Dalla revisione degli obiettivi del PNRR potrebbero spuntare i fondi per un nuovo round di incentivi 2025 all’acquisto di auto elettriche. Ce lo segnala Giuseppe lamentando che questo sia a scapito del piano di potenziamento delle rete di ricarica. Inviate domande e osservazioni a info@vaielettrico.it.
Tornano gli incentivi auto elettriche 2025, ma a scapito delle nuove colonnine al Sud
“E con un colpo da maestro questo governo che aveva precedentemente tagliato in toto i fondi destinati agli incentivi sull’acquisto di auto nuove pare aver cambiato idea, e adesso sembra dirottare 600 milioni di euro dal piano per la costruzione di nuove colonnine per la ricarica ad un fantomatico fondo per la rottamazione auto, con l’obiettivo di incentivare l’acquisto di nuove auto a zero emissioni (come si può leggere qui https://www.tgcom24.
Secondo voi è lecito aspettarsi un nuovo piano di incentivi a stretto giro considerato che sono fondi PNRR e che quindi devono essere rendicontati entro il 2026? E questo come potrebbe impattare lo sviluppo dei network di ricarica, soprattutto al sud e isole (zona in cui tra l’altro risiedo e dove sicuramente le colonnine non abbondano)?„. Giuseppe Guarnieri
I bandi per nuove colonnine sono stati un flop: usare i fondi per rilanciare le vendite ha senso
Risposta- La possibilità che tornino gli incentivi per le auto a basse emissioni nel 2025 ci sono. E sono esattamente nei termini che dice lei. Si discute infatti di una revisione del PNRR (sarebbe la quinta in tre anni) per trasferire fondi da progetti che rischiano di non essere portati a termine nell’arco temporale richiesto dall’Europa, cioè entro il 2026, ad altri di più veloce realizzazione.
Tra questi, la Cabina di Regia sul PNRR, riunita ieri, parla anche di “incentivare il futuro della mobilita’ attraverso le automobili a basso impatto ambientale” recita il comunicato diffuso da Palazzo Chigi.
I fondi per il potenziamento della rete di ricarica rapida (639 milioni di euro per quasi 19.000 nuove stazioni) rischiano infatti di rimanere in larga parte inutilizzati causa il flop dei due bandi lanciati l’anno scorso. Qualcuno sostiene che i bandi fossero mal concepiti. Ma resta il fatto che gli operatori, soprattutto i due grandi Enel X e Plenitude, li hanno snobbati. L’acqua c’era, ma il cavallo non ha bevuto.
Del resto se la penetrazione delle auto alla spina non aumenta e resta in Italia inferiore al 10% del mercato fra BEV e PHEV, che ritorno può dare e in che tempi un investimento seppur finanziato a fondo perduto per il 40 per cento?
OK a due condizioni: incentivi 2025 solo alle elettriche e mai più la corsa al bonus dell’anno scorso
A noi pare che l’idea di ripartire dallo stimolo all’acquisto di auto elettriche non sia sbagliata. A due condizioni però.
Primo: dal momento che i fondi sono sottratti ad infrastrutture dedicate alle sole auto elettriche, non vorremmo che gli incentivi, con l’ambigua definizione di “auto a basso impatto ambientale” finissero anche alle mild e full hybrid e tanto meno alle termiche che nulla hanno a che fare con la ricarica.
Secondo: per una volta, almeno questa volta, si eviti la beffa della scorso anno quando i pochi fondi furono bruciati in otto di corsa selvaggia all’amico dell’amico del concessionario. Per cominciare, si pubblichino per tempo i requisiti per accedere agli incentivi e i termini per la presentazione delle domande. Poi si suddividano i fondi su due anni con la garanzia che chi perde il treno nel 2025 potrà prendere quello successivo, nel 2026. L’acquisto di un’auto da 25-30 mila euro va un minimo pianificata. Non si può improvvisare in tre giorni.
E vedrà, Giuseppe, che quando la penetrazione delle auto elettriche ricomincerà a crescere avvicinandosi alla media dei principali mercati europei (attorno al 20%) le colonnine arriveranno automaticamente anche dalle sue parti, perchè installarle sarà un affare.
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massi dai blocchiamo il settore per un altro paio di mesi come fatto l’anno scorso, cosa potrà mai andare storto?
Vi dico come ha ragionato i governo:
1. Gli ultimi due bandi per l’assegnazione dei finanziamenti per l’installazione delle colonnine sono andati male, perché le due controllate statali Enel X e Plenitude (eni) non hanno aderito.
2. I numeri confermano la nostra politica, agli italiani non piacciono le auto elettriche, quindi inutile investire nell’infrastruttura che è già di per se abbondante per il parco auto elettriche attualmente circolante.
3. In Italia si producono pochissime auto elettriche o plug-in.
Ergo per cui meglio incentivare l’acquisto di auto “a basse emissioni” magari sostenendo anche le industrie automobilistiche presenti in Italia.
Quindi arriveranno nuovi incentivi per aiutare il mercatoindustria dell’auto, dove una parte modesta sarà destinata all’auto elettrica. Preparatevi ad una nuova corsa, questa volta l’incentivo durerà meno di 8 ore…
proprio stamattina dal barbiere sentivo alla radio quanto annunciato in questo articolo (con cui sono pienamente d’accordo sulle modalità di attuazione ! ).
Andrebbe istituito un limite assoluto attorno ai 99gr/km di CO2 per tagliar fuori vetture assolutamente Non ecologiche ma tenendo dentro anche le tante NEV (nuove PlugIn, eREV, versioni “migliorate” di mildhybrid etc acquistabili da chi ha redditi bassi e veicoli da rottamare). Molte vetture sono attualmente in produzione anche negli stabilimenti italiani, altre sono comunque di Stellantis (va tenuto “in piedi” il gruppo, piaccia o no) o comunque costruite in Europa (di cui siamo anche fornitori diretti !! ).
Giusto ribadire che se gli obiettivi PNRR non saranno centrati il dirottamento dei fondi su un obiettivo facilmente realizzabile (spero non in 8 ore !! ) sia cosa buona e giusta, a maggior ragione quando è interesse diretto nazionale (chiedere a Mirafiori, Melfi, Pomigliano etc etc ). Ovviamente saranno tante anche le quote vendite finanziate a favore di modelli “cinesi” (magari costruiti in Ungheria e Turchia.. ma forniti -anche- da aziende nostrane in parte), e quelle “giapponesi” per l’Europa… ma non bisogna essere troppo egoisti… che altrimenti ci rimettiamo qualcosa comunque (vedi dazi di Trump, giustificati su squilibri commerciali .. anche se con calcoli un tantino arbitrari).
Damiano il punto principale è che siano dati ESCLUSIVAMENTE a fronte di una rottamazione non ha senso darli a chi non rottama quando in Italia girano milioni di auto euro 0 – 3 altamente inquinanti.
sai Antonio
io mi preoccuperei tantissimo anche delle migliaia di Euro5 Diesel che in tante zone d’Italia stan circolando… ancora per poco (finché duran deroghe ed altro) pur essendo vetture meccanicamente a posto… e pure di tutte quelle immatricolate nonostante le irregolarità del “DieselGate” (che nessuno in Italia si è preoccupato di tracciare e mettere a norma, visto che son concepite per passare arbitrariamente le revisioni ministeriali).
Francamente Antonio… cambierà l’auto chi è in grado di permetterselo…
piuttosto che sprecarli in incentivi fatti male, li destinassero a rifare il manto stradale…auto? ormai è impossibile girare anche con la sola bici da corsa…devo passare a una mtb full suspension
“Incentivare il futuro della mobilita’ attraverso le automobili a basso impatto ambientale” alla fine diventerà come gli scorsi bandi un MIX di motorizzazioni … che interesse avrebbe il governo a dar soldi a macchine che quasi nessuna è prodotta in Italia? Sarebbe un bel boomerang anche perchè ricordiamoci che questi sono soldi del PRRM ovvero sono in gran parte debiti che prima o poi qualcuno dovrà pagare, per cui regalare soldi a industrie straniere che producono altrove levandoli dai soldi per le colonnine non mi sembra un gran bel modo da usarli
perche nel caso di mix di motorizzazioni abbiamo molte auto prodotte in Italia? una parte del PNRR sono prestiti con interessi bassi, altri sono a fondo perduto.
Basta che non ci mettano 9 mesi come l’anno scorso così da ribloccare il mercato
Perchè tu in banca i prestiti con interesse basso non li restituisci ? (peraltro sono la maggioranza rispetto a quelli a fondo perduto)
Queste auto sono prodotte adesso in Italia è non sono esclusivamente elettriche:
Jeep Compass (elettrica e ibrida): Prodotta a Melfi.
Lancia Gamma (elettrica): Prodotta a Melfi.
Alfa Romeo Stelvio: Prodotta a Cassino.
Alfa Romeo Giulia: Prodotta a Cassino.
Nuova vettura top di gamma Alfa Romeo: Prodotta a Cassino.
hai giustamente elencato una serie di vetture in arrivo che precedentemente hanno avuto un discreto successo commerciale in Italia (Lancia Gamma a parte… che è una novità al pari delle consorelle a marchio DS): se venissero cambiate dagli attuali proprietari con quelle nuove BEV (quelli che non fanno 1000km/giorno intendo) sarebbe già un buon successo… e considerando i consumi effettivi su strada, anche ambiente&salute ne guadagnerebbero sensibilmente…
Io ho suggerito la soglia 0.99gr CO2/km .. così chi ha pochi soldi può comunque permettersi tutte le seg.A/B mildhyrid nuove che fanno sicuramente meglio delle vecchie carrette da rottamare… e quindi le nuove 500e(x) BEV di Mirafiori anche in variante ibrida.. (e le altre prodotte in Spagna, Polonia, Serbia… che comunque qualche beneficio “nazionale” lo portano).
Considerando che ormai nessuna macchia ecologica viene prodotta in Italia il problema è più industriale che altro