In Francia con la Tesla: 3.800 km senza problemi

In Francia con la Tesla Model 3: Stefano ha fatto 3.805 km senza alcun problema di ricarica e con consumi decisamente contenuti. È la 9° puntata della serie “Ricarica in vacanza”: in basso i link alle puntate precedenti. Chi volesse raccontare il suo viaggio, può inviare testo e foto a info@vaielettrico.it  

                                        di Stefano Piacentino

“Vi racconto il viaggio fatto con mia moglie in Francia nelle vacanze estive. L’itinerario ha previsto una prima sosta a Biella: l’idea iniziale era Aosta, ma avendo prenotato all’ultimo non abbiamo trovato nulla di convincente o a prezzi ragionevoli. Per poi prendere la Skyway Monte Bianco e salire fino a oltre 2mila metri, attraversare il traforo ed iniziare il nostro viaggio a tappe. Abbiamo attraversato, in 12 giorni, 4 regioni: Alsazia, Champagne, Normandia e Loira.

in Francia con la teslaIn Francia con la Tesla e 32mila km già alle spalle

Il mio background con auto elettrica parte a dicembre 2021 quando ritiro, come mezzo aziendale, una Tesla Model 3 Long Range. Unica auto all’epoca (forse ancora oggi è così per la stessa fascia prezzo), che mi sembrava potesse permettermi di viaggiare in autostrada. E fare anche 6/700km in giornata senza troppe perdite di tempo e comunque con costi decisamente più contenuti rispetto ad un’auto endotermica di pari fascia. 8 mesi e circa 32.000km fatti, di cui solo i primi 30/40 giorni un po’ travagliati, dovuti all’adattamento al mezzo (fare accelerate supersoniche è divertente, ma molto energivoro). E al capire come gestire le ricariche, cosa che tuttora faccio regolarmente solo ad una colonnina pubblica sotto casa. A Modena, dove vivo, è possibile farlo, in città come Milano, dove sono spesso per lavoro, sarebbe impensabile. E ho deciso che fare un road trip alla scoperta della Francia oltre Parigi era possibile.

in Francia con la Tesla
Un Supercharger francese: ce ne sono tanti, ma non in autostrada.

Ansia da ricarica? No, il viaggio è filato via liscio…

Non ho studiato il viaggio in base alla posizione delle colonnine, né preso hotel che offrissero la ricarica. Anche perché purtroppo, ancora oggi, andando a filtrare le strutture che offrono tale servizio, nella quasi totalità dei casi si ottengono hotel di fascia e prezzo molto alti. Cosa che in questo viaggio non ci interessava visto il poco tempo che ci avremmo passato. L’unica accortezza aggiuntiva è stata la richiesta della carta Chargemap, con l’idea che mi sarebbe potuta essere utile passato il confine. E comunque, in ogni caso, avrei potuto contare sui Supercharger, ben distribuiti. Senza descrivere ogni singola giornata, vi posso oggi riportare che il viaggio è filato via senza alcun problema, ben oltre la più rosea aspettativa. Mai alcun problema a caricare, mai l’ansia di non arrivare o di essere troppo bassi di carica. E possibilità di fare deviazioni liberamente, perché appunto avevamo carica sufficiente o perché comunque la capillarità della rete ci avrebbe permesso di ricaricare.

in Francia con la tesla
Una colonnina di ricarica nella Loira.

La rete di ricarica francese: capillare ed economica

La velocità è sempre stata quella permessa da codice, con aria condizionata accesa:  un viaggiare normale, come avrei fatto con qualsiasi altro mezzo. Quasi ogni occasione di parcheggio per visitare un luogo è stata occasione per ricaricare, tra l’altro quasi sempre a prezzi compresi tra gli €0,25 ed i €0,45 per kWh. E, all’evenienza sfruttando i Supercharger lungo la via. Alcune note su come è costruita la rete di ricarica in Francia:

  • Presenza di colonnine pubbliche in molti parcheggi sotteranei e pubblici, con tariffe basse (stai pagando anche la sosta). Ricarichi anche senza essere registrati: c’è  un QRcode che, dopo aver inserito un metodo di pagamento, permette di ricaricare;
  • Le colonnine pubbliche (vedi la foto di Annecy) hanno tutte lo stesso stile, perfettamente integrate nei contesti cittadini. È un elemento banale, ma che ho apprezzato e che varrebbe la pena di considerare nelle nostre meravigliose città;
  • Presenza capillare di colonnine in autostrada (Ionity e altri operatori, raramente Tesla) sempre indicati sui cartelli. Elemento da implementare anche da noi, così come l’indicazione “gpl/metano”: l’uso dell’app o del navigatore-auto non è la stessa cosa.

3.805 km: quanto ho consumato e quanto ho speso

Vi riporto qualche dato di viaggio:

  • Km percorsi: 3.805;
  • kWh consumati: 585;
  • Consumo Medio: 15,4kWh/100km;
  • Suddivisione e costi di ricarica:
    • Be Charge Abbonamento 500kWh (quello che normalmente uso a casa): 120kWh, €42
    • Tesla Supercharger: 315kWh, €155,65
    • Chargemap: 150kWh, €65,70 (in questo costo sono incluse anche tariffazioni al minuto, che hanno sostituito la spesa parcheggio che avrei avuto).

Tutto questo mi ha portato ad un costo medio per km di €0,0692, ineguagliabile da qualsiasi altro messo endotermico per andature normali.

in Francia con la tesla
La schermata con i dati di consumo di una delle tratte percorse.

In Francia con la Tesla: con un “pieno” 487 km veri, non male

Un’ultima nota interessate, il viaggio di ritorno, causa modifica del viaggio, ha previsto un viaggio unico da Tours (Loirs, centro della Francia) a Modena: 1.090km. Siamo partiti con batteria al 52% e, comprendendo soste, pranzi, attraversamento traforo Frejus e ricariche, è stato completato in 12h15m, a  quasi 89km/h medi. Direi un risultato eccellente, dovuto all’auto, veramente molto efficiente in autostrada. E alla presenza e perfetto funzionamento dei Supercharger lungo la strada. Su tre fermate, due ci hanno permesso di ricaricare a oltre 230kWh di picco, essendo l’ultima versione. Ultimo dato interessate è la media di consumo avuto, 15,4kWh/100km. Questo mi ha portato ad avere, effettivamente, un’autonomia di 487km per ogni ricarica completa, direi niente male. Ringrazio Vaielettrico per il contributo e per lo spazio che da a noi utilizzatori!


in Francia con la Tesla— Le puntate precedenti: qui le colonnine “imprigionate. Qui le disavventure con una Leaf64 kWh. Qui Umbria-Capo Rizzuto in Volkswagen ID.4 (foto). Qui in Francia con la Zoe. Qui: Stefano e le troppe colonnine fuori uso. Qui: trovare la ricarica è una caccia al tesoro. Qui: un principiante elettrico da Roma alla Sicilia. Qui: la Slovenia in Kona EV: 1.600 km con zero patemi. E se vuoi seguirci con continuità, iscriviti alla Newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico.it

TAG: In Francia con la Tesla

Visualizza commenti (81)
  1. Che con la Tesla si viaggi bene e senza programmazione è acquisito. Il problema è che le Tesla partono da almeno 50k qui in Italia, per poi consentire gli stessi viaggi di una Clio da 15k.

    E’ invece interessante il dato della media. Sui viaggi lunghi, complice la necessità di ricarica, le medie “crollano”. La Tesla in questo viaggia “vanta” i suoi 89 km/h di media e c’è di recente Porsche che negli USA ha stabilito un “record” (?!?) viaggiando in una giornata (23 ore e 50 km) per 2000 km, camminando in condizioni di traffico normali ad una velocità media di 98 km/h che, considerando le ricariche, scende a 83,3 km/h. Il “prezzo” dell’auto si riflette sia nella velocità di percorrenza (i famosi 120 km/h su autostrade italiane, di tachimetro e neanche reali!) sia nei tempi di ricarica dove portano a circa un +18% (nel caso di Porsche, che carica a velocità folli, pensate alle auto “normali” …).

    Ma c’è un ma (e la notizia meriterebbe di essere riportata su VaiElettrico). Il solito Bjørn ha provato la Nio ES8 con batteria da 100 kWh su un percorso di 1000 km, riuscendo a completarlo in 9 ore contro le 9:15 della Tesla Model 3 e praticamente eguagliando il tempo che sempre lui aveva impiegato con una normale Kia Ceed PHEV. Con la Nio aveva già provato il “record” ma aveva impiegato ben 2 ore e 25 minuti in più. Dunque a cosa deve il “miracolo”? Come ha fatto a “recuperare” 2 ore e 25 minuti? Semplice, si è avvalso delle stazioni di battery swap. Questi i vantaggi:
    – il numero di soste si è ridotto notevolmente perché le batterie che riceve sono cariche al 100% e non all’80% come sa bene chi deve ottimizzare i tempi quando ricarica alle colonnine HPC
    – il tempo per il battery swap è stato di 7 minuti (contro i 5 reclamizzati)
    Solo così è riuscito a viaggiare con gli stessi tempi di un’auto a benzina. E mi sembra un risultato assolutamente meritevole di essere riportato.

    1. Luca Dell'Oca

      Enzo, racconta anche come ha fatto il test del mirabolante battery swap, ovvero andando avanti/indietro tra le uniche due stazioni di swap che esistono in tutta Europa, come un criceto.
      Ah e guarda bene il video, e gli altri in cui testa la NIO, spiega bene che “tutte” le batterie che vengono installate sono cariche al 90%, non al 100%.

      540 minuti contro 555, ben il 3% in meno di tempo. Aspetta che arrivi la prossima generazione di batterie e Tesla gli andrà davanti, ricariche nemmeno serve fare niente, la M3LR carica al massimo a 250kW, ma le stazioni più recenti (come le Alptronic) caricano a 330kW.

      Ah, e senza contare che in quei 7 minuti, l’autista di una NIO deve restare in auto altrimenti lo swap non si attiva, mentre nei minuti di una ricarica classica si può abbandonare l’auto e fare altro, ottimizzando i tempi.

      1. Luca sappiamo tutti che in Norvegia ci sono solo 2 stazioni di battery swap. Ma sappiamo anche che Nio ha creato una fabbrica in Ungheria che costruirà solamente le stazioni di battery swap per l’Europa. Quindi la logica è da qui al 2035. In Cina il modello funziona bene e questo è indicativo. Inoltre considera che il vantaggio sarebbe superiore in Italia rispetto alla Norvegia perché puoi viaggiare a 130 anziché a 120 e quindi hai bisogno di più swap. Il punto è, Luca, che con una elettrica oggi non riuscirai nei lunghi tratti mai a fare oltre i 100 km/h di media anche in assenza di traffico perché accelerando poi consumi troppo e devi ricaricare. Con una Nio puoi viaggiare a medie elevatissime, come con le auto a benzina, perché i tempi di rifornimento coincidono, quindi il vantaggio lo percepisci in Autobahn, diciamo così…

        1. Luca Dell'Oca

          Le medie da 130 kmh non le fa NESSUNO in autostrada a meno di non guidare al di sopra dei limiti, perchè un semplice minuto di rallentamento a 100 kmh (stai dietro ad attendere che un altro veicolo completi un sorpasso, senza aggredirlo con gli abbaglianti o standogli a un metro magari…) richiede un minuto a 160 khm per riportare la media a 130. Ma se stai nei limiti, OGNI rallentamento abbasserà la media, perchè puoi compensarli solo andando a 130, non di più. Pura matematica.
          Per inciso, e lo diciamo ormai allo sfinimento, a molti come me di andare fisso ai 130 frega proprio poco poco, quindi se veramente quello è l’unico caso d’uso allora è una soluzione inutile. Perchè in città o intorno a casa tutti caricano di notte con ZERO tempi morti, nemmeno i 7 minuti di swap perdo.

          Se vai a 130 o 120 con la Nio, scarichi la batteria esattamente come una BEV normale, e dovrai fare molti piu swap. Ma non potrai farlo, perchè non ci saranno cosi tante stazioni di swap come le colonnine HPC, nonostante le millemila stazioni di swap promesse da Nio.

          Ma tanto, sappiamo tutti che non prenderai la NIO, vero?

        2. Guido Baccarini

          Venerdì sono rientrato dalle mie ferie. Sulla Arezzo – Modena ho avuto una media finale (ok, compresi 10 km dal casello a casa) pari a 69,7 km/h con una punta di 145 km/h (un sorpasso, evidentemente). 2h e 47m per fare 195.4 km. Almeno 40 minuti passati a guardarci Netflix (dal telefono, con la macchina in drive dal pad non si può) mentre percorrevamo circa 10 km di coda (senza incidente, tipica coda fantasma, di quelle che si risolvono spontaneamente senza avere una causa scatenante, se non il mancato rispetto della distanza di sicurezza) lasciando guidare il cruise.
          Se avessi fatto il pazzo e avessi sfanalato a chiunque si fosse piazzato davanti a me e avessi sorpassato da destra cambiando corsia ogni volta che potevo, forse avrei riguadagnato anche i 40m. Ma la media sarebbe sempre stata inferiore ai 100. Quando c’è traffico, c’è traffico.
          La contropartita è che ho consumato 12,3 kWh per 100 km. Cioè 8,1 km con un kWh. 810 km con 100 kWh tondi. Costo totale: 35€.

          1. Curiosità (ho una Model Y): ma in coda, con il cruise, non trovi che le ripartenze siano troppo repentine? Se fossero più dolci l’AP quando sei incolonnato…

          2. Guido Baccarini

            Mauro
            Sì, le preferirei anche io più dolci, ma credo che sia voluto. In una coda, non ha molto senso, in una ripartenza al semaforo è più vantaggioso in termini energetici.
            Spiego: una Model 3 a 5 km/h assorbe 1,5kW, a 45 km/h ne assorbe 4,5.
            Tradotto significa che nel primo caso per percorrere 5 km userà 1,5kWh di energia, nel secondo caso (procedendo ai 45 all’ora) userà 4,5kW per 6 minuti e 40s, cioè 0,5 kWh…. in pratica consumi 1/3 e impieghi 1/9 di tempo (trascurando il consumo del clima, che in 54 minuti si farebbe fuori un ulteriore kWh!), decisamente vantaggioso, quindi Tesla cerca di raggiungere una velocità ottimale nel più breve tempo possibile perchè conviene.
            Diciamo che se fosse lungimirante nel “guardare” avanti e vedere che l’altro veicolo sta già rallentando, sarebbe molto più confortevole.
            Non è escluso che migliori in futuro, ovviamente, dato che oggi stesso stanno rilasciando una importante beta per il FSD (in USA, ovviamente) e quando diventerà un rilascio effettivo, anche funzioni come il cruise probabilmente beneficeranno di tanti piccoli miglioramenti.

    2. Guido Baccarini

      Se Tesla provò il battery swap (che richiedeva DECISAMENTE meno dei 7 minuti di Nio, dati che richiedeva meno tempo di un rifornimento di carburante tradizionale) e poi decise di abbandonarlo, facciamoci 2 domande. Al massimo puoi servire 2 veicoli contemporaneamente, un Teslacharger minimo 8 (sono appena passato da Arezzo, 21 stalli e Perugia, 13), se lo trovi occupato aspetti di più… Immobilizzi batterie che sono il 70% dell’inquinamento di una BEV, non fungibili con altri produttori, problemi di “taglia”, io lo vedo come tecnologia vincente per le biciclette e gli scooter, non certo per l’automobile.

      1. Guido servi anche 8 veicoli ma siccome il tempo di attesa è 8 volte superiore a parità di modelli venduti e di stazioni di ricarica i tempi di attesa di equivalgono. Col vantaggio, però, che se trovi la stazione libera ci metti 5 o 7 minuti, non 30. Per inciso in Europa abbiamo le stazioni di tipo 2 ma in Cina Nio sta già costruendo quelle più efficaci e veloci di tipo 3

        1. Guido Baccarini

          Il tempo di attesa è DUE volte superiore, perchè il tempo medio di ricarica (fonte: Tesla stessa) è 15 minuti (MEDIO!), quindi una stazione da 8 stalli (che per Tesla è PICCOLA) equivale ad una da 4 per NIO (che è GRANDE!).
          Io in 14 mesi e circa 20 ricariche in SuC (tra cui 3 negli ultimi 3 giorni) non ho MAI dovuto aspettare e ho SEMPRE trovato libero. “Narrano” i vecchi Teslari che succede esclusivamente in Agosto e in alcuni SuC che siano pieni di tedeschi e olandesi e gli sia toccato UNA VOLTA NELLA VITA aspettare che si liberasse uno stallo per ben 5 minuti.
          Aggiungere nuovi stalli per Tesla ha un costo irrisorio rispetto a dovere mettere un nuovo sistema robotizzato di cambio per NIO

    3. @Enzo, e tu spenderesti 8.500€ in meno sulla nuova per beccarti un noleggio di 120€/mese sulla batteria? Per avere una o due volte l’anno (nella nostra maggioranza dei casi) l’esigenza di sparagnare (risparmiare) un pugno di minuti sul viaggio?

      1. Quella è una opzione di acquisto in più. Puoi anche acquistare l’auto a prezzo intero e pagare le singole ricariche quando ti servono. Qui di la vedo con una opzione in più, un vantaggio che altri non offrono

        1. Non è una opzione di acquisto in più, è come si deve acquistare l’auto, avrai letto di chi ha chiesto di acquistare la batteria, volevano i 10.000$ (gli 8.500€) anche se la batteria era “usata” e il canone di swap era ridotto di poco (non ricordo, forse a 120$, 100€/mese), e per poi sfruttarlo 2-3 volte l’anno?
          Potrà essere conveniente a chi usa molto l’auto e mooolto in autostrada, per noi comuni mortali non mi sembra valga la candela, però staremo a vedere, purchè sia la macchina che ti compri tu, senza aspettare la prossima avvenieristica tecnologia.

          1. E solo se si mettono d’accordo e facciano uno standard. Qui la vedo durissima.

  2. 32.000 km in 8 mesi sono quasi 50.000 km l’anno.
    Elettrica o non elettrica, è indice di uno stile di vita e di lavoro comunque impattante. Non è questo il modo per abbattere significativamente l’impatto delle persone sul pianeta oppure, se volete vederla in un altro modo, lasciatemi in pace a me che faccio 9000 km l’anno con diesel o benzina… Che tanto poco impatto!

      1. c’è anche il consumo di gomme ad inquinare se vogliamo dire.

        Se si vuole un impatto minore sull’ambiente non basta sostituire tipo solo auto, c’è da cambiare stile di vita… e qui la vedo dura e secondo me è già tardi. Il cambiamento climatico non riusciremo nemmeno a rallentare, altro che a recuperare. Lasceremo ai nipoti un pianeta complicato… l’unica mia speranza è si riuscisse a sfruttare la fusione nucleare.

    1. Se l’energia arriva da sole e vento inquina meno chi facesse 1.000.000 di km rispetto a chi ne facesse 9.000 a benzina. Il punto è tutto qui.

      1. Già se … Arriva rutta da sole e vento? Mi dice un paese dove l’energia arriva tutra da sole e vento? Con l’attuale mix di fonti ptimarie emette meno CO2 lui con 9000 km di turbodiesel che 40000 km di auto elettrica

        1. Con l’attuale. Ma secondo l’agenzia internazionale per l’energia (www.iea.org) ogni anno si investono 2.500 miliardi per nuovi impianti di rinnovabili. Mentre scriviamo gli impianti di rinnovabili aumentano. Il futuro è elettrico che a uno piaccia o no.

          1. Non sto dicendo che non mi piace ma che la situaziione attuale non è così. Se così fosse non avremmo il costo dell’energia elettrica fuori controllo visto che è legata al costo del metano. Di questo passo facciamo prima a falllire come nazione che ad arrivare al 1l00% di rinnovabili. Il futuro è il tracollo economico dell’Italia.

      2. Se, ma non arriva né da vento, né da sole né da idroelettrico. Arriva da metano, carbone, petrolio e tanto nucleare importato. Con i se è ed i ma rimani fermo, al buio, al freddo.

        1. Lei come al solito scrive falsità. Per il 42% deriva da vento, sole, idroelettrico. Il 46% da gas metano, il resto da carbone e importazioni (in gran parte nucleare francese e svizzero). Nel 2030 le rinnovabili copriranno il 72%. Nel 2050 il 100%.

          1. Alessandro D.

            Domanda seria, da ignorante. Il nucleare viene considerato come “rinnovabile”?

            Sapevo che in questo frangente sia considerato come “accettabile” poiché per ovvie ragioni non emette CO2. Volevo capire, chiedo seriamente, se viene considerato anche come “rinnovabile”.

            Sempre al netto della speranzosa e lunga attesa di essere capaci di accendere stelle a livello del suolo ovviamente. 😉

          2. Buonasera sig. Massimo, mi chiedo se ha la palla di cristallo per dire che nel 2030 saremo al72% di rinnovabili? Questa ” dichiarazione di intenti” è dell’attuale ministro Cingolani ma, per raggiungerla, occorerebbe installare 120/140 GWh entro il 2030, l’attuale tasso di installazioni porta ad un masso di 40/50 GWh.
            https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://geagency.it/italia-indietro-sulle-rinnovabili-lobiettivo-del-72-e-lontano/amp/&ved=2ahUKEwiKkqrsvef5AhVBtKQKHewPC5cQFnoECAYQAQ&usg=AOvVaw2b03-2x5AQwuP_zL1yjBUw
            Siamo sicuri che nel 2030 saremo al 72%?

          3. E’ un impegno preso con l’Europa e sancito dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) consegnato a Bruxelles. Può sembrare strano ma negli ultimi 30 anni l’Italia ha sempre raggiunto i suoi obiettivi.

          4. Ho sbagliato l’unità di misura son GW non GWh, parlavo di potenza e pensavo alla produzione di energia elettrica

          5. Alessandro D.

            -ho verificato la diffusione della mobilità elettrica alle Isole Faroe-

            Mamma via che viaggio impegnativo! Complimenti! E io che pensavo che tu fossi a Cesenatico a fare la bella vita…

            Ma anche la pecora è elettrica?🤔

            ( No, non è una boutade. Da un raffinato come te mi aspetto che tu abbia colto “l’omaggio” a Philip K. Dick. Altrimenti rimedia e leggiti il libro… 😉)

          6. Buongiorno, deve avere una grande stima degli impegni presi dai nostri politici per dare come certo un obiettivo ad 8 anni su cui non c’è uno straccio di road map, nè di step intermedi da raggiungere. Se ha letto l’articolo avrà inteso che per raggiungerlo dovremmo crescere tra le 4 e le 7 volte più velocemente. Lo stesso pnrr che lo prevede ha destinato un finanziamento grandemente insufficiente. I primi a non crederci sono gli stessi sponsor del progetto. Come siamo messi con l’EVM(estimated value management) del progetto? Quanto siamo indietro rispetto alla pianificazione di progetto? Se dovessimo dare per certi tutti gli impegni assunti dalla politica avremmo il debito pubblico a zero le tasse negative e il reddito pro-capite della Norvegia.

          7. La vedo difficile la quota 100% da rinnovabili, o meglio bisogna vedere cosa si intenda per rinnovabile.
            Se ci si mette nucleare, biogas e legna (o altri scarti tipo noccioli di frutta) forse sì.
            Se intendiamo solare, eolico, idroelettrico e geotermico e dura perché le prime due sono discontinue e accumulare energia è un problema. Idroelettrico visti i problemi di siccità non c’è da stare allegri. Geotermico ci vanno investimenti che non vedo all’orizzonte.

    1. Guido Baccarini

      È un po’ un mito.
      Nel 2021 una Model 3 con rottamazione e incentivi costava quanto una Passat. 40.000€ non sono pochi, ma neanche una follia da ricchi. Oggi a 57.000€ è decisamente diverso, con la differenza ci viene un’altra macchina…

  3. Stefano mi ha anticipato: anche io ho fatto 3.770 km in Francia con la mia Model 3. Aggiungo solo un commento all’ottimo racconto di Stefano. Con la rete supercharger (vero asset di Tesla) e la diffusione delle colonnine francesi non serve nemmeno PIANIFICARE il viaggio. In pratica l’uso di una macchina elettrica diventa come quello di una ICE qualsiasi…. il futuro è già qui !
    Carlo

    1. Probabilmente più a nord le cose sono diverse, ma nella Francia dei sud Costa Azzurra e Provenza) le colonnine non sono così diffuse come dite e sono quasi tutte lente (AC). Peraltro sono esteticamente diverse da quelle indicate nell’articolo, anche lì ci sono operatori diversi.

    2. Carlo concordo sul fatto che la non-pianificazione è un plus. E pian piano questo sta emergendo. Quando ci presentarono l’auto elettrica, anni fa, ci dissero che avremmo dovuto modificare le nostre abitudini, avremmo dovuto adattarci. Personalmente mi opposi a questo approccio, anche perché dietro tante belle parole c’erano dei compromessi al ribasso: tempi di ricarica più lunghi, viaggi con troppe soste, pianificazione dei viaggi, diverso utilizzo dell’auto, etc. etc.
      E’ emerso con sempre più chiarezza che l’auto che le persone vogliono è quella che hanno oggi e che quindi l’auto elettrica si deve “adattare” per garantire lo stesso confort d’utilizzo. Chi ha un’auto a benzina non deve programmare le soste quando fa un lungo viaggio, lo stesso dovrebbe accadere per chi guida in elettrico. E questo è ciò che Tesla oggi consente.

      Ciò che invece ancora non offre è il battery swap o ricariche a oltre 500 kW. I tempi di ricarica sono troppo lunghi per chi viaggia e i supercharger non sono in autostrada: questo “affonda” le medie, generando un aggravio sensibile sui tempi medi di un viaggio. La concorrenza, su questo fronte, è più agguerrita e Tesla dovrà sbrigarsi ed accelerare su questo aspetto se vuole convincere ancora più persone a passare all’elettrico.

      1. Luca Dell'Oca

        Tesla ha lanciato per prima il battery swap, nel 2013, nove anni fa, altro che rincorrere. Ma poi ha abbandonato il progetto, ritenendolo probabilmente inutile, e puntando sulle ricariche veloci.
        Vatti a vedere il video di Bjorn, la 1000km challenge della Nio con lo swap. Solo 15 minuti minuti in meno rispetto a una Model 3 su un totale di 9 ore, il 3%. Basta che Tesla (o altro marchio) alzi di poco sia autonomia che velocità di ricarica che già si pareggia.

        Vogliamo invece parlare del costo energetico e ambientale di tutte quelle batterie che vengono prodotte e stoccate, inutilizzate, nei locali di swap per permettere a poche auto di avere quella sensazione di rifornimento da auto termica? Oltre che dovresti avere quei capannoni diffusi con la capillarità più o meno delle colonnine HPC per girare, e ad oggi solo NIO lo fa. E ne ha ben DUE in tutta Europa, entrambe in Norvegia. Chissa che viaggioni senza programmazione si fanno i loro proprietari… Il loro business plan è di mettere i battery box ovunque in tutta Europa, senza poter nemmeno contare sull’interoperabilità come le colonnine?

        Magari mi sbaglierò, ma secondo me è una tecnologia senza futuro.

      2. Luigi Solazzi

        Aggiungo a quello che dice Luca: a me avere un pacco batteria che pesa 4-500 kili non perfettamente integrato con la macchina, sottoposto a stress meccanici continui, non mi rende tranquillo. Non è un cellulare. Credo che col tempo verranno fuori problemi di affidabilità. Sui tempi di ricarica, Enzo, prova a contare quanto tempo perdi per fare rifornimento durante l’anno, cercando (come fanno tutti) il distributore che ti fa 10 cents in meno. 50 rifornimenti mediamente, x 10 minuti, che sono pochi, fanno 8-10 ore. Io ogni mattino ho sempre la BEV carica, ricarico solo in vacanza (se riesco a farla), quando il tempo non conta.

        1. Solo i barboni cercano il benzinaio con il prezzo più basso per poi fare 20 euro di carburante. Perché è il 20 euro il taglio di rifornimento che il 90% della gente fa. Io faccio carburante quando mi serve, al massimo cerco il marchio, perché i carburanti non sono tutti uguali. Alcune marche sono migliori di altri e a pari litri e pari guida fai più strada.

          1. Ahah, questo è uno di quelli che… “c@#!o me ne frega se la benzina aumenta, tanto io faccio sempre 20€!” 😂😂😂

          2. Allora io ultimamente di barboni ne conosco parecchi… E se le benzina è diversa per marchio mi spieghi perché le autobotti arrivano dagli stessi stabilimenti anche per distributori di marchi diversi? almeno qui in Lunigiana è così sono certo anche perché ho amicizie tra i proprietari..

      3. \\\ …La concorrenza, su questo fronte, è più agguerrita…\\\
        la concorrenza? dove è?
        “…il costruttore cinese intende installare all’interno del Paese (Norvegia) 20 stazioni per lo scambio delle batterie entro la fine del 2022…” la prima a gennaio, la seconda in agosto…aspettano le altre 18.
        E quando ci sarà il battery swap ci vorrà un’auto col cambio e quando ci sarà il cambio si aspetterà le batterie a scambio di liquido, e dopo le batterie a liquido bisognerà inseguire chi ha fatto il motore piatto ovoidale e dopo il piatto ovoidale non vorrai mica non attendere i cuscinetti ad aria compressa e poi il riduttore senza ingranaggi e poi …

          1. No, non basta che vada forte, altrimenti avrebbe già una…QuelloCheTiPare in garage.

  4. Non lo so nemmeno io non avendone mai avute. Il mio commento era solo per evidenziare che mi sarei aspettato un risultato “economico” piu’ favorevole. Magari mi sbaglio io………

    1. Mi fa sempre più “strano” il fervore di certi commenti accusatori rispetto l’uso dei motori termici.. io potessi e sono convinto che la maggior parte degli automobilisti italiani potesse, passerebbe immediatamente a vetture elettriche. Ma il problema è che non abbiamo per un motivo o per l’altro la possibilità di farlo. Il primo è la capacità economica che incentivi o no è comunque una discriminante dalla quale non si può prescindere. Ai voglia di dire che poi risparmi, ma se io non posso acquistare non c’è verso. Senza contare le eventuali spese per impianti casalinghi che al momento rimangono l’unica fonte di vero risparmio. Vorrei aggiungere che ad oggi il nucleare NON rappresenta ancora una fonte ecologica che se ne voglia dire. E in Francia e Svizzera al momento stanno comprando energia perché costretti a ridurre la produzione causa siccità.. non voglio pensare a cosa sarebbe accaduto in Italia a centrali di questo tipo in questo periodo con i fiumi secchi che ci ritroviamo… Al netto poi di guerre e recessioni e carestie, dubito che si possa mantenere la tabella di marcia al momento prevista relativa alla transizione… Aggiungo ” tristemente ironico” che le Far Oer saranno pure a impatto zero nel 2030 probabilmente perche sommerse…

        1. La mia è ovviamente una battuta e in quanto tale non vuole tenere conto della geografia… In realtà però stasera Scaroni nell’approfondimento del TG2 sosteneva che le rinnovabili nella bolletta degli italiani sono appena il 6% . Credo che meritiun approfondimento.. visto quanto i dati spesso sbandierati qui non sono nemche vicini a quanto sostiene il banchiere ex presidente del Milan nonche di ENEL e ENI… Fateci sapere…

          1. Non ho sentito Scaroni al TG2, ma dubito che abbia sparato una cifra così sballata.
            Questi sono i dati ufficiali sul 2021, peraltro condizionati dalla ripresa repentina post Covid e dalla siccità che ha penalizzato l’idroelettrico:

            “La domanda di energia elettrica nel 2021 è stata pari a 319,9 TWh, registrando un incremento del 6,2% rispetto all’anno precedente.

            Il fabbisogno di energia elettrica è stato soddisfatto per l’86,6% da produzione nazionale destinata al consumo, per un valore di 277,1 TWh (+3,0%) e per la quota restante (13,4%) dalle importazioni nette dall’estero per un ammontare di 42,8 TWh, in aumento del 32,9% rispetto al 2020.

            Produzione annuale lorda 2021: +3,0% rispetto al 2020

            La produzione nazionale lorda è stata pari a 289,1 TWh, registrando un +3,0% rispetto al 2020. In dettaglio la produzione nazionale è stata coperta per il 59,0% dalla produzione termoelettrica non rinnovabile (in aumento del 5,5% rispetto al 2020), per il 16,4% dalla produzione idroelettrica (-4,1% rispetto al 2020) e per il restante 24,6% dalle fonti eolica, geotermica, fotovoltaica e bioenergie (eolica +11,5%, fotovoltaica +0,4%, geotermica -1,9% e bioenergie -2,9% rispetto al 2020).” Fonte: https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/statistiche/pubblicazioni-statistiche

          2. Ok l’ho acoltato con maggiore attenzione.
            Scaroni dice: “le rinnovabili rappresentano più o meno il 30% dell’energia elettrica, però siccome l’energia elettrica rappresenta il 20% del consumo energetico , sono circa il 6% del consumo energetico totale dell’Italia”.

          3. I dati di Scaroni sono sbagliati. Probabilmente si riferiscono a 10-15 anni fa quando fu presidente di Enel e di Eni. Oggi le rinnovabili coprono il 41% della produzione nazionale di energia elettrica e il 20% circa del fabbisogno totale lordo di energia (quindi compreso petrolio e gas per trasporti, usi industriali e domestici).

        2. Ok saranno anche sbagliati ma è pur sempre ex ad di ENEL – TIM – ENI e è stato consigliere di amministrazione di Assicurazioni Generali, vicepresidente non esecutivo del London Stock Exchange Group e consigliere di amministrazione di Veolia Environnement.è Deputy Chairman di Rothschild & Co.. e presidente dell’AC Milan Mi pare che le sue parole abbiano comunque un peso… che poi i dati che ci porta siano “vecchi” è da valutare… I miei dubbi permangono… Anche perchè riportati da un banchiere di una banca d’investimenti… Forse sarebbe meglio evitare di fissarsi sui dati ma più sul virtuosismo ecologico… anche se a sto punto credo che il problema per la transizione sia solo economico.

          1. Non è che mi fa più comodo.. è che Scaroni ha deciso e decide le nostre sorti in qualche maniera, ed io non conto nulla. Ed anche se i dati di Terna dicono altro, finiscono a contare quanto me dal momento che a decidere sono altri. Quindi l’unica cosa che posso fare è non accapigliarmi sui dati ma puntare al virtuosismo ecologico… sperando che serva…

          2. Terna è il gestore unico del dispacciamento dell’energia elettrica in Italia. E’ quotata in Borsa dove vale più di 15 miliardi di euro. E’ controllata direttamente dal Governo italiano. Secondo lei conta meno di Scaroni?

  5. Bel racconto.
    Solo una nota: “costo medio per km di €0,0692” quindi 6.92 euro x 100 km. Ponendo il combustibile a 1.8 euro/litro vuol dire 3.84 litri per 100 km quindi 26 km/litro. Non troppo distante da una ICE a gasolio……. Sinceramente mi aspettavo piu’ risparmio……..

    1. Con tutta quell’autostrada e quelle medie? Non saprei… Quanto consuma un’auto a gasolio a 130 kmh? Chiedo, eh

      1. PaoloPerotti

        OKKIO: non vale considerare i consumi di una Golf o di una Clio !
        devi considerare i consumi di una BMW serie 5 o di una Audi A5 o A6

    2. Il discorso che negli altri 350 giorni l’anno ricaricando a casa non si spendono
      Becharge 120kWh 42€ => 0,35€/kWh
      Supercharger 315kWh 155,65€ => 0,4941€/kWh
      Chargemap 150kWh 65,70€ => 0,438€/kWh
      Facciamo che un diesel di pari classe faccia i 18km/l? sarebbero stati 10€ tondi (beh, poi dipende da dove fai il pieno ma in autostrada…).
      Il 44,9% in più, se vi sembra un risultato “non troppo distante”….

      1. Che poi non sarebbe neppure il risultato migliore, se Stefano avesse avuto la possibilità di attivare per quattro volte una Flat Large con JuicePass sarebbero diventati 0,31€/kWh e quindi 0,0473€/km. Ovvio, il tutto in via teorica ma qualche centesimo lo avrebbe comunque rosicchiato.

      2. Neppure il differenziale di prezzo rispetto ad una termica che svolga analoga funzione con analoghe dotazioni è troppo distante?
        Mi faccia capire: se per 200.000 euro le danno un veicolo che fa 100 km con un euro e lei fa 10.000 km annui che fa, se lo compra?

        1. @Emanuele, il fatto è che una termica equivalente (non con le stesse prestazioni) a quella dell’autore, accessoriata in modo similare, che si porti comodamente la famiglia di 4 persone e valigeria opportuna, magari col cambio automatico, non ti costa 200.000€ in meno ma qualche migliaio di € in più.

      3. Luca Dell'Oca

        E aggiungiamoci magari anche la co2 non emessa in quei km, o il particolato? Immaginiamo un’auto di fascia simile, chessò una bmw 330d? Fa 154g/km in wltp (https://www.nextgreencar.com/view-car/71780/bmw-3-series-saloon-330d-sport-auto-diesel-automatic-8-speed/), ovvero 586 kg di co2 immessa per quel viaggio!
        Qui il risultato è “enormemente distante”…e sebbene l’argomento economico è spesso preponderante, dovremmo ogni tanto ricordarci che il motivo per cui passiamo all’elettrico è (anche) quello ambientale.

        1. PaoloPerotti

          OKKIO che non ha senso confrontarla con una BMW Serie 3
          Se vuoi essere onesto devi considerare una Serie 5

          1. Luca Dell'Oca

            La Model 3 è un segmento D: https://en.wikipedia.org/wiki/D-segment#Sales_figures_in_Europe, quindi il paragone è totalmente corretto con una Serie 3.
            Ma ok, facciamo finta che dobbiamo paragonarla a una Serie 5: https://www.nextgreencar.com/view-car/62850/bmw-5-series-saloon-530d-se-sport-auto-diesel-automatic-8-speed/ (prendiamo un modello sportivo come ho fatto con la Serie 3, vista la cavalleria della Model 3), i grammi di co2 salgono da 154 a 161. Le tonnellate totali diventano 612.

    3. Michele Soldo

      Ieri la borsa ha quotato l’energia elettrica ad oltre 3500 € al Megawattora ,ma fatemi capire, ma come cavolo li fate i vostri calcoli sul consumo reale?

      1. 1 Megawattora sono 1000 kWh quindi verrebbe 3.5 euro al kWh………….. Mah….. Prova a ricontrollare i tuoi “cavoli” di numeri

      2. Luca Dell'Oca

        Beh, magari i calcoli li facciamo iniziando a prendere i dati corretti:
        https://www.mercatoelettrico.org/It/WebServerDataStore/MGP_ReportGiornaliero/20220828MGPReportGiornaliero.pdf
        670€, cinque volte in meno dei 3500 da Lei indicati. Attento che se i dati di partenza sono sbagliati, ovviamente lo sono anche i calcoli.

        E in ogni caso, nessun utente finale compra l’elettricità ai prezzi della borsa energetica. La corrente si compra ai prezzi del proprio fornitore di casa, o a quelli delle colonnine. Alcuni sono indicizzati al PUN, altri no.

      3. Grazie, noi eravamo rimasti al dato di Salvatore bianco di 700€/MWh. Siamo già a 3,5€/kWh.
        I conti me li insegnò Suor Colomba alle elementari attorno al 1964-65. Se vai al mercato e compri 3 chili e mezzo di mele e spendi 1.050 lire, quanto costa un chilo di mele?

      4. Ieri la quotazione del gas sulla Borsa di Amsterdam è stata 339 euro a MWh. Oggi tutti i governi europei si sono mobilitati per trovare un nuovo sistema di calcolo che eviti la dipendeza da speculazioni di mercato.

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