglior clientela possibile per questo governo totalmente pro-fossili.
Quindi meglio incentivare chi, con buona probabilità, consumerà poco carburante e lasciare alla mercé degli avvelenatori chi l’auto la usa obbligatoriamente per molti Km al giorno.
Incompetenti? No, gentaglia con un pelo sullo stomaco alto così… giusto per non usare i termini più corrispondenti.
Io avrei fatto un sistema molto più semplice : a un soggetto privato che compra un’auto elettrica che non costa più di 30.000€ iva compresa e rottama contestualmente un’auto fino a euro 4 di proprietà da più di un anno sconto il 22% di iva, subito, all’atto dell’acquisto.
Eh.. magari avessero fatto qualcosa del genere.. mirato ad auto piccole e medie e i fondi sarebbero bastati a circa il doppio dei beneficiari.. forse avrei anche diviso in due i fondi, per avere certa la frazione riservata ai privati e quella ad aziende e noleggi
Sarebbe troppo semplice 😂
Buongiorno,
abito in una città di c.a. 22000 persone, in provincia di Bergamo, sede di un importante casello autostradale; nel mio paese e dove lavoro (Bergamo) non possono circolare auto euro 5 con FAP, ma non posso accedere agli incentivi, quindi non mi fanno utilizzare l’auto ma non mi danno incentivi per cambiarla, non è normale…
Ma il blocco dei diesel e5 non era stato posticipato?
Le autocertificazioni in Italia sappiamo come funzionano, in un paese di “furbi” creano solo disastri, già visti e rivisti. Soluzioni universali ritagliate e personalizzate per ognuno di noi non esistono, cozzeranno sempre col nostro “vicino”, bene così il provvedimento tanto qualcuno scontento ci sarà sempre… Il grosso difetto a mio avviso sta nei 10.000 euro circa di incentivo, troppo sarebbe meglio e più “giusto” nei confronti degli altri dimezzare e ampliare così la platea.
Non è difficile dimostrare dove si ha la residenze e dove si lavora: un documento del Comune e uno del datore di lavoro.
In un paese normale, in Italia lasciamo stare il capitolo residenze ce ne sono a migliaia di “farlocche” e il carrozzone tira dritto come nulla fosse…
Giusto, lasciamo stare le residenze e anche il reddito: nel nostro Paese sono opinioni (so di quel che parlo, sono stato un funzionario pubblico nel settore). Senza contare lo sforzo necessario per i controlli (comunque sempre insufficienti e generalmente anticipati sulla parte burocratica a monte e pari quasi a zero a valle). Per questi motivi io sono favorevole a incentivi senza paletti, paletti che generalmente favoriscono furbi e evasori
Concordo con te Giorgio,
io da lavoratore dipendente, single, con mutuo trentennale sulle spalle, casini immani con la casa comprata 10 anni fa da un filibustiere che fa il bello e brutto tempo come se niente fosse perchè in italia funziona così. Non riesco ad accedere ai contributi per 2000€ perchè non posso evadere le tasse anche se volessi (e non voglio per principio).
Tutti quei discorsi che i soldi delle tasse non vanno a beneficio di tutti…. è normale, le tasse servono per redistribuire la ricchezza e dare servizio a chi realmente ne ha bisogno e c’è anche ci ne ha più bisogno, per esempio, di me, è così difficile il concetto?
Il problema vero è che in italia di ritrovi il dentista con il porche cayenne sopra di te in gradatoria negli asili nido perche dichiara 20k all’anno. Posso mandarlo a quel paese invece di ammirarlo come fanno in tanti?
Avete veramente scartavetrato gli zebedei a non vedere le cose come stanno realmente e a pensare solo e solamente al vostro tornaconto.
E sti qua riusciranno ad accedere a tutti gli incentivi, compreso quello quelli sanitari.
Qui bisognerebbe fare una lotta all’evasione degna di questo nome, come in Spagna ed altri paesi dove ci sono politici che non hanno paura di perdere voti per fare il bene della comunità.
Scusate lo sfogo, ma il tono dei commenti sotto alle notizie degli incentivi è irricevibile.
Infatti propongo un trasferimento di massa di residenza in queste aree funzionali e in particolare dove danno un ulteriore contributo comunale! Così facciamo un bel 11k+4k