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In Spagna alleanza in 5 punti per l’elettrico

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Qui e nella foto in basso il n.1 di Seat-Cupra, Wayne Griffiths, con i presidenti delle tre Comunità Autonome.

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In Spagna alleanza in 5 punti per sviluppare la mobilità elettrica: l’hanno firmata il costruttore locale, Seat- Cupra (VW), il governo e tre Comunità autonome.

In Spagna alleanza
La quota di mercato delle auto elettriche nel 2024 nei Paesi europei: la Spagna è al 5,7%, l’Italia solo al 4,2%, ma la media continentale è superiore al 15%. (Fonte grafico: Jato Dynamics).

In Spagna alleanza pubblico-privato (Seat): “Questo è il futuro…”

A differenza dall’Italia, la Spagna è fermamente convinta che il passaggio alle emissioni zero dal 2035 sia un passo avanti fondamentale. E lavora da una parte per attrarre nuovi investimenti nella produzione di auto elettriche e dall’altra per far crescere le vendite nel Paese. È su questa seconda direttrice che va l’accordo siglato da Seat, Ministero dell’Industria e Comunità Autonome di Catalogna, Valencia e Navarra.

Strada da fare ce n’è tanta: nel 2024 in Spagna le elettriche hanno raggiunto una quota di mercato del 5,7%, che è sì superiore rispetto al 4,2% dell’Italia, ma lontanissima dal 15,4% dell’Europa. Nel marzo 2021 abbiamo promesso di elettrificare la nostra azienda e di mettere la Spagna su ruote elettriche. Da allora, abbiamo lavorato duramente per trasformare questo obiettivo in realtà. Tuttavia, il mercato non riesce a decollare: quest’anno il 25% dei veicoli venduti in Europa dovrebbe essere 100% elettrico e siamo solo a metà strada. In Spagna siamo molto più lontani, con poco più del 5%, e non c’è alcun segno di miglioramento”, ha spiegato Wayne Griffiths, n.1 di Seat-Cupra.

in Spagna alleanzaObbiettivo: andare ben oltre il 5,7% di quota di mercato

Ecco i 5 punti: 1) Incentivi efficaci per l’acquisto di veicoli elettrici, nonché misure fiscali e piani di aiuti complementari a livello regionale. Con misure per le flotte delle aziende private e delle società di noleggio, che potrebbero poi creare un mercato di auto elettriche di seconda mano. 2) Potenziamento dell’infrastruttura di ricarica, favorendo l’installazione di nuove colonnine. E creando una piattaforma digitale unica e utile per gli utenti che consenta l’accesso a qualsiasi punto di ricarica, indipendentemente dal gestore. 3) Utilizzo di veicoli elettrificati nelle flotte pubbliche. 4)  Comunicazione positiva sui vantaggi dei veicoli elettrici, ponendo fine ai falsi miti che circondano il loro utilizzo. 5) Creazione di un gruppo di lavoro formato dalle Comunità Autonome di Catalogna, Navarra e Valencia, insieme ad altre amministrazioni e attori privati.

  • Le vostre auto usate in vendita raccontate sul nostro canale YouTube da Edoardo. Ma potete essere voi a illustrarle mandando un breve video a info@vaielettrico.it
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16 COMMENTI

  1. come già scritto nei commenti, tra i tasselli che aiutano, in Spagna hanno messo a posto i prezzi energia, abbassandoli, installando molte rinnovabili

    già questo traina ripresa economica e investimenti in industria e tecnologia;
    e parlando di BEV, oltre a produrle, arriveranno anche a comprarle

    questi i numeri per la Spagna:
    -2019 — 40% rinnovabili
    -2024 — 61% rinnovabili

    noi siamo circa dove erano loro nel 2019-2020, speriamo di “copiarli” 🙂

    • Perché gli incentivi non vanno bene mentre non meglio precisati “misure fiscali e piani di aiuti complementari” invece sí ?

  2. La Spagna ci crede davvero sulla decarbonizzazione e sul miglioramento della qualità della vita delle città. Fate un giro a Madrid: tutti autobus elettrici, quelli del centro addirittura GRATIS per tutti, con abbonamenti.a prezzi modici. Le quote di mercato cresceranno anche per le auto, intanto la politica si sta impegnando nella direzione giusta (cosa non da poco).

  3. In realtà la quota bev “continentale” nel 2024 é del 13,5% si arriva al 15,5% considerando UK che però non mi sembra ancora attaccato alla Francia…

  4. Quello che si nota dalla cartina è il passo nettamente diverso tra paesi in cui l’elettrico vende eccome e paesi nei quali non si vende. Si nota proprio una spaccatura tra chi corre e chi no con molti paesi indietro quanto l’Italia se non peggio.
    Sarebbe interessante analizzare le politiche interne dei vari paesi pro-elettrico e confrontarle con le lacune degli altri.

    • Basta che guardi PIL procapite e i valori salari e pensioni medie (nette ovviammente) e anche senza guardare le politiche del paese già ti sei dato una risposta.

      • Romania, Grecia, Stati baltici,
        bassi salari ma vedo nella mappa più BEV che in Italia 😉

        credo li aiuti: prezzi rete ricarica e politiche non terroristiche,
        forse anche pololazione un poco più giovane, meno conservatrice?

      • @Antonio : sono abbastanza d’accordo ma che dire di Irlanda e Portogallo ? E spostandoci verso est, anche Romania e Turchia fanno un pó meglio dell’Italia..

  5. Per alimentare alcune speranze occorre sempre partire dai numeri , e i numeri vanno letti in tutte le sue sfumature
    A me personalmente piacerebbe molto sapere , di quella cartina europea , fatto 100 delle elettriche vendute , che percentuale appartiene esclusivamente ai privati?
    Avere questo dato netto non sarebbe male per una valutazione più ” pignola”

      • 30%? Bhe allora direi che gli spagnoli sono messi se possibile peggio dj noi, a questo punto vale sempre di più la proporzione % auto elettriche direttamente proporzionale al PIL procapite con pochissime eccezioni tipo Portogallo e purtroppo: o i prezzi scendo (e dj parecchio) e le colonnine aumentano in modo esponenziale con costi ridotti … o la vedo molto dura raggiungere i target che l’Europa si propone.

        • intanto abbassi la bolletta elettrica ..
          il resto viene da se

          a me risulta che la Spagna produce il triplo delle auto che produce l’Italia con due terzi della popolazione

          la produzione di auto del Portogallo è 6 volte quella procapite italiana

          imho ,
          il problema è non accettare che le rinnovabili oltre ad essere “più ecologiche” del fossile e del fissile
          nel 2025 sono anche NETTAMENTE più economiche del fossile e del fissile

          e in un paese che rischia la “stagnazione secolare” (si legge decadenza che imho dura da almeno 30 anni)
          è una cosa non da poco

          l’energia a buon mercato e l’informazione veritiera
          per tutti
          sono alla base dello sviluppo di un paese
          o almeno cominciare a uscire dalla decadenza di cui sopra

          al contrario ci aspetta un paese arretrato,povero e ottuso
          di tipo medioevale

          parecchi segnali sono evidenti

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