In azienda? “La nostra flotta è tutta elettrica, un gran risparmio”

Via il diesel, via il serbatoio a metano, avanti tutta con l’elettrico e la flotta aziendale ora viaggia a emissioni zero. Nel bilancio della AB Group S.r.l. – azienda informatica emiliana – di Stefano Gulinati e di Ilaria Zerbinati con la conversione a batteria si risparmiano migliaia di euro ogni anno.

Dalla Panda a metano all’ e-flotta

Tre  Zoe, una Tesla, in arrivo una 500 e una Audi Q4 e il titolare raggiunge i clienti con una Mercedes EQC. La strada per la conversione alla batteria viene raccontata a Vaielettrico dal titolare Stefano Gulinati.

Stefano Gulinati, titolare della AB Group S.r.l. con la sua Mercedes elettrica

Si parte da ottobre 2017. “Quando abbiamo preso una Panda a metano. E’ durata solo un mese, la prova non è riuscita. Bene dal punto di vista economico, ma troppi inconvenienti perché all’epoca ci si doveva adeguare agli orari dei rifornitori. Il lavoro era condizionato e ne risentiva dai passaggi alle stazioni di servizio”.

La Tesla aziendale

Via il metano.A gennaio 2018 siamo stati costretti a passare al diesel per motivi di efficienza nei tempi di lavoro, ma sono raddoppiati i costi. La spesa per il carburante è diventata importante e rilevante”.

In quei mesi per Stefano arriva il primo approccio all’elettrico, un flirt che metterà le basi per il successivo e stabile rapporto alimentato dai benefici dati dalla propulsione senza gas di scarico.

Nel 2018 il flirt con la Tesla Model S

Ad aprile 2018 ci hanno fatto conoscere la prima Tesla, una prova gratuita per 15 giorni di una Model S  – ricorda Stefano – per sperimentare quella che per noi era una nuova tecnologia. Un regalo di Tunap, azienda specializzata negli additivi per diesel o benzina ma che già studiava l’elettrico“.

Un’esperienza utile a far cambiare idea a me e al mio socio. Abbiamo iniziato a pensare che le auto tradizionali premium potevano essere sostituite da quelle elettriche. Restammo, infatti, allibiti dall’effettiva autonomia della Tesla con cui si superano tranquillamente i 500 km, poi l’accelerazione impressionante e la guida autonoma in quegli anni molto libera. In pratica guidò da sola. L’auto mi portò a casa – ricorda l’imprenditore – e rimasi letteralmente a bocca aperta. Stavo testando il futuro prossimo”.

Inizia a prendere forma l’idea di una flotta con auto daprestazioni imparagonabili e senza dover acquistare delle supercar”.

La fase di transizione

Buona la prima, ma nel 2018 “non c’era offerta. La Tesla costava troppo e non si offriva a noleggio, mancavano le stazioni di ricarica. Ma due anni dopo è arrivata la prima Zoe, data in mano a un nostro dipendente altamente ecologico. Abbiamo capito che era il pc con le ruote”.

Una delle Zoe della flotta aziendale

L’utilitaria della Renault, poi nel luglio 2021 arriva “una Mercedes EQA che oggi mi ripago con il rimborso km perchè la uso tanto. A questo proposito sottolineo che l’auto elettrica non funziona per chi sta in ufficio”.

E la spesa?  “Il cambio non mi costò tanto visto che avevo una Mercedes-Benz GLC Coupé. Capisco però che una Zoe da 35mila euro rappresenti un forte investimento per un operaio ma io possedevo già un’auto premium”.

Il risparmio economico

L’imprenditore apre la riflessione sul risparmio economico. A iniziare dall’auto del titolare. “Ho percorso 46mila km abbattendo i costi in modo rilevante visto che con la propulsione termica spendevo ben 500/600 euro al mese. All’epoca c’erano abbonamenti molto interessanti, risparmio di 500 euro con il bollo, parcheggio gratuito e così sono riuscito a capitalizzare fino a 6mila euro l’anno”.

Un’altra Zoe a disposizione dell’azienda

Dai conti personali a quelli aziendali: “Questo risparmio personale è stato replicato in azienda con le due Zoe e poi la Tesla e ho ottenuto gli stessi vantaggi. Ai miei ragazzi – ricorda Stefano – davo una Duferco da 50 euro, parcheggiavano gratuitamente a Bologna e non c’erano tagliandi da pagare. Solo per il carburante ho risparmiato la metà dei costi. La gestione dell’auto costava un terzo in meno di una Panda”.

La prova del nove quando una delle due Zoe ha avuto dei problemi. “La società di noleggio non aveva elettriche in sostituzione e mi hanno offerto una 500 X. In sei mesi con il full hybrid ho speso il doppio: da 120 a 240/280 euro al mese. Il dipendente si è lamentato per il ritorno al passato dicendo che gli sembrava di guidare un’auto vecchia, non tecnologica come l’elettrica”.

La resilienza all’aumento delle tariffe nelle colonnine

Sono finiti i bei tempi con il rincaro delle tariffe alla colonnina?Risparmiamo ancora con la ricarica casalinga, facciamo riferimento all’App Tariffev e usiamo più operatori – racconta l’imprenditore mentre ci mostra in pratica come sceglie dallo smartphone la colonnina più economica -. Sono le misure che abbiamo adottato da qualche mese. Fino a ottobre 2023 non ci pensavo, non mi ponevo il problema. Ora siamo costretti a studiare un pochino ma si riesce a risparmiare un buon 20% senza essere attentissimi, ma se sei bravo puoi arrivare al 50%. Ricaricando a casa è sicuramente il 50%”.

Avanti tutta con l’elettrico. “Sto cambiando auto, stiamo continuando a investire, ma c’è una difficoltà nel sistema di noleggio. Questo è un problema; per sei mesi non ho avuto, per esempio, l’auto elettrica a disposizione”.

Un danno economico: “Siamo sistemisti e siamo sempre in movimento. Per noi il mezzo di trasporto è importante. Lavoriamo tra Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia e ogni giorno siamo negli uffici dei clienti”.

L’elettrico chiede studio e impegno

La scelta elettrica deve essere studiata rimarca l’imprenditore informatico: “Ti devi creare il tuo ecosistema, noi rimborsiamo la ricarica casalinga e studiamo le migliori soluzioni di abbonamento con le App. Chi è tornato indietro dall’elettrico è perché non si è informato e preparato bene. Se poi fai molto più di 500 km quotidianamente allora devi usare ancora il diesel. Devi studiare per non avere delusioni”.

Visualizza commenti (36)
  1. Ma cosa devono studiare? Un abbonamento tesla per ricaricare a 40/50 cent, un abbonamento elli per ricaricare a 50 cent su rete ionity/ewiva e se hanno ancora i pacchetti enelx di tenerseli stretti che non sono stati abrogati e sono legati all account enelx, non all auto

    1. Stefano Gulinati

      Grazie Giorgio, ma nelle nostre zone non c’è Ionity o altri da lei indicati, gli abbonamenti EnelX più interessanti spariti o cambiati, passati in A2A poi tutto cambiato pure lì, in pratica utilizziamo operatori meno conosciuti ed esteri con soddisfazione.

  2. Azienda di consulenza informatica.. Peccato che basta lavorare da remoto e non serve nemmeno avere un auto.
    Un altra scusa per far girare le persone a costo minimo per l’azienda e massimo disagio al dipendente.
    Non accetterei mai un auto elettrica aziendale.

  3. ” la guida autonoma in quegli anni molto libera. In pratica guidò da sola” Beh, dipende tutto da cosa si intende con quel “quasi”….

  4. …in quell’azienda hanno tempo da perdere, non vorrei mai essere un loro dipendente…si sa è facile fare il XXXXXXX con il cXXo degli altri.

    1. Artemio sei il numero uno… avanti col carbone e con il Commodore 64 (per rimanere in tema).
      Un’azienda che verifica le spese della mobilità è da prendere da esempio, non da sfottere.
      Un risparmio nella mobilità può tradursi in un risparmio per il cliente finale!
      Per caso lavori in Eni?

  5. Ho sempre visto in tanti anni di lavoro clienti che “sbagliavano” a comprare l’auto (all’epoca solo ICE, benzina o diesel o gas) perché non adatta alle loro esigenze, ai calcoli che avevano fatto, a promesse del governo di turno (anche anni fa, ebbene si) per ipotetici vantaggi… Fa parte della normale esistenza… può capitare a chiunque di incappare in “cambi di condizioni” pesanti dopo aver eseguito la scelta pur ben meditata… a maggior ragione capita a chi la scelta non la medita e va ad impulso del momento, spesso senza neppur aver provato il veicolo prima dell’acquisto.

    (magari non andavano a scriverlo in tutti i blog on-line… come fosse colpa altrui)

    Il caso di questo articolo fortunatamente rappresenta uno dei tanti casi in cui persone abituate a fare calcoli e conteggi (come tanti che si “incontrano virtualmente” qui si Vaielettrico) han tentato un primo approccio alla nuova mobilità elettrica, vedendone il potenziale, hanno creduto nei possibili vantaggi, si sono impegnati ad imparare e scegliere le soluzioni più adatte al loro caso d’uso e, giustamente, ne traggono profitto e soddisfazione.

    Per tutti i casi di indecisione o di acquisto ancora da programmare (per vari motivi) ci saranno sicuramente tante novità da vedere (evoluzioni di batterie, inverter & OBC, motori, SW, ricariche HPC sempre più evolute e… diffuse !!) .. Stay tuned !

    1. Si all’epoca era così. Mio suocero la presa con i primi incentivi del Governo Conte quindi con 8mila euro di sconto + 1000 o 2000 del concessionario. Alla fine pagò sui 26mila euro ma contando cinque anni di bollo e tutti i risparmi di carburante (ricaricava solo a casa) e tagliandi alla fine altri 4/5 mila euro li ha risparmiati. Questi i conti

      1. Unico appunto è che sarà pronto a cambiarla perchè dopo 5 anni è superata o ha paura dell’avvicinarsi scadenza garanzia…magari sbaglio eh…..

          1. Sarebbe una bella cosa se un auto elettrica potesse durare 15 anni,la vedo durissima

          2. Si, sarebbe interessante analizzare i lavori su elettronica e batterie eseguiti in 12-15 anni.
            Comunque sono numeri non rilevanti dato che 12-15 anni fa le auto elettriche erano mosche bianche…
            Se la tecnologia migliora, benvenga il miglioramento…
            Per ora le auto costano molto in generale sopratutto le elettriche, ma anche le termiche…sono fuori di testa….

        1. sig. Franco deve considerare che il motore elettrico non ha quasi usura neppure su milioni di km (al massimo si guasta l’elettronica di controllo) mentre il decadimento batteria non ne compromette l’uso con altre modalità, tutt’al più dovrà programmare ricariche più frequenti od usarla in contesti di intra/extra urbano senza alcun particolare sacrificio.
          Le batterie più vecchie (statistiche USA, sulle prime auto in circolazione) sono molto confortanti in merito ed i dati attuali confermano che sono in costante miglioramento gli indici di guasti e degrado capacità di carica, quindi si possono pronosticare molti anni d’uso più che valido, anche per altri utenti con minori esigenze.
          Io cambio PC e Smartphone per seguire le mie nuove e più esose esigenze, ma i modelli precedenti stanno tutti lavorando da anni ed anni in famiglia senza alcun inconveniente; stesso destino subirà la mia attuale BEV (si.. dopo 7 turbodiesel con cui ho fatto da “acquirente collaudatore” di tutte le novità sui motori a gasolio) ossia avrà le classiche due strade… o resterà in famiglia (moglie o altri) o farà contento qualcuno esterno che si potrà permettere da usata (relativamente poco) un auto di buon livello a prezzi sicuramente vantaggiosi, usandola nei contesti opportuni (e pazienza se in autostrada si dovrà fermare ogni 250km … si farà un riposino lui.. pipì & caffè.. e ripartirà tranquillamente).

          1. Per fare 250 km in autostrada con una vecchia auto elettrica devo partire da un auto dal costo importante tipo almeno 40.000 euro ed è impossibile che io investa tanto per 1 auto …elettrica o termica che sia….

          2. Irrilevanti non direi nel senso che se tutte si fermano dopo 10 anni – come vuole una vulgata semplificatrice – è un dato, se la gran parte è su strada il tema è differente.

          3. Può comprare una vettura BEV con >60kW di batteria, se la vuole nuova, es. Km0 o ex Demo in qualche concessionaria, e in molti casi la pagherebbe molto meno.. (es. MG4 77kW nuova costa 40k, una da 64kW meno di 35k €) .

            Quando lavoravo in concessionarie (anche multimarca..fino a 15 !) ho visto rientrare “usati” con pochissimi km.. cambiati per i più svariati motivi.

            Qualunque auto lei decida di comprare… quando sarà il (suo) momento.. passi del tempo a vedere le offerte…Vada in giro..le provi (se sarà possibile)… così sceglierà meglio…e rischierà meno di pentirsi della scelta (anche se, contro condizioni pesantemente mutate dopo.. c’è poco fa recriminare)
            Saluti.

          4. “cambiati per i più svariati motivi”
            Ecco appunto, probabilmente c’erano invece dei buoni motivi, che ovviamente chi le vende tende sempre a nascondere, a sminuire totalmente.
            Questi proprietari che si pentono dell’acquisto dopo un solo anno o due, non credo abbiano avuto delle motivazioni di poco conto.
            E più di tanto non le puoi provare, spesso ti accorgi dei gravi problemi dopo una settimana che ce l’hai oppure dopo anche un mese o di più.
            Comunque il fattore dell’obsolecenza di una batteria e delle schede elettroniche è un fattore da tenere ben conto, non certo da sottovalutare. I condensatori non hanno vita eterna, anzi.
            Conclusione l’usato è sempre un grosso rischio, se è rientrata spesso e volentieri un motivo serio c’è. E si cerca di rifilarlo al solito ‘fesso’, e spesso ci si riesce.

          5. Mi dispiace che ci sia qualche venditore che (furbescamente..crede lui, stupidamente penso io) cerca di rifilare un “pacco”… perché così non perde solo 1 cliente…ma ne perde 10 e più…
            L’ onestà e la correttezza professionale (e umana) secondo me vale tanto.. e ripaga anche di più, sia a livello di vendite ma anche di buoni rapporti…che talvolta diventano pure amicizie…

            Ho sempre cercato di riuscire a capire le vere (talvolta inconscie ) esigenze dei clienti con cui parlavo… Spesso vengono acquistati veicoli perché hanno situazioni lavorative e familiari che richiedono certe caratteristiche, ma talvolta le esigenze cambiano… oppure hanno scelto un modello non adatto, talvolta malconsigliati pure dal venditore (che prende incentivi a vendere ciò che chiede la casa o il concessionario…e a volte sbaglia a fare una vendita che non soddisfa il cliente).
            Ci sono anche clienti che possono permettersi di seguire le evoluzioni tecniche…o la “moda” (come quella dei SUV 4×4 quando non stanno in zone impervie e non vanno neppure a sciare) .
            Io stesso ho cambiato decine di auto perché mi piacciono…e sperimento volentieri le innovazioni, per cui chi ha comprato i miei “usati” si è trovato un’ auto quasi nuova..con pochi km.. e me l’ ha (giustamente) pagata meglio… Io sono così riuscito a diminuire il divario con la mia nuova ambizione… Ed ho sempre speso “il giusto” (praticamente una quota di ammortamento).

            Se riesce a trovare un venditore onesto, che le trova un veicolo ben tenuto, vedrà che si troverà bene anche con l’usato.
            Io consiglio sempre di avere idonee estensioni di garanzia… perché nessuno è veggente…

            Per quanto riguarda la durata dell’ elettronica.. se si esce dal circuito “auto storiche” ottime per un buon ” fai da te”, si rischiano danni costosi con qualunque auto degli ultimi 25 anni…
            Le ultime BEV ovviamente in Europa sono ancora poco diffuse e anche i centri assistenza devono affidarsi alla casa madre per gli interventi (che vedono su scala multinazionale): piattaforme tecnici assistenza, magazzini riforniti velocemente e attrezzati danno sicuramente più supporto.
            Poi stanno nascendo officine laboratorio attrezzate per analizzare ed intervenire sui singoli moduli anche nelle batterie, in modo da non dover cambiare tutto il batterypack.
            Ci vorrà un po’ di tempo… se guarda in giro vedrà che è più facile trovare 10 negozi di riparazione smartphone e PC piuttosto che 1 orologiaio.. (quantomeno in grado di riparare lui medesimo un orologio meccanico)…i tempi cambiano…

    2. Eugenio Davolio

      Nel 2022, quando la presi io, l’allestimento medio “Intens” che scelsi costava addirittura 39.000€, cui dovetti anche aggiungere altri 250€ per aggiungere il bracciolo centrale fra i sedili anteriori!
      Fortunatamente riuscii anch’io a scendere a €26.000 (-33%!) grazie a €5.000 di incentivi del governo Draghi e €2.000 di incentivo comunale, e soprattutto, ciliegina sulla torta, aspettando un offerta della casa sul pronta consegna di ben €6.000.

  6. “Chi è tornato indietro dall’elettrico è perché non si è informato e preparato bene.”

    A metà 2026 dovrò decidere il da farsi con la Toyota Cross (con la quale vado in elettrico per il 55% dei km) ed obiettivamente sto pensando all’elettrico se ci saranno le condizioni e quindi già da ora mi sto informando e “salvando” tutti i contenuti utili in modo tale da arrivare alla decisione con le idee ben chiare.

    Leggo certe lettere di chi torna indietro che sono un inno all’approssimazione. In ogni caso oggi torni indietro, ma arriverà il momento che dovrai andare avanti. Il futuro non lo fermi.

    1. Leonardo (R)

      Conoscendo bene il sistema ibrido, direi che l’affermazione più corretta sarebbe “faccio il 55% con il motore endotermico spento”, perché i tratti di veleggio e di rallentamento/rigenerazione non sono propriamente ascrivibili ad “andare in elettrico”, e sappiamo benissimo che per raggiungere quei valori occorre utilizzare il mezzo correttamente.
      In ogni caso, al di là degli spot commerciali, il Full Hybrid consente di ottenere consumi di carburante molto contenuti, anche 4/4,5 litri per 100 km, ma nella media del pollo è del tutto paragonabile a un ipotetico motore endotermico che consumi 4/4,5 litri per 100 km oppure, per dirla in tutta onestà, i km in elettrico di una Full Hybrid sono sempre lo 0% perché l’energia utilizzata per muoversi con ICE spento è stata presa unicamente dal carburante del serbatoio: un sistema molto efficiente, sicuramente, ma che definire propulsione in elettrico richiede una fortissima dose di marketing ed ottimismo.

      1. Affermazione corretta: il sistema ibrido ha la funzione di consentire ad un ICE con setting particolarmente “appuntito” verso il rendimento di funzionare nelle migliori finestre di lavoro, non di scimmiottare un’auto elettrica.
        Fra l’altro incaponirsi a forzare le HEV in elettrico pensando di risparmiare carburante provoca generalmente il risultato inverso, a parità di velocità media il consumo aumenta perché si esce dalle loro ottimali condizioni di lavoro. Alla fine si consuma meno solo perché si va più piano come conseguenza delle tecniche hypermiling.

      2. perchè lo definisce allora un “un sistema molto efficiente” (full Hybrid) se i consumi sono paragonabili alle auto termiche di ultima generazione?

        1. Leonardo (R)

          Non credo sia corretto dire che i consumi sono paragonabili ai motori termici di nuova generazione. I sistemi ibridi sono molto efficienti perché recuperano parte dell’energia che col solo motore termico verrebbe dissipata altrove (attriti del motore o freni)
          Alcuni motori termici possono essere fatti lavorare su punti di alta efficienza e risultare risparmiosi (classico l’esempio del motore diesel se ben rapportato ad andatura costante in autostrada) ma nell’uso misto è certamente meglio l’ibrido.
          Il problema principale resta la fonte fossile per muovere l’auto moltiplicata per tutte le auto in circolazione, una cosa palesemente insostenibile e che si manifesterà sempre più nella sua insostenibilità.

    2. Giusto quando scrive: “Leggo certe lettere di chi torna indietro che sono un inno all’approssimazione”, spesso sembrano, poi ci sarà pure ci ha fatto veramente la scelta, dei troll. Sui social quando gli chiedi una foto dell’auto svaniscono immediatamente

    3. L’auto è uno strumento di mobilità e, in quanto tale, risulterà più o meno utile in base ai compiti da assolvere, compiti diversi richiedono ovviamente strumenti diversi.
      I 500km giornalieri mi sembrano poco indicativi per decidere cosa prendere, molto meglio capire se l’utilizzo sia compatibile con i tempi e modalità di ricarica. Se si riesce a far quadrare questi elementi, perchè no.

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