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Incendi alle batterie, un software li anticipa di settimane

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L'ultimo caso registrato in Italia: l'incendio della Renault Zoe in garage

Un software innovativo sviluppato dalla società americana ACCURE Battery Intelligence e basato sull’intelligenza artificiale permetterà di prevedere incendi alle batterie al litio con un anticipo di settimane. La soluzione si chiama ACCURE Safety Manager. E’ stata presentatata pochi giorni fa a Bozeman, nel Montana, dove ha sede la società.

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ACCURE Safety Manager si basa su  un intuitivo sistema di valutazione della sicurezza della batteria che raccoglie e rielabora dati e avvisi su più canali di connessione. Il software segnala con settimane di preavviso l’insorgere di problemi critici per la sicurezza, consentendo agli operatori di agire prima che si verifichi l’incidente.

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Gli incendi delle batterie, seppur non frequenti, continuano a rappresentare un danno di miliardi per  le aziende energetiche e automobilistiche. Sia di immagine, sia economico per il ritiro e la sostituzione di batterie ritenute “a rischio” dopo ogni incidente.

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I co-fondatori: da sinistra Kai-Philipp Kairies, Johannes Palmer, Georg Angenendt

«Andiamo ben oltre le capacità di un sistema di gestione della batteria di bordo nell’identificazione dei rischi per la sicurezza», ha affermato Kai-Phillip Kairies , CEO e co-fondatore di ACCURE. «Analizziamo le anomalie operative, identifichiamo i modelli di errore e utilizziamo queste informazioni per valutare l’intero sistema. La nostra soluzione offre agli operatori di batterie la conoscenza per prendere decisioni informate tra tutti i loro portafogli di batterie». 

La “previsione” di Accure Battery Intelligence

ACCURE Safety Manager elabora grandi quantità di dati con il cloud computing grazie a un software di analisi predittiva che utilizza la modellazione basata sulla fisica e l’intelligenza artificiale. Monitora e rileva continuamente oltre 20 anomalie rilevanti per la sicurezza. Questi includono difetti di celle e moduli, errori del sistema di gestione della batteria (BMS) e danni alle celle causati da fattori legati all’ambiente come scarse prestazioni HVAC.

A ogni batteria viene assegnato un punteggio di sicurezza basato su un’analisi approfondita delle anomalie operative e dei modelli di errore associati. Il software considera poi l’anomalia quando si manifesta e ne valuta la gravità  rispetto ai dati storici presi dai sistemi di tutto il mondo.

Gli stati della batteria sono visualizzati su un cruscotto a pannello singolo attraverso un sistema di indicatori semplificato e intuitivo.

Il software suggerisce come evitare l’incendio

Il software fornisce inoltre suggerimenti sugli interventi da effettuare. L’operatore può programmare la manutenzione pianificata come la ricalibrazione dei sistemi, la sostituzione di sensori e moduli o, in caso di errori critici, avere un preavviso per spegnere la batteria prima che si verifichi un incidente. Informazioni ad alta priorità segnalano in modo rapido ed efficiente problemi critici nelle situazioni a più alto rischio.

«Questi ultimi aggiornamenti forniscono agli operatori delle batterie informazioni proattive per prevenire eventi catastrofici ” sostiene Kairies .

Secondo l’EPRI BESS Failure Event Database, dal 2018 si sono verificati più di 50 eventi di sicurezza negli accumuli  stazionari.

In Cina 680 incendi di batterie su 6 milioni di BEV

Una recente analisi condotta dal Beijing Institute of Technology segnala invece che che nel primo trimestre del 2022 in Cina sono stati registrati 680 incendi di auto elettriche su un parco circolante che ha raggiunto 6 milioni di unità.

Nel video qui sopra un episodio refistratosi nel 2021 che ha convolto una XPeng G3 in fase di ricarica.

Il perchè degli incendi in estate e in inverno

Secondo il Beijing Institute of Technology (BIT), le auto elettriche possono prendere fuoco sia in estate che in inverno, ma per cause diverse. Il maggior numero di incendi (66%) segnalati in Cina si è verificato da maggio a settembre. Gli 86 incendi di auto elettriche divulgati dai media, sono avvenuti in vari contesti:durante la ricarica della batteria, 27,5%; durante il parcheggio 38,5%; mentre si guida ; dopo una collisione; per cause non identificate in 7 episodi.

Il BIT attribuisce una maggiore probabilità di incendio alle difficoltà di preriscaldamento della batteria in inverno e quindi al surriscaldamento durante la ricarica delle auto elettriche. Mentre in estate il surriscaldamento è dovuto principalmente alla temperatura ambiente più alta. Secondo i ricercatori, anche il diffuso utilizzo di veicoli elettrici a basso costo, sui quali i costruttori hanno costruito il più grande parco circolante di auto elettriche al mondo, è un fattore da non sottovalutare.

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13 COMMENTI

    • Un perfezionamento non marginale però. Qualsiasi termometro misura la temperatura corporea, ma solo un medico può ricavarne una diagnosi. In questo caso lo fa l’Intelligenza Artificiale aggregando i dati, le loro interazioni e confrontando il tutto con la serie storica degli eventi critici.

      • Scusatemi NON capisco:
        Il perché i vari produttori di auto elettriche NON dotano di MONITORAGGIO le loro auto elettriche ?

        • Come ho già scritto, un conto è il monitoraggio che produce semplici dati, un altro un software che grazie all’intelligenza artificiale li interpreta e predice i guasti.

  1. Tecnologia molto interessante, e dalle diverse applicazioni, sicuramente una manna per ridurre i rischi e i costi legati al mantenimento dei grandi accumuli per le rinnovabili, da come è pensata dovrebbe essere facilmente adattabile a diversi tipi di accumuli man mano che vengono sostituiti da tecnologie più avanzate, certo la sensoristica è un costo (soprattutto per un auto) ma ha il suo perché, oltretutto si potrebbe usare le stesse statistiche per una indicazione precisa sulla salute della batteria in tempo reale feature decisamente utile sulle auto (che potrebbero già avere ma tralasciamo hehe)
    Ora servono sistemi economici ed efficaci di raffreddamento del pacco, magari strizzando l’occhio al recupero di calore per riscaldamento interno o il recupero di parte di quellenergia altrimenti dispersa, anche 1 watt recuperato fa il suo, soprattutto in quelle situazioni di scarica prolungata e forte come autostrada o la ricarica ad alta potenza

  2. Prima che qualche “genio” commenti in modo scettico, ricordo che il sistema “S.M.A.R.T.” (Self Monitoring Analysis and Reporting Technology) in uso in qualsiasi disco da PC (anche gli ultimi NVME) da oltre vent’anni ha permesso una drastica riduzione di guasti con perdita di dati: non diminuisce il guasto o la probabilità che accada, diminuisce il danno, avvertendoti dell’imminenza e dandoti il tempo di fare un backup. Applicato alle batterie significa che quantomeno eviti di caricarla a 300kW con 40°

    • COncordo pienamente col sig. Baccarini. Se questo software fa davvero ciò che promette è di importanza capitale. Anche perchè casa mia vorrei continuasse ad essere riscaldata dall’impianto a pavimento, più che dall’incendio di una batteria visto che ho il garage interrato- Voglio dire, sempre di pavimento si tratterebbe, ma in modo un tantino incontrollato….

      • O la batteria di accumulo del solare magari.. Quella scalda meglio che sta proprio in casa nella maggior parte dei casi 😂

      • Io ricarico le stilo (batterie AA) da sempre con il caricabatterie in una presa dove non c’è vicino niente di infiammabile… Da quando (30 anni fa) a mio fratello prese fuoco una Nickel-Cadmio durante la carica e trovò fuliggine in ogni stanza, presa bruciata, caricabatterie sciolto, batteria fusa e pavimento macchiato per sempre. Ma non si incendiò la casa, almeno. Ogni batteria ha un potenziale rischio, se poi priva di BMS e sistema di raffreddamento…

        • Certo, anch’io da sempre quando ricarico le batterie Lipo dei modelli radiocomandati che son delle belle mattonelle da 7000 mmAh, lo faccio sempre su un contenitore in metallo dove un eventuale incendio venga contenuto. Ma con le auto vere in scala 1:1 è tutto più complicato: dopo il fatto recente avvenuto in provincia di Treviso dove è letteralmente esplosa una Renault Zoe che non era in carica in piena notte in garage (a cui fa riferimento la foto di questo articolo) demolendo parte dell’abitazione, ogni volta che metto in garage la mia BEV un pò mi preoccupa, anche perché se una batteria relativamente piccola di una Zoe ha fatto un danno simile, figuriamoci un’auto con batteria molto più grossa…. Forse la soluzione è lasciarla fuori in strada.

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