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In bilico lo stop alle termiche? Riflessioni sul sì e il no

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Ecco quanto ci scrive un lettore di Bologna dopo aver appreso della decisione di stralciare lo stop alle auto termiche 2035 dall’ordine del giorno della riunione del Consiglio d’Europa in calendario per martedì 7 marzo. Come abbiamo scritto il “rinvio a data da destinarsi” della ratifica di una direttiva che aveva già concluso il suo iter decisionale e che doveva solo essere ratificata, è maturata grazie al voltafaccia dell’Italia (a cui ieri si è aggiunta la Repubblica Ceca) e alle incertezza del governo tedesco dilaniato al suo interno da un braccio di ferro tra Liberali dell’FDP, per il no, e di Verdi e SPD, per il sì. Il tempo “guadagnato” servirà a torvare un accordo (in Germania e in Europa) che sblocchi la situazione. Al lettore che conclude chiedendoci un parere ci sentiamo di rispondere che la sua preoccupazione è anche la nostra. Da un lato perchè la catastrofe climatica incombe e non aspetta date “da destinarsi”. Dall’altro perchè l’incertezza è il peggior scenario immaginabile per i consumatori, per le imprese, per i lavoratori, e per l’intera società.  

 

stop termiche
Lo stop alle auto termiche e il passaggio alle elettriche dal 2035 torna in discussione dopo il rinvio a data da destinarsi della ratifica del Consiglio europeo

Quei titoli del TG mi hanno rovinato la giornata

                                           di Riccardo Morici

Oggi per me è una bruttissima giornata. Questi i titoli riportati testualmente dei due
principali TG italiani di prima serata:
 TG1 “La frenata europea“; “Rinvio nostro successo” (nostro nel senso del governo
italiano)
 TG2 – “Rinvio voto UE, successo italiano“;
Il “successo” consisterebbe nel contributo determinante del governo italiano nel rinviare il
voto previsto oggi in Commissione europea (per la precisione in Consiglio europeo, n.d.r.) sul regolamento che decreta lo stop della produzione di nuove auto diesel e benzina dal 2035.
In entrambi i TG la notizia si sviluppa principalmente sui temi della salvaguardia della
occupazione e continuità del lavoro per addetti alla produzione di motori endotermici e sul pericolo della colonizzazione del mercato da produttori esteri, in particolare riguardo al pericolo che la Cina possa monopolizzare il mercato europeo con l’offerta molto varia e competitiva di auto elettriche.

La soluzione alternativa prospettata è quella di puntare su carburanti non fossili
(principalmente biodiesel) oppure sull’impiego del cosiddetto “idrogeno verde”.

Tira aria di compromessi al ribasso

Io sono un ingegnere, con più di 30 anni di attività nei settori energetici e automotive, e
quindi ho una certa esperienza nel capire come ragionano i manager delle aziende piccole
e grandi, e ho qualche capacità di “far di conto”. Ho avuto la fortuna di lavorare in ruoli
tecnici sia in piccole imprese familiari, sia in grandi multinazionali.
Non sono certamente un profeta, ma azzardo comunque una profezia.

Con una serie di veti incrociati si arriverà ad una decisione di compromesso che equivarrà a non decidere nulla di significativo da parte del legislatore. Le lobby agiranno al di sopra degli interessi comuni e delle decisioni politiche e le logiche di mercato porteranno ad un assetto che privilegerà la strada più conveniente dal punto di vista economico.
Questa strada sarà inevitabilmente quella di arrivare prima o poi a spostare la produzione
sulle auto elettriche, ma non per la decisione del legislatore, ma bensì perché i
consumatori apprezzeranno i vantaggi economici di utilizzare un’auto elettrica anziché a
combustione.

stop termicheSenza stop alle termiche, le aziende terranno i piedi in due staffe

Nel periodo di transizione le case produttrici di auto agiranno in modo diverso a seconda della loro percezione di come si svilupperà il mercato. In assenza di una decisione chiara e perentoria del legislatore non ci saranno le motivazioni per investire in modo deciso sull’elettrico e riconvertire la forza lavoro e la filiera produttiva dai componenti dei motori a combustione verso componenti per la mobilità elettrica. Il risultato probabile sarà che le imprese dell’automotive terranno i piedi su due staffe, investendo in modo più o meno deciso sull’elettrico ma mantenendo in vita produzioni di motori endotermici.

Quando ci saranno chiari segni che la domanda si sarà spostata sull’elettrico, tutte le
imprese non esiteranno un attimo a chiudere i “rami secchi”, e cioè le divisioni di
produzione di motori a combustione. Per una impresa è molto più semplice e conveniente
chiudere un ramo secco mandando a casa migliaia di lavoratori piuttosto che riconvertirli e formarli per produzioni differenti.
Alcune firme dell’automotive, in ritardo sulla elettrificazione, soccomberanno e questo
aprirà sicuramente più spazi alla concorrenza extra-europea.

Lavoro e concorrenza cinese: i rischi salgono

Quindi, secondo il mio parere, questo rinvio e non decisione avrà esattamente il risultato opposto, cioè causerà la perdita di migliaia di posti di lavoro e agevolerà concorrenza cinese, e non solo. Temo che anche un grande paese emergente, quale l’India, possa darci in futuro molto filo da torcere sulla competizione nel mercato dell’auto.

Perché affermo che inevitabilmente il futuro della mobilità sarà elettrico?
Escludo di poter continuare ad utilizzare i combustibili fossili, perché solo un pazzo
potrebbe pensare di aumentare la CO2 da fonte fossile in atmosfera.
Per dimostrare la mia affermazione prendo ad esempio il biodiesel, che viene indicato
come la panacea per salvare lo status quo. In particolare considero il ricino, pianta che
cresce su terreni poveri, non adatti a coltivazioni alimentari e con buone rese per ettaro. Il ragionamento si applica comunque ad ogni altro tipo di coltivazione adatta a produrre
biodiesel.

stop termicheNeutralità tecnologica? Due conti sui biocarburanti per capire che non solo un’alternativa

La resa per ettaro del ricino, con coltivazioni intensive fortemente meccanizzate, è di 15/16 quintali per ettaro di semi sgusciati ed estraendo l’olio si hanno al massimo 5000 kg per ettaro di olio (leggi qui e qui).
Il potere calorifico dell’olio di ricino è 33.5 MJ/Kg, equivalente a 9.3 kWh/kg, e quindi un
ettaro può potenzialmente rendere 46.500 kWh in un anno, se si assume un raccolto
annuale.
Se faccio il confronto, ad esempio, con un impianto fotovoltaico esteso su un ettaro
ottengo in media 625.000 kWh in un anno alle medie latitudini (leggi qui, qui e qui)
E’ già una differenza notevole, che si accentua considerando che se trasmetto i 625.000
kWh in rete elettrica per caricare delle auto perderò circa il 20%…30% di energia per
arrivare alle ruote, mentre se tratto l’olio di ricino in una raffineria per ottenere il biodiesel e poi lo metto nel serbatoio di un’auto, l’energia che arriva alle ruote è nella migliore delle
ipotesi il 50%, dato però estremamente ottimistico per una serie innumerevoli di fattori qui trascurati (leggi qui).

In pratica possiamo dire che un ettaro di coltivazione di specie vegetali per biodiesel rende in un anno approssimativamente 23.300 kWh per le ruote di un’auto a combustione, mentre la stessa superficie di fotovoltaico rende come minimo 400.000 kWh alle ruote di una ipotetica auto elettrica.

Rifornimento di idrogeno nella Toyota Mirai (foto: Toyota media).

Neutralità tecnologica? L’idrogeno verde per le auto non ha senso

Che dire poi dell’idrogeno verde? Potrei usare i kWh del fotovoltaico per produrre idrogeno, e poi usarlo come combustibile, ma mi troverei comunque a perdere almeno il 50 % (ma in pratica molto più) in calore in base ai principi della termodinamica a cui sono soggetti tutti i motori a combustione.

Ovviamente questa analisi è molto semplificata, ma mostra un divario notevole tra
generazione di energia elettrica con fonti rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico ed eolico) e il diretto impiego di questa per la mobilità elettrica rispetto a qualsiasi altra tecnologia energetica rinnovabile che inserisce nella catena produzione-utilizzo un motore a combustione.

Per inciso, già oggi alcune compagnie petrolifere commercializzano biocarburanti in cui si
miscela il 15%…30% di esteri di oli vegetali al gasolio. Questi hanno un costo
significativamente più alto del gasolio e, cosa peggiore, tutte o quasi tutte le produzioni
degli olii vegetali sono in territori del terzo mondo. Vogliamo da un lato continuare a
depredare il suolo dei paesi sottosviluppati e dall’altro essere sempre dipendenti da terzi
per le fonti energetiche?

Le leggi del mercato e dell’economia dicono BEV

stpp termiche
La tecnologia dell’auto a batterie è già pronte e vincente: si affermerà comunque anche senza lo stop alle termiche. ma l’Europa arriverà in ritardo

La mia conclusione è che le leggi dell’ economia e del mercato, quando la tecnologia e le infrastrutture di generazione, trasmissione e ricarica saranno sufficientemente mature,
porteranno inevitabilmente all’affermarsi della mobilità elettrica. Ogni altra soluzione sarà troppo costosa per l’utilizzatore, a meno di non voler insistere con i combustibili fossili, molto economici al confronto di qualunque fonte rinnovabile, ma deleteri per l’ambiente.

Una miopia politica con effetti devastanti

A me questo ragionamento pare lapalissiano, ma potrei aver effettuato errori di calcolo e la mia profezia potrebbe non avverarsi, anzi lo spero perché, se fosse corretta la mia analisi e si verificasse quanto paventato, la miopia della nostra classe dirigente risulterebbe palese in tutta la sua drammaticità e i danni economici ed ambientali sarebbero devastanti.

Allora mi chiedo perché non cavalcare con decisione e con un piano serio e articolato una vera transizione energetica anziché tentennare e rimandare? Forse perché troppo faticoso da attuare, complicato e difficile da spiegare? C’è il timore di perdere voti? Mi piacerebbe conoscere il vostro parere in merito.
Grazie, vi leggo sempre molto volentieri.

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167 COMMENTI

  1. Aggiungo una mia modesta riflessione. Vero, chi vuole fare accanimento terapeutico sui motori endotermici e’ a caccia di voti, dei facili voti delle maestranze che oggi sanno costruire radiatori e pompe, e non DC-DC converter o centraline. Cosi’ manderanno a Bruxelles qualche eurodeputato in piu’ il che e’ il loro UNICO scopo.
    Per quanto riguarda le maestranze, purtroppo rimarranno a casa prima o poi comunque, se i loro manager continueranno in modo miope ad asserragliarsi dentro alle loro fabbriche di candele e pistoni. come gli ultimi dei mohicani.

  2. A me pare che sia tutto un falso problema sia su un fronte che sull’altro.
    Da quel che leggo una stima media della UE tende a sostenere che l’inquinamento prodotto dai mezzi di trasposto equivale a circa il 6% dell’inquinamento totale.
    Se i dati fossero veri, questi significherebbe che se domani magicamente tutti andassimo con un elettrica si inquinerebbe il 6% in meno…. anzi no, perché le fonti non sono tutti rinnovabili quindi, ottimisticamente vogliamo fare un 4,5?
    Ma il fatto è da domani non avremo tutti una elettrica e soprattutto da domani non verranno sostituiti tutti i mezzi pesanti che continueranno a circolare PER FORZA DI COSE (a meno di non volerglieli pagare noi, intesi come Stato, mezzi che costano decine di migliaia di euro e che non so che batterie debbano montare per muoversi). Se non sostituiamo i mezzi pesanti che almeno per altri venti anni circoleranno, significa che quella quota di riduzione dell’inquinamento, fossimo tutti passati all’elettrico, sarebbe ancora minore…
    A questo punto bisogna chiedersi se il gioco vale la candela, considerando che un combustibile “green” (e lo dico tra virgolette non a caso) è per tutto il parco auto (ne senso che se alla pompa arrivano solo quelli c’è poco da scegliere) mentre i miglioramenti, in termini di inquinamento, che possiamo ottenere da altre tecnologie valgono solo per il nuovo (due milioni all’anno in anni di grazia, circa 20 anni per cambiare tutto il parco auto italiano), ha senso davvero tutta questa diatriba?
    Stiamo parlando di investimenti enormi per spostare le percentuali di inquinamento in modo davvero modesto sul lungo periodo (quando magari anche i tir saranno elettrici) e modestissimo nel breve (anche perché le infrastrutture non permettono a tutti di passare alla mobilità elettrica quindi altro che venti anni per sostituire il parco auto…): davvero bisogna dividersi tra SI e NO?
    Se poi l’auto elettrica davvero dà vantaggi in termini di portafogli stiamo ben certi che gli italiani le sceglieranno, ma non certo per motivi ambientali

  3. Su dai, non facciamo i comici. La catastrofe climatica non incombe, è già qui e non saranno certo le auto elettriche a cambiare le cose…poi di elettrico possiamo discutere per l’eternità, ma pensare che possano anche solo minimamente contribuire a cambiare le cose, significa non sapere come funziona il clima

  4. E le auto termiche sono rottami… E bisogna fare tutti smart working… E le elettriche sono meglio tecnologicamente così come gli Iphone hanno cancellato Nokia etc.. Questa è la fiera della soggettività, mentre sarebbe ragionevole considerare che le esigenze nostre non sono quelle di tutti gli altri, vaglielo a spiegare al muratore o al barista che deve lavorare da remoto. Ma anche a me che, pur occupandomi quasi solo di contrattualistica e di penale d’impresa e non di privati, se arrivo 15 minuti in ritardo ad un’udienza civile, mi chiudono il verbale e se ne manco una penale, rischio il procedimento disciplinare.

    Ah, e per quanto riguarda la “cancellazione” di Nokia, il responsabile fu un certo Elop, messo lì da Microsoft, non tanto il mercato. Fu una storia complessa ed anche interessante da leggere di scelte sbagliate di Microsoft che, infatti, nel mercato del software per smartphone mai riuscì ad attecchire in modo duraturo.

    Al contrario, col mio Nokia N900, forse il canto del cigno di Nokia, che faceva girare Maemo (una distro linux) ed in chroot Easy debian:

    – avevo a disposizione tutto il parco applicazioni di Linux;

    – utilizzavo il mio gestionale in java esattamente come sul pc;

    – dopo una settimana, avevo modificato il protocollo usb della porta in usb host, avevo compilato il software necessario per connettere (attraverso un adattatore usb femmina-femmina) il lettore di smart card e mi autenticavo al sito del processo telematico, quasi certamente ero l’unico avvocato a farlo.

    In sostanza, con dimensioni ultra-tascabili (anche il cavo ed il lettore della smart card stavano nella tasca della giacca) mi portavo dietro un vero e proprio pc linux, non un telefono con funzioni smart. Poi la batteria faceva schifo ed avevo dovuto modificare il governor per undervoltare l’alimentazione della cpu e guadagnare due ore di autonomia in più ogni giorno (più propriamente, usavo un widget che switchava il profilo del kernel tra schermo on e schermo off in modo da compensare il minor voltaggio con un po’ di overclock, possibile in quanto non tutti i processori vengono uguali): un po’ come andare a 90 orari con la Bev di turno per non doversi fermare a ricaricare, in fondo.

    Spiegazione complicatissima per i non addetti che però qualcuno qui capirà, visto che mi pare ci siano diversi programmatori od ingegneri e era tutta roba dell’inizio del 2011 e che con un Iphone non avrei mai potuto fare. Allora, gli Iphone erano dei rottami? No di certo, facevano benissimo poche cose e per la massa erano ottimi, così come ancora lo sono. Ma, in mano ad una persona con esperienza di programmazione come me, un dispositivo più versatile come il Nokia N900 era molto più utile anche se l’esperienza d’uso come puro telefono era un po’ pasticciata e la batteria era modestissima. Anche il software di navigazione era imbarazzante, ma usavo un Tomtom, all’epoca.

    Meritava il Nokia N900 di essere spazzato via dalla cosiddetta evoluzione della tecnologia dai dispositivi Ios e Android? Non per me, ne avrei fatta una versione con hardware attuale ed ancora lo userei, ma io ho la modestia di non considerarmi il riferimento del mercato.

    Ciò per dire che bisognerebbe guardare meno il proprio ombelico ed alzare lo sguardo, perché le esigenze degli altri e le loro attitudini non sono necessariamente le nostre e ciò vale anche per il passaggio all’elettrico.

    • Io ho l’N900, l’n9 e l’n95 in un cassetto, quindi capisco il fastidio, ma non hai capito la metafora:

      Il punto e’ che Nokia avrebbe potuto salvarsi se avesse agito rapidamente e senza errori per crearsi uno spazio nel mercato degli smartphone. Invece ha continuato (o forse ha dovuto continuare) a mettere risorse su symbian che era un sistema gia’ obsoleto.

      I costruttori tradizionali sono in una posizione simile: devono continuare a vendere le auto a combustione, perche’ altrimenti non hanno il capitale da investire per la nuova tecnologia. Ma questo rende i loro progressi in campo elettrico piu’ dispendiosi. E’ naturale che mandino segnali ai clienti per instillare paura, dubbi e incertezza, perche’ ne va della loro capacita’ di sopravvivere. Pero’ per me e’ chiaro che gli argomenti utilizzati fanno acqua.

      I nuovi produttori invece, non hanno un bagaglio ne’ uno status quo da proteggere, e si possono permettere di innovare a passi piu’ veloci.

      con tutta la ripresa delle vendite di quest’anno, siamo sempre il 25% sotto il 2019. Chi deve comprare sta aspettando di capire come evolvera’ la situazione. Se la quota di auto in generale e’ scesa del 25% ma quella delle elettriche e’ raddoppiata… come pensi che finira’?

      • Uno che ha avuto l’N900 non posso matrattarlo:)

        La metafora l’ho capita, forse è più che altro un’analogia. In realtà qui il problema è la gestione della transizione che non sta avvenendo attraverso il mercato, ma a seguito di provvedimento di legge (in realtà per ora è bloccato ma, fino a poco fa, sembrava una cosa definitiva). Ecco, in questa prospettiva, non mi pare sia giusto fare la morale a chi non può fare lo smart working, a chi non può fare a meno di viaggiare per lavoro etc.. Questo per la banale ragione che non tutti possono organizzarsi la propria giornata di lavoro in modo autonomo e rendere conto solo dei risultati. Io stesso, come professionista, ho già un’organizzazione più flessibile di quella di altri lavoratori, ma ci sono persone per cui il lavoro è, come diceva la vecchia pubblicità “o così o Pomì”.

        • E tutti quelli che fanno i pendolari in auto per decine di km fanno lavori fisici che non sono remotizzabili? O sono persone che vanno in ufficio, ovvero a cliccare i tasti di un computer uguale a quello che anno a casa, ma distante 50 km?
          Le poche volte che vado a Milano, in auto e sulla metropolitana vedo gente in camicia, non con le tute e i guanti da lavoro.
          Ovvio che non tutti i lavori sono remotizzabili, ma non sono nemmeno tutti non-remotizzabili. I due anni di covid non hanno insegnato proprio niente purtroppo…

        • Vada per l’analogia..

          Il mio punto e’ che (a mio parere, ovviamente) ci sono tutti i segni che la tecnologia elettrica stia passando dalla fase dell'”early adopter” a quella dell’ “early majority”, per dirla in inglese. Cioe’ i prezzi sono ancora alti in generale, ma ci sono i promi segni di abbassamento. Le vendite hanno raggiunto una percentuale del 10% e pare che abbiano un intervallo di raddoppio di due anni. Ovviamente rallentera’, ma pensare che in 8 anni il 90% delle vendite saranno elettriche non mi pare troppo azzardato.

          Io non mi permetto di fare la morale a nessuno, tanto piu’ che sto aspettando anch’io che si verifichino le condizioni per me e la mia famiglia di passare all’elettrico.

          Pero’ non riesco nemmeno ad accettare che vengano propalate sempre le stesse obiezioni inconsistenti:

          – il prezzo e’ troppo alto (lo sara’ ancora nel 2030?)
          – come troviamo l’energia? (come abbiamo fatto fin’ora? Le rinnovabili sono quasi tutto l’installato nuovo)
          – come le ricaricheremo? (va predisposta un’infrastruttura, niente di piu’ complicato di tante altre rivoluzioni tecnologiche che abbiamo avuto, dai cellulari alla fibra ottica…)
          – e il lavoro? (se ne perdera’ un po’ e se ne guadagnera’ un po’. Non che la nostra industria si sia mai prodigata per salvare il nostro lavoro quando la delocalizzazione dava prospettive di guiadagno…

        • Quindi il suo N900 non era così fantastico come c’è lo racconta, altrimenti non lo avrebbe cambiato. Forse lo era un tempo, poi…. eh, il progresso.
          A 90 km/h ci va con una citycar, ma solo perché caricano lentamente o non hanno la fast. Con macchine tipo Megan-E, id3 o simili, non ha problemi.
          Nemmeno con corsa-e, e-208.
          Figuriamoci Kona o e-niro.

    • Tutto molto bello, solo 2 cose:
      1) che con le EV si debba andare a 90km/h per non fermarsi a ricaricare è solo nella sua testa ed in quella di chi una EV non l’ha mai usata.
      2) se il suo Nokia era così bello e funzionale, com’è che non lo usa più?

      • 1) beh, non direi proprio, ho letto in queste sacre pagine storie di elettriche con scarsa autonomia che hanno sì dovuto marciare a velocità ridotta per non rimanere a piedi. Certo, non si trattava di Tesla LR.

        2) perché aveva 256 Megabyte di ram, perché il processore (lo stesso dell’Iphone dell’epoca) adesso andrebbe bene a malapena per aprire una pagina web etc.. Una decina d’anni negli smartphone sono come 100 anni nelle auto. Elettrica per elettrica, io non andrei in giro con una Jamais Contente, eppure nel 1899 fu la prima Bev a superare i 100 orari!

        • @Luca Bosi: questo dimostra che sono cose che sono “nella sua testa ed in quella di chi una EV non l’ha mai usata”.
          Se per quello può anche leggere che c’è chi ha staccato il cellulare dalla presa di ricarica per non scaricare troppo l’auto (LA7, Roma-Reggio Calabria in 52 ore).

          • Suvvia, di storie di lettori con “cittadine” elettriche che hanno fatto viaggi lunghi ed un po’ allucinanti ne ho lette diverse qui. L’ultima quella di Tamara con la Mini.

            D’altro canto, anche a me è capitato in poco meno di un milioncino di Km percorsi di rimanere quasi senza benzina a seguito di lunghe code, incidenti e roba simile, nonostante autonomie di minimo 500 Km con un pieno. Negare che con alcune auto che hanno un’autonomia in autostrada ed a velocità autostradali di meno di 200 Km si debba, talvolta, stare attenti con l’acceleratore è proprio una cosa partigiana (non nel senso di Bella ciao, che potrebbe pure andarmi bene).

          • Ma certo, figurarsi. Però Tamara aveva affrontato una “missione impossibile”, non era una condizione normale. All’elettrico bisogna abituare anche i nostri neuroni. Nè più, nè meno di quando abbiamo preso la patente. Mia moglie rimase a piedi con l’Agila perchè non sapeva che non esisteva la spia della riserva. E mia figlia è rimasta a piedi con la Stepway GPL perchè al concessionario avevano messo benzina sufficiente ad arrivare al primo distributore, ma il primo era….ahahah E io son rimasto a piedi col Vaneo GPL perchè era finita la benzina e senza benzina (la spia della riserva non funzionava bene) l’auto non va in moto anche se il serbatoio GPL è pieno.
            Come se mettessimo come handicap delle termiche il fatto che bruciano le guarnizioni di testa se non mettono l’acqua nel radiatore…ed è successo mica poche volte.
            Indipendentemente dall’autonomia, se vuoi consumare poco devi andare piano anche con una termica (da statale circa ai 70 ad autostrada 110-120 con la yaris ibrida passo da 3,6 a 5 l/100km) è una questione di “sensibilità” . Anche senza BEV si può essere attenti all’ambiente usando al meglio quello che abbiamo, solo risparmiando.

            Comunque, rimanendo nel faceto, con l’esperienza che ci ha descritto sul Nokia, se lei si pigliasse una BEV piccola, una Spring o una Twingo, con il suo grado di “cipollatore” software riuscirebbe a farne delle auto con 500km di autonomia.
            Belli i tempi in cui Linux stava in un floppy da 1,44MB ehh???

  5. Percorrendo tutti giorni la tangenziale di Milano,
    rifletto e credo sia IMPOSSIBILE che queste decine di migliaia di auto, se non centinaia, che quotidianamente percorrono creando smog, traffico e tutto quello che volete, impossibile che siano tutte elettriche.
    Impossibile perché non si possono caricare in 5 minuti e quindi avere autonomia al momento giusto quando la carica si esaurisce, pur avendo colonnine ogni tot km, come si fa oggi con i distributori. Quindi il problema maggiore è proprio questo, caricare in 5 minuti al max,
    e non quando ho tempo, programmare quando, dove e come, è impossibile.
    Se siamo arrivati oggi ad avere tutto questo traffico, per motivi di lavoro, necessità varie ecc… non è che siamo tutti cre**ni che ci piace girare in macchina e creare ingorghi, la società di oggi è fatta così, deve produrre, lavorare, fatturare, esigenze varie, si prevedono nel bene e nel male continui spostamenti, non può sparire tutto in un attimo e tornare indietro di 100 anni. Meno gente che gira, meno soldi che si spendono, meno acquisti, meno produzione, meno fatturato, meno PIL, più disoccupazione e via discorrendo

    • Mai sentito parlare di smart working? Se si è sempre fatto così non vuol dire che si debba continuare a fare così. Io lavoro da casa da 9 anni, giro solo quando devo incontrare un cliente, non più di una volta al mese, e carico l’auto di notte a casa, così è sempre carica per tutte le attività che dobbiamo fare, non mi servono nemmeno i 5 minuti di ricarica iperveloce.

      Oggi sono a Bolzano, 400km in 4 ore, con 30 minuti di ricarica in autogrill , adesso sono al bar mentre l’auto è attaccata a una AC a ricaricarsi per domattina.

      Deve cambiare la mobilità e il modo di usare l’auto, non servono nuove auto che scimmiottino quelle vecchie, pensate per un modo di vivere che dovrà per forza cambiare, perchè insostenibile.

      • -Mai sentito parlare di smart working?-

        Eh Luca… Sacrosanto eh? però sai perfettamente che per quanto noi si possa essere “terziarizzati” non è che tutti tutti tutti facciam lavoro strettamente di ufficio.

        -carico l’auto di notte a casa-

        Pure io. Ma siamo sepre lì: noi possiamo farlo.

      • Dai, un po’ di ottimismo!

        Anche se non riesco a tirarti nel Lato Oscuro della Scossa almeno sposa anche tu la filosofia della “transizione-gattopardo” 😉

        Cambiamo tutto (fonti energetiche, rinnovabili a strafotterci, abbattimento emissioni etc), affinchè tutto rimanga com’è (nelle “comodità” e nei lato “positivi” ovviamente).

  6. la mia vocina mi dice che comunque utilizzando idrogeno ( una bella scusa a quanto pare per metterci le pezze sugli occhi e inducendoci a credere che il biocarburante ( che pagheremo sempre 2 euro al litro e l’idrogeno, che pagheremo sempre 2 euro al kg ) comunque dicevo utilizzando idrogeno non si salvaguardano posti di lavoro essendo ‘l’auto ad idrogeno molto piu’ simile ad un’auto a batteria e totalmente diversa da auto con motore endotermico ! ci avete mai pensato ? e avete mai pensato che il problema non e’ solo la co2 ma anche la percentuale di calore che un motore endotermico 80 % produce e un motore ev 20 % no? e qui chiedo aiuto agli ingegneri , confermate? quindi benvengano anche le auto a idrogeno quando sara’ disponibile l’idrogeno verde , ma saremo contenti di pagare2 euro al kg invece di viaggiare gratis col fotovoltaico ? salute a tutti

    • Anche io lavoro in “smart working” in parte, seguo clienti, ed ora giro qualche giorno in meno al mese ma negli altri giorni faccio più km di prima, perché le esigenze non cambiano, anzi aumentano dato che il PIL (visto in maniera più globale) deve aumentare e non diminuire.
      Certo se si vuole, perché il contatto umano con le persone è necessario per capire problematiche e migliorare gli accordi per entrambe le parti se possibile.
      Se devo fare Milano Bolzano pensando a dove devo caricare, perdere altro che mezz’ora, con già tutti gli stress lavorativi, programmando anche dove, come, quando caricare, dato che che nel frattempo si andrà a visitare anche più clienti e lavorando… no grazie..!!! si perde un sacco di tempo, non si va in gita… io la penso così: se mi sposto ottimizzo e vado in più destinazioni, guadagno tempo e soldi.
      Caricare a casa per la stragrande maggioranza delle persone, me compreso, non è possibile.
      Diverrà conveniente quando si caricherà ovunque e in meno di 5 minuti, ma fino ad allora…
      Il “cambiamento” non può essere imposto per legge, se c’è un progresso con tutti i vantaggi avverrà naturalmente, e mi pare che ci si metterà qualche decennio

      • Guardi che non deve programmare nulla: i sistemi di navigazione le dicono dove ricaricare e per quanto tempo, le prenotano la colonnina, la guidano fino allo stallo. Da Milano a Bolzano si fermerà per un caffè e un salto alla toilette? In 10 minuti ricaricherà quel che le serve per arrivare a destinazione. E con molti modelli elettrici dei segmenti C e D non dovrà nemmeno rabboccare.

        • Avete ragione entrambi, ognuno dal su punto di vista dice delle cose sacrosante.
          Comprendo le necessità di Andrea, condivido le osservazioni di Massimo.

          Conoscendo moto bene i ritmi di Andrea penso di poter dire con una certa dose di verità che quanto consiglia Massimo sarà sicuramente praticabile nel momento in cui la diffusione dei punti di ricarica sarà come minimo doppia (ma oserei dire anche tripla) rispetto all’odierna “densità” che possiamo vedere nel nord italia. (la parte che più conosco)

          Esempio: ormai quando giro, dovunque arrivo mi piace fare il giochino “ok, se venissi qui con un’auto elettrica dove ricarico?” E… No, fatta coi tempi di un “Andrea” è ancora presto. Sinceramente.

          Però al nostro Andrea dico spassionatamente: se davvero lei potesse contare su una ricarica certa a destianzione E COMUNQUE fare anche affidamento sulla ricarica autostradale, tranquillo che ce la potrebbe fare senza problemi.
          E senza perdere mezzora.
          E questo, se le sue destinazioni fossero più o meno sempre quelle, potrebbe scoprire che già oggi rischia di essere meno problematico del previsto.
          Si scarichi ABRP e si diverta un po’ a giocarci. E’ molto istruttivo, dico per esperienza.

          • Al ritmo attuale, le stazioni di ricarica raddoppieranno in due anni. Se compri un’auto nuova oggi, sarà ancora praticamente nuova quando si verificheranno le condizioni che chiedi tu, Alessandro.

          • Ma benissimo! Speriamo che prosegua come dici.
            Quando si verificheranno le condizioni (e non prima: è la macchina che deve servire me, non l’inverso) allora anche un Andrea potrà acquistare un veicolo elettrico. Per intanto che giochi un po’ con ABRP, magari si accorge che le cose sono meno peggio di quel che pensa.

      • “Il “cambiamento” non può essere imposto per legge, se c’è un progresso con tutti i vantaggi avverrà naturalmente, e mi pare che ci si metterà qualche decennio”

        Questo sembra il manifesto degli adoratori del dito, che ignorano la luna.

        “imposto per legge” è emblematico.

      • @MassimoDE, @Alessandro D, @Luca DO, @Guido B, non vale la pena scornarci a dimostrare a quelli come Andrea che la BEV non è impossibile neanche per loro. Se ne convinceranno quando tutti gli altri che ad oggi potrebbero gratuitamente passare all’elettrico passeranno all’elettrico e gli daranno esempio. Praticamente tutti gli amici e conoscenti che ho hanno una seconda auto termica da utilizzare nei tratti da “incubo dell’autonomia”, hanno garage privato, fanno percorrenze giornaliere ridicole, sono per la maggior parte pensionati, diversi hanno il FV eppure sono scettici e comprano diesel!!!. Alcuni cambiano auto ogni 2-4 anni (comprando nuovo) perdendoci nel cambio una marea di soldi e fanno il conto in quanto tempo pareggerebbero i conti col costo attuale della energia elettrica.
        Se guardate in giro ci sono quartieri/località pieni di FV e altri vuoti: l’esempio educa. Il vedere coi propri occhi e toccando “con mano” i benefici e le assurdità delle paure sulla durata dell’elettronica, dei pannelli, i piccioni, la grandine, ecc…
        Noi fummo i primi ad avere una ibrida nel nostro quartiere ed eravamo guardati con …”poverini, non sanno a cosa vanno incontro con 1 motore elettrico e una batteria che durerà da Natale a Santo Stefano…”. Adesso, solo nella mia strada, si contano 3 Yaris hybrid, 2 Rav4 hybrid, una Outlander PHEV.
        Se quel 68% che ha un garage, ma cosa dico, la metà, il 34%, ma cosa dico, il 30% delle nuove immatricolazioni fossero elettriche, ben presto quelli come Andrea avrebbero termini di confronto immediati e avrebbero sottomano l’evidenza che quegli “atroci impedimenti” non sarebbero così “atroci”.
        Le immatricolazioni BEV sono a meno del 5%? Lasciamo gli “Andrea” a crogiolarsi nelle loro comodità e puntiamo al rimanente 25%.

  7. certo certo..
    non è forse qui che NO ALL’IDROGENO (studi e sperimentazioni comprese, l’ha detto armaroli)?
    non è qui che NO AI BIO CARBURANTI (bruciano e quindi blablabla)?
    stessa sorte gli E-FUEL..
    se proporranno le auto a molla, sarà NO.
    qualsiasi cosa non sia a batteria è NO, NO ASSOLUTAMENTE NO!!

    ma il buonsenso di cui parlavo io riguarda tutto: lavoro, tessuto sociale, praticabilità ecc.
    un governo deve (dovrebbe) tenere conto di tutti gli aspetti che riguardano i cittadini: non puoi dirgli “dovete cambiare auto, riscaldamento, impianto elettrico, piano a induzione, efficientamento e via discorrendo” quando non ne hanno le possibilità e si prospetta un ulteriore calo di lavoro. non saranno i (forse) “futuri” posti nel mondo elettrico a garantire quello che già manca: uno stipendio congruo alla popolazione. e non sarà di certo il reddito di “sto meglio a casa” a risolvere la cosa.
    spesso e non volentieri leggo commenti che si possono riassumere così: “è colpa vostra, dovevate studiare” (come se studiare fosse sinonimo di lavoro garantito 🤦‍♂️).. di solito, chi fa commenti del genere, oltre a mostrare quanto sia collegato al mondo, ha una certa età e pensa che sia uguale a un tempo trovare lavoro.. oh certo, adesso c’è la possibilità di diventare piloti di droni 😁..
    gente che se ne strafotte se in centinaia di migliaia perderanno lavoro non compensati da uno nuovo..

    alla fine, si torna sempre al solito punto: ci vogliono soldi (tanti), ma si vuole procedere di corsa verso un obbiettivo senza averli.
    chi spinge (pure qui) non ha problemi e pensa che sia così per tutti, ma che non vogliano perché hanno visto porro in tv..
    ogni percorso di vita è diverso e non tutti hanno avuto la possibilità di fare quello a cui ambivano.
    a tutti questi propongo di fare cambio vita totale (6/12 mesi) con quelli che non riescono: poi ci ritroviamo qui e sentiamo..

    ora so già che se passerà, verrò tacciato di benaltrismo, chiagnefottismo, e facilonerie varie, ma questo è

    • No caro ernesto. No.
      Questo è “straw man argument”, argomento fantoccio. Mi metti in bocca parole e frasi che io non ho scritto, nè sottinteso, nè alluso.
      Le tue sono generalizzazioni totali che vuoi ricondurre a me, a noi o a chissà chi altro.
      Io rispondo per quello che scrivo, non rispondo di quello che tu vuoi capire o vuoi fare credere agli altri che io abbia scritto.
      Esprimi pure il tuo parere generalizzato (nessuno te lo ha mai impedito) ma vedi di accusarmi in modo circostanziato e preciso, almeno fai lo sforzo di argomentare, è il commento più lungo che tu abbia mai scritto negli ultimi anni (di solito una frasetta con una faccina) e lo fai in perfetto stile chiagnefottista mettendo le mani avanti?
      Puoi fare di meglio, dimostracelo.

      • guido, tu parli di buonsenso ma lo vuoi applicato solo a quello che ti interessa.
        dal dito alla luna ci sono 380000 km: accusi altri di vedere solo il dito ma tu vedi/punti solo la luna, che è una TUA priorità perché te lo puoi permettere.
        quanti di 8 miliardi di persone possono partire? la maggioranza rimane a terra (0 💰), una parte è a qualche km (più 💰) e alcuni possono essere in viaggio (tanti 💰💰💰): ma la tua “pretesa” è che TUTTI siano in viaggio. dov’è la fattibilità?
        quale è la tua ricetta CONCRETA affinché questo accada?
        dimostramelo..

        • ernesto grottaferrata 7 Marzo 2023 at 17:35
          tu scrivi “e chi sta parlando di auto?”
          proprio tu qui sopra.
          “…quanti di 8 miliardi di persone possono partire?…quale è la tua ricetta CONCRETA affinché questo accada?…”

    • Ma le macchine “a idrogeno” sono pur sempre elettriche. Non ho niente in contrario per principio, ma se si guarda la situazione attuale, e’ difficile pensare che da qui al 2035 l’idorgeno crescera’ significativamente nei mezzi di trasporto personali.

      Gli investimenti su batterie e a cella a combustibile sono partiti piu’ o meno assieme, ma le auto a batteria sono sul mercato *oggi* con numeri importanti, hanno battuto anche le auto a metano, che sono in giro da molto piu’ tempo. Quando ci saranno, a suo parere, tante auto a idrogeno quante ce ne sono a metano oggi?

      Per quanto riguarda i biocarburanti: sembra che l’occupazione di suolo per gli impianti solari sia il problema piu’ grave che abbiamo in Italia. Ma se dovessimo invece produre biocarburanti, ci servirebbe un’estensione di terreno (coltivabile, per di piu’) maggiore di 1-2 ordini di grandezza.

      Non e’ questione di fare il tifo, e’ che i numeri ci sono, e dicono che la strada e’ quella intrapresa del passaggio all’elettrico.

      • Gli italiani non sanno contare e, se c’è qualcuno che sa farlo, gli altri non si fidano di lui.

      • L’idea per i bio carburanti è quella di usare gli sfalci delle colture esistenti, non coltivare roba che non si mangia per fare il biodiesel..

        • Ci spieghi anche quanti sfalci servono per produrre 3 milioni di tonnellate di bio carburanti (consumi italiani annui).

    • ernesto, non mi mettere in bocca cose che non penso e non ho detto
      e non mi accusare di essere uno che dice sempre no a tutto, perchè non è così.

      io sono convinto che in questo momento qualunque scelta debba fare i conti seriamente con l’ambiente
      non per un legittimo e pur ammirevole sentimento ecologista di rispetto del creato
      ma per un cinico calcolo: se va a finire come si prospetta e si sta verificando
      poi non ci sarà tempo e risorte per star qui a disquisire se sia meglio questo o quello.

      credo che tu questo non lo abbia capito.
      catastrofista io? SPERIAMO!
      ma temo proprio di no.
      non ti piace questo discorso? non leggerlo.
      il mondo va avanti anche senza di te e di me e delle nostre opinioni.

      tutto il resto del tuo commento non mi interessa:
      son cose che dibattiamo qui da mesi
      e tutte le volte a spiegare che, tra le altre cose, io vivo con uno stipendio da insegnante, pago l’affitto e un mutuo come tanti, quindi no, non sono ricco…
      ma tanto quel che non vuoi sentire non lo senti.
      te l’ho già scritto.
      come tanti hai bisogno di un nemico,
      ora è l’auto elettrica, poi sarà chi non è intervenuto per la siccità, poi sarà chi non ha fatto nulla per l’incremento di temperatura, ecc ecc

      e i posti di lavoro?
      guarda: in un sistema (selvaggiamente) capitalistico funziona esattamente come dici tu,
      se il mercato cambia la gente resta per strada.
      magari prova a pensarci un po’, prima di mettere la scheda elettorale nella scatola alle elezioni.

      e l’unico sistema che riesce a perpetuare il lavoro e garantirlo nonostante il cambiamento del mercato e del mondo, che sia il maniscalco o il caldaista dei condomini,
      è il sistema nord coreano. può piacere, può non piacere, a me non piace, per dire.
      di nuovo,
      prova a pensarci un po’, prima di mettere la scheda elettorale nella scatola alle elezioni.

      • esatto!! non te/ve ne frega niente.. tue parole

        in effetti rispondere costa fatica.. con il tempo usato per scrivere questo commento saresti potuto entrare nel merito, ma non ti interessa e fai il pippone su tutt’altro 😁

        chi ha bisogno di nemici non sono certo io: non do la caccia a trasmissioni ne rincorro commenti come fai tu, leonardo(rrrrr), danielecl, andyamar, e(negumeno) e tutti quelli (tanti) che hanno questo compito..
        giro pure a te la domanda posta a guido baccarini più su: fammi vedere come risolvere CONCRETAMENTE il problema a 8 miliardi di persone..
        mi scuserai se non trattengo il fiato mentre elabori una risposta degna 🤣

        • @Benaltrista Grottaferrata: chi sarebbe che vuole dare un’auto elettrica a 8 miliardi di persone? Facciamo fatica a dar dar loro da mangiare. Se hai letto in altro post Guido ti ha detto la percentuale di auto per l’Africa e Asia rispetto all’Europa e America. Questo con le attuali auto termiche, figurati con le elettriche. Cosa c’entra con questa ulteriore assurdità di attribuirci la volontà di dare 8 miliardi di auto al mondo con la tua iniziale accusa di attribuirci tutti NO a qualsiasi cosa. E’ “ben’altro” argomento!!

          • @ernesto: mi sembrava strano che non tornassi fuori col solito “ma non stavo dicendo questo” ovvero “…e tu non capendo (per l’ennesima volta) parli di tutt’altro, no es mi problema..”
            E, eminenza, quale sarebbe il problema degli 8 miliardi di persone che dovremmo risolvere CONCRETAMENTE noi altri?
            Mi sembrava che il sito VAIELETTRICO dovesse trattare questioni di mobilità elettrica e l’articolo trattasse dello “stop alle termiche”. Invece noi siamo i NO a tutto e soprattutto NO alla soluzione CONCRETA del problema di 8 miliardi di persone.

    • Per il caro Ernesto, un altro giochetto che fa è:
      “…e tu non capendo (per l’ennesima volta) parli di tutt’altro, no es mi problema..” *
      se noi non lo capiamo “no es su problema”, è il nostro, poveri di spirito.
      E a richiesta di “illuminate” spiegazioni??? Il nulla. Certamente gli avranno cancellato il post di risposta.

      * vedi
      https://www.vaielettrico.it/lauto-elettrica-verso-il-2035-duello-allultimo-talk-show/#comments
      il seguito di
      Andrea 19 Febbraio 2023 at 18:38

  8. Caro ingegnere, il biodiesel di ENI HVO con soli 2 impianti pilota è ora in commercio su 50 stazioni con obiettivo a breve 150 e costa solo 10cent in più e a differenza degli e-fuel sponsorizzati anche da Porche che sono sintetici e i prezzi siamo sui 4€ litro, si tratta di un gasolio rinnovabile prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali e da oli generati da colture non in competizione con la filiera alimentare che assicura riduzione CO2 dal 60-90%, dando lavoro anche a popolazioni dell’Africa.
    A me sembra un grandissimo passo avanti questo, come il biometano che in Italia si sta puntando a raddoppiare ed è utilizzabile esattamente come Cng e Lng di origine fossile, ma con emissioni di CO2 pari a ZERO su ogni veicolo attualmente alimentato a gas naturale senza necessità di modifiche motoristiche.
    Ben vengano fotovoltaico ed eolico che….se si potesse farei quel quadratino di pannelli nel Sahara che uno studio ha calcolato che soddisferebbe tutto il mondo, e intanto proceda il progresso delle auto batteria e infrastruttura e sua gestione , ma se con 2 impianti pilota ENI consento di per il momento a soli 10cent in più di abbattere fino 90% CO2 e garantire la mobilità per chi per vari motivi e anche gli autotrasporti non passano/non possono passare a batteria,
    Ben venga e complimenti ad ENI.

    • “A me sembra un grandissimo passo avanti questo” certo, lo è. Il problema sono i volumi. 30 milioni di tonnellate (cioè circa 30 miliardi di litri) di benzina + diesel nella sola Italia, ogni anno. Se si fanno due conti sulla quantità di colture necessarie a soddisfare anche solo il 10% del fabbisogno ci si rende ben presto conto che…. o mangiamo o produciamo biocarburanti. Quello che si può ottenere dagli scarti alimentari etc. è purtroppo ridicolmente insignificante ragionando in larga scala.

      • Purtroppo il quadratino nel Sahara non si può fare, rimane solo un esercizio di calcolo per quantificare l’estensione dei pannelli necessari per coprire il fabbisogno di energia elettrica.

    • Questa mania di bruciare a tutti i costi qualcosa come possiamo spiegarla?

      Comandano forse gli eredi dell’Inquisizione che bruciavano presunte streghe, stregoni e poveracci?

      Siamo vittime degli adoratori moderni del Napalm?

      Siamo una civiltà suicida?

      Soprattutto quando il nostro pianeta è investito 24h/24 da una quantità di energia che è 10mila volte quella che usiamo tutti insieme, perché perseveriamo nella famelica imitazione di Ugolino della Gherardesca come se non avessimo alternative?

      • Siamo rimasti atavicamente attaccati al mito di Prometeo e alla conquista del fuoco, che da elemento di terrore è diventato qualcosa che abbiamo imparato a dominare. Bruciare le cose credo dia un senso di potere ancestrale da cui fatichiamo a staccarci.

        E per dirla con Asimov “i nostri pregiudizi e la nostra ignoranza ci impediscono di accettare che qualcosa possa essere meglio di ciò a cui siamo abituati, e resistiamo al cambiamento.”

        Basta che a furia di bruciare cose non diventiamo come i pompieri di Fahrenheit 451…

        • Se sostituisci, Luca, i libri con i bambini, siamo oltre Fahrenheit 451, oltre Megele, molto oltre purtroppo.

    • @Mirco, @Luca, @E(nergumeno) mi sembra che non si parli di bruciare (termovalorizzatori?) ma di utilizzare prodotti di scarto che per loro conto andrebbero buttati via, sia che si tratti di scarti che fermenterebbero producendo gas che andrebbe perso in atmosfera o olii che, presumibilmente, andrebbero bruciati nei termovalorizzatori.
      Anticipo che dalla lista europea e che insegnavo anche a sQuola: 1)riuso 2)riciclo (differenziata) 3)termovalorizzazione 4)discarica
      mi dispiace molto quando vedo al ristorante buttare via tanta roba. Mi si accapponava la pelle quando con figli piccoli, alle mangiate di gruppo, sentivo altri genitori: “se non ti va lascialo lì”.
      Se non ti va?!?!? Lascialo lì?!?!? Come diceva mio babbo “fai girare il sole” che domani ti andrà.
      Se si potesse incentivare il “riuso”…ma è difficile.

      Però, almeno, e sono d’accordo, incentiviamo il riciclo.

      L’incentivo ai biocarburanti c’è ed è di 375€ al CIC. Per il biocarburante ENI HVO non so cosa voglia dire, non so quanti litri siano un CICav. Per quel che riguarda il biometano un CIC sono circa 1250mc di gas, 840kg e l’incentivo in alcuni casi viene raddoppiato. Per il mio personale parere sono d’accordo che si produca GAS con gli scarti, anche che lo si incentivi, ma lasciamo che quel prodotto venga utilizzato da quei processi energivori che, al momento, non ne possono fare a meno. Dove sono possibili fonti alternative, tipo l’autotrazione, dovrebbe essere applicato un costo senza incentivi e anch’io con la panda a metano andrei altrove a rifornirmi. Per il metano da autotrazione gli incentivi valgono almeno 0,4-0,8€/kg.
      Per cui, senza incentivi, il biodiesel ENI HVO quanto costerebbe?

      • Si parla di e-duro che vengono bruciati nei motori.
        È la combustione emette sempre CO2 ed anche particolato.

  9. Continuate pure a cancellare i messaggi, e lasciare solo quelli che incensano le cosiddette ‘bev’, altro neologismo della neolingua, fatto sta che nel 2024 il nuovo parlamento europeo sicuramente cambierà le carte in tavole approvate da un parlamento estremista e ambientalaro
    Bene l’Italia ad intralciare il piano. Se le ‘bev’, come le chiamate, saranno tanto superiori economicamente e come prestazioni, non servirà imporle ex lege a tutti. Quanto al parallelo che si fa con i telefonini intelligenti (smartphone) è delirante, nessuno mi ha mai minacciato di chiudere la linea telefonica se avessi mantenuto, come fino a pochi anni fa, un telefono normale.

    • Pensi, negli anni 20 era diffuso il Radithor, andava a ruba, poi fu ritirato dal mercato, una bieca imposizione.

      Per i curiosi affascinati dalla scienza, cercatelo e leggete: è “illuminante”.
      Per Gabriele: lei non cerchi, non lo può apprezzare.

  10. Io so solo che il Signor Massimo è talmente “indispettito nero” che per questo articolo si è dimenticato di mettere l’immagine di HP. O almeno… io non la vedo… 🤭 😇😁

  11. Ognuno di noi può fare previsioni su come sarà il futuro delle auto elettriche. Io per esempio sono convinto che il motore elettrico sarà presto quello più usato, ma credo che oltre alle batterie, l’idrogeno in futuro farà la sua parte.
    Il problema per me è un altro: aver visto per mesi testate giornalistiche (quasi tutte e tra le più importanti) fare servizi pilotati e mendaci sul mondo dell’elettrico e ora sentire i titoli dei TG inneggiare alla vittoria, è ciò che mi preoccupa. Se tutto o quasi il mondo giornalistico si è alleato per mandare un messaggio falso (chi ha un’auto elettrica, sa benissimo che è falso), mi chiedo se per altri argomenti importanti come le guerre, per esempio, i giornalisti ci dicono la verità o vengono pilotati ad hoc.

    • Io nel mio piccolo, cioè nel mio campo (informatica) vedo errori talmente grossolani che sono decenni che non credo più a quello che leggo se non lo leggo dalla fonte originale. Cosa che in moltissimi campi (politica estera, esempio per tutte) non potrò mai fare.
      CHATGPT è in grado di sostituire egregiamente il 99% del giornalismo risultando pure più accurato: e chi se ne accorgerebbe?

      • Chatgpt l’ho messo alla frusta su argomenti che conosco molto bene… intendiamoci, impressionante eh? Vetamente notevole. Ma su troppe cose sbaglia tantissimo e in maniera marchiana. Quindi per il momento non sostituirà i giornalisti “seri”. Quelli “faceti” può anche darsi però.
        come traduttore è veramente unico. Come strumento è veramente interessante. Di qui a sostituore l’essere umano…

        • Infatti ho scritto 99%. I giornalisti veri non li sostituirai per ancora tanti anni, speriamo!

  12. https://ourworldindata.org/ghg-emissions-by-sector
    Se parliamo di CO2, qui qualche numero. L’articolo purtroppo appare di parte caro ingegnere. Un ingegnere dovrebbe mantenere la sua caratteristica principale di essere pragmatico. L’elettrico ha le sue applicazioni nel trasporto ma non è una soluzione attuabile in tutti i casi, non ancora. Servono soluzioni per contrastare l’emissione di CO2 su scala più ampia.
    L’idrogeno, come vettore energetico, va assolutamente esplorato, perché la produzione di energia elettrica e la sua distribuzione già oggi ha serie difficoltà nel gestire le rinnovabili, che vengono scollegate dalla rete più spesso di quanto si creda. Dire no all’idrogeno o ad altre opzioni perché adesso non sono pronte non è diverso da chi lei accusa di dire no alle elettriche.
    Lasciamo che sia la tecnologia a guidare, non i politici, perché questo invece sta succedendo. Cordialmente.

    • visto che ci sei
      magari butta anche un occhio ai grafici sulle conseguenze delle emissioni di CO2
      perchè mi sembra dal tu odiscorso che tu non abbia ben chiaro cosa sta succedendo,
      che è poi la causa di tutte le azioni intraprese dai vari programmi UE contro le emissioni di CO”:
      https://ourworldindata.org/grapher/temperature-anomaly

      “…Lasciamo che sia la tecnologia a guidare, non i politici, perché questo invece sta succedendo…”: se lasciassimo guidare la tecnologia e i pragmatici ingegneri
      il Veneto e la Lombardia sarebbero ancora in mano all’Austria,
      sulla Luna non ci saremmo mai andati (con le conseguenze tecnologiche connesse)
      e probabilmente in Europa ci saremmo menati altre 10 volte dopo la fine della seconda guerra mondiale.

      meglio che la visione la diano i politici, te lo dico da ingegnere.

      poi, altro discorso è se in Italia si abbiano politici in questo momento. il politico pensa al bene della polis, non del suo tornaconto economico o elettorale.

      • Il suo grafico mostra l’incremento di temperatura associato ai gas serra, come CO2. La mia fonte, che lei forse non ha letto, indica che il 12% della CO2 viene emessa dal trasporto su strada, massima parte mezzi pesanti.
        In parole semplici, vietare i motori termici nel trasporto privato su strada, usando enormi risorse pubbliche, potrebbe alla meglio ridurre, non eliminare, quel 12%.. meglio, la quota europea di quel 12%

        • -la quota europea di quel 12%-

          1% circa sul totale mondiale se non erro. Mi pare si sia detto più volte anche qui dentro.

        • Quindi meglio lasciar perdere?
          È questo il suo messaggio?
          Il mio, invece, è questo: facciamo anche questo, oltre all’installazione di FER, all’adozione di PdC per la climatizzazione degli edifici, isoliamo gli stessi per consumare meno energia.

          • No, non è questo il mio messaggio. Mettiamo soldi nella produzione e ricerca di sistemi di stoccaggio di energia da rinnovabili a basso costo. Perché se non è per tutti non cambierà nulla su scala globale.

        • La fonte la conosco benissimo, e’ come s’interpreta che e’ diverso.
          Inoltre visto che e’ una media su tutti i paesi del mondo, il peso dei trasporti e’ inferiore a quello effettivo in Europa, che ho letto aggirarsi attorno al 24%.

          In ogni caso: dire che al massimo tagliamo l’1% manca l’obiettivo, perche’:

          – ovviamente, la comunita’ europea puo’ emettere direttive valide sul proprio territorio. E se anche fosse l’1% di nostra competenza, a quello ci siamo impegnati.
          – il mondo non e’ fatto di compartimenti stagni, e le decisioni prese in Europa influenzano quelle prese altrove (Se in Europa si producono macchine elettriche, i produttori cercheranno di venderle anche nel resto dei mercati)
          – Altre parti del mondo stanno muovendosi in direzione simile, se non identica, e dal punto di vista tecnologico, la partita e’ chiusa.

          Se a livello mondiale il 10% dei nuovi veicoli e’ elettrico, vuol dire che ormai la tecnologia e’ pronta per diffondersi in modo sempre piu’ veloce. Dare un segnale, ai produttori e soprattutto ai cittadini, che la strada della decarbonizzazione e’ presa seriamente, ci mette nelle condizioni di comportarci in modo piu’ consapevole.

    • Comico.

      Non puntiamo sul tirare delle grosse prolunghe (“elettrodotti”) tra gli Stati, problema ingegneristico novissimo (le usiamo da un secolo), pericolosissime (se si rompono la corrente non passa più) e molto inquinanti (vanno ruggini), per distribuire l’energia da dove abbonda a dove è più scarsa.

      Puntiamo invece sull’idrogeno, che costa tre volte produrlo, scappa da tutte le parti, i depositi possono trasformarsi in una bomba e la distribuzione richiede di mettere in piedi tutta una filiera tecnologico-logistica oggi inesistente.

      • Non parole mie ma di un recente report di una commissione Inglese incaricata: tutte le soluzioni hanno un ruolo significativo da giocare, demonizzare una specifica tecnologia non aiuta affatto. Affrontare il problema delle flotte esistenti (auto, trasporto pesante, navi, treni, aerei) sara’ decisivo per raggiungere gli obiettivi climatici. Ridurre i gas serra oggi, con combustibili alternativi immediatamente utilizzabili con tecnologie circolanti e sistemi di distrubuzione esistenti e’ un’opportunita’.
        Si accusa il governo di aver messo tutte le uova in un paniere, paese dove circolano 500k auto elettriche. La lezione da imparare e’ che non tutti potranno passare all’elettrico, l’infrastruttura di ricarica non potra’ crescere come sperato, milioni di auto resteranno a combustione. A meno che qualcuno abbia una bacchetta magica, mi sembra il classico elefante nella stanza. Cordialmente.

        • @AntonioR, sottoscrivo ma se se si parla di biocarburanti utilizzabili nel parco auto esistente. E(nergumeno) penso si riferisse agli investimenti proposti per l’idrogeno da autotrazione, per la mobilità comune. Non so come la pensi lui ma personalmente credo che studiare l’idrogeno sia cosa buona e giusta (e fonte di salvezza) e che sia proficuamente utilizzabile per grandi trasporti (forse anche medio-grandi) con tratte fisse e certe. Ma investire in idrogeno per AUTOtrazione al momento mi sembra una gran “bischerata”.

        • Mai stato contro la ricerca sia essa sull’idrogeno, sull’atomo, sulle cellule etc.

          Ma un conto è la ricerca.

          Altro è un problema contingente grave, per il quale è a rischio la nostra stessa esistenza.

          Siamo come il ferito sulla barella al pronto soccorso: proponiamo di fare ricerca sui possibili coagulanti, sulle nuove molecole che stimolano la rigenerazioni dei tessuti, oppure cerchiamo di tamponare le emorraggie con quello che abbiamo, anche se l’odore dei disinfettanti e il colore delle bende non piacciono al paziente in pericolo di vita?

          La ricerca ha il suo ruolo, ma non tutta la ricerca si tramuta in una soluzione a un problema. Va fatta, perché la ricerca contribuisce ad accrescere la biblioteca di soluzioni che possono, o potrebbero in futuro servire quando dovessero presentarsi problemi nuovi.

  13. Quando ero alle superiori, la professoressa di italiano, all’ennesimo taglio all’istruzione avvenuto ai tempi, ci diceva “vi vogliono meno istruiti perché così sarà più facile manipolarvi”, oggi oramai da qualche anno è ufficiale che la % di analfabeti funzionali è alta e in aumento (modo carino per dire che leggi una cosa e non capisci una fava se non una vaga impressione per lo più errata traendo conclusioni prima del dovuto)… Che avesse ragione quella povera donna che, a 15 anni, tra noi ragazzini prendevamo in giro perché eccessivamente di sinistra? Sottolineo 15 anni, perché se a quella età è perdonabile nin capire un emerito c. Del mondo e delle conseguenze che portano certe decisioni, non lo è tra adulti istruiti o anche non istruiti (se tagli per 20 anni i fondi per la sanità, è abbastanza ovvio che inizialmente riesci a tenere botta ma appena medici infermieri si riorganizzano un attimo e trovano soluzioni per guadagnare cifre consone ai sacrifici fatti durante gli studi e alla concentrazione necessaria per svolgere il loro lavoro, li perdi quasi tutti e sei nella merda, non servono lauree, grafici complicati in excell o Nostradamus)
    Fatta la premessa… Ma ci rendiamo conto che, ahimè come sempre in Italia, son al governo da pochi mesi e già stanno facendo solo campagna elettorale?
    Quali benefici per il Paese possiamo avere nel bloccare il progresso? Mi correggo, quali benefici che vanno oltre ai prossimi 2 anni. Una miopia totale al futuro, quello che conta è solo creare una paura irrazionale e cavalcarla per restare in carica… Ma restare in carica per fare cosa? Per il puro gusto di vincere? Facendo campagna elettorale non governi, non prendi le decisioni difficili e rapide che sono richieste per fare bene il tuo lavoro di rappresentante del popolo (questi probabilmente si credono i nostri capi, l’atteggiamento è quello).

    L’auto elettrica per tutti oggi è una p***tanata? Assolutamente si, è a livello di prototipo ma son riusciti a vendercele come un prodotto maturo e finito, ma questo non vuol dire che sia la strada sbagliata, anzi! Anche volendo togliere l’ambiente dalla equazione, quanto ha frenato la crescita europea nell’ultimo secolo dipendere da Russia, medio oriente, usa, nord Africa etc etc per tenere accese le centrali elettriche di tutta Europa? Per spingere tutte le auto camion navi aerei treni pullman tram metropolitane etc etc? Per scaldare tutte le case? Quanti compromessi politici abbiamo dovuto accettare per non rendere più cari questi approvvigionamenti? Cosa succederebbe se domani decidono che non ci danno più petrolio e gas come noi stiamo facendo con la Russia al contrario? Indipendenza energetica è la base per una indipendenza anche ideologica, siamo il primo mercato mondiale per consumi in rapporto alla popolazione, non credete che chi vive di questo sia terrorizzato da una Europa che non compra più nulla e che reinveste internamente tutto quello che risparmia in questo modo?
    L’auto elettrica di oggi è il Nokia comunicator dei cellulari, aveva in teoria quasi tutto quello che han oggi gli smartphone, in un mercato totalmente non pronto ad accettarlo perché non serviva a niente, talmente problematico e lento che tutte le funzioni che centralizzava restavano più rapide accendendo un pc e mandando una mail da lì, dieci anni dopo metà Italia aveva un iPhone o un Android, venti anni dopo in Italia avevamo il numero più alto d’Europa per smartphone pro capite. In Italia sono nate importanti società di telecomunicazioni che non esistevano prima, che han creato un mercato del lavoro enorme in un settore dove fino a prima non c’era nemmeno preparazione scolastica (tagli all’istruzione?). Si sta ripetendo la stessa identica cosa, ho preso l’esempio smartphone perché è quello che conosco meglio ma in Italia soprattutto abbiamo una storicità assurda in tal senso.

    L’auto elettrica non è minimamente la soluzione all’inquinamento globale, è la soluzione a una Europa futura più unita, più ricca, più indipendente dalle politiche dei paesi ricchi di materie prime. Frenarla è un suicidio politico ed economico, costa meno alla società aprire scuole di formazione per lavoratori dei settori interessati, porta una maggiore serenità sociale, alza gli stipendi medi e da prospettive a medio e lungo termine ai lavoratori che generalmente chiedono solo di poter continuare a lavorare senza rotture di ca*** inutili e sicuramente non chiedono una politica che raccoglie voti sulla loro “ignoranza” indotta da questo oramai incancrenito mondo politico in continua campagna elettorale senza risultati.

    Certo è che se nessuno di un minimo credibile parla apertamente mettendoci la faccia, l’auto elettrica continuerà ad essere vista nel modo sbagliato anche da chi è favorevole, e chi poi vedrà disilluse le proprie aspettative errate sarà un detrattore futuro. Io certamente non posso andare in tv a fare “l’avvocato del diavolo” non sono nessuno, non sono giornalista, non ho una attività legata al mondo elettrico, ma.. Qualcuno della redazione ne avrebbe tutte le possibilità, vuoi per atteggiamento vuoi per preparazione, l’importante è non cadere nel loro gioco e tirare acqua al proprio mulino solo giocando sulla pancia delle persone (cioè solo green green e tie attacca al sedile).
    Provateci ragazzi! Anche se non siamo quasi mai d’accordo su argomenti specifici siamo tutti abbastanza maturi da cogliere i punti in comune e iniziare a lavorare su quelli no?

      • Io sono l’avvocato del diavolo di qualunque argomento sia visto come o bianco o nero 😂
        La voglio? Si
        Voglio le attuali? No
        Se me la regalassero la terrei? Assolutamente si (se sopra i 400km di autonomia)
        Amo la tecnologia, amo il progresso tecnologico, sono uno smanettone e sarebbe bello avere uno smartphone con le ruote da esplorare in ogni sua logica… Ma non mi va di fare il beta tester con quei prezzi e le scomodità a cui mi obbliga oggi, non mi va di dover gestire anche l’auto come faccio con la domotica di casa o il lavoro o il fotovoltaico di casa per sfruttare tutto nei momenti migliori etc, se devo perdere mezz’ora a settimana preferisco farlo davanti a un film o leggendo un articolo interessante o ancora meglio creando confusione sul mio volere o meno una bev hehe

        • Giusto. La stragrande maggioranza vuole un’auto dove sali e parti, scendi e spegni. Non vogliono e non possono stare a programmare la ricarica, la sosta o quel che vuoi alle 16 del giorno X e al Km tot, smanettando con le App. È la realtà. Ma se la ragione è il clima per quale ragione non si accetta il compromesso e-fuel? Secondo me perché sapete e sappiamo che se passa la proposta e -fuel sarebbe la fine delle BEV. La gente sarebbe disposta a pagare e-fuel 2.50 al litro piuttosto che comprare una macchina elettrica .

          • Perché efuel non è un compromesso, già sostituire tutte le auto del pianeta con bev alimentate garantite da pannelli solari durante tutto l’arco di vita, non basta a risolvere il problema planetario, se ci mettiamo a prendere decisioni che limano il problema del 5 o 10 % anziché del 100% campa cavallo che l’erba cresce (ma post estinzione umana). L’energia elettrica la ricavi un po ovunque da quasi qualunque cosa oramai, gli efuel devi avere impianti in scala giga galattica per i quali non abbiamo spazio e dovremmo ancora una volta dipendere dall’estero, basandoci sulla corrente elettrica invece possiamo renderci indipendenti col tempo e con la ricerca, l’unico pericolo sta nel gestire bene la transizione senza dare troppi poteri alle aziende che vendono energia o rischiamo veramente una stretta alla gola per gli interessi aziendali nel lungo termine, ma almeno in Ue qualcuno che ragiona c’è nonostante noi cerchiamo di remare contro qualunque buon senso (a livello politico italiano intendo)

          • Gli e-fuel sono fumo negli occhi, sono la strada sbagliata per vari motivi:
            – vanno bruciati in un motore termico che ha una bassa efficienza producendo sostanze nocive.
            – dove troviamo la terra per coltivare abbastanza vegetali per produrre biocarburanti?
            – nel caso di carburanti sintetici l’energia necessaria a produrli è largamente superiore alla resa.
            Ma perchè dobbiamo usare tanta energia per fare dei carburanti quando possiamo, in modo molto più efficiente, immagazzinata in una batteria?

          • Non sarei cosi sicuro di quello che hai scritto, sono passato all’elettrico e non tornerei al diesel nemmeno se lo pagassi 1 euro al litro. Opinione personale, sia chiaro.

    • Nel mio commento parlavo di “buon senso”. Eccolo qui, espresso nello Xardus pensiero, hai indicato dove andare, sula Luna, ignorando il dito; hai il mio rispetto.
      Dissento sulla frase “LA soluzione”, è UNA delle soluzioni sul tavolo, insieme alle altre ed è qui l’errore della massa, vedere solo quella, forse perché incide sulla parte emozionale più tangibile (e che non viene mai percepita come investimento).
      Redazione, ne parliamo seriamente? Proviamo a parlarne a un livello superiore?

      • Si beh, mi son fatto prendere la mano dal discorso, non è “LA soluzione” all’Europa unità, ma è sicuramente uno dei primi passi e sicuramente uno dei pilastri alla base di quel futuro inteso come una comunità energetica europea forte e quanto più possibile autonoma.

        “lo xardus pensiero” mi piace, credo la userò in futuro 😂

          • Ahimè, viviamo nell’epoca in cui lestremismo ermetico crea click ma pessima informazione, abbiamo una bellissima lingua con cui scrivere e parlare, usiamola hehe,
            il vero motivo è fornire un quadro completo delle motivazioni che stan dietro le mie parole, è facile dire “ho ragione io” senza argomentare ne accettare il confronto, è quello che fanno i nostri politici.. Infatti ogni 2 anni li cambiamo.. 😂

          • Alquanto prolisso il signor Xardus, magari, visto che vorrebbe comprare ‘bev’ per tutto il pianeta, anche per i miliardi di africani ed asiatici, e tappezzare di pannelli solari il pianeta, come se ciò bastasse a produrre energia sufficiente, e soprattutto stabile, magari proporrà anche una tassa dei paesi ‘ricchi’, per farlo. Quindi, facciamo due conti, oltre a pagarci macchinine da 40 mila euro, dobbiamo pure pagare molto più dell’80% del nostro lavoro (mi tengo basso, visti i propositi), per acquistarle ai 3 miliardi di indiani e cinesi, e i prossimi 4 miliardi di africani che ci saranno entro il 2050. Per non parlare di costruire pannelli nel deserto del Sahara o Dio solo sa dove.

          • Gabriele
            Per sua info, “i miliardi di africani” constano in 26 milioni di veicoli, escludendo il Middle East (che complessivamente ne ha 49).
            L’intera Asia esclusa la Cina (che ha un tasso di elettrificazione doppio rispetto all’Europa e se ha una minima idea di come funzioni la “democrazia” lì può ben immaginare di quanto ci metteranno a raggiungere il 100% delle immatricolazioni) pesa per 210 milioni di veicoli, la metà dell’Europa. Complessivamente, l’Africa e l’Asia intera (esclusa Cina) valgono poco più della metà dell’Europa.

    • A mio parere, lei è una delle vittime dei tagli alla scuola che le diceva la sua insegnante. Ammetto che non ho 2 ore di tempo per leggere il suo commento/libro. Per quanto riguarda il progresso a cui lei allude, sempre che di progresso si parli, mi dica pure come farà a caricare l’auto elettrica in inverno ed al contempo riscaldare la casa con pompa di calore elettrica, utilizzare una lavatrice, un’asciugatrice o magari un forno o un piano induzione per poter mangiare? L’Italia come produrrà tutta questa energia elettrica? Lo Stato dove preleverà le attuali accise dei carburanti fossili? Quanto ci costerà accendere una lampadina? Faremo tutto con i pannelli solari anche in inverno? Personalmente ritengo che la politica rosso/verde europea sia sbagliata e fortemente disfattista in favore dei loro compagni cinesi. Ma ovviamente questa è la mia opinione. Saluti

      • Quindi, assodato che dobbiamo decarbonizzare i nostri consumi, lei quale soluzione alternativa suggerisce?

        • Le dico che è inutile decarbonizzare obbligatoriamente l’Europa quando nazioni come Cina e India, tra le piu popolose al mondo, se ne fregano e continuano ad inquinare. Chi percorre pochi km al giorno potrebbe valutare l’opportunità di acquistare un’auto elettrica ma comunque ci deve eseere libertà di scelta

        • Le ho chiesto quali soluzioni alternative propone, e si rifugia come tutti nel benaltrismo, svicolando in nemmeno un giro di risposte. Tutto già visto.

          PS: la Cina è più avanti dell’Europa sull’elettrificazione, eviterei i soliti luoghi comuni.

          PS2: la libertà di scelta caro mio finisce dove la sua libertà di immettere nell’aria sostanze nocive nuoce a me a tutti gli altri. Lei stesso compreso.

      • @Piermarco: argomenti interessantissimi a cui nessuno di noi aveva mai pensato e che mai, dico mai, sono stati trattati nel sito.

        Devo anche avvertire mia figlia e mia sorella a cui ho ristrutturato casa “solo elettrica” che stiano attente ad accendere piano a induzione, forno, lavatrice, phon se c’è anche la pompa di calore accesa. Chissà quali salti mortali stanno facendo per usare tutta quella roba lì.
        E io? Con forno, microonde, 2 lavatrici, condizionatore a 3 split con contatore da 3kW, adesso ho paura a ricaricare anche la ZOE?!?!?

      • Concordo, probabilmente è la prima vittima, inconscia, di quei tagli alla spesa dell’istruzione. Peraltro la sottolineatura che la prof di estrema sinistra, aveva predetto tutto, già la dice lunga, oggi, su chi voglia questo papocchio di europa ambientalista e ‘inclusiva’.

        • Concordo. Nel 2024 si vota in Europa e vedrà che tutti i partitini tedeschi ed europei rossi e verdi andranno all’opposizione. L’attuale politica europea è altamente distruttiva e tanto filocinese. Già il fatto che c’è stato un rinvio dello stop ufficiale ai motori termici la dice lunga, senza contare che a distanza di un anno, la nuova coalizione che guiderà l’Europa potrebbe stoppare questo suicidio economico di massa. Grilli e scarafaggi compresi

          • Piermarco, io capisco che il lavaggio del cervello delle masse ha successo nel fare preferire il suicidio-suicidio (che ha basi scientifiche e al quale, singolarmente, non è possibile opporsi) al suicidio-economico (supposto, anche in senso greve, avvenga, ma al quale è possibile far fronte scegliendo un sentiero che non incontri il percorso della frana).

            Il vero problema è che, quando finalmente quei docili e ingenui topini tra di noi che, ascoltanodo il suono del pifferaio, si saranno diretti verso il fiume Weser, capiranno di stare annegando, sarà, chiaramente troppo tardi. Poi il pifferaio tornerà e porterà via anche i bambini.

      • Faccio tutto già oggi senza fare salti mortali di 4.5 kW al contatore e spero un giorno di prelevare l’energia dove lavoro, ovvero di giorno, per poterla usare a casa la sera, la ritieni una cosa impossibile? Già si potrebbe fare se i politici avessero una visione del futuro. I problemi sono due il clima impazzito e l’inquinamento, almeno in pianura padana.

        • E’ che la gente CI piace parlare di cose che non conosce, di cui non si informa, riporta i “sentito dire” dai “guru” del web…però dice che gli altri, gli altri, sono “vittime dei tagli alla scuola”.

      • Come abbiamo fatto nel tempo? Aumentando la generazione. Non capisco quali perplessita’ posas esserci. La domanda di energia elettrica e’ aumentata nel tempo e aumentera’ ancora. La novita’ e’ che diminuira’ quella di energia generata direttamente da fonti fossili, come le automobili a combustione e il riscaldamento a gas.

        Visto che auto elettriche, pompe di calore e piastre a induzione sono piu’ efficienti dei dispositivi che andranno a sostituire, anche se la generazione elettrica rimanesse agli stessi livelli di emissione attuali, si otterrebbe una riduzione netta delle emissioni comunque.

        Ma dal momento che al momento, il 90% o piu’ delle installazioni di impianti per la generazione di energia e’ rinnovabile, i futuri livelli di emissione saranno anche minori.

        Per quanto riguarda le accise e’ un non problema: e non ho intenzione di dare suggerimenti.

        Sono sicuro che se riusciamo a sporavvivere alla crisi climatica, sopravvivranno anche le tasse.

  14. A me pare che basterebbe concentrarsi sugli scarichi dei veicoli che ci precedono per darsi una risposta.
    Io comunque, anziché alle spalle del veicolo, obbligherei per legge, i costruttori di termiche, a porre l’uscita degli scarichi della propria auto, di fronte alla stessa…..meglio se direttamente dentro l’abitacolo!
    Forse, in questo modo capiremmo meglio cosa facciamo all’ambiente in cui viviamo!

    • Almeno cerca esempi non ribaltabili sullelettrico facilmente 😅 si potrebbe tranquillamente obiettare che con l’auto elettrica risolvi il problema per te stesso e quello dietro di te in tangenziale, ma lo ribalti sui bambini che abitano nelle palazzine vicine aintermovalorizzatori, alle centrali a gas e carbone che vengono riaperte o aumentano la produzione per star dietro sia ai maggiori consumi dovuti all’espansione progressiva delle bev, sia all’enorme calo del idroelettrico che rappresentava (fino a tre anni fa) quasi il 70% delle rinnovabili italiane che è calato in modo estremamente drastico, siam passati da un 43/44% di produzione rinnovabile a un misero 30/32% nei mesi più fortunati con picchi al ribasso del 27/28%… Probabilmente abbiamo problemi più urgenti e impattanti su ambiente e società da risolvere piuttosto che concentrarci solo ed esclusivamente sul dare sussidi ad minchiam per cambiare auto che saranno cmq obsolete entro un lustro

      • Magari sbloccare le autorizzazioni alle rinnovabili potrebbe essere un bel passo avanti.
        Non ho mai capito cosa ci vedono di brutto ad installare i generatori eolici a 10/12km al largo di rimini.

        • Di brutto ci sono i conti in banca dei loro amici, che non si gonfiano come adesso che non ci sono.

      • Spero che Xardus acriva cose in cui non crede, giusto per fare “l’avvocato del diavolo di qualunque argomento sia visto come o bianco o nero” come ha detto lui stesso.
        I termovalorizzatori esistono e li voglionio mettere indipendentemente da BEV o altro.
        Una centrale termoelettrica a gas o carbone, a parità di energia prodotta, rende e inquina meno di motori termici corrispondenti. Alla revisione, un motore anche fuori norma passa con la complicità del revisionatore. Una grossa centrale ha una marea di occhi, di orecchi e di nasi pronti a denunciare.

      • Prima di raggiungere la stessa quantità di sussidi ad minchiam che nel corso degli anni sono stati dati per l’acquisto di auto termiche (ho perso il conto delle “rottamazioni” che ho visto) ne devono passare di bev sopra ai ponti….

    • @Giovanni: io proposi mettere un obbligo agli automobilisti a fare a piedi o in bici almeno 10 km (in città) per ogni 1.000km fatti in auto.

      • Per quello che mi riguarda, nucleare a fusione, approvo ed accetto volentieri!
        E comunque, un po’ di fotovoltaico,che già ho sul tetto, non uccide nessuno!

      • Sinceramente preferisco di gran lunga una centrale nucleare (a fissione) nelle vicinanze di casa rispetto a una centrale termoelettrica. Le sostanze radioattive sono ben confinate all’interno e si pone ben attenzione ad evitare eventuali fughe. Le ceneri di carbone, tanto per dire, hanno un contenuto radioattivo assolutamente non trascurabile. Pur contenendo il carbone piccolissime quantità di sostanze radioattive, la combustione fa sì che vengano concentrate notevolmente.

  15. Questa solfa dell’auto elettrica e a combustione una contro l’altra ha veramente stufato,ban o non ban la gente entrerà nelle concessionarie e acquisterà quello che meglio si addice alle proprie esigenze e tasche, personalmente io ho comprato 6 anni fa la mia ultima auto nuova e per il futuro visti i costi stellari sia elettrica che a combustione comprerò solo auto d’occasione,io stò nel mezzo: che mi diano una macchina che posso acquistare e utilizzare con praticità a costi appropriati per uno stipendio medio italico, l’alimentazione non mi interessa,i signori politici europei/italiani dovrebbero capire questo innanzi tutto,e lo dico contro i miei interessi visto che come lavoro produco motori diesel per veicoli industriali/navali/agricoli chiaramente in via d’estinzione/ridimensionamento.

  16. Se la politica fosse puntare tutte le fiches sulla tecnologia più promettente e bocciare tutte le altre, allora anche un pupazzo può fare politica. Chiaramente la politica è più complessa di così.

    La lotta al cambiamento climatico si fa con un mix di interventi che devono combinare una serie di fattori. Non è un caso che tutti gli altri continenti non hanno bannato il motore termico. Ho verificato per scrupolo e anche UK, che erroneamente pensavo avesse una legge come quella UE (pur anticipando il ban al 2030), in realtà ha lasciato la strada aperta alle auto plugin.

    La verità è che nessuno ha detto che non se ne fa nulla. La verità è che i rappresentanti democraticamente eletti di alcuni paesi, rappresentanti che avevano posto il problema ai loro elettori, in coerenza col loro programma hanno chiesto di rivedere la politica UE evitando che la UE fosse il paese più “estremista” in materia, ovvero l’unico al mondo (e lo ripeto: UNICO) a prevedere la morte totale del motore a scoppio, anche nella versione plugin.

    Aldilà di come la si pensi, è innegabile che la strategia europea, che in teoria avrebbe dovuto accentrare qui da noi la ricerca e lo sviluppo sull’auto elettrica, in realtà non ha dato i frutti sperati: perché nonostante ci siamo autonominati portabandiera dell’auto elettrica, gli investimenti sono finiti altrove. Tesla di recente ha detto che le sue batterie che avrebbe dovuto fabbricare qui da noi le andrà a produrre negli USA e tanti progetti sono ancora al palo. Gli USA hanno dimostrato che un approccio pragmatico aiuta: anziché vietare l’auto a benzina, si costruisce un “ecosistema” di norme che di fatto la avvantaggia al punto tale da renderla così competitiva che tutti ci si tuffano. Una logica win-win dove la scelta dell’auto elettrica diventa non una imposizione dall’alto (che crea quindi una contrapposizione e una resistenza interna) ma una scelta premiata dal mercato oltre che dalla politica. Non a caso è negli USA che Tesla ha lanciato, tanto per dirne una, la sperimentazione dell’abbonamento a 30 dollari al mese per la ricarica notturna presso la sua rete: funziona più questa strategia commerciale che tanti divieti imposti per legge.

    Un meccanismo premiale di incentivi e disincentivi è più che sufficiente per accompagnare la transazione, soprattutto in vista della differente curva di costi dell’auto elettrica rispetto a quella benzina, con la prima destinata a costare meno della seconda. Quando ciò avverrà, e avverrà prima del 2035, rimarrà solo una nicchia residuale di utenti che non potrà o vorrà passare all’auto elettrica e il loro contributo alla co2 globale sarà certamente trascurabile.

    • La “pragmatica” politica di Biden si chiama 370 miliardi di dollari, elargiti a pioggia. Sarebbero quasi mille euro di tasse o di debito aggiuntivo per ogni cittadino europeo, neonati compresi. A meno che non voglia tirarli fuori tu

        • rispostina da tifoso da bar
          che sottintende che chi li spende non lo sappia fare,
          ma non lo afferma esplicitamente, pilatescamente,
          e così facendo alimenta nel lettore il sospetto che chi li spende sia incompetente e quindi le sue scelte sbagliate. e quindi, nel caso specifico, che sia sbagliato puntare sul bando 2035.

          Enzo, ma al corso di formazione per la gestione dei commenti sui social
          sul serio si son fermati a questo? non hanno spiegato altre tecniche?
          o c’è una differenziazione in base al sito (commentare qui è un po’ diverso che commentare su IlGiornale, per dire…che diamine! 🙂 )? in tal caso secondo me dovresti volare un po’ più alto

          • Ma figurati, Enzo è quello che quando fu invitato a un progetto aziendale, criticò aspramente le idee dei colleghi con commenti tecnici come “boiate”, e ci ha narrato anche – cosa stranissima! – che venne allontanato dal progetto!
            Ormai Enzo purtroppo lo conosciamo, lui si siede sul tavolino del bar a rimirare la sua Aborth e a criticare tutto il resto. Solo chi non fa non sbaglia.

          • Occhio, Luca, Enzo ha alzato il tiro. Dice che il Recovery Plan europeo da 2 mila miliardi è tutto sbagliato, tutto da rifare. Aspettiamo trepidanti la sua “Spending Review”.

          • Mario io ho risposto a un commento in cui si affermava che non c’erano 370 miliardi di dollari per fare quello che ha fatto Biden negli USA quando noi in quel frangente ne abbiamo spesi 2018. Che poi il piano di Biden nel campo della produzione delle auto elettriche e della componentistica si siamo mostrato ad oggi più efficace del nostro mi pare evidente, parlano i fatti, tutto qui.

          • @Luca: tu quoque Luca, mai rispondere nel merito dell’osservazione e provare ad argomentare ma sempre attaccare la persona … un po’ triste …

          • Enzo, tu argomenti solo criticando quello che fanno gli altri, sempre.
            Finora, io ho letto solo critiche, sfottò, denigrazioni, e (sempre a posteriori) i bellissimi “eh io l’avevo detto”. E ti stupisci che ti prendiamo in giro?

            Attendiamo che tu porti le tue brillanti idee al Parlamento Europeo, e godremo tutti dei risultati che queste azioni porteranno.

    • C’è una cosa che vedo ahimè continuare a essere detta ma è totalmente sbagliata, la Ue non ha messo al bando i motori termici, ha messo al bando i veicoli che emettono robaccia durante la marcia… Nulla vieta di trovare soluzioni tecnologiche per filtri funzionali che raccolgono tutto tutto quello che esce da dietro… Cioe… A pensarci sarebbe la soluzione all’abbattimento reale del carbonio nell’aria, un sistema del genere su ogni singola auto che oltre a filtrare gli scarichi filtra anche l’aria che passa nell’auto durante la marcia per drenare robaccia ovunque e una compensazione economica per ogni grammo di co2 quando si va a svuotare il filtro (carbonio = una quantità infinita di materiali ottenibili per industria)
      La ricerca in tal senso è già avviata e da diverso tempo anche, voler coinvolgere anche le case automobilistiche a me sembra solo cosa buona… Anche perché parliamoci chiaro, di aiuti statali ne han ricevuti a tonnellate per decenni, è anche ora che riducano il loro margine e restituiscano una piccola parte degli enormi favori ricevuti fin ora. Le bev sono il metodo più intelligente per farlo, magari tra 12 anni avremo bev abbastanza evolute da non essere lo specchietto per le allodole che sono oggi, dubito ma in ogni caso saranno migliori delle attuali, più noi perdiamo tempo a frenare e rallentarne lo sviluppo peggio sarà per noi consumatori, non certamente per politici con auto blu pagata dalle nostre tasse, si faranno affittare una casa ancora più in centro e andranno a piedi con la scorta.

  17. Aumentando il volume di vendita delle auto elettriche,le aziende che producono per le endotermiche avranno sempre meno mercato,quindi inizieranno una discesa della produzione che negli anni, per le leggi economiche, porteranno a chiusure e fallimenti.piu passa il tempo prima di buttarsi nei nuovi prodotti più sarà difficile entrare con profitto nel mercato.Miopia assoluta.

  18. Personalmente il “ban” delle termiche non l’ho mai visto xome una cosa positiva. Ci sono ambiti, sebbene ristretti, dove dubito che le BEV possano sostituire le ICE.

    Per il resto il ban é superfluo, le ICE non arriveranno al 2035, la loro inefficienza é troppo grande rispetto alle BEV i costi di mantenimento troppo alti rispetto alle elettriche.

    Ad 1,8€/L le ICE non hanno speranza contro le elettriche, l’unica loro salvezza é la soglia d’ingresso alta nel mondo BEV.
    Ma come dimostra Tesla…é solo questione di tempo e prima del 2035 le ICE verranno messe da parte per altre ragioni che non sono un ban di legge. É che hanno concluso il loro ciclo, non riescono ad evolvere se non come ibride (aggiungendo una parte elettrica).

    Il total elettrico é la naturale conclusione del percorso.

    • Il fatto è che, comunque, il petrolio finisce.. E per i biocarburanti serve occupare superfici enormi per produrre quantità non sufficienti a coprire la domanda nemmeno per una frazione, le stesse superfici usate per solare/eolico/atomo(fissione e fusione se arriverà durante le nostre vite) producono energia elettrica in quantità nettamente superiori ai km che faresti con quei biocarburanti, che per carità son cosa buona e giusta per aviazione industria spaziale e sport competitivi, ma a noi serve solo che l’auto ci porti da A a B nel modo più comodo ed economico possibile per le nostre di tasche… Oltretutto l’energia elettrica è convertibile in qualunque altra forma con una efficienza (generalmente) molto alta e quindi utilizzabile in qualunque altro ambito che non sia un motore, ci cucini, scaldi la casa, raffreddi il frigorifero, ricarichi lo smartphone e il portatile, trovi serve internet accesi che ti danno i servizi e le informazioni che ti servono, ti fa andare il bancomat, ti tiene aperti i supermercati, ti illumina le strade la sera e ti permette di vederci in casa quando tramonta il sole e quindi di avere una vita privata serale, puoi studiare fino a mezzanotte senza doverti procurare scorte di candele (che bruciano cmq ossigeno)… Il petrolio teniamolo per l’industria gomma plastica e per tutti quei fantastici nuovi materiali a base di carbonio che nascono praticamente ogni giorno… Gli stessi che finiscono per aumentare le rese dei pannelli solari delle batterie etc etc…

  19. Mi colpisce un aspetto che non viene quasi mai citato nelle discussioni: la diffusione dell’auto elettriche migliorerebbe in modo importante la qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre città. Respirare aria salubre solo a partire dal 2035, già mi pare grave. Da notare anche che i due paesi che si sono espressi in modo netto contro la Direttiva, Italia e Polonia, sono quelli che in Europa hanno la qualità dell’aria peggiore! Sembra quasi paradossale ..

    • Vero, ma a leggere le ultime elezioni regionali, la cosa non stupisce nemmeno troppo. La Lombardia è per larga parte nella pianura padana, una delle regioni più inquinate d’Europa, eppure 3 cittadini lombardi su 5 (tra quelli con diritto di voto) hanno pensato di non votare nemmeno. Quindi, la maggioranza se ne frega totalmente, quelli che han votato han fatto vincere la coalizione che non ha praticamente niente nel suo programma circa l’ambiente. La stessa che adesso sta mettendosi di traverso allo stop alle ICE del 2035. Per come la vedo io, tutto torna. Purtroppo. confidiamo nella maggioranza qualificata senza il voto dell’Italia.

    • Gli italiani hanno votato da poco perché il nuovo governo continui a scavare adesso che siamo arrivati al fondo.

  20. Invio la platea a riflettere su un aspetto di non poco rilievo.
    Ma Stiamo parlando, a livello normativo, di una Direttiva o di un Regolamento?

    • Domanda giusta.

      Stiamo parlando di un regolamento e non di una direttiva da recepire con legge nazionale. Ma parliamo di un regolamento che non c’è e, pertanto, abbastanza del nulla giuridico.

  21. Gentile ing. Morici, le assicuro che nessun addetto ai lavori nel mondo attuale dell’ automotive credeva fino in fondo alla data de 2035.
    Le do un dato che ritengo molto significativo, ad oggi la maggior parte delle piattaforme dei costruttori europei BEV sono derivate (o con molte parti in comune) da piattaforme ICE…pochissime in proprio e quelle nate dedicate alle BEV.
    Avendo lei profonda conoscenza del settore sicuramente potrà interpretare correttamente questo dato

  22. Personalmente non ho alcun timore che il ban non arrivi in fondo all’iter.
    C’è solo un partitino tedesco, sceso sotto la soglia di sbarramento, che è alla disperata ricerca di visibilità. Nei siti tedeschi si legge lo stupore per l’irresponsabilità dimostrata.
    Adesso la commissione europea dovrà dargli il contentino da sbandierare come successo.
    Non parlo degli altri governi marginali che si sono opposti, perché in questa partita non sono neanche seduti al tavolo.

  23. “catastrofe ecologica”? Fate ridere, solo lo Europa avrebbe dismesso? i motori termici, tutto il resto del mondo niente. Il punto interrogativo sul dismesso perché comunque avrebbero continuato a circolare. Mi venite a dire che io inquino con la mia auto diesel che uso due volte a settimana , mentre tutti i giorni conto un autotreno ogni tre auto. Datevi una svegliata, riusciate di passare per talebani.

    • Per strada non c è solo lei!c è gente che con l auto ci lavora!non solo lei per andare prendere il pane alla mattina!

  24. Francamente uno slittamento me lo aspettavo,ma non un nulla di fatto con un “a data da destinarsi”..lo sconquasso climatico da noi umani creato non si arresterà da solo,ritengo che il clamore provocato dallo stop per legge si sia ritorto contro alla transizione ed essendoci l’anno prossimo le elezioni Europee , gli onorevoli a Bruxelles hanno fatto le loro previsioni…risultato,se ne riparlerà con la prossima legislatura ….ma sono fiduciosa,molti di noi si sono avvicinati all’elettrico non per il perentorio ultimatum del 2035 ma perché ne abbiamo compreso i vantaggi per noi (egoismo umano) e per l’ambiente…rimango orgogliosamente felice nel produrmi l’energia che mi immetto nell’auto,non userò oli prodotti lontano ,raffinati e bruciati in euro9…non avendo sul tetto di casa una alternativa. la palla di neve ha iniziato a rotolare e saremo noi nel 2024 a decidere la velocità con il nostro voto🖖

  25. // Allora mi chiedo perché non cavalcare con decisione e con un piano serio e articolato una vera transizione energetica anziché tentennare e rimandare?//.
    In Italia la politica non la fanno persone colte e preparate tecnicamente, la fanno gli stolti che non ammetteranno mai di sbagliare e ascolteranno solo le “sirene” di chi “conta” nel mondo industriale, anche se questi non hanno idea di programmare il oro futuro per oltre 2 anni avanti dal loro naso.
    L’industria presumo SAPPIA (e se non lo sa sono guai doppi per noi) che in Italia (ed altri stati europei) stanno usando gli ultimi tizzoni del fuoco tecnologico attuale per scaldarsi, bruciati quelli saremo solo un paese terzomondista.
    Hanno regalato il know-how occidentale alla Cina?
    Adesso ne paghiamo tutti le conseguenze.
    Per un guadagno immediato (delocalizzazione delle produzioni) hanno ipotecato la nostra superiorità tecnologica verso l’oriente, fino ad annullarla.
    Ancora qualche anno e i cinesi ci spianeranno come l’asfaltatrice fa con il bitume caldo.

  26. Io propongo, dal 2035, o anche prima, di mettere obbligatoriamente lo scarico, ossia la marmitta, direttamente nell’abitacolo!
    Forse, così, capiremmo meglio…..

  27. Io non capisco perché debba esserci il divieto alle ICE. Se la tecnologia elettrica è veramente superiore (come sia chiaro ritengo che sia nel medio termine), sì affermerà autonomamente sulle ICE. Lo smartphone non ha avuto bisogno di qualche ban sulle vecchie tecnologie per affermarsi e così tanti altri progressi tecnologici in altri campi

    • Perché mettere il divieto alla commercializzazione delle ICE ci obbliga a programmare il futuro.
      Dove per futuro non abbiamo solo le BEV ma anche la riorganizzazione delle produzioni e la relativa riqualificazione degli operai; altrimenti, come ha ben evidenziato l’autore della lettera, chi lavorerà nel mondo delle ICE si ritroverà senza lavoro perché lo sappiamo bene le aziende preferiscono chiudere un ramo morto e mandare tutti a casa.
      Poi mica hanno detto che le ICE non potranno continuare a circolare.
      Ricordo che l’Italia ha vissuto una situazione simile con le TV in bianco e nero. Le forze politiche spinte a non velocizzare il passaggio alle trasmissioni a colori hanno fatto sì che marchi come Seleco ed altri non si riorganizzassero e giusto con il passaggio sono fallite e tutti gli operai sono stati mandati a casa.
      Quindi, morale della favola perché non cavalcare l’onda con le opportune precauzioni???

      • “…mettere il divieto alla commercializzazione delle ICE ci obbliga a programmare il futuro…”

        perdoni, e in quale famiglia, comunità di persone o azienda
        il futuro non si programma
        ma si vive a c.zzo?

        mi sembra peraltro che la pandemia prima e la quasi totale mancanza di programmazione sanitaria
        la siccità 2023 e la quasi totale mancanza di programmazione idrica
        per restare a due esempi temporalemnte vicini

        la dicano lunga
        sia sul godimento dell’eelttorato italiano rispetto alle campagne elettorali permanenti
        sia ai drammi e alle tragedie conseguenti alle mancate programmazioni.

        beninteso e prima di ricevere sterili critiche:
        non si programma la pandemia o la siccità,
        si osserva il presente e si cercano segnali di futuro, e ci si organizza di conseguenza.
        “sta cambiando la stagione, andiamo verso il freddo, allora faccio il cambio negli armadi”: roba da elementare economia domestica

  28. Dev’esserci un errore: se la resa del ricino sgusciato è di 1500-1600 kg/ha come faccio a estrarre 5000 kg/ha?

    Gli articoli citati parlano di un 40%-57% di contenuto oleico nei semi, quindi il rendimento di olio non dovrebbe essere 600-912 kg/ha?

  29. Condivido appieno quanto affermato nell’articolo ed aggiungo che per quanto riguarda il fotovoltaico, esso dovrebbe essere incentivato al massimo e non tanto per aumentare il numero di campi in cui invece di fare coltivazioni si installano pannelli solari, ma obbligando tutti i privati a ricoprire i propri tetti con pammelli fotovoltaici o per quelli non disponibili ad investire danaro per queste installazioni a mettere a disposizione i propri tetti di chi invece desidera investire somme per farlo L’utilizzo di milioni di tetti sarebbe molto più logico che non l’impegno di aree coltivabili.

    • Il FV si integra molto bene anche con le aree coltivabili.
      Si chiama agrivoltaico. Cercare per credere.

      • Si ma non puoi sostituire tutte le colture con quelle adatte allagrivoltaico, addio alla maggior parte delle eccellenze italiane per cui siamo famosi (e richiesti) in tutto il mondo, per tutto ci vuole equilibrio.

        Stanno nascendo anche finestre fotovoltaiche, palazzi interi a effetto vetro nelle città come nelle aree a bassa densità, una produzione talmente delocalizzata da essere sicura strategicamente, in modo da lasciare liberi i tetti più alti e quindi esposti a venti importanti, al eolico, tende fotovoltaiche già sono in commercio (a prezzi assurdi).
        Quello che trovo scandaloso è la gente che scende i piazza per protestare contro la modifica del territorio (a pannelli o turbine) perché altera la natura del paesaggio… Dove molto spesso si trovano già terrazzamenti enormi fatti dall’uomo o aree bonificate decenni fa… Come se quelle non fossero già aree alterate totalmente dall’uomo… Ma poi, cosa hanno di brutto i campi fotovoltaici? Danno senso di modernità e integrazione naturale in chiunque li veda, fanno ombra meglio del sottobosco e aiutano le specie animali a ritrovare aree vivibili, dove puoi anche coltivare ancora meglio, veramente vorrei parlare con qualcuno di questi detrattori per capire le motivazioni perché così mi sembrano per lo più assurde, capisco giusto i problemi per eolico in Sardegna che andrebbe a rovinare completamente delle importantissime installazioni di ricerca scientifica che in tutta Europa possono essere messe solo lì e con piano già avviati da tempo, ma per tutto il resto?

        • concordo:
          l’agrivoltaico mi lascia molto perplesso da un punto di vista energetico,
          se sul terreno arriva in condizioni normali una quantita X di energia solare che mi fa crescere la pianta
          se interpongo dei pannelli fotovoltaici che assorbono una quantità Y di energia,
          sul terreno arriverà una quantità di energia solare X-Y, che difficilmente andrà bene per far crescere la stessa pianta, o una qualunque pianta che su quel terreno generi la stessa resa.

          • Beh si è verissimo, ma si sfrutta le penalità date dai pannelli per quelle colture che richiedono quelle condizioni, mi pare pochi mesi fa era uscita una ricerca secondo la quale con le colture adatte la presenza dei pannelli aumenta la resa e qualità e anche non di poco, chiaro che non puoi sostituire tutto con quelle colture ma iniziare a farlo dove son già presenti perché no? Quellenergia gratis potrebbe portare a un aumento delle serre del contadino perché più economiche da mantenere e quindi usarle gli porta soldi, oltre che per tutta la tech elettrica che si appresta a rivoluzionare l’agricoltura (risparmio idrico in primis) e avere quindi ricadute positive indirette anche sulle altre colture senza solare.
            Il calore che generano nelle immediate vicinanze potrebbe anche permettere di coltivare meglio in climi rigidi e quindi estendere le superfici agricole, con in vista un rivoluzione del sistema alimentare per star dietro alle emissioni e alla popolazione in rapida crescita può solo che far bene a tutti (chiaramente si dovrebbe ragionare in ottica mondiale anziché singoli stati in competizione tra loro per tutto).

          • Ci sono tante coltivazioni, i piccoli frutti per esempio come mirtilli, fragole, etc etc, che non vogliono sole pieno.
            E non ho detto che tutte le aree agricole devono convertirsi all’agrivoltaico.
            Però, in sicilia, ho visto tante piantagioni di agrumi abbandonate…

  30. Quando si parla dello stop alla vendita delle auto ICE si pensa subito alla riduzione dell’emissione di CO2 ma sembra che a nessuno venga in mente che meno auto ICE circolano meno schifezze respiriamo e più la salute complessiva ci guadagna, sarebbe interessante uno studio serio sulle ripercussioni sanitarie, soprattutto nelle aree densamente popolate, della scelta di passare all’elettrico, persone più sane significa anche una spesa sanitaria più bassa, tempi d’attesa probabilmente inferiori, meno ricoveri e la possibilità, a parità di spesa, di pagare meglio gli addetti e d’avere macchinari più moderni con i quali curare meglio e più velocemente chi ne ha bisogno. Non mi pare che questo argomento sia mai stato seriamente sviscerato, neppure da chi ha proposto lo stop.

    • Non è esatto: l’ultima versione del testo approvato dall’Europarlamento esclude i motori termici alimentati da idrogeno, biocarburanti e e-fuel proprio perchè nella combustione emettono residui tossici (nox e residui di dannosi di lubrificanti) pur essendo a zero emissioni di CO2. Uno studio dell’OMS ha stimato che le morti premature per inquinamento da particolato e biossidi di azoto siano circa 60 mila all’anno in Italia. Ai trasporti Ispra attribuisce fra il 40 e il 50% dell’inquinamento dell’aria nella Pianura Padana.Ispra conferma: nel lock down inquinamento giù del 40-50%

      • infatti avevo letto che nei motori a gasolio, parafginando gasolio e biodiesel da oli vegetali, il gasolio emetteva più particolato del biodiesel, quindi uno dei vantaggi dei biocarburanti viene a cadere.

      • Se mi sono sbagliato meglio, il problema è che i nostri disinformatori di professione, politici e pennivendoli, il tema non lo accennano neppure, sarebbe difficile sostenere nello stesso intervento che è un bene mantenere i veicoli ICE e che si pensa alla salute pubblica. Sarebbe bello se qualche giornalista vero ponesse la domanda, giusto per godersi l’arrampicata sui vetri degli interlocutori.

    • Io vivo a 4km da un petrolchimico e nell’ospedale di riferimento della zona chi ha problemi oncologici si sente dire che le raffinerie non c’entrano, ma in un altro ospedale a 50km dicono che siamo cavie da laboratorio.

    • Inoltre mi sono fatto alcune mie idee (sicuramente sbagliate):
      – i soldi valgono più della salute (anche di quella dei bambini);
      – se un giorno dovessero realmente eliminare le combustioni dei derivati del petrolio da questo pianeta penso che non tutti i medici e non tutte le farmaceutiche salterebbero di gioia.

  31. Concordo al 100% con Riccardo,
    il problema più grande della nostra classe politica è che non esiste un centro-destra ambientalista (cioè che ha a cuore l’ambiente, inteso come bene a “servizio” dell’uomo). Speriamo quindi nell’Europa e nella Germania, che decida per il si senza troppi compromessi.
    Sono affranto come Riccardo, anche se resto ottimista perchè ritengo già un miracolo che il parlamento europeo si sia esposto e abbia deciso una rivoluzione cosi “drastica” (sappiamo che drastica non è, anzi è sotto al minimo di quello che serve, ma visto la lobby del petrolio cosa ci ha fatto negli ultimi 50 anni, ritengo già un miracolo che siamo arrivati a questo punto …). Incrociamo le dita..

  32. Se l’iter legislativo subirà uno stop definitivo o un pesante ridimensionamento sarà una scelta suicida dell’Europa. Se il mondo ha individuato nelle BEV il futuro della mobilità, ciò si tradurrà in ulteriore ritardo, o meglio ulteriore vantaggio che si concede ai produttori cinesi o a Musk, che stanno innovando, anche nei processi produttivi, a ritmo sostenutissimo. Ancora una volta ipotechiamo il futuro in cambio di una manciata di voti.

  33. Grazie Sig. Morici.
    Bellissimo testo, non per quello che scrive (che condivido in toto) ma per averlo riempito di link che documentano le sue affermazioni: questo permette ai dubbiosi non ottusi di formarsi una propria idea. Rimane purtroppo inutile per chi ha già deciso aprioristicamente, vuoi per ignoranza, vuoi per ideologia, che elettrico è demagogia e basta.

    Chiunque sia dotato di buon senso credo che non potrà che concordare con le sue osservazioni.
    Piaccia o non piaccia, non si può continuare a bruciare fossili. E al momento non vedo altre tecnologie pronte quanto la mobilità elettrica a batteria. L’alternativa è la rinuncia alla mobilità, al riscaldamento, al raffrescamento, ai confort, la rinuncia a tutto quello che ha caratterizzato il boom degli anni 50.
    Le generazioni future pagheranno il debito pubblico ambientale che è stato contratto negli ultimi 60 anni, pena la dichiarazione di fallimento che non è economica, ma di sopravvivenza.
    Io non sono molto intenzionato a lasciare la terra in mano agli scarafaggi e ai topi (due specie sicuramente in grado di sopravvivere ai cambiamenti climatici), e voi?

    • ideologia? 🤣 giusto, perché elettrico a tutti i costi non è ideologia..

      come già detto, tutto dipende da cosa SI VUOL credere.. per ogni studio pro c’è ne uno contro. ignoranza è pensare che solo quello che ci interessa sia giusto

      chiunque sia dotato di BUONSENSO dovrebbe capire che la cosa è un cicinino più complessa del “passiamo all’elettrico e siamo salvi”. se lo si pensa, non si è ignoranti, bensì forrestanti. ho detto

      • “…chiunque sia dotato di BUONSENSO dovrebbe capire che la cosa è un cicinino più complessa del “passiamo all’elettrico e siamo salvi”. …”
        qui infatti è pieno di gente con buonsenso che SA che la cosa è un bel cicinino più complessa, a cominciare dalla redazione del sito, che non manca di pubblicare articoli che descrivono dubbi e criticità. sei tu, Ernesto, che ti ostini a sostenere e a mettere in bocca ai sostenitori dell’elettrico la convinzione che l’elettrico sia LA soluzione,
        non lo penso io, non lo pensa Baccarini, non lo pensa Enzo, non lo pensa Daniel CL, ecc ecc., e spesso questi utenti bisticciano pure tra di loro per differenze di vedute, ma NESSUNO ti dirà mai che l’auto elettrica è LA soluzione al dramma delle emissioni di CO2 e conseguente cambiamento climatico.

        Ti crei un nemico perchè il nemico in realtà proprio non c’è,
        ma tu nei hai un bisogno fottuto per poter alimentare le tue idee a partire dallo scontro, visto che in un confronto non saresti in grado di reggere:
        è un po’ come in un campo da calcio,
        se non riesco a fermare il mio avversario lanciato a rete con qualche virtuosismo atletico
        la butto in rissa, lo falcio da dietro, e dopo il cartellino rosso mi scaglio contro la classe arbitrale che ce l’ha con la mia squadra, che non tutela tutti alla stessa maniera, ecc ecc.
        chiunque abbia una esperienza sportiva conosce benissimo il meccanismo!

        “…tutto dipende da cosa SI VUOL credere.. per ogni studio pro c’è ne uno contro. …”:questo è falso, fa a pugni col metodo scientifico e almeno 4 secoli di scienza.
        la Terra non è piatta solo perchè c’è uno “studio” che dice che è piatta e io voglio credere che lo sia.

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