Incendio con un Volkswagen ID.Buzz: che cosa è successo?

Incendio con un Volkswagen ID. Buzz, in Francia: alcuni lettori ci hanno scritto chiedendo notizie dell’accaduto. In un caso accusandoci di nascondere le notizie negativo sulle auto elettriche, cosa che chi ci segue sa non essere vera.

Incendio con un Volkswagen ID. Buzz: il racconto dei media francesi

Incendio con un Volkswagen
Un ID.Buzz, versione moderna (solo elettrica) del mitico pulmino Volkswagen

In realtà l’episodio, accaduto lunedì 21 luglio verso le 21 e 30, ci era sfuggito. E possiamo ricostruirlo attraverso quel che hanno riferito i media francesi. A Saint-Brieuc, in Bretagna, un ID.Buzz era in carica in un Supercharger Tesla quando all’improvviso ha preso fuoco. Lo spegnimento da parte dei locali Vigili del Fuoco ha richiesto circa 5 ore e la chiusura dell’intera stazione.

I proprietari del mezzo e i passanti, inizialmente increduli, hanno visto le fiamme diffondersi rapidamente. Sei vigili del fuoco sono stati inviati sul posto. Ma, a differenza di un incendio convenzionale, non è stato possibile estinguere rapidamente le fiamme“, riferisce un articolo de L’Automobile Magazine. Aggiungendo che in questi casi “per evitare qualsiasi ripresa o diffusione delle fiamme, l’intero furgone viene immerso in un bidone dell’acqua… Per 24 ore il veicolo deve rimanere isolato, in quanto il pericolo di riattivazione interna è considerato reale dai servizi di emergenza“.

Incendi più rari nelle auto elettriche rispetto a benzina-diesel

L’articolo prosegue sostenendo che, “anche una volta spenti, questi incendi possono durare per ore: la batteria trattiene l’energia ‘residua che può far ripartire la reazione. Gli esperti stimano che questo tipo di incendio possa durare in media da 6 a 8 volte più a lungo di quello di un’auto a benzina. Oltre all’intensità delle fiamme, la densità energetica e la struttura chiusa dei pacchi rendono difficile l’accesso. Costringendo i servizi di emergenza a immergere il veicolo o a ricorrere a strumenti specifici“. Richiedendo protocolli special di intervento, come la messa in sicurezza dell’area e l’uso di maschere per i fumi (idrogeno, fluoruri, ecc.). Oltre a una formazione continua dei servizi di emergenza.

Ma l’articolo correttamente si chiude ricordando che, nel 2024, le auto elettriche sono state oggetto di un numero di campagne di richiamo degli incendi tre volte inferiore rispetto ai veicoli a combustione. Evidenziando che, nonostante la visibilità mediatica, gli incendi delle batterie rimangono statisticamente più rari di quelli dei motori convenzionali. Con normative e tecnologie sempre più sicure, anche per i costruttori cinesi.

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Incendio con un Volkswagen

Visualizza commenti (15)
  1. Fino a pochi giorni fa guidavo una diesel che per grave rischio d’incendio a causa dell’EGR aveva ricevuto un richiamo ufficiale.
    9 Mesi prima del richiamo, l’EGR iniziò a dare problemi, il mio meccanico mi disse che avrei dovuto rivolgermi alla Casa perché il danno non era riparabile e la parte da sostituire poteva essere fornita ufficialmente, cercare una parte simile altrove mi avrebbe esposto allo stesso difetto di fabbrica. Nel frattempo, era intervenuto in modo tale da escludere il problema e prevenire ulteriori rischi. Quando mi arrivò il richiamo non c’era disponibilità di pezzi e rimasi in attesa. L’auto è stata dismessa per altri motivi, fortuna mia fu che il meccanico abbia messo in sicurezza l’auto permettendomi di circolare per anni con un difetto di fabbrica che avrebbe potuto innescare un incendio in qualsiasi momento, col motore caldo, che mi vien da pensare la maggior parte del tempo con me dentro.

    Ora non voglio dare né puntare il dito sulla casa madre, né santificare le elettriche, ma non mi pare di aver visto la notizia al TG, visto che coinvolgeva più di un milione di auto ed è stato riscontrato ben 8 e 12 anni dopo la produzione delle stesse.

    Quante avranno preso fuoco?

    Questo puntare il dito sempre sulle elettriche non solo è dannoso per tutte le aziende che investono nelle BEV, ma anche per i consumatori e l’ambiente in cui vivono. Non tutti hanno la voglia, il tempo o l’elasticità mentale di informarsi e si limitano, il più delle volte, all’informazione di massa.
    Anche chi potrebbe beneficiare non poco dalle auto elettriche spesso tende a commentare con poca cognizione di causa, additando presunti difetti, limiti e svantaggi dei mezzi e dell’infrastruttra che circonda le BEV come un ostacolo che ad oggi rende inutile se non dannoso l’acquisto di tali veicoli.

    A danno ulteriore di aziende, ambiente e futuro dei loro figli, nipoti e via discorrendo.

  2. Guido Baccarini

    E’ il cosiddetto “effetto di recenza” ben alimentato ad arte dai giornalisti: si tende a ricordare eventi recenti. Così se ogni singola BEV che prende fuoco viene riportata sul giornale allora si sarà indotti a pensare che si incendino facilmente.
    Quante Tesla (auto+batterie casalinghe+megapack) sono bruciati a qualsiasi titolo e in qualsiasi tempo? (prendo Tesla perchè è l’unico marchio per cui sono diffusi dati mondiali facilmente reperibili)
    Ben 232. Nel mondo. Su 7 milioni di veicoli (ignorando le batterie statiche) che è l’intero parco circolante o circolato (il totale di tutte le auto costruite nel tempo).
    Fanno lo 0,0033% di auto bruciate in rapporto al circolante. Ora, in Italia ci sono 40 milioni di veicoli circolanti, se le proporzioni fossero le stesse, dovrebbero bruciare 1.325 veicoli. Ma non ogni anno: in assoluto!!! Invece ne bruciano circa 25.000. Ogni anno. Vista l’età media di 14 anni del parco circolante, significa che bruciano 350.000 veicoli sul parco circolante, pari allo 0,875%.
    Riassumendo, rapportando le vendite mondiali Tesla al parco circolante italiano di 40mln, fanno 1.325 Tesla contro 350.000 termiche. Fate un po’ voi.
    (do’ per scontato che le altre BEV non è che si incendino più facilmente di Tesla, non vedo perchè dovrebbero farlo).

  3. // questo tipo di incendio possa durare in media da 6 a 8 volte più a lungo di quello di un’auto a benzina […] la densità energetica e la struttura chiusa dei pacchi rendono difficile l’accesso \\
    Questo al momento.. Ma si stanno diffondendo diverse tecnologie che rendono piú facile lo spegnimento degli incendi (vedi precedenti articoli VE sull’argomento)

  4. Guido Lavespa

    Dove lavoro abbiamo una decina di colonnine e tutte le macchine di servizio sono elettriche … e qualche plugin
    Detto questo, ricordo che c’èra una macchina che puntualmente veniva lasciata sotto carica e con “il motore acceso” (passandoci vicino si sentiva un rumore tipo ventola del radiatore di una termica, cosa che ovviamente le elettriche non hanno … credo … da li il mio pensare che fosse il motore acceso o qualcosa del genere)
    Chiedo perchè con il caldo attuale e qualcosa di “attivo” che in qualche modo riscalda … potrebbe essere una concasua dell’incendio in questione

    1. La ventola che a volte si sente durante la ricarica non è del motore ma di altri componenti, batteria in primis

  5. “nel 2024, le auto elettriche sono state oggetto di un numero di campagne di richiamo degli incendi tre volte inferiore rispetto ai veicoli a combustione”

    Un dubbio: tre volte inferiori in numeri assoluti o relativi?
    Perchè se si parla di numeri assoluti, se si incendiano (numeri esemplificativi) 1000 auto a combustione su 1 miliardo di auto a combustione circolanti nel mondo, significa 1 su 1 milione. Se si incendiano 333 auto elettriche su 1 milione nel mondo, significa 1/3 rispetto alle termiche in termini assoluti, ma in termini relativi significa 333 su 1 milione, ossia 300 volte tanto.

    Per questo chiedo chiarimento alla redazione se “tre volte inferiore rispetto ai veicoli a combustione” significa in termini relativi o assoluti.

    Grazie
    Saluti.

  6. Ivano Skoda Octavia iV Plug-in Hybrid

    Visto che stavolta non è la solita bufala, mi sembrerebbe importante (ammesso che lo si possa sapere) capire perché è successo.

  7. Daniele Sacilotto

    Quando avevo l’auto a metano ricordo che non si poteva restare in auto durante il rifornimento, non potevo parcheggiare nei parcheggi interrati e non tutte le compagnie di navigazione permettevano l’imbarco.
    Ora non ho idea se sia ancora così, fatto sta che articoli sui giornali riguardante il rischio incendio delle auto a gas non ne ho mai visti. 2 metri e 2 misure

  8. Si sa nulla dell’auto che ha preso fuoco all’uscita del casello della A31 – Valdastico?

    E al casello di Peschiera sulla A4?

    1. sì, ne è pieno il web di notizie relative ai due episodi, ma non vedo il motivo per cui bisogna parlarne su vaielettrico.

  9. Solita enfasi alimentata ad arte sulla pagliuzza nell’occhio altrui, e solito basso profilo altrettanto imposto ad arte invece riguardo alla trave nel proprio occhio…

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