Il taxi ricarica induttivamente mentre aspetta chiamate. Dopo il progetto pilota partito ad Oslo a marzo, anche a Colonia, in Germania, iniziano i test.
Il taxi ricarica semplicemente sostando sulla piazzola predisposta
La ricarica wireless è il cardine di un progetto chiamato Taxi Charging Concept for Public Spaces (TALAKO, abbreviando le iniziali dal tedesco). Ovviamente le vetture devono essere predisposte. A quel punto non devono far altro che sostare negli appositi spazi, sotto ai quali sono state collocati i coils induttivi per trasmettere l’energia. L’iniziativa fa parte di un progetto più ampio di una rete di taxi intelligenti per la parte più centrale della città. Con importanti stakeholders pubblici e privati.

L’adattamento alla ricarica induttiva verrà effettuato da LEVC, l’azienda che già fornisce i famosi Cab di Londra in versione elettrica. All’inizio i taxi coinvolti nel progetto saranno sei, che a regime potranno caricare tutti contemporaneamente in un’unica piazzola. I Cab forniti da LEVC hanno un’autonomia di 130 km, che può essere estesa fino a 500 km con un range extender. L’idea è che i taxi funzionino sempre in elettrico. Ma abbiano la possibilità di affrontare anche lunghe corse fuori città con l’ausilio di un piccolo motore a benzina che ricarica le batterie.
Molti progetti in corso, ma i costi…
Come spesso avviene in Germania (guarda il progetto Dekra-Università di Göttingen sui crash test per le auto elettriche), l’iniziativa coinvolge attori pubblici privati. Come le università di Duisburg-Essen e Wuppertal, il Comune di Colonia, INTIS, RheinEnergie e una compagnia di taxi, TaxiRuf Köln. La prima stazione di ricarica verrà impiantata entro sei mesi a Mülheim e potrà essere utilizzata anche da un’altra società, Taxi Stephany, che già ha iniziato un suo esperimento di ricarica induttiva. Test di ricarica a induzione sono in corso in tutto il mondo. Anche se al momento è opinione comune che i costi non siano competitivi con il tradizionale rifornimento con il cavo dalla colonnina.

A settembre ElectReon Wireless, azienda israeliana, ha caricato con successo induttivamente una Renault Zoe. Il test è avvenuto nella città costiera di Beit Yanai, lungo un tratto di 20 metri dotato di bobine incorporate nella strada. In Inghilterra Conncted Kerb ha appena annunciato un progetto per inserire piastre induttive nelle stazioni di ricarica esistenti. Grazie a tecnologia sviluppata dalla tedesca Magmet (leggi qui) . E un altro progetto, LaneCharge, è in via di sviluppo in Germania da parte della Hannover University. Al di là dei costi, la ricarica induttiva offre diversi vantaggi, tra cui la comodità dell’operazione. Che consente anche ai disabili di rifornire senza dover scendere dal veicolo e armeggiare con i cavi.
Ben vengano soluzioni che agevolino e semplifichino l´utilizzo della mobilitá elettrica, tuttavia oltre a progetti di incentivo, ora che ci sono le possibilitá a livello di offerta di veicoli, il trasporto pubblico dovrebbe essere reso obbligatoriamente a bassissime emissioni entro pochissimi anni insieme ad un adeguato sviluppo dell´infrastruttura di ricarica, anche per fungere da dimostrazione e traino per quello privato