La ricarica DC da 50 kW va alla riscossa: questa è la scommessa che azzardiamo per l’anno che viene.
I latini dicevano che “in medio stat virtus“; ragionando di ricarica EV, è il caso di ricordarlo. La recente polarizzazione tra ricariche lente in Ac da 22 kW e Ultrafast da 150 KW e oltre, infatti, ha lasciato un “buco” proprio nel mezzo, dove pure si concentrano le più comuni e frequenti occasioni di fermo auto. Cioè quell’ora, ora e mezzo di una pausa pranzo, una spesa settimanale al supermercato, una commissione o un colloquio di lavoro, la visita a un amico o una passeggiata al parco con i bambini.
Colmare il “buco” tra ricarica lenta e ultra veloce
Poco tempo per mettere in batteria una quantità significativa di energia da una colonnina “quick” con i caricatori di bordo standard che assorbono fra 7,4 e 11 kW. Troppo, se vetture che ormai accettano potenze di oltre 100 kW si connettono a colonnine HPC capaci di riempirti la batteria in 30 minuti i poco più.
Quel che serve, allora, è oggi una via di mezzo che sfrutti al meglio tutte le occasioni di ricarica intermedie fra i due estremi della ricarica notturna e di quella in viaggio. Insomma, si profila una riscoperta in chiave contemporanea dei cari, vecchi, mastodontici e perciò semidimenticati caricatori fast degli esordi.
Le ultime proposte dei principali produttori di colonnine sembrano averne preso atto. Siemens, attraverso il costruttore olandese Heliox appena acquisito, commercializza il Rapid 50 All-in-One. E la multinazionale svizzera ABB ha lanciato da pochi giorni i il suo nuovo C50, caricabatterie da 50 kW plug-and-play, profondo appena 23,5 centimetri. Entrambi sono poco più ingombranti dei classici AC da 22 kW.
ABB C50 e Heliox Rapid 50: sfruttare al massimo le occasioni di ricarica nella routine quotidiana
Le ultime proposte dei principali produttori di colonnine sembrano averne preso atto. Siemens, attraverso il costruttore olandese Heliox appena acquisito, commercializza il Rapid 50 All-in-One. E la multinazionale svizzera ABB ha lanciato da pochi giorni il suo nuovo C50, caricabatterie da 50 kW plug-and-play, profondo appena 23,5 centimetri.
Meno invasivi rispetto ai vecchi cassoni dei primordi e alle moderne HPC –
entrambi sono poco più ingombranti dei classici AC da 22 kW -, possono trovare spazio su un normale marciapiede cittadino e in qualsiasi parcheggio anche privato. Si allacciano direttamente alla rete in bassa tensione, quindi non richiedono lavori di collegamento alle cabine in media tensione, molto costosi e complessi negli ambienti urbani. Consentono tuttavia di portare la batteria dal 10 all’80% in 60-90 minuti, facendo coincidere perfettamente i tempi di sosta nella routine quotidiana con un rifornimento praticamente completo.
Perciò Michael Halbherr, CEO di ABB E-mobility, dichiara che la soluzione C50 “permetterà alla rivoluzione dei veicoli elettrici di andare oltre i conducenti con accesso alla ricarica domestica“.
Vedendo invece la questione dall’altro lato della barricata, quello degli erogatori del servizio, la ricarica DC da 50 kW consente di abbinare costi di investimento più contenuti a volumi di vendita (vale a dire kWh fatturati) molto maggiori, a parità di tempo di occupazione. Significa, in prospettiva, ridurre il periodo di ammortamento. E, auspicabilmente, le tariffe. Non a caso molti di loro già prevedono prezzi differenziati tra fast (sotto i 100 kw di potenza) e ultrafast.
IO lo dico da molti anni , che la ricarica DEVE diventare in DC
la DC si presta ad essere interfacciata facilmente alla catena DC
TETTOIE FOTOVOLTAICHE e SISTEMI DI ACCUMULO
connubio indissolubile, secondo me non da domani ,da ieri
ecco il il mio pippo.. pardon ,filippone di fine anno con conti terra terra o rasoterra fate voi:
due colonnine DC 50KW , 4 colonnine DC 25KW o 5 da 20KW
equivalgono a 100 kW di potenza impegnata ,
alias 100kWh di energia impegnata ,
il terrore dei detrattori della rivoluzione elettrica ;
10 ore di ricarica continue , con le colonnine sempre impegnate equivalenti a 1MWh
di sistema di accumulo (titanato di litio per minor costo ciclo di ricarica)
un piccolo parcheggio da 50 posti di un supermercato ,coperto di 1000mq con pannelli moderni può rendere 200KWpicco esposto a sud in centro Italia
produce mediamente 150128 kwh annui , 8253 kwh nel mese peggiore ,dicembre
532kWh giornaliera ,alias 10 pieni da 50kwh 26 da 20kWh per supermercato a DICEMBRE
la media giornaliera di produzione è
814kWh giornalieri alias 16 pieni da 50 kwh, 40 da 20kwh
e siamo vicini allo sfruttamento ottimale dell’accumulo da 1 MWh
che verrebbe superato solo a luglio
con i ritmi attuali di diffusione delle EV in Italia , per un decennio almeno ,secondo me
queste centrali fotovoltaiche , mediame non chiederebbero nulla alla rete ,anzi cederebbero energia , che non comunque farebbe male alla energetica del paese
considerate che in Francia il parcheggio fotovoltaico è d’obbligo per legge
con scadenze fine lavori 2028 e 2030 in base alle dimensioni
my 2 cent di parcheggi vuoti e assolati privi di significato oggi .. domani chissà
Buon 2025 elettrificato a tutti !!
Note
fonte dei calcoli
https://re.jrc.ec.europa.eu/pvg_tools/it/
stima rendimento massimo pannelli 200W mq , anche se oggi con i bifacciali è superiore
come al solito ho messo delle cifre errate , parzialmente giuste
avevo considerato un campo fotovoltaico da 100KW non da 200KW come ho scritto in un secondo tempo:
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copertura di 1000mq con pannelli moderni può rendere 200KWpicco esposto a sud in
centro Italia
produce mediamente 293363 kwh annui , 15864 kwh nel mese peggiore ,dicembre
511kWh giornaliera ,alias 10 pieni da 50kwh 25.5 da 20kWh per parcheggio a DICEMBRE
la media giornaliera di produzione è
814kWh giornalieri alias 16 pieni da 50 kwh, 40 da 20kwh
e siamo vicini allo sfruttamento ottimale dell’accumulo da 1 MWh
che verrebbe superato solo a luglio ”
_____________________________
con l’occasione vi do le cifre di un impianto simile ad
Agrigento ,Sicilia
totale kWh annui 319323 prodotti
Dicembre 612kWh giornaliera ,alias 12 pieni da 50kwh, 30 da 20kWh per parcheggio
Media annuale 874 ,17 pieni da 50kWh , 43 da 20kwh
Luglio 1089 ,21 pieni da 50kWh, 54 da 20kWh
Trento ,Trentino Alto Adige
totale kWh annui 229157 prodotti
Dicembre 113kWh giornaliera ,alias 2 pieni da 50kwh, 5 da 20kWh per parcheggio
Media annuale giornaliera 627kWh , 12,5 pieni da 50kWh , 31 da 20kwh
Luglio 950Kwh, 19 pieni da 50kWh, 47 da 20kWh
per una volta che conviene investire a Sud …
nowatt permettendo
Si collegano direttamente alla rete di bassa tensione?
Non si può sentire questa cosa.
L’autore dell’articolo pensa che tutti si sia dei boccaloni.
Utenze di siffatta potenza, non si collegano direttamente ad alcunché, ma occorre una o più linee in cavo interrato dedicate, che partono dalle cabine elettriche e dopo un percorso più o meno lungo giungono alle colonnine.
Non le attacchi di certo alla linea dei lampioni o delle case o dei condomini, che notoriamente sono già sovraccariche (per i CDZ).
Le linee di bassa tensione in partenza dalle cabine, hanno delle protezioni a massima corrente, dedicate; non è che allacci carichi supplementari come meglio fa comodo.
Pertanto è purtroppo, sì a scavi sui marciapiedi e costi pertinenti, che poi qualcuno dovrà pur sostenere e far pagare, ci si augura agli utilizzatori, come dice la logica.
Una simile assurda disinformazione non fa altro che alimentare gli scetticismi nei confronti delle BEV.
Un conto è precisare, un altro sbeffeggiare, come fa lei col tono arrogante del saputello. Ovvio che non si può collegare una colonnina da 50 kW alle linee domestiche o a quelle dei lampioni (questo lo davamo per scontato, professore). Ma collegarla alle cabine a bassa tensione, capillarmente diffuse in ambito urbano, è infinitamente meno costoso che collegarla a quelle a media tensione. O addirittura costruirne una ad hoc, come capita quasi sempre per gli impianti di ricarica ultrafast.
Egregio e sempre sapiente Sig. Massimo, non esistono le cabine in bassa tensione. Le cabine sono o di distribuzione in MT o di trasformazione MT/BT.
Si informi prima di deridere.
Tenta di correggersi poi dicendo che bisogna costruirne ad hoc. Mah.
Non insegni ad altri, il mestiere che non è suo, come fa sovente
Grazie per l’ulteriore precisazione, sempre ben accetta quando viene da un tecnico del settore. Quindi mi dica se i costi di collegamento di una colonnina DC da 50kW sono paragonabili a quelli di una HPC da 150 kW e oltre. Perchè, al di là delle sigle, è solo questo che interessa
La risposta come al solito è “dipende” e fa parte di quel famoso articolo su pregi e limiti della ricarica condominiale fatta da contatore parti comuni che ti ho promesso e che prima o poi ti scriverò
Posso intromettermi visto che sono del settore? Quello che è stato scritto è corretto nel senso che queste colonnine possono essere collegate direttamente alla rete di bassa tensione (400 V trifase) senza dovere prevedere un allaccio in MT ( solitamente 15 kV trifase). Nessuno penserà mai di allacciare una colonnina ai lampioni, come ho già scritto qui tante volte, sarebbe tecnicamente impossibile. Però è possibile collegare queste colonnine ad un armadio di distribuzione stradale che normalmente serve un grande condominio per esempio dove si possono prelevare potenze anche di 600 kW e più senza scomodare una connessione MT. Saprà bene che veicolare in cavidotti una treccia trifase da 15 kV non è come portare un 400V. Che le cabine siano tutte MT / BT è ovvio, che ci siano protezioni di massima corrente anche, ma normalmente le protezioni sono calcolate per proteggere dal cortocircuito la linea che va dalla cabina all’armadio , quindi dipende da distanza dell’armadio dalla cabina e dalla potenza massima prelevabile dall’armadio. Se questo permette un prelievo massimo di 600 kW e c’è solo connesso un condominio che può prelevare 200kW si può tranquillamente connettere la colonnina da 50 kW ( quando si installa per la distribuzione si prevede sempre che in futuro ci potrebbe essere necessità di maggiore potenza quindi si esagera sempre )Servirà solo un armadio supplementare nero pressi della colonnina dove installare l’interruttore di protezione e l’eventuale gruppo di misura con relativi TA. Le cose si possono anche spiegare senza fare polemica, a mio modo di vedere
Anche a mio modo di vedere.
Tecnicamente è fattibile collegare una colonnina da 50KW anche a un impianto domestico da 3 kW
serve una “grossa” batteria di accumulo in mezzo ,
immaginiamo ANCHE di ridurre la potenza impegnata dei contatori da 3 KW a 2KW
anche per ridurre il base load che i detrattori dell’elettrificazione e o pro nuculare
millantano continuamente
una batteria stazionaria da 120kWh vine ricaricata con 2kW in 60 ore
ogni 3 giorni una collonnina da 50Kw è in grado di fare due ricariche da 50 kWh
ieri , una cosa del genere era molto costosa
oggi si cominciano a vedere ,privati, che trovano vantaggioso installare accumuli domestici da 30-50 kWh;
e tra 10 anni ?
my 2 cent di perito industriale
Curioso, il condominio che vedo dalle mie finestre ha 35 appartamenti, ognuno dei quali potrebbe avere 6kW di contatore. Almeno 3 appartamenti hanno una wallbox da 11kW in trifase, uno di loro ha una Model 3, uno una Id.3 e l’altro una Twingo. In totale quasi 250kW.
Eppure è connesso alla bassa tensione, incredibile, vero? Certamente con un cavo dedicato e non quello destinato ad una casetta singola: e chi ha scritto il contrario, a parte lei?
Qualsiasi pizzeria o panificio con forno elettrico ha utenze da 20kW, spesso da 30kW, eppure non sono linee dedicate particolari. La mia ditta, uffici, ha utenza da 120kW.
“Si collegano direttamente alla rete di bassa tensione, quindi non richiedono lavori di collegamento alle cabine in media tensione” significa esattamente quello che c’è scritto: che non serve un collegamento dedicato alla media tensione (come richiede un Supercharger da 12 stalli, quindi medio, che può assorbire 3.300kW).
A me pareva chiarissimo.
Nex2 di Vicenza Produce E vende (soprattutto all’estero)interessanti soluzioni di Super Wall box in corrente continua da 60 e da 80 kW Con due connettori CCS contemporanei Per meno di 12.500 €; Sono particolarmente apprezzate per flotte aziendali, alberghi e ristoranti; Questa tipologia di cliente apprezza Molto inoltre Le Wall box da parete in corrente continua (+1 cavo in corrente alternata, tipo due che carica contemporaneamente alla corrente continua)da 30 e da 40 kW per la loro robustezza, essenzialità, convenienza (meno di 7500 €)
io invece sento la mancanza di stalli di ricarica lenti dove lasciare la macchina tutto il giorno, anche 10 ore. se dopo quattro ore l’auto è al 100% devo andare di persona a scollegare il cavo e spostare l’auto, ed è scocciante se ho impegni di lavoro per tutta la giornata.
Basta usare un cavo di potenza minore. La potenza di ricarica in AC è il minimo tra la potenza della colonnina, la potenza del caricabatteria dell’auto e la potenza del cavo. Se si utilizza un cavo da 3,7 kW si caricherà sempre a questa potenza.
La differenza non la fa il cavo ma la minor potenza programmata sul caricatore di bordo dell’automobile, o della colonnina che può programmare a sua volta una minore potenza di carica. Il mero cavo (“cavo”, non “cavo intelligente”) non può cambiare nulla.. Il rischio è che se viene settata velocità di ricarica maggiore della corrente sopportata dal cavo si possano avere surriscaldamenti pericolosi.
Ottimo consiglio! Grazie
Giusto giusto x la mia BEV:-) carica al max. a 50!
In sostanza si vuole sostituire le ac da 11/22 con le dc da 50, lasciando così solo le ac da 7kw per le ricariche notturne e usare le dc per la ricarica quotidiana. Questo rende inutili i caricatori ac nelle auto, a ben vedere, semplificando la loro costruzione e i riducendo i costi
E perché mai? Nessuno ha parlato di sostituire tutte le AC con DC o di abolire la ricarica lenta notturna o sul luogo di lavoro, che anzi dovrebbe restare il sistema di ricarica prevalente per chi ne può disporre. Tanto meno togliendo l’on board charger dalle auto
Articolo interessante ma perdonatemi, vi segnalo un errore di latino: “in medio stat virtus”, non “in media” 😉 Saluti.
Giusto: errore blu per uno che viene dal liceo classico anni 70
Da studente anch’io di liceo classico negli anni ’74-’79, avevo notato subito l’errore… ma avevo pensato ad una tua indulgenza verso il mondo dei mezzi di comunicazione di massa 😇😉!
Indulgenza? Li disprezzo profondamente
Li disprezza vivendoci sopra ed essendone parte?
Non è lo strumento a fare il contenuto..
In altri tempi lo strumento viveva dei suoi contenuti. Oggi vive di cookies, lead generation, Intelligenza Artificiale, bot e algoritmi di Google. Con buona pace dei lettori, in gran parte ignari di ciò che succede alle loro spalle. Giudicando dal suo commento sulla trasmissione di Porro, direi che ne è cosciente anche lei.
Un po’ come già avviene per esempio in Spagna in alcune città, dove non solo ci sono molte più colonnine, ma molte di queste superano i 22kw. A quel punto sì supera la necessità di avere un box, permettendo a tutti di avere una ev, senza alcuna paura di trovare colonnine guaste o ice parcheggiate
Io addirittura sarei d’accordo nel convertire le AC da 22 in DC sempre da 22 anche se mi rendo conto che come costi sarebbe oneroso
Sono d’accordo e forse sarebbe fattibile iniziando da quelle più utilizzate (i gestori sanno benissimo quali sono) in modo da aumentare l’energia erogata.
E dopo, dove andrebbero a caricare le Passat GTE 2019, le Renault 5 E-Tech base e gli altri veicoli a batteria anziani e/o economici, sprovvisti di ricarica in DC?
In garage… 🤷
Simone, a parte la fattibilità ed i costi associati del trasformare il 100% delle colonnine AC 22 kW, è ovvio che solo una parte di esse verrebbe convertita a DC 22 kW.
Perfettamente d’accordo sull’utilità di questo tipo di colonnine, con l’auspicio che oltre al resto abbiano pensato anche al fattore affidabilità, di non secondaria importanza.
Secondo me questa è la scelta da fare andando a limitare moltissimo le hpc ad altissima potenza avendo, come scritto nell’articolo, diversi lati positivi niente allacci alla media tensione cabine costi etc etc più larga diffusione e tempi si più lunghi ma nemmeno troppo. Dato anche lo sviluppo sempre più importante delle batterie che porteranno sicuramente l’autonomia a 1000km wltp avendo meno stress sulla rete. La migliore scelta a mio avviso sarebbe una distribuzione capillare del sistema a2a poi in punti adeguati queste quì e sulla lunga percorrenza autostrade etc le hpc ma fino a 150kW essendo a mio avviso sufficienti. Io continuo ad essere dell’idea di avere batterie sempre più efficienti e con maggior capacità andando via via ad abbassare il peso, così facendo non si ha la “necessità” di caricare sempre ma andando ad essere sempre più simili al vecchio termico ed anche come storage per case durante la notte avendo così chiuso il cerchio.
Concordo anch’io che già 150kW effettivi in Autogrill potrebbero bastare per una sosta sui 20-25 minuti (a volte le signore fanno più coda in bagno!)… ovviamente occorre anche “curve di ricarica” adeguate..e sistemi di condizionamento batterie avviabili per minimizzare i tempi (sulla mia BEV devo per forza impostare una colonnina di destinazione per farla partire…per fortuna ora posso scegliere anche da gMaps dell’ auto tra quelle evidenziate sul percorso..senza ulteriori ricerche)
E le colonnine DC hanno anche il cavo in dotazione, cosa che pare banale ma rende l’esperienza di ricarica molto più piacevole dello srotolare e innestare il proprio, con oltretutto procedure diverse da modello a modello di colonnina.
Non ho mai capito perché le colonnine AC non lo prevedono.
Per due motivi: l’ingombro e il costo
Vero, anche se così facendo si obbliga ad avere un cavo per ogni auto anziché un cavo per ogni colonnina: si scaricano i costi sugli utenti moltiplicandoli, oltre a non fare un favore all’ambiente, perché comunque tutti quei cavi bisogna produrli, e un giorno smaltirli.
Vero, e si incasina la vita a chi non è esperto. C’è il modello dove si innesta il cavo dritto, quello come Enel dove devi puntare e poi ruotare per finire l’innesto, quello dove colleghi prima di attivare la carica e quello dopo.
Insomma non sono proprio amichevoli per gli utenti non early adopters. E se vogliamo conquistare le masse, bisogna rendegliela facile.
Produrli significa anche lavoro per aziende (e dipendenti); idem Smaltirli (se e quando necessario) sarà ulteriore lavoro ..e rigenerazione di materiali in “materia prima-seconda”…
Non ci vedo nulla di male…
In futuro magari si dovrebbe poter scegliere (un po’ come con gli ultimi smartphone Senza caricabatterie USB).
Però trovare ogni colonnina (magari pure AC) con il proprio cavo (sufficientemente lungo!) in dotazione è una grande comodità…
Troverei più utile dotare tutte le BEV/plug-in con un carichino portatile… così da poter ricaricare in emergenza ovunque c’è una presa tipo Schuko…
(La nuova “tanica d’emergenza” 😉)
Spesso le auto vendute hanno il carichino di emergenza, io ne porto a spasso 2, uno di serie con la Model 3, ed uno trifase, dovesse capitarmi una presa rossa industriale trifase a 22 KW.
Oppure un cavo fisso bell’auto che si srotola, non dovrebbe essere impossibile.
Si apre lo sportelletto e si tira… solo che funzionerebbe sul muso.
Lo ha in dotazione la Nuova Panda in prossima vendita..ma mi preoccupa il meccanismo di uscita (non vorrei che si bloccasse) ed il rischio di lunghezza indifferente (mentre quelli in After market si possono scegliere anche più lunghi dello standard.. così ci si attacca anche in situazioni complesse.
Vero, ma per tutte le tecnologie nuove, all’inizio c’è sempre una competizione per imporre uno standard. Il caso più citato è quello delle videocassette, ma anche per i cavi USB, per esempio, c’è voluto un quarto di secolo per arrivare ad una normativa che imponesse la standardizzazione (USB-C).
Il mercato si deve infatti stabilizzare e permettere alle compagnie di innovare fino a quando il prodotto è maturo. Diversamente si rischia di bloccare lo standard su un concetto obsoleto.
Però effettivamente, considerato che il primo standard è del 1991, comincia a rappresentare un problema per le auto elettriche.
Poi magari alla fine, magari tra 20 anni, lo standard ci sarà, ma per il battery swap… o magari l’auto privata, come spero, diventerà un mercato di nicchia
La risposta di perché le AC non hanno un cavo in dotazione l’ho scoperto un paio di settimane fa ed ora come ora dico che è una fortuna che sia così.
Racconto la mia esperienza: Controllo sull’APP per la ricarica se vicino all’hotel che ho prenotato ci sia una colonnina preferibilmente in AC visto che devo lasciare in ricarica l’auto praticamente tutta la notte. Ebbene la colonnina c’è ed ha sia una spina sia in AC che in DC, mi dirigo quindi verso la colonnina. Quella in DC era occupata da una Opel Corsa-e mentre la AC era libera. OK prendo in mano il connettore AC e questo è danneggiato irrimediabilmente e quindi inutilizzabile. Dopo aver segnalato il guasto ad Enel-X ho spostato l’auto in altro parcheggio per ritornarvi a caricare più tardi dopo cena alla DC. Se non ci fosse stato il cavo avrei utilizzato quello che avevo a bordo e non sai dovuto tornare, caricare, e liberare la colonnina a carica ultimata.
Per rompere una spina MENNEKES ci si deve mettere d’impegno, non voglio pensare che sia stato voluto. Quindi, meglio la scomodità di dover togliere dal baule un cavo, che avere una colonnina con cavo inutilizzabile.
Ma così ha potuto caricare ad un’altra colonnina. Se ad essersi danneggiato fosse il suo cavo non avrebbe potuto più caricare in AC fino a quando non si fosse potuto procurare un cavo nuovo.
Ho capito che lei sospetta che il cavo della colonnina sia stato danneggiato di proposito, in questo caso però i vandali avrebbero potuto rendere inservibile anche una presa.
Ma anche fosse stato danneggiato di proposito, potevano prendersela con il cavo DC alla stessa maniera.
Non possiamo rendere un episodio una statistica, a meno che non ci dicano che mediamente il xx% dei cavi di ricarica vengono danneggiati.
Il protocollo di comunicazione in DC è bidirezionale in alta frequenza e diverso da quello in AC. Nel primo caso c’è uno scambio continuo di messaggi perché l’auto chiede ciò che può accettare. In AC invece è molto più semplice e unidirezionale. Il cavo dedicato serve a garantire che sia supportara la potenza corretta e avere comunicazione stabile.
Sono due mondi diversi non sovrapponibili.
Assolutamente d’accordo e mi ritrovo.
Posizionare colonnine giuste nei posti giusti è il naturale proseguo di questa tecnologia.
Mi auguro che i prezzi siano congruo perché l’Italia, in questo, è molto indietro