Incendi con auto elettriche a bordo: che succede?

Incendi con auto elettriche (e ibride) a bordo: Marco chiede con quale percentuale di carica le EV vemgono normalmente imbarcate. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

Incendi con auto elettricheIncendi con auto elettriche: con quanta percentuale di carica vengono imbarcate?

“Ho letto la recente notizia dell’incendio su una nave che trasportava auto di varia motorizzazione.In parte elettriche ed in parte termiche (non è chiara la composizione del mix). Comunque, a prescindere dal tipo di auto, mi chiedevo quale possa essere la probabilità di incendio e la sua gravità. Partendo dalla considerazione che dubito che abbiano imbarcato auto cariche al 100% o con i serbatoi pieni. A tal proposito mi chiedo qual è il livello medio di carica delle auto quando escono dalla fabbrica. Ossia le batterie vengono installate cariche?. Marco Bono

Premessa: le possibilità di incendio in una EV sono molto minori…

Risposta. Anzitutto sfatiamo un mito: non è vero che le auto elettriche presentano un rischio maggiore di incendio rispetto ai veicoli termici. Non lo diciamo noi, lo dicono testate che con l’elettrico non sono mai state tenere. Come Quattroruote, che nell’ultimo numero ribadisce: “La presunta pericolosità delle batterie agli ioni di litio è uno di quei luoghi comuni duri a morire…I dati del Nstb americano dimostrano che le Bev sono state coinvolte in circa 25 incendi ogni 100 mila auto vendute. Contro 1.530 veicoli a benzina e 3.475 ibridi“. Per quel che riguarda l’incendio sulla nave cargo Morning Midas, le agenzie parlano di un numero contenuto di auto elettriche a bordo e di cause imprecisate a scaturire le fiamme. Quel che è certo è che le tecniche di spegnimento per le elettriche sono diverse e in questo le navi-cargo devono attrezzarsi. Quanto alla percentuale di carica-batterie, o alla benzina nei serbatoi, si tratta normalmente di un livello minimo. Sia nel trasporto, sia alla consegna.
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Visualizza commenti (14)
  1. Stefano Lucchese

    Spegnere l’incendio di un veicolo elettrico, in particolare quando coinvolge la batteria agli ioni di litio, presenta sfide significative rispetto agli incendi di veicoli tradizionali. Questo è dovuto al fenomeno del “thermal runaway” (fuga termica), in cui le celle della batteria possono entrare in una reazione a catena incontrollata, generando un calore intenso e fumi tossici, e la combustione può autoalimentarsi senza necessità di ossigeno esterno.
    In sintesi, la lotta agli incendi dei veicoli elettrici richiede un approccio specifico, con un’enfasi sul raffreddamento massivo con acqua, l’isolamento del veicolo e la gestione del rischio di riaccensione e dei fumi tossici. La formazione del personale di soccorso e lo sviluppo di nuove tecnologie sono cruciali per affrontare queste nuove sfide.
    Deviare il ragionamento verso le statistiche relative agli incendi avvenuti, è a mio avviso forviante, perché non affronta il tema cruciale della sostanziale impossibilità a contenerlo, a pari condizioni.

  2. franco zappa

    che una batteria nmc prenda vita e vada in autocombustione se non danneggiata dall’esterno e’un evento raro anche se non impossibile .per le lfp cosa ancora piu’ rara . a sto punto perche’ non cercare le responsabilita’ altrove esempio chi stiva le auto prende per sbaglio un dislivello “picchiando sotto” danneggiando la batteria ,non denunciare il piccolo incidente che diventa il disastro a cui tutti abbiamo assistito. altro esempio , prendiamo una piu’ o meno vecchia nave , facciamo un carico di auto tra le quali anche qualche auto elettrica ,( il tutto adeguatamente assicurato ( nave e carico ) e facciamo in modo che l’opinione pubblica ripensi per l’ennesima volta alla pericolosita’ delle bev causando un incendio a bordo e gettando discredito sulle elettriche . come dice qualcuno a pensare male…..e le lobbies del petrolio hanno tutto da guadagnare .

  3. Giovanni Battista Dini

    Le ibride, e ancora più, le plug-in, sono comunque dotate di batterie….al litio…e magari pure vicine a serbatoio della benzina (mi auguro i progettisti non siano così sprovveduti).

    Però, si fa propaganda negativa solo sulla sicurezza delle BEV.

    A me basta questo, per capire come va certa informazione.

    1. Il dato più attendibile è quello dell’ente americano per la sicurezza dei trasporti (NHTSA)che ha analizzato i casi reali verificatisi nel triennio 2021-2023. Ebbene ha registrato 25,1 incendi di auto elettriche ogni 100.000 vendute, contro 1.529,9 incendi per quelle a benzina e 3.474,5 incendi per le ibride. In altre parole le elettriche hanno 61 probabilità in medo di incendiarsi rispetto a benzina e circa 140 volte in meno delle ibride.

  4. Francamente a me piacerebbe sapere:
    1) quali procedure seguono per testare le auto in uscita dalla catena di montaggio
    2) quali procedure e tempi di gestione nei vari parchi (a volte capita che le vetture stanno molti mesi in attesa prima di esser trasferite tra i vari parchi.. inutile dire che soprattutto le batterie 12V son le prime vittime -e relativi rischi)
    3) quali procedure di controllo hanno agli imbarchi in RoRo (sicuramente tutte operazioni nei tempi più brevi possibili e umanamente accettabili – salvo Tesla che sta testando gli spostamenti nei propri depositi “in autonomia” tramite FSD, prossimamente Optimus ??)

    ma non sarà possibile.. vi vorrebbero 007 per saper dati e fatti certi dai vari operatori interessati alla logistica da fabbrica fino a RoRo … e mi sa che le navi attuali ancora non hanno caratteristiche adeguate a gestire incendi “pesanti” da spengere” come nel caso di accumulatori delle auto con batterie trazione a bordo – fullhybrid o plug-in o BEV non fa differenza..).
    BYD ultimamente sta varando nuove enormi navi da trasporto RoRo dei propri prodotti in Europa; chissà se han migliorato le caratteristiche rispetto a quella di questo (sfortunato?) evento.
    Certo è che se questi eventi diventeranno frequenti i costi trasporto diventeranno improponibili e serviranno gli stabilimenti produttivi nei vari continenti di destinazione (infrangendo il “sogno” di poter produrre tutto in Cina a basso costo ed alto guadagno)… ma forse sarà una “cosa buona” per noi europei/italiani….

    1. Ad oggi, parlando con chi lavora nel trasporto navale, non c’e’ una soluzione. Il problema non e’ la probabilita’ ma la severita’ degli eventi in caso di incendio, perche’ e’ difficile da estinguere e si propaga. Si lavora su sistemi di detezione piu’ avanzati per intervenire il prima possibile ma si deve vedere caso per caso e nave per nave.

      1. eh già … vedendo gli ultimi accadimenti , a volte non ci sono i sistemi adeguati, a volte ci sono ma non ben funionanti, a volte l’equipaggio non è capace di usarli correttamente….

  5. Fabrizio Isacchi

    Tecniche di spegnimento diverse….. tutto qui?
    Quando si affrontano i gravi problemi di spegnimento di una BEV, ad oggi praticamente irrisolti (fatto salvo qualche temporanea sperimentazione), lo dite come se la faccenda non fosse un serio aspetto.
    I classici sistemi non funzionano e le tonnellate di acqua necessarie, non raccolte, fortemente inquinanti e disperse nell’ambiente, se l’incendio avviene in strada – non si accenna a nulla?
    Integrità, indipendenza e imparzialità…. dove siete????

      1. Fabrizio Isacchi

        Eh già, l’acqua che percola da una batteria incendiata, è purissima, potabile e ricca di nobili oligoelementi, che ognuno di noi ambisce a bere.
        Fauna e flora inclusi.
        Ma che domanda squalificante….

  6. Da Vaielettrico mi sarei aspettato dettagli più precisi, le batterie al litio vanno conservate ad una carica compresa fra minimo il 40% e massimo il 70%, questo serve a preservare la batteria quando è inutilizzata per molto tempo, inoltre è un metodo per scongiurare incendi, quando la carica è vicina allo 0% o al 100% un cambio di temperatura consistente potrebbe danneggiare l’involucro delle singole celle all’interno della batteria. Quindi un produttore serio ed affidabile spedirà le sue auto con una carica vicina al 50%.

    1. Diverse tipologie di batterie LIB si conservano a lungo a 0% SOC. Ali et al. 2023:Assessment of the calendar aging of lithium-ion batteries for a long-term—Space missions.

    2. @Angelo
      Normalmente le batterie al litio (bisognerebbe specificare quali, però) andrebbero conservate dal 20 all’80%, non dal 40 al 70. Nella mia MG4 compare chiaramente nel menù della ricarica. Quelle al litio ferro fosfato possono essere conservate al 100%.

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