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Il motore della Leaf incidentata? Sulla barca

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Nautica elettrica
Il motore della Nissan Leaf per un fuoribordo elettrico

Dopo la Tesla anche la Nissan Leaf s’imbarca in mare. Il suo motore sostituisce quello termico in una barca. Il retrofit dalla terra all’acqua,  frutto della passione di alcuni pionieri come Darrell Sveistrup, da Auckland in Nuova Zelanda, che recupera le auto elettriche incidentate.

Per le barche c’è grande libertà, sulle auto bisogna seguire regole severe, ma rispetto all’Italia il governo neozelandese incentiva la conversione alla batteria.

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Abbiamo dialogato con Darrel dopo aver visto le sue creazioni e sperimentazioni grazie al suo canale YouTube dove segue passo per passo la trasformazione dei motori. “Ho iniziato a sistemare i motori circa 2 anni fa, all’inizio tanto lavoro di apprendimento. Ora sono diventato veloce“.

Riuso delle auto elettriche danneggiate, con il motore Leaf velocità da 25 nodi

Darrel spiega il suo lavoro: “Ottengo tutti i pezzi delle auto Nissan Leaf che si sono schiantate e da queste realizzo le parti necessarie e tutti i collegamenti ai motori fuoribordo delle barche. Progetto tutta l’elettronica di bordo e programmo il sistema di controllo“. E utilizza, quindi recupera, anche le batterie della Nissan Leaf?Si certo, ho usato tutte il necessario dalla Nissan. Un modo economico“.

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Va bene il riuso, ma cosa si ottiene? “Finora ho fatto solo un test con una grande barca, un catamarano a motore di 8,5 metri che pesa circa 1 tonnellata. La prova con il motore elettrico collegato ha permesso di raggiungere una velocità di 25 nodi, 3000 giri/min per un’autonomia di 30 minuti. Ho utilizzato una batteria da 24 kWh. La prova è stata soprattutto un test concettuale“. Insomma si può fare ma “ora stiamo facendo su una barca più piccola che avrà una migliore velocità e autonomia essendo più leggera“.

Darrel ha sostituito il motore termico  Mercury da 200 CV con quello della Leaf

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Vediamo come ha fatto: “Ho montato quello elettrico nel case Mercury da 200 HP e sostituito così il motore termico“. Un’operazione ben mimetizzata: “Nessuno si è accorto”.

retrofit nautica elettrica
A destra il test con il motore della Nissan Leaf

Si tratta di un lavoro o di una passione? “Entrambi. Ho una casa per le vacanze su un’isola e si può risparmiare denaro e tutelare l’ambiente. Una barca elettrica a buon mercato va bene per entrambi. Nella mia vita ho creato dei prodotti per aiutare le persone a convertire le proprie barche e automobili in veicoli con motori elettrici. Ci sono molte auto e stazioni di ricarica, la barca invece è molto rara, difficile caricare in mare e utilizza molta energia. Bisogna puntare al solare per ricaricare”. 

Oltre il test sulla barca, Darrel ha avviato alcuni progetti di retrofit. A iniziare dal progetto per la Land Rover Defender del 1985 per cui ha compilato un diario sul suo blog (qui il link)

retrofit land rover
Al lavoro per il retrofit sulla Land Rover

Retrofit. come funziona (bene) in Nuova Zelanda

Darrel spiega che non ci sono grandi regole da seguire per cambiare il motore delle barche, “ma è necessario assicurarsi che il sistema sia sicuro. La batteria deve essere al sicuro intorno all’acqua, specialmente l’acqua salata“.

Per le auto? “In questo caso ci sono molte regole da seguire. Dobbiamo far controllare il lavoro, il Governo ha approvato questo gruppo Lvvta dove si devono seguire tutte le norme che garantiscono la sicurezza sia meccanica sia elettrica. In particolare controllano che tutte le cose ad alta tensione siano al sicuro“.

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I progetti di recupero e di conversione di Darrell

Questa la presentazione dell’associazione dal loro sito Internet: “Low Volume Vehicle Technical Association (LVVTA) è incaricata di amministrare gli standard dei veicoli modificati e il sistema di certificazione dei veicoli  per conto dell’Agenzia dei trasporti della Nuova Zelanda. E’ nata a seguito di un cambiamento nelle normative sui veicoli negli anni ’90. Ora, circa 25 anni dopo il suo inizio, il sistema LVV, gestito e sviluppato da LVVTA, è considerato tra i migliori al mondo sia per i proprietari di veicoli che per il governo. È un sistema amministrato da modificatori per modificatori“. Sembra molto più flessibile di quello italiano.

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1 COMMENTO

  1. Quando recensii la Leaf qui su VaiElettrico, ricordo che scrissi meravigliato delle difficoltà dell’auto a contenere l’esuberanza del motore (quando messo alla frusta, ovviamente): telaio, sospensioni, ruote e sistemi elettronici di controllo sfiguravano mentre l’auto usciva scomposta e nervosa dalle curve, costringendo a lottare con lo sterzo e a correggere traiettorie (più che per meriti del motori, per demeriti di tutto il resto). Per carità tutte le auto fanno incidenti ma non mi meraviglia se ne trovino di Leaf incidentate …

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