Il prezzo del petrolio crolla, con cali anche del 30% al giorno. E c’è già chi dice: buonanotte auto elettrica, a questi livelli andare a benzina conviene ancora di più. Per non parlare della produzione da rinnovabili…
Il prezzo del petrolio cala anche del 30%, ma non alla pompa…
Un po’ per il Corona Virus, che sta mettendo k.o. l’economia mondiale, un po’ per la guerra dei prezzi fra Arabia Saudita e Russia all’interno dell’Opec. Fatto sta alla riapertura dei mercati di lunedì 9 marzo ci si è ritrovati con un crollo che non si vedeva dal 1991. Con il Brent a 31 dollari al barile e il Wti, il greggio di riferimento americano, attorno ai 29,40 dollari. Con il prezzo dl petrolio a questi livelli, si dice, bisogna rifare tutti i conti sul TCO della auto, il famoso Total Cost of Ownership. Ovvero quanto spendiamo nell’intero ciclo di vita delle macchine, tra acquisto e mantenimento.

Come se l’elettrico fosse solo una motorizzazione alternativa classica come il GPL e il metano, da considerare solo sul piano economico. E non un modo completamente diverso di intendere la mobilità. I conti con il Corona Virus li faremo alla fine, speriamo il più presto possibile. Prima viene la salute di tutti. Ma è un ciclone in grado di innescare processi e conseguenze oggi imprevedibili. Il famoso Cigno Nero in grado di ribaltare un trend rialzista nelle Borse mondiali che sembrava inarrestabile. Ma la mobilità elettrica non è un fatto congiunturale, legato all’andamento di questo o quel prezzo. È un cambio epocale, legato all’idea di auto-produrre buona parte dell’energia che si consuma. E di rendere finalmente sostenibile la mobilità. A parte il fatto che i consumatori, in questa fase interessati a tutto tranne che a viaggiare, di questi ribassi fruiscono col contagocce. Uno o due centesimi alla pompa, contro le impennate che subiranno quando i prezzi del petrolio riprenderanno a salire.
Quella frase controversa di Elon Musk
Quanto alle conseguenze del Corona Virus, ci si è messo anche Elon Musk a scaldare gli animi con un secco tweet postato il 6 marzo: “The coronavirus panic is dumb“. Ovvero: il panico da Corona Virus è sciocco. Una frase che ha scatenato reazioni in tutto il mondo, visto che il patron di Tesla è molto di più di un imprenditore di successo. E ha un numero di follower su Twitter non trascurabile: quasi 32 milioni in tutto il mondo.


Tra i tanti, gli ha risposto l’immunologo italiano Roberto Burioni con una frase altrettanta secca: “L’epidemia di babbei è già una pandemia“. La frase di Musk è stata vivisezionata in centinaia di commenti. C’è chi gli dà ragione nel dire che perdere la testa è contro-producente. E chi invece giudica intempestiva questa sentenza nel momento in cui molti Paesi nel mondo (tra cui l’Italia) ogni giorno fanno la conta dei morti. Noi pensiamo semplicemente che su questi temi dovrebbero parlare gli scienziati. Siamo in un momento, anche sui social, un po’ di continenza farebbe bene a tutti.
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