Incentivi auto elettrica fino a 11mila euro: il bando a settembre

A settembre arriverà il nuovo bando da 600 milioni per l’acquisto di veicoli elettrici in Italia. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin durante un’interrogazione parlamentare, confermando che verranno autorizzati i fondi non utilizzati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). L’obiettivo dichiarato è l’immatricolazione di almeno 39mila veicoli elettrici a zero emissioni entro giugno 2026

Il provvedimento è atteso da tempo e arriva con qualche novità rispetto a quanto annunciato in un primo tempo nella primavera scorsa. Gli incentivi saranno modulati in base all’ISEE dei richiedenti. Per i cittadini con un ISEE fino a 30mila euro, il contributo potrà arrivare fino a 11mila euro; per chi ha un reddito compreso tra 30mila e 40mila euro, l’importo massimo sarà di 9mila euro. Le microimprese, invece, potranno beneficiare di un contributo pari al 30% del prezzo di acquisto, fino a un massimo di 20mila euro per ogni veicolo nuovo.

Incentivi auto, aperti anche ai veicoli commerciali

Il provvedimento si rivolge sia ai privati residenti in aree urbane funzionali – ovvero città e zone di pendolarismo adiacenti – per l’acquisto di veicoli elettrici di categoria M1 (veicoli destinati al traspprto di persone con 8 posti a sedere oltre il conducente). Sia alle microimprese che intendono acquistare veicoli commerciali elettrici delle categorie N1 (autocarro leggeri destinato al trasporto merci, con un massa non superiore a 3,5 tonnellate) e categoria N2 (tra 3,5 e 12 tonnellate). L’erogazione degli incentivi sarà vincolata alla rottamazione di un veicolo termico, come previsto dalla recente revisione tecnica del Pnnrr approvata dall’Ecofin.

Nuovi incentivi con soglia ISEE a 40 mila? Troppo bassa…

Per semplificare l’accesso al bando, verrà attivata una piattaforma informatica che permetterà ai cittadini di richiedere l’incentivo e, agli operatori del settore, di proporre i veicoli ammessi all’agevolazione. Una misura che il comparto automotive attende con urgenza, anche per scongiurare l’“effetto attesa” che ha rallentato le vendite in questi mesi, in attesa di incentivi più sostanziosi.

Auto elettrica, l’Italia resta indietro in Europa

Nonostante la crescita delle immatricolazioni elettriche, l’Italia resta in ritardo rispetto alla media europea. Nel primo semestre del 2025, i veicoli elettrici hanno rappresentato solo il 5,2% delle nuove immatricolazioni, raggiungendo il 6% nel mese di giugno: un dato lontano dai livelli di penetrazione registrati in altri Paesi europei, dove la mobilità elettrica ha già conquistato quote di mercato ben superiori.

Autonoleggio e flotte aziendali: la Ue vuole “solo elettrico” dal 2030

Nel frattempo, a Bruxelles si discute di nuove strategie per accelerare la decarbonizzazione delle flotte aziendali, che rappresentano circa il 60% del parco auto europeo. La Commissione Europea ha aperto una consultazione – attiva fino all’8 settembre – per raccogliere proposte in vista di una nuova direttiva promossa dalla presidente Ursula von der Leyen. Si valuta l’introduzione di obiettivi nazionali vincolanti e incentivi dedicati alla transizione ecologica del parco aziendale.

Tra le ipotesi in discussione c’è anche l’obbligo per le flotte di convertire interamente la propria dotazione in veicoli elettrici. Non è ancora chiaro, però, se i nuovi obiettivi riguarderanno i singoli Stati, le imprese o le flotte stesse. In Italia, il tema è particolarmente rilevante: un’auto immatricolata su tre è destinata a una flotta aziendale.

Visualizza commenti (14)
  1. Riccardo Cisci

    Abito in un paese della Sardegna, in area non FUN e mi reco tutti i gg a Cagliari in area FUN con una mia Euro 5 di 15 anni. Così come sembra definirsi il Bando, non avrò assolutamente diritto all’incentivo.
    CHE MERAVIGLIA!!! SI CONTINUA SEMPRE A PARLARE DI LOTTA ALLO SPOPOLAMENTO DEI PAESI E QUESTA NE E’ L’EVIDENZA.

  2. Chiedo se la redazione può in qualche modo denunciare pubblicamente l’assurdo elenco dei Comuni a ‘funzionalità urbana’ di residenza che permettono di poter usufruire i prossimi incentivi statali. Sono stati esclusi in questo elenco parecchi Comuni con altissima funzionalità urbana, per esempio avendo caselli autostrali o superstrade di collegamento.
    Non si capisce davvero con queli criteri possa essere stato fatto questo elenco.

  3. Ma se uno non ha niente da rottamare è fregato? Tipo la mia compagna ha appena avviato un’attività.. non ha soldi, non ha auto e nemmeno casa di proprietà e vorrebbe affacciarsi all’elettrico avendo isee e reddito bassi

    1. L’incentivo ha come finalità di sostituire le auto inquinanti in circolazionecon auto non inquinanti o molto meno inquinanti.
      Quello che è scandaloso invece è la l’elenco, fatto da non so chi, ristretto dei Comuni inseriti come zone urbane funzionali, di residenza che danno diritto ad ottenere l’incentivo statale.

  4. Che significa aree urbane funzionali? Chi è residente in una cittadina piccola viene esclusa? Non esiste questa definizione in nessun provvedimento legislativo, finora, e men che meno in Costituzione, qualcosa che distingua i Comuni d’Italia.

    1. Sono mesi che, come molti cittadini italiani, attendo con speranza il nuovo decreto per gli incentivi sull’acquisto di auto elettriche. Con un’auto Euro 3 da rottamare e un ISEE basso, pensavo di avere i requisiti perfetti per contribuire alla transizione ecologica e finalmente passare a una mobilità più sostenibile. Vivo in una zona considerata “sana”, al di fuori delle grandi aree metropolitane inquinate, e pensavo che la mia scelta avrebbe avuto un impatto positivo, anche se su scala minore.

      Oggi, però, scopro che il mio luogo di residenza potrebbe essere il principale ostacolo. Il provvedimento, infatti, sembra voler concentrare le risorse nelle cosiddette “aree funzionali inquinate”, creando una profonda disparità di trattamento. Due cittadini, con gli stessi requisiti economici, la stessa vecchia auto da rottamare e la stessa buona volontà, verranno trattati in modo diverso semplicemente in base al loro codice di avviamento postale.

      Questa non è solo una questione di soldi, ma di equità e di principio. L’idea che il mio contributo alla sostenibilità sia considerato meno meritevole rispetto a quello di chi abita in città mi sembra profondamente ingiusta. Si premia una categoria di cittadini e se ne penalizza un’altra, nonostante tutti paghiamo le tasse e tutti abbiamo il diritto di beneficiare di un piano nazionale.

      Il rischio, a questo punto, è doppio. Non solo chi come me vive in periferia potrebbe essere escluso dagli incentivi, ma gli sconti offerti dalle concessionarie saranno molto inferiori.

      Il governo ha la possibilità di correggere il tiro e garantire un accesso equo a tutti i cittadini che vogliono fare la loro parte. Altrimenti, l’incentivo non sarà un motore per la transizione, ma solo un’altra misura che crea divisione e disillusione.

      John

      L’unico sconto reale e immediato in questo Paese è l’evasione fiscale, purtroppo come impiegato non accedi nemmeno a quello 😡

      1. Capisco il fastidio, e aspetterei il decreto ufficiale prima di fasciarmi la testa. Comunque il perimetro indicato ha un suo senso, in quanto in Italia c’è una notevole differenza di qualità dell’aria tra alcune zone sostanzialmente sane ed altre ai limiti della vivibilità. Inoltre queste ultime sono spesso quelle in cui il costo della vita é in media più alto, quindi comprare una macchina elettrica ha di sicuro un impatto maggiore. In sostanza, sono d’accordo che in scarsità di fondi l’incentivo vada a chi vive a Sesto San Giovanni invece di Lula in Barbagia o Cogne in Val d’Aosta. Forse non equo, ma razionale.
        A scanso di equivoci, non sono parte in causa non avendo auto rottamabili

          1. La sensibilizzazione sacrosanta sulla lotta ai gas climalteranti non deve far dimenticare che per esempio in val Padana ci sono anche problemi gravi di particolato e altri veleni cancerogeni, quindi ritengo corretto che, a parità di condizioni e in ristrettezza di budget, aree ad alto impatto di traffico veicolare vengano avvantaggiate

          2. Concordo. Quello che non capisco è perchè il budget sia così ristretto, discontinuo e “ballerino” a fronte di due emergenze assolute, quali l’inquinamento e la crisi climatica.

  5. Daniele Sacilotto

    È opportuno distinguere tra ISEE e reddito tra i 30 e i 40 mila euro. Sono 2 cose completamente diverse. È importante non è un dettaglio

  6. Ma esiste un elenco ufficiale di quale siano le Aree Urbane Funzionali? Io ho trovato solo definizioni ed indicazioni di buon senso, ma nessun elenco.

      1. Gridando al complotto… Direi che è fatto apposta per bloccare le vendite EV.

        comunque in un altro articolo ho letto di aree pendolari, quindi penso che sarà molto a manica larga .. tipo ragionare.. Nord Italia
        Oppure le province con più di 50 mila abitanti.

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