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Il Passante di Bologna? Si, no, forse. Ma con la ricarica induttiva

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passante di bologna

Una ricarica induttiva a metà dell’esodo di Ferragosto? Troppo bello per essere vero. Ma l’idea di replicare sul futuro Passante di Bologna il progetto appena lanciato in Lombardia, sulla Brebemi, c’è. L’ha avanzata, un pò confusamente e a denti stretti, uno dei candidati sindaco del centro sinistra che il 20 giugno parteciperà alle Primerie del PD.

passante di Bologna

Il Passante finito nel tritacarne delle elezioni

Il Passante di Bologna, infatti, è entrato a gamba tesa nella campagna elettorale per le elezioni comunali d’autunno. Dopo trent’anni di zuffe politiche e una decina di diversi progetti, la decisione era stata presa. Il progetto definitivo, quello di ampliare l’attuale sede che comprende A14 e Tangenziale, era stato vidimato e finanziato e tutto sembrava ormai pronto per l’avvio dei cantieri. Mancava solo la delibera del consiglio comunale, attesa a giorni.

Conti-Lepore, sfida a tutto “green”

Ma la sfida fratricida, a sinistra, fra Isalbella Conti e Matteo Lepore sta rimettendo tutto in discussione. Rinvio a dopo le primarie del PD. Anzi, no, rinvio a dopo le elezioni. Tanto per chiarire che i fatti sono una cosa, le promesse tutt’altra ed è saggio che gli uni non interferiscano con le altre.

passante di Bologna

Così entrambi i candidati invocano ritocchi dell’ultima ora promettendo “qualcos’altro di più green”: più pannelli fotovoltaici, più barriere frangirumore, più aree verdi di rispetto. Promesse che hanno tutta l’aria di essere buttate lì per per raschiare il fondo (elettorale) del barile ambientalista. Di tanto chiacchiericcio improvvisato, però, un’ idea ci sentiamo di sposarla: quella di dotare un tratto del nuovo Passante di Bologna di un impianto sperimentale per la ricarica wireless dei veicoli elettrici.

Ma se lo fanno sulla Brebemi…

Se lo fanno sulla A35 Brebemi, buttando all’aria più di un chilometro di manto stradale, ha detto Lepore, perchè non farlo a Bologna? Qui andranno ricostruiti ex novo 13 km di tracciato. La sede stradale dovrà essere allargata di 13 mentri. Bisognerà pavimentare da zero oltre due ettari di terreno. Dovranno essere investiti quasii 700 milioni di euro. Quanto costerebbe in più attrezzare un paio di km con il dispositivo per la ricarica senza filo? Quante ore aggiuntive di lavoro? Quanti disagi in più per gli automobilisti, su un’opera che già comporta 3 anni di lavoro (e di caos per lo snodo felsineo)?

Rcarica induttiva: se non qui, dove?

Quei 13 km di asfalto che aggirano Bologna, collegando il nord Europa alla Riviera e a tutta la costa adriatica giù fino alla Puglia, sono probabilmente i più trafficati del Vecchio continente. Sono il collo di bottiglia degli esodi estivi, non solo per gli italiani, ma per i vacanzieri di mezza Europa. La via crucis ferragostana di milioni di viaggiatori. Sono quasi sempre la “metà strada” di spostamenti a lungo o lunghissimo raggio. E il teatro rovente di interminabili code ad aria condizionata spianata.

Provate a immaginare cosa potrebbe significare per un automibilista elettrico trovare sulla strada  corrente a volontà da mettere in batteria per un rabbocco di un centinaio di chilometri: un’oasi nel deserto. E’ una soluzione, quindi, che qui più che da ogni altra parte in Italia, vale la pena di sviluppare e sperimentare. Una battaglia che vale la pena di combattere.

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2 COMMENTI

  1. Io reputo incredibile che delle scelte/decisioni di interesse nazionale come quest’opera siano lasciate in mano ai sindaci ed alle loro beghe elettorali; lasciamo ai sindaci da gestire le strade comunali già abbastanza impegnative quelle, visto le condizioni in cui generalmente versano…

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