In Norvegia con la Tesla: 5.500 km spendendo…

Norvegia tesla

In Norvegia con la Tesla Model 3: Nicola ci racconta il suo viaggio, attraversando mezza Europa. Tra ricariche che funzionano e altre che deludono (negli hotel).
                                            di Nicola Carlon
“Ecco il resoconto del mio viaggio in Norvegia meridionale: 5.500 km in 18 giorni con la mia Tesla Model 3 LR AWD del 2019. Il percorso era composto di diverse tappe, tutte abbastanza vicine (circa 500km in media) perché volevamo visitare anche i paesi che abbiamo attraversato. Dopotutto è stata una vacanza: non un’endurance per dimostrare qualcosa. Quindi nessuna ansia da ricarica o sfida a consumare il meno possibile, ma un po’ di divertimento in Germania (nei tratti senza limiti… e senza code). E tanta meraviglia per gli occhi in Norvegia..
In Norvegia con la tesla
Supercharger aperto a tutte le marche, vicino alla riproduzione della casa di Elvis Presley  a Randers, Danimarca. In ricarica c’è anche una Kia EV6.

In Norvegia con la Tesla: trovi Supercharger o ricariche lente ovunque

 L’unico percorso lungo è stato l’ultimo tratto da 800km, prima di tornare a casa. I paesi che abbiamo attraversato sono veramente costellati di colonnine anche ad alte prestazioni. Quasi in ogni supercharger Tesla erano presenti almeno 4 stalli ultrafast di altri operatori.E in quelli che non li avevano, i Supercharger erano aperti anche alle altre marche. Inoltre nei parcheggi delle città c’erano quasi sempre colonnine lente, alcune in ottime posizioni. Degne di nota in Danimarca le colonnine da 11kW nel parcheggio di Lego House e in quello dell’ Egeskov Castle: gestore danese Clever. Si paga con GooglePay o ApplePay, è un po’ cara (come tutto il resto…) e bloccano 500 DKK di caparra all’avvio. In Norvegia Plugsurfing ha qualche colonnina, mentre sono rimasto negativamente stupito dal gestore Charge365, che ha aggiunto delle limitazioni all’app: solo i telefoni norvegesi possono scaricarla. Si aggira il problema accedendo dal loro sito, che però rende il tutto più macchinoso.

In Norvegia con la tesla
Colonnine di ricarica a Eidfjord.

Unico neo: mancano le tettoie a proteggere le colonnine

Unico vero tasto dolente: la quasi totale assenza di tettoie, sia in Germania e Danimarca ma pure in Norvegia, nonostante il meteo instabile della zona. Il viaggio era strutturato in questo modo. Si partiva alla mattina, si arrivava a destinazione al pomeriggio spezzando il viaggio con pranzo e ricarica. Poi si visitava la città mentre la macchina era in carica in hotel o in parcheggio, si dormiva lì e si partiva il giorno seguente. Nelle città più importanti ci siamo fermati due giorni per avere più tempo di visitarle. Con questo schema la mia regola “Si ricarica quando si sta facendo altro” poteva essere rispettata. Per questo considero la ricarica in hotel un servizio importante, come avete ribadito anche nel vostro recente articolo. D’altra parte da grandi poteri derivano grandi responsabilità: non basta dire di aver installato la colonnina, ma il gestore dovrebbe verificarne funzionamento e disponibilità.

in Norvegia con la teslaGli unici inconvenienti? Le ricariche (non funzionanti) negli hotel

Ed infatti gli imprevisti arrivano. Ad Aarhus, in Danimarca, l’hotel trovato su Booking, che aveva giurato di avere una colonnina, in realtà aveva una presa rossa trifase e una schuko (entrambe non funzionanti). Per fortuna avevamo pianificato di fermarci a pranzo sulla strada per Hirtshals e quindi abbiamo deciso di farlo al Supercharger di Randers (aperto a tutti). Pranzando all’ottimo finto-Diner Americano all’interno della fedele riproduzione di Graceland (cose che si trovano solo in Danimarca, a quanto pare). Altro imprevisto a Eidfjord. La colonnina dell’hotel si guasta dopo che un’altra auto si collega alla seconda presa, il gestore era completamente impreparato e non ha saputo aiutarmi. In quel caso ho dovuto contravvenire alla mia regola personale e attendere 10 minuti ricaricando al Supercharger della zona (stupendo), prima di partire per Bergen.

in Norvegia con la tesla
Anche i taxi sono elettrici a Copenaghen: qui una Ford Mustang Mach-e.

In Norvegia con la Tesla: quanto ho caricato, quanto ho speso

Dati per i nerd: 
Spesa ricariche: 371€ ai Supercharger + 40€ altri operatori.
Prezzo al kWh in generale più alto che in italia: spesa massima ad Arna, Norvegia 0.66€/kWh
Medie consumi (cerchi MAK Electra 19 e gomme Michelin Primacy 4):
Norvegia 144 Wh/km – Danimarca 160 Wh/kmGermania 177 Wh/km
Conclusioni: tutti dicono che in Norvegia è pieno di elettriche, ma vederlo di persona fa un altro effetto. Io sono abituato a fare un cenno di saluto quando incrocio un’altra elettrica, ma qui sarebbe stato impossibile. Sicuramente molte Tesla ,ma anche Nissan Leaf, BMW i3, VW ID3 e 4, Mustang, Polestar ed MG. Anche in Danimarca ne ho viste molte, (soprattutto taxi), ma la Norvegia è un altro pianeta. E ho iniziato a capirlo salendo nel traghetto Fjordline Hirtshals-Kristiansand, trovando a bordo una decina di colonnine e auto in carica.
in Norvegia con la tesla
Una Peugeot a benzina occupa lo stallo della ricarica, in Norvegia

I maleducati della ricarica ci sono anche in nord Europa

L’altra cosa che ho imparato è che anche fuori dall’Italia ci sono gli stessi problemi che incontriamo ogni giorno. Purtroppo l’occupazione dei posti riservati alle elettriche è pratica comune. Sia da parte delle endotermiche, ma anche da parte di elettriche e di plug-in, parcheggiate ma non in carica. Inoltre, come in Italia, moltissimi hotel segnalano la presenza della colonnina nei portali di prenotazione. Ma puntualmente questa si rivela essere quella pubblica del parcheggio che consigliano. E nelle recensioni è impossibile trovarne qualcuna relativa alla colonnina. Che sia il caso di estendere quanto fatto in Italia coneviaggio.it,dove sono raccolti tutti i “veri” destination charger e dove le recensioni sono specifiche su questo servizio?“.
Posti riservati alle elettriche al parcheggio dell’hotel Lindner Hotel Am Michel.

La mia classifica della ricariche e di tutto il resto

  • Miglior pranzo: Highway 51 ApS (Memphis Mansion) al Supercharger di Randers, Danimarca
  • Peggiori serviziCircleK al Supercharger di Gulsvik, Norvegia
  • Peggior parcheggio con colonnina: APCOA Oslo City parking al piano -5 in una brutta zona.
  • Miglior panorama: al Supercharger di Eidfjord, Norvegia
  • Miglior destination charger: Lindner Hotel Am Michel ad Amburgo, Germania

in Norvegia con la teslaIn Norvegia con la Tesla: ecco il tragitto

Per chi è arrivato a leggere fino a qui ed è curioso, ecco il piano più in dettaglio. Le tappe sono state Innsbruck, Norimberga, Hannover, Billund (con l’imperdibile Lego House), Aarus, Hirshtals, e il giorno dopo traghetto per Kristiansan. E lì inizia il giro in Norvegia meridionale attraverso la Rv9 e poi la bellissima Rv13 fino a Eidfjiord, che abbiamo percorso anche il giorno dopo fino a Bergen. Poi partenza direzione Oslo ma con tappe al fiordo di Flåm e a Borgund con la sua famosa Stavkirke (chiesa in legno tipica norvegese). Strade panormamiche anche quelle, a parte il noiosissimo tunnel più lungo al mondo da 24.5km: vabbè, possiamo dire di averlo fatto. Infine ritorno passando per la Svezia, ma senza fermarsi: solo per vedere il ponte che la congiunge alla Danimarca e fermarci a Copenhagen. Ultime due tappe: Amburgo e infine Eisenach con il castello di Wartburg. Ritorno in un fiato, tutto tranquillo a parte l’immancabile coda tra Trento ed Affi.
Visualizza commenti (42)
  1. Grazie delle info Nicola, l’anno prossimo vorrei fare esattamente lo stesso viaggio con la famiglia e la Model Y. Farò tesoro delle tue annotazioni. Magari ti chiederò anche qualche consiglio, intanto ti chiedo: si trovano le stazioni Ionity? E quali app di ricarica sono più frequenti e necessarie per i paesi da te attraversati?

    1. Ne ho viste un paio di Ionity ma non ricordo dove. Come app in Danimarca c’è Clever ma attenzione che il pagamento può essere fatto solo con Google Pay o Apple Pay. Il resto del viaggio ho usato praticamente solo supercharger Tesla. ABRP mi è stata utile per pianificare. Vedrai che non avrai problemi. Buon viaggio!

  2. Non capisco il senso di questa testimonianza. È risaputo che gli italiani per le tanto agognate ferie estive non vedono l’ora di farsi 5500km nel nord d’Europa, al freddo, con pioggia e vento, mangiando cibi insulsi, costo delle vita altissimo, guardati di sbieco dai locali per la nota avversione a noi italiani. Gli italiani amano andare al sud, dove c’è il mare, il sole, bel tempo, cibo buono, gente accogliente e prezzi accettabili. Ahimè per voi al sud una rete di ricarica decente l’avremo forse nel 2035…forse.

    1. E invece queste testimonianze servono, soprattutto a chi (come me) tra un po’ dovrà valutare l’acquisto di una vettura elettrica.Magari non mi capiterà di fare cosi tanti km ma perlomeno ti insegnano su come comportarsi con le ricariche e le tappe di un viaggio.Ah per la cronaca, sono italiano e preferisco viaggiare in Europa piuttosto che nel sud della nostra nazione, mai trovato male o guardato di sbieco.Certamente bisogna adattarsi sul mangiare e mettere in preventivo prima che in molte nazioni il costo della vita è più alto che da noi.

  3. /// unico vero tasto dolente: la quasi totale assenza di tettoie, sia in Germania e Danimarca ma pure in Norvegia, nonostante il meteo instabile della zona \\\ Incredibile.. ma a quanto pare anche questo non è un “vizio” solo italiano 🙁 Forse vogliono collaudare le doti di impermeabilitá delle colonnine..

  4. Scusa solo per i conti economici, quindi per un viaggio di 5500 km il costo più o meno e 420 euro contando il costo della ricarica a casa con il 100% della batteria.???

    1. Sì, 95% per la precisione. Come ho scritto era una vacanza e non sono stato attento ai consumi nè sono andato a cercare le colonnine gratuite. Se dovete fare paragoni con il carburante fateli con i prezzi attuali. In Norvegia il diesel stava a 23 nok (2.3 €) a litro.

      1. Ho una i20 gpl ci faccio sempre almeno 500 km con un pieno spendendo 30 euro. Ogni 5 pieni mi consuma 20 euro di benzina. Quindi per fare 5.500 km spendo 364 euro. Non devo preoccuparmi di trovare una colonnina per ricaricare. Se finisco il gpl va a benzina. Pagata 13.400 euro. Fate voi….

        1. Se finisci il gpl la benzina costa molto di più però. E il gpl c’è da un po’ quindi la rete di distribuzione si è adeguata. Con le colonnine siamo all’inizio, nessuno ti obbliga a passare all’elettrico oggi.

          1. Ho solo espresso la mia esperienza. Posso?
            Ho pagato la mia macchina 13.400 EUR sai quanta benzina ci metto con i soldi risparmiati per una macchina elettrica? ..anche l’energia elettrica aumenta.. quello non lo calcolate?
            Povera Italia 😭

          1. No no l’ho considerato bene: non voglio che rimangono a piedi perché la batteria si è scaricata.
            …e non hanno trovato una colonnina per ricaricarla
            …e non hanno più soldi per aggiustarla perché finiti per l’acquisto salato della macchina
            e blà blà blà…

  5. Sono convinto che l’elettrico sia il futuro, ma continuo ad avere molte perplessità.
    Acquisterò una full electric quando:
    1 – avranno almeno 600 km di autonomia guidando sportivamente;
    2 – in Italia ci saranno colonnine almeno ogni 300 km su qualunque percorso (non solo autostrade);
    3 – il tempo di ricarica dal 10% al 100% sarà garantito in max. 10 minuti ovunque.
    A parte ciò, è ancora tutto da risolvere il problema dello smaltimento delle batterie in maniera economicamente conveniente.

      1. Beh, io, anche col termico, faccio benzina solo quando è in riserva, ma quando sono in riserva, voglio trovare il distributore PRIMA che la riserva finisca. 😉
        Ribadisco: i full electric saranno veramente pratici quando troveremo colonnine di ricarica rapida ad ogni dove e per rapida intendo 10 minuti, non mezz’ora.

        1. Vedo proprio che lei non ha capito la differenza chiave fra elettriche e termiche. L’auto elettrica non si ricarica quando è in riserva, ma tutte le volte che è ferma. Molto diverso. Le ricordo che tutte le auto sono ferme per il 95% delle loro “vita”.

          1. Credo che si riferisse piú che altro ai viaggi lunghi dove i tempi di ricarica possono essere superiori rispetto a quelli per rifornirsi di carburante.. Ma è un problema che dovrebbe ridimensionarsi molto quando la rete di ricarica sará piú capillare e si saranno affermate le batterie a stato solido.

      2. Tranne che nei viaggi, Massimo. Non ricarichi l’auto elettrica quando è ferma, è diverso: lì devi fermarti per forza per ricaricare l’auto elettrica e magari ingegnarti per trovare un modo per ingannare il tempo (i famosi bisogni fisiologici – anche se non tutti ne abbiamo necessità ogni 2 ore -, colazione e spuntino, etc. etc.).
        Anche la famosa ricarica quando l’auto è ferma, non è così pratica come la si racconta. Questo perché non è, ad esempio, un’auto a pannelli solari che io la ricarico per andare al supermercato, chiudo l’auto e al ritorno me la trovo col pieno. Intanto devi trovarti il supermercato che ha lo stallo, poi devi aprire il bagagliaio, srotolare il cavo, aprire l’app, avviare la ricaricare, impostare la sveglia sul telefono per ricordarsi di andare a ritirare l’auto e al ritorno della spesa fare le operazioni inverse. Il che, se devi andare a comprare un po’ di pane e prosciutto con il PrestoSpesa o SaltaLaFila, non è il massimo della vita, soprattutto se non hai la wallbox a casa, devi fare queste operazioni all’aperto, mentre piove e con una mano devi reggere l’ombrello.

        Dove però possiamo rincuorare Valerio (e chi ha i suoi timori) è che il futuro offrirà condizioni migliori. Ad esempio con ricariche wireless col plug&pay: allora è proprio come dici tu, io parcheggio in uno stallo, chiudo l’auto e me ne dimentico (quasi: in realtà resta il reminder sulla fine sosta e l’auto da spostare). Per le ricariche rapide nei lunghi viaggi, c’è da aspettare i supercharger V4 e probabilmente V5. Quando Valerio chiede i 600 km di autonomia con guida sportiva, lo capisco perfettamente, non so se per il 2035 ci arriveremo ma posso dire a Valerio che se avremo supercharger v5 (o battery swap) avere un’autonomia da 300 km con guida sportiva può essere un compromesso accettabile: una ricarica in più di 5 / 10 minuti per fare il pieno non è drammatica, non uccide troppo la media e consente di poter mantenere una guida sportiva tutto il tempo.

        Per assurdo, Valerio, se tu vivessi oggi in Cina e guidassi una Nio ET5 o ET7 da 1000 km avresti esattamente quello che chiedi. Lì hai:
        – 1000 km di autonomia quindi con guida sportiva considera circa 300 – 400 km effettivi
        – hai battery swap ovunque (ce ne sono già oltre 1000 distribuiti in modo molto intelligente, così ovunque sei diretto ne incontri per strada)
        – il tempo di ricarica tra 10% e 100% è garantito tra 3 e 6 minuti sempre

        A questo aggiungi questi altri vantaggi:
        – le stazioni di battery swap sono sempre operative e non spesso rotte o malfunzionanti come le colonnine nostrane
        – la rete è molto più resiliente a cali di energia della rete, anzi, si comporta come una smart grid e aiuta la rete elettrica quando è in difficoltà
        – non dovrai mai preoccuparti della vita/garanzia della tua batteria: significa che l’auto che acquisti oggi potrai usarla per tutta la vita avendo sempre una batteria affidabile a bordo (proprio perché la swappi)
        – i costi di ricarica sono paragonabili a quelli di un supercharger
        – l’operazione di ricarica non solo è più comoda rispetto a quella “col cavo” delle varie auto ma è anche più comoda rispetto alla auto a benzina: non devi neanche scendere dall’auto

        Non stai chiedendo la Luna, stai chiedendo che qui in Italia Nio faccia ciò che ha già fatto in Cina. Me lo auspico anch’io.

        1. mario milanesio

          @enzo
          al solito la fai più lunga di quel che è.
          sicuramente perché, da come dici, hai guidato una elettrica una giornata e basta
          quindi esperienza poca o nulla:
          parli di cose che non conosci.

          live, now:
          Porto Maurizio, Imperia,
          la Zoe mi indica una colonnina a fianco di un distributore Tamoil,
          mi avvicino, click e il portellino di ricarica è aperto, card RFID nextcharge, riconosciuta, innestato il connettore, fatto: 40 secondi in tutto.
          ora pizza, tra un’ora riparto
          e domattina la macchina è carica perché collegata alla wallbox.

          non è come.per il termico.
          è diverso.
          di una diversità che può piacere o meno,
          ma per poterlo dire non basta leggere qui e là.

          1. Mario è diverso e questa diversità non piace. Ad esempio sei fortunato che non pioveva, altrimenti ti saresti bagnato. E sei stato fortunato che la ricarica ti è partita, visto che talvolta le colonnine danno problemi (non c’è un racconto di un viaggio qui su VaiElettrico dove il viaggiatore di turno non ha incontrato almeno una colonnina che gli ha dato noie). Io stanotte ero a Lido di Camaiore, con mia moglie, ho pagato il parcheggio (si paga anche di notte) ma ho dovuto interrompere la passeggiata perché la “sveglia” mi ha ricordato che la sosta mi si stava esaurendo (stavo finendo il credito sull’app di parcheggio). Sono arrivato a sosta scaduta all’auto, meno male non mi hanno fatto la multa. Certo, io da app avrei potuto prolungare la sosta senza penalità e senza preoccupazioni (ricaricando il credito dell’app), ma con l’auto elettrica non è così perché la penalizzazione scatta quando la ricarica si completa.

            Non venirmi a raccontare che nessun possessore di auto elettrica ha mai preso una “multa”/”penale” per aver lasciato l’auto parcheggiata oltre il tempo di ricarica o non ha mai interrotto qualcosa per andare a spostare l’auto a ricarica completata.

          2. mario milanesio

            @enzo 12 Settembre 2022 at 0:41
            mamma mia che vita difficile la tua
            quante preoccupazioni.

            son fortunato: 20 mesi con la Zoe, non certo il top di gamma dell’elettrico, 41mila km fatti
            e tutti i problemi che elenchi
            sfiorati almeno una volta
            e TUTTI agevolmente superati senza particolari fatiche.
            sarà fortuna, o personale agilità mia, o piagnisteo continuo tuo…mah.

            vuoi l’elettrico ma solo se è uguale al termico: liberissimo,
            ma non smenarcela su cose che non conosci, non soerimenti e non frequenti, non le conosci e tanto basta.

      3. Il fatto che il riciclo esista, non significa sia un operazione pulita. Tutti altro. Si usano principalmente due metodi, la pirometallurgia, ovvero fonderie a gas o carbone, oppure idrometallurgia, che usa solventi altemte inquinanti difficili da smaltire e che si fanno indovina un po’, a partire dal petrolio.

        1. Partiamo sempre da una premessa: i gas di scarico di una termica si riciclano nei nostri polmoni. Ciò detto spacchiamo pure il capello in 8.
          Il riciclo sarà anche energivoro (ma le fonderie possono essere elettriche o ad idrogeno) tuttavia eviterà l’altro grande incubo dei cacadubbi: l’estrazione delle materie prime, con sfruttamento di bambini e disastri ambientali annessi. Materia, questa, su cui lei si è già brillantemente esibito.

  6. Un bel racconto Nicola, che conferma come serva una tesla model 3 per poter affrontare i viaggi, non certo una opel corsa elettrica.

    Capisco il tuo “trucchetto” di ricaricare mentre si fa altro, sicuramente molto furbo. Però, è il mio convincimento, il “trucchetto” serve a limitare un problema dell’auto elettrica che è il tempo di ricarica (che chiaramente è un problema per chi non vuole dedicare del tempo della sua vita per fare rifornimento ad un’auto): il problema oggi esiste e il tuo approccio è il più furbo e intelligente possibile, bravo. Detto ciò, il mio personale convincimento è che la prossima generazione di supercharger e di batterie, capaci di superare i 500 kW di potenza in fase di ricarica, o altre soluzioni (come il battery swap) supereranno anche questo ostacolo, consentendo rabbocchi con tempi uguali se non addirittura superiori a quelli delle auto a benzina. Non oggi, non domani, ma per il 2035 ci arriveremo.

    A quel punto, prima di partire non dovremo preoccuparsi se l’hotel ha un “alloggio” (=colonnina) disponibile anche per la nostra auto ma solo se ha un alloggio per noi. Ne riparleremo nel 2035.

    1. Diciamo la verità: ma chi è che fa 5.000 km con una Opel Corsa a benzina? Questo rimarcare che i viaggi lunghi si fanno solo con elettriche di un certo importo diciamo che è un po’ stucchevole.

      1. Senza dubbio. Ma, le chiedo scusa, non meno stucchevole di continuare a sottointendere che guidando una segmento b non si possono fare più di 100 km in unica tratta senza guadagnarsi una seduta dal fisioterapista. Volendo (e magari non disponendo di altro) 5000 km con una opel Corsa benzina si fanno senza problemi e assai comodamente. C’è pure il cruise control per i tratti autostradali. Ho fatto decine di migliaia di km solo in autostrada su vetture di quel tipo e non ho subito particolari traumi fisici o psicologici. 😂

      2. Se consideri come “lungo viaggio” un viaggio che include una ricarica (quindi per una elettrica qualunque viaggio da 500 e passa km), sappi che nei “(lunghi) viaggi” le elettriche, programmando oculatamente le ricariche, hanno velocità medie effettive inferiori a 100 km/h perché aumentare l’andatura è controproducente per i tempi. Quindi il “problema” (che ovviamente non è un problema per tutti, per te probabilmente non lo è e non lo è per chi già oggi affronta i viaggi in autostrada impostando il cruise a 115 km/h) esiste e sicuramente frena il passaggio all’elettrico per qualcuno.

    2. Con la Corsa non lo so ma come detto non c’erano solo Supercharger e ormai anche le altre auto hanno buone autonomie. Sulla velocità di carica sono scettico. In un altro articolo avevo fatto i conti: una pompa eroga 35 litri al minuto, se fai 20km con un litro significa che carichi a 700km al minuto. Ad un Supercharger da 250kW si carica a 1560km/h quindi 26km/minuto (in realtà meno per via della curva di ricarica) . Perché possa essere paragonabile servono 6.7MegaWatt se ho fatto i conti giusti. Non credo sia fattibile. Quindi o cambia la tecnologia o dobbiamo cambiare abitudini.

      1. A queste perplessità sui tempi di ricarica io rispondo così: a parte i viaggi, 2 o 3 all’anno nell’ipotesi migliore, tutto il resto dell’anno bisogna fare rifornimento al distributore. 10 minuti almeno per arrivarci e rifornire, per 50 rifornimenti all’anno, sono 8-9 ore passate al distributore, respirando esalazioni velenose. Contro zero ore se hai la wall box a casa. Quantomeno è un pareggio. Comunque chi sceglie elettrico sposa una filosofia diversa del rapporto con l’auto e con il viaggio.

      2. Come riportato in altro commento, StoreDot ha appena rilasciato batterie a stato solido che accumulano 100 km in 5 minuti. I prossimi step, già annunciati, sono 100 km in 3 minuti (2028) e 100 km in 2 minuti (2032). Tutte batterie destinate al mercato auto, quindi StoreDot confida che ci saranno stazioni capaci di ricaricarle. Certo, non sono i 700 km al minuto della benzina ma non è più così lontano. Poi c’è il battery swap di Nio, in Cina ci sono già oltre 1000 stazioni di battery swap (in Norvegia Nio ha costruito le prime 2) in cui il cambio batteria avviene in 5 minuti (tempi che possono scendere sotto i 2 minuti), con costi paragonabili a quelli dei supercharger e col vantaggio che anche con un’auto usata di 30 anni non dovrai mai preoccuparti della tua batteria (di fatto è come avere la batteria garantita a vita). Tra l’altro Nio nei paesi in cui approda ufficialmente costruisce la sua rete di battery swap, quindi speriamo venga presto in Italia.

        1. Nio ha aperto la seconda stazione di battery swap in Norvegia a metà agosto. la prima in gennaio. Nessun’altra fuori dalla Cina. Se il ritmo è questo, la rete in ogni paese in cui approda non la vedrà nemmeno mio nipote, tanto meno in Italia

          1. E allooooraaaaa! Ma vieniiii! Ma vaiiiii! 🍾🍾🍾🍾🍾🍾 evviva nonno Massimo!

    3. si capisce subito che non hai una Tesla e non hai mai viaggiato con una macchina. Lo deduco dall’insistenza nel chiedere ricariche da 500 kW o battery swap che non servono

      1. Quanta sicurezza nel capire gli altri. A 18 anni, con la patente appena ritirata, ho fatto Caserta – Stoccolma (5500 km andata e ritorno, esattamente come Nicola) con una Twingo 1.2 da poco più di 50cv, l’anno successivo stessa auto Caserta – Budapest, con medie orarie superiori a quelle della Tesla. Negli ultimi anni sono stato spesso in Spagna (Madrid e Barcellona) andandoci in auto con viaggi diretti. Quindi so benissimo di che parlo e di che tipo di auto mi serve e in che tempi e modi voglio giungere a destinazione.

    1. Sorprendente trovare stalli di ricarica nei traghetti, ottima idea. Spero solo non vadano a corrente generata dai motori…Sorprendente anche constatare che pure in Norvegia gli albergatori non abbiano capito che la wall box è un business se ben gestita.

      1. No, no, la corrente elettrica nasce nelle prese di corrente! Ovvio che è generata da motori a gasolio! E da cosa altrimenti?

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